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I dati sul Nord Est della prima indagine dell’Osservatorio Nazionale sul Terziario Avanzato promossa da Intesa Sanpaolo e curata della Fondazione Nord Est

TERZIARIO AVANZATO: BOOM A NORDEST. FATTURATO IN CRESCITA PER OLTRE IL 60% DELLE IMPRESE

Un network di aziende al servizio dell’economia, in media il 33% dei ricavi ottenuti sono frutto dell’interazione con realtà appartenenti allo stesso settore

Treviso, 25 novembre 2008. Il 60,2% delle imprese nordestine appartenenti al Terziario avanzato ha registrato nell’ultimo triennio una crescita del fatturato. Il 33% dei ricavi è stato realizzato tramite relazioni con realtà appartenenti allo stesso settore: emerge un network di imprese in grado di offrire un’ampia gamma di servizi all’intero mondo imprenditoriale. E’ quanto registra la prima edizione dell’Osservatorio Nazionale sul Terziario Avanzato promossa da Intesa Sanpaolo e curata da Fondazione Nord Est. L’indagine è stata realizzata tra maggio e giugno 2008 e ha coinvolto circa 1.000 imprese del settore, di cui 200 nel Nord Est.

Il Terziario avanzato è un settore molto giovane: circa il 40% delle attività nel Nord Est nasce nel nuovo millennio e si caratterizza per una forte prevalenza di realtà di piccole dimensioni (il 95% delle aziende ha da 1 a 5 addetti). Secondo il 67% degli imprenditori interpellati per la ricerca, il terziario avanzato nasce come esternalizzazione di funzioni che il settore industriale non ritiene più conveniente soddisfare autonomamente; mentre i ¾ del campione nordestino ritiene che la crescita del terziario avanzato sia condizionata dalle modalità di sviluppo del settore secondario.

Il 62% del fatturato delle aziende appartenenti al Terziario avanzato è realizzato mediante servizi venduti all’impresa, ma lo spettro di attività imprenditoriali verso cui sono indirizzati tali servizi risulta ben più ampio della sola industria. Il primo cliente, infatti, sono le altre imprese del medesimo settore (primo riferimento in termini di vendite per il 33,3% del campione, a fronte di un 24,9% a livello italiano), seguite da quelle industriali (23,0%), dal mondo delle costruzioni (20,8%) e dai servizi alla persone (20,2%). Il forte legame tra imprese dello stesso settore permette di ipotizzare l’esistenza di un network di imprese del Terziario che si pone sul mercato locale come rete in grado di soddisfare le richieste del mondo imprenditoriale.

I servizi offerti sono principalmente personalizzati in base alle esigenze di ogni singolo cliente (per il 70% del fatturato realizzato) e i rapporti più rilevanti in termini di fatturato hanno una durata superiore ai 5 anni, dimostrando così di trovare ampia soddisfazione da parte dei clienti. La capacità di instaurare rapporti fiduciari viene indicata come principale strumento (40,9%) per favorire la fidelizzazione del cliente. Sono proprio i clienti, attraverso il passaparola, il canale prevalente per lo sviluppo del mercato, secondo il 45,2% degli intervistati.

Il terziario avanzato nordestino richiede competenze elevate (secondo il 65% degli intervistati), la totalità degli imprenditori interpellati si dichiara soddisfatta della preparazione dei propri collaboratori. La provenienza delle risorse umane impiegate è prevalentemente locale: per il 75% delle imprese intervistate, infatti, il primo bacino di reperimento è costituito dal territorio provinciale, a cui si aggiunge un 15,6% che si rivolge al mercato del lavoro regionale.

Territorialmente l’ambito di riferimento delle imprese interpellate è costituito dalla provincia, indicata come primo mercato di sbocco dal 50,3%. Se a questo dato si sommano le indicazioni relative alla regione e al Triveneto si raggiunge la quota del 77,8% delle risposte. Un’impresa su 5 individua nel mercato nazionale il luogo di vendita di riferimento, mentre l’esposizione commerciale a livello internazionale è totalmente marginale.

Per lo sviluppo futuro dei mercati l’attenzione andrà ancora al territorio locale che sarà “aggredito” essenzialmente attraverso il miglioramento della qualità dei servizi (20,6%), la promozione pubblicitaria (22,2%) e l’ampliamento della gamma di servizi offerti (20,0%).

Gli imprenditori intervistati ritengono che il Terziario avanzato sarà ancora il settore che nel futuro farà da traino al Pil (il 79,1%) e all’occupazione (79,1%). Proprio per il forte legame con gli altri settori economici potrebbe, però, subire ripercussioni negative sulla sua crescita (74,3%).


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