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“Intesa Sanpaolo: massimo storico nel 2013 per i distretti industriali dell'Emilia Romagna

Si conferma positivo il quadro per il sistema distrettuale dell’Emilia Romagna che nel 2013 registra una crescita delle esportazioni del +3,6%, raggiungendo così i 10,9 miliardi di euro, nuovo massimo storico. A fare da traino all’export regionale sono stati in particolare i successi dei due distretti principali: le piastrelle di Sassuolo (+7%), primo della regione per valori esportati, e le macchine per l’imballaggio di Bologna (+7,6%).

Sono questi i principali dati che emergono dal Monitor dei distretti industriali dell’Emilia Romagna curato dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per Carisbo, Cariromagna e Banca Monte Parma.

La dispersione dei risultati è elevata: oltre ai distretti delle piastrelle e delle macchine per l’imballaggio, chiudono in territorio positivo altre 10 realtà. Tassi di crescita a doppia cifra si osservano nei distretti delle calzature di San Mauro Pascoli (+14,1%), nel lattiero-caseario parmense (+27,2%) e nelle calzature di Fusignano-Bagnacavallo (+27,5%). Segnali positivi anche nei tre distretti dei salumi del modenese (+7,3%), di Parma (+6,8%) e di Reggio Emilia (+7,7%). Più contenuto l’incremento per le macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (+3%), l’alimentare di Parma (+3,3%), le macchine per il legno di Rimini (+0,2%) e le macchine per l’industria ceramica di Modena e Reggio Emilia (+0,3%). Prosegue invece il calo per la maglieria e abbigliamento di Carpi (-1,8%), terzo distretto della regione per valori esportati. Negativi anche i tre distretti della meccanica: i ciclomotori di Bologna (-9%), la food machinery di Parma (-5%) e le macchine utensili di Piacenza (-21,9%). Segni meno anche per i mobili imbottiti di Forlì (-5,4%), l’abbigliamento di Rimini (-5,3%), l’ortofrutta romagnola (-2,7%) e il lattiero-caseario di Reggio Emilia (-0,7%).

Ancora una volta ha evidenziato una crescita più sostenuta l’export verso i nuovi mercati (+7,2%), in particolare Turchia, Cina (compresa Hong Kong) e Ucraina, grazie agli ottimi risultati del distretto delle macchine per l’imballaggio di Bologna. Gli scambi sono aumentati però anche sui mercati avanzati (+1,5%), trainati dal brillante andamento delle vendite negli Stati Uniti dei distretti delle piastrelle di Sassuolo e del lattiero-caseario parmense. In difficoltà invece le esportazioni in Germania, dopo il boom del 2012, e in Russia, che sconta il rallentamento del distretto dell’abbigliamento di Rimini.

“L’eterogeneità delle performance è evidente anche nel recupero dei livelli persi. - commenta Adriano Maestri, direttore regionale di Intesa Sanpaolo -  Se da un lato l’export del distretto delle macchine per l’imballaggio di Bologna, grazie ai successi sui mercati emergenti, si posiziona su valori record, per le piastrelle di Sassuolo la ripresa appare più lenta, condizionata dal fragile scenario del settore delle costruzioni nei principali partner commerciali. Su livelli ai massimi storici troviamo la maggioranza dei distretti dell’alimentare, mentre i ritardi più significativi sui livelli pre-crisi si osservano per alcuni distretti della meccanica e del sistema moda.”

E’ cresciuto, nel 2013 anche l’export dei due poli tecnologici monitorati, il polo biomedicale di Mirandola (+6,3%) e il polo ICT di Bologna e Modena (+9,8%). Per il polo mirandolese si sono osservati segnali positivi importanti negli Stati Uniti, mentre sono calate le vendite in Germania e Francia (primo e terzo sbocco commerciale). Il recupero osservato non è però stato sufficiente a compensare le perdite subite per effetto del terremoto: nel 2013 i flussi hanno toccato i 267,5 milioni di euro, valore inferiore del 19% rispetto al 2011.

E’ proseguito nei primi due mesi del 2014 il calo del ricorso agli strumenti di integrazione salariale, sia per i distretti tradizionali che per i poli tecnologici regionali. Nonostante il ridimensionamento delle ore di cassa integrazione guadagni autorizzate i livelli sono storicamente elevati a conferma di un quadro ancora fragile del mercato del lavoro, soprattutto per le imprese meno internazionalizzate e che scontano la debolezza della domanda interna.”

 

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