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CONGIUNTURA IN EMILIA-ROMAGNA

Una crescita quasi piatta
 
Unioncamere Emilia-Romagna: “L’export nel primo semestre attenua il rallentamento dell’economia regionale. L’Emilia-Romagna rinsalda il secondo posto tra le regioni esportatrici”

Carisbo: “Non rallentano i finanziamenti alle imprese. Più produttività per far crescere l’economia”

Confindustria Emilia-Romagna: “Secondo semestre 2008: peggiorano le aspettative delle imprese.  Qualche segnale positivo solo grazie all’export. Occorre concentrarsi sull’economia reale:  competitività, produttività e domanda interna”

Bologna, 2 ottobre 2008   

Si accentua nel secondo trimestre del 2008 il rallentamento dell’economia regionale che ha cominciato a manifestarsi da inizio anno.  Lo scenario congiunturale che si va delineando è sostanzialmente piatto.   Solo l’export è cresciuto significativamente e non è un caso che siano state le imprese meno strutturate, e conseguentemente meno orientate al commercio estero, a evidenziare i problemi maggiori. L’Emilia-Romagna ha tuttavia mostrato una migliore tenuta rispetto al Paese, confermando in questo la situazione emersa nei primi tre mesi del 2008.

Sono queste alcune delle indicazioni che emergono dall’indagine congiunturale relativa al secondo trimestre 2008 sull’industria manifatturiera dell’Emilia-Romagna, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Carisbo.

La produzione è rimasta invariata rispetto al secondo trimestre del 2007, a fronte dell’aumento medio dell’1,7 per cento riscontrato nei dodici mesi precedenti. Nonostante il rallentamento,  l’Emilia-Romagna ha evidenziato una situazione migliore rispetto al Paese (-1,4 per cento).  Il fatturato è aumentato dello 0,7 per cento, gli ordini dello 0,1 per cento.

I settori presentano dinamiche diverse.  Il comparto meccanico ha affievolito la propria spinta, ma si conferma ancora il più vivace. Maggiori le difficoltà per il settore del  legno e mobile e per il sistema moda che ha accusato la flessione tendenziale più sostenuta (-5,1 per cento). Tra le classi dimensionali spicca la diminuzione, pari allo 0,8 per cento, delle piccole imprese da 1 a 9 dipendenti. Più in generale, l’attuale fase congiunturale sembra penalizzare le imprese che non operano all’interno di un contesto di filiera.

Determinante il ruolo svolto dal commercio con l’estero. “Buona parte dell’andamento economico è legato ai risultati ottenuti dalle nostre imprese sui mercati  – dichiara Ugo Girardi, Segretario Generale di Unioncamere Emilia-Romagna –.  I dati ISTAT indicano che nei primi 6 mesi del 2008 le nostre esportazioni sono aumentate del 9,2 per cento, tanto da collocare la regione ormai stabilmente al secondo posto dietro la Lombardia. Un’impresa manifatturiera ogni quattro esporta, realizzando fuori dai confini nazionali circa il 47 per cento del proprio fatturato complessivo”.
La crescita delle esportazioni ha riguardato tutti i settori tranne quello della ceramica, il comparto che maggiormente risente della debolezza del dollaro rispetto all’euro. La commercializzazione delle merci verso gli Stati Uniti sono infatti diminuite dell’8 per cento. Buoni risultati nei due principali Paesi di riferimento, Germania e Francia, crescita molto sostenuta nei mercati emergenti, Russia, Cina, India, Brasile. “La forza dell’export  –  aggiunge Girardi – va ricercata nella competitività delle produzioni esportate. Nel corso degli ultimi anni vi è stato un innalzamento in termini qualitativi e di contenuto di innovazione tecnologica dei beni commercializzati dall’Emilia-Romagna”.

“In controtendenza rispetto al dato nazionale  – dichiara Filippo Cavazzuti, Presidente di Carisbo – in Emilia-Romagna non vi sono segnali di rallentamenti nei prestiti alle imprese e alle famiglie che si confermano in crescita dell’11,2%.  Non c’è quindi stretta creditizia e la frenata dell’economia non è legata ad una mancanza di finanziamenti, che invece vedono soprattutto le imprese continuare ad attingervi. Da segnalare la domanda di credito a medio termine da parte delle imprese che è salita del 16,1%, con punte vicine al 20% per quelle medio-grandi.”

“In un clima di accresciuta incertezza, sia di origine internazionale sia di natura domestica, – prosegue Cavazzuti – la politica del credito da sola non è sufficiente a sostenere l’economia reale. Questa può crescere se cresce la produttività del sistema.”

“Nel secondo semestre 2008   –  afferma Anna Maria Artoni, Presidente di Confindustria Emilia-Romagna –  peggiorano le aspettative delle imprese, specie di quelle di piccole dimensioni. L’anno si potrà concludere con qualche segnale positivo solo grazie al possibile andamento favorevole dell’export.  Il confronto con i risultati dell’anno scorso rende evidenti gli effetti negativi che la difficile congiuntura internazionale, collegata alla grave crisi finanziaria e agli andamenti dei mercati delle materie prime, sta manifestando anche sul sistema produttivo dell’Emilia-Romagna.”

Quest’anno solo 24 imprese su 100 prevedono per il secondo semestre un aumento della produzione, mentre nello stesso periodo dell’anno scorso erano ben 44 aziende su 100.    Si tratta dei risultati della rilevazione previsionale del sistema Confindustria, realizzata su 900 imprese per un totale di 101 mila addetti, comprese le grandi aziende, che integra l’indagine Unioncamere.
Il 53,4% delle imprese si aspetta livelli stabili di produzione e il 22,5% una riduzione.  Più caute le aspettative delle piccole imprese (solo il 21,4% prevede una crescita produttiva), mentre quelle di maggiori dimensioni mostrano previsioni più favorevoli: il 28,9% delle medie e il 26,1% delle grandi prevede un aumento dei livelli produttivi. 

Le previsioni sull’export restano moderatamente positive:  il 26,4% prevede un aumento degli ordini esteri e il 55,7% una stazionarietà.  Anche le aspettative sull’occupazione appaiono favorevoli: 12 imprese su 100 si aspettano un aumento dei livelli occupazionali e 75 una stabilità.

“Occorre concentrarsi –  conclude la Presidente Artoni – sull’economia reale. La capacità competitiva dell’Emilia-Romagna è strettamente connessa all’internazionalizzazione, che si conferma la carta vincente per l’economia regionale.   Ma per sostenere la competitività delle imprese occorre intervenire con decisione sui fattori, sia nazionali sia regionali, che incidono fortemente sulle dinamiche economiche.  Sarà determinante in particolare raggiungere, con uno sforzo di responsabilità da parte di tutti, un’intesa sui nuovi assetti contrattuali, che potrà garantire maggiore produttività e maggiore potere d’acquisto delle famiglie.”

 

CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA
Marina Castellano  – e-mail: comunicazione@confind.emr.it  tel.  3399950  fax 051 582416

UNIONE REGIONALE DELLE CAMERE DI COMMERCIO DELL’EMILIA-ROMAGNA
Giuseppe Sangiorgi –  e-mail: giuseppe.sangiorgi@rer.camcom.it  tel 051 6377026  cell. 338 7462356  fax 051 6377050

CARISBO-INTESA SANPAOLO
Monica Biffoni  – e-mail: monica.biffoni@intesasanpaolo.com  tel 055 2612573  cell. 335 6204956

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