Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia presentano “Dall’argilla all’algoritmo"
Fino all’8 settembre 2019 le Gallerie d’Italia - Piazza Scala (sede museale di Intesa Sanpaolo a Milano) ospitano la mostra “Dall’argilla all’algoritmo. Arte e tecnologia. Dalle collezioni di Intesa Sanpaolo e del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea”, che indaga la relazione tra soggettività umana, arte e tecnologia.
L’esposizione - curata da Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria con il coordinamento generale di Gianfranco Brunelli – propone un viaggio nel tempo basato su dialoghi inediti e intenzionalmente non-cronologici tra 71 opere selezionate dalle collezioni di Intesa Sanpaolo e da quelle del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.
Il percorso inizia, idealmente, dalla ceramica greca, dove è evidente la collaborazione tra il sapere del vasaio e quello del pittore, proseguendo con numerose rappresentazioni - proprie della pittura europea dalla metà del XV secolo - legate al progresso tecnologico nella produzione di oggetti d’uso comune, ad esempio in Cena di Emmaus (Leandro Bassano, 1538).
“Bazoli: una mostra per condividere le bellezze dell’arte”
Il viaggio porta quindi lo spettatore ai primi del Novecento, caratterizzati dall’entusiasmo per la macchina come nei capolavori Ricerca astratta (Giacomo Balla, 1920) e Officine a Porta Romana (Umberto Boccioni, 1909). Nei decenni successivi, invece, si sviluppa una riflessione sul senso di annichilimento dell’umano trasformato in macchina-manichino, evidente nella pittura metafisica di Giorgio de Chirico.
In mostra anche l’ottimismo postbellico per la conquista di nuove dimensioni fisiche e immaginarie - testimoniato dall’Ambiente Spaziale (Lucio Fontana, 1967) -, lo spazialismo e l’arte cinetica in cui l’elettricità e il movimento generano l’opera d’arte. Concetti insiti nei lavori di esponenti del Gruppo T e in quelli di Gianni Colombo, Enzo Mari e Bruno Munari.
Presente anche l’arte povera che, invece, propone l’annullamento della distinzione tra energia naturale e artificiale come nell’opera “Senza titolo- Una somma reale è una somma di gente” (Mario Merz, 1972) e in “Senza Titolo - Omaggio a Fontana” (Pierpaolo Calzolari, 1989).
La mostra affronta quindi le conseguenze della rivoluzione digitale grazie alle opere di Dan Graham e Janet Cardiff, per arrivare alle peculiarità dell’arte contemporanea, come con la video installazione Hisser (2015) di Ed Atkins che pone gli spettatori di fronte a un malinconico soggetto, esempio della solitudine esistenziale causata dall’interconnessione digitale. Lavori di artisti tra cui Céclie B. Evans, Grazia Toderi e Cally Spooner articolano ulteriormente il percorso espositivo, offrendo molteplici punti di vista sulle nuove tecnologie e sull’impatto che hanno per l’essere umano.
Per Giovanni Bazoli, Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo, “le Gallerie d’Italia nascono per condividere con il pubblico la bellezza dei palazzi e delle raccolte d’arte di Intesa Sanpaolo, diventando anche luogo in cui conoscere e ammirare capolavori provenienti dai principali musei del mondo. Ne è significativa testimonianza questa mostra, frutto della collaborazione tra due importanti istituzioni”.
Secondo il Presidente del “Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea”, Fiorenzo Alfieri, l’esposizione “è intenzionalmente rivolta a un pubblico appartenente a più generazioni: un inedito, visionario e creativo viaggio attraverso la storia dell’arte e i modi in cui l’immaginazione degli artisti si è relazionata con l’innovazione tecnologica”.
Luglio 2019