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INTESA SANPAOLO PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO MONTANO DEL VENETO

Al centro dell’incontro i temi dedicati al territorio montano, con spunti di riflessione e azioni concrete per favorirne lo sviluppo

Asiago, 26 settembre 2019 – Si è tenuto oggi, nella Sala della Reggenza presso l’Unione Montana, il quarto degli incontri del ciclo “Lo sviluppo del territorio montano” promossi da Intesa Sanpaolo nei territori montani del Nordest.

L’incontro si è aperto con i saluti di Gianpaolo Bottacin, Assessore all’Ambiente e Protezione Civile Regione Veneto e di Stefano Prandato, direttore di Area Imprese Vicenza Intesa Sanpaolo a cui è seguito l’intervento sulle dinamiche della montagna del Veneto a cura di Anna Maria Moressa, Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo; Marco Nichele, direzione regionale Nordest Intesa Sanpaolo, ha parlato del supporto della Banca per le filiere del turismo, del legno e dell’agroalimentare.

La tavola rotonda sul tema delle sinergie tra Banca, imprese e istituzioni ha coinvolto Cesare Rebeschini, Segretario Mandamento Asiago Confartigianato Vicenza, Loris Mattei, Presidente Sezione Legno Arredo Confindustria Vicenza e titolare Legnopans.p.a., Andrea Rigoni, Amministratore Delegato Rigoni, Alessandro Mocellin, Presidente Latterie Vicentine e Renzo Simonato-Direttore Regionale Veneto Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige Intesa Sanpaolo. L’incontro è stato moderato da Marino Smiderle caporedattore Giornale di Vicenza.

La discussione ha stimolato interessanti riflessioni sulle tematiche legate alla montagna con lo scopo di facilitare le sinergie tra i diversi attori e offrire una visione sulle opportunità di sviluppo dei settori del turismo, dell’agroalimentare e dell’ambiente. Particolare attenzione è stata dedicata alle soluzioni per la valorizzazione del territorio attraverso un’adeguata formazione degli operatori e l’evoluzione in chiave digitale e sostenibile delle attività e dei servizi.

Intesa Sanpaolo mette a disposizione degli operatori delle linee di credito dedicate che tengono conto delle esigenze del settore turistico-alberghiero. Inoltre lo scorso dicembre la Banca ha stanziato un plafond di 100 milioni di euro a supporto della filiera triveneta del legno colpita dal maltempo, ai fini del rimboschimento, di attività rigenerativa dell’ecosistema e di prelievo del legname, per evitarne il degrado. L’obiettivo è affiancare le imprese della filiera sia nella gestione del materiale da raccogliere sia nella successiva opera di rimboschimento.

Da uno studio della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, emerge che lo spopolamento delle terre alte di montagna è l’effetto tangibile di un fenomeno di declino economico e sociale di queste particolari aree periferiche che sembra impossibile da arginare. Tuttavia, il naturale isolamento derivante dalle caratteristiche orografiche non può costituire il motivo fondante del loro progressivo abbandono, se è vero che si osservano dinamiche demografiche molto diverse tra comuni che condividono lo stesso arco alpino, come nel caso delle Dolomiti e le Prealpi venete.

Tra il 2011 e il 2017 la montagna veneta ha registrato una diminuzione dei residenti di circa 7.400 unità (pari al -2,1%) che si contrappone alla crescita osservata nello stesso periodo della montagna nelle province di Trento e Bolzano (+38 mila residenti pari al +3,7%). I 7 comuni dell’Altopiano di Asiago hanno perso 406 residenti (-1,9%), ma Asiago e Rotzo sono andati in controtendenza e sono leggermente cresciuti (+0,7% il primo e +3,0% il secondo). Il fenomeno dello spopolamento è stato più intenso nei 40 anni intercorsi tra il 1971 e il 2011, quando nella montagna vicentina il numero di residenti è calato più che nel resto della montagna italiana (del -4,2% nella provincia e del -7,3% nell’Altopiano). Lo spopolamento della montagna è andato di pari passo con l’invecchiamento della popolazione: gli over 65 anni nell’Altopiano sono passati dal 14% al 22,6%.

In alcune zone montane virtuose (come Bolzano, Belluno, Trento e Verona) nel trentennio 1971-2001 si è assistito alla parziale riduzione degli occupati nell’agricoltura a favore del manifatturiero e di alcune attività dei servizi, come il turismo. Non è stato il caso della montagna vicentina che ha conosciuto un calo degli occupati: l’aumento degli addetti nei servizi è stato infatti più che compensato dalla riduzione degli addetti nell’agricoltura e nel manifatturiero. Pesa l’ancora insufficiente sviluppo del turismo: nell’altopiano di Asiago le presenze si sono ridotte tra il 2008 e il 2018, penalizzate dal calo delle presenze di italiani e da una insufficiente capacità di attrarre turisti stranieri (il grado di internazionalizzazione si ferma all’8,1%). C’è un problema di quantità e qualità della ricezione alberghiera: l’offerta di posti letto in strutture di basso stellaggio arriva quasi a un terzo dell’offerta totale (32,4%); nelle dolomiti bellunesi si scende al 15,5%.

Le sfide per la crescita dell’Altopiano e della montagna veneta passano attraverso la valorizzazione dei suoi punti di forza, prima fra tutti l’industria casearia e agroalimentare, che può contare su una eccellenza certificata (4 formaggi in quella vicentina con certificazioni di qualità DOP e IGP), e su una crescente affermazione sui mercati internazionali: il comparto lattiero-caseario è quasi raddoppiato in valore passando da 51 milioni di euro nel 2008 a 92 milioni nel 2019. Dall’abbinamento dell’eccellenza alimentare con il trend crescente del turismo enogastronomico e delle offerte di degustazione e alloggio negli agroturismi montani possono nascere nuove opportunità per caratterizzare anche la destinazione turistica.

La filiera del legno costituisce l’altro tassello fondamentale da valorizzare nella montagna del Triveneto, che dispone di una buona dotazione di superficie a foreste e boschi (più del 15% del totale nazionale), ma che, nonostante sia alto il fabbisogno di legno grezzo da parte delle filiere del legno arredo presenti nel territorio, tra il 2001 e il 2014 ha registrato una riduzione dell’utilizzo di legno e da lavoro (-54%). La nuova attenzione all’ambiente apre nuove opportunità per la filiera foresta-legno anche in ottica di riciclo e circular economy.

La sfida per il rilancio della montagna vicentina passa attraverso la capacità di valorizzare le risorse del turismo, dell’agroalimentare e della filiera del legno, coniugandole con il miglioramento dei servizi di base ai residenti dalla mobilità, all’istruzione, agli spazi ospedalieri alla connessione digitale, rendendo attraente la vita in montagna.

“Stiamo organizzando un ciclo di incontri aperti al pubblico per promuovere un confronto sui temi dedicati al territorio montano, da cui nascono spunti di riflessione e azioni concrete per favorirne lo sviluppo in un’ottica di sistema. - ha dichiarato Renzo Simonato, direttore regionale - Come banca del territorio, ci sentiamo responsabili anche della valorizzazione del patrimonio naturale montano, in particolare in Veneto, un territorio a cui vogliamo essere particolarmente vicini vista la nostra presenza storica e diffusa. Poniamo inoltre grande attenzione agli aspetti legati alla sostenibilità e all’economia circolare. Pertanto mettiamo a disposizione specifici supporti finanziari per sviluppare l’attività economica e sociale, come il credito dedicato alla filiera del legno, del turismo e dell’agroalimentare. Da questo punto di vista gli accordi con le associazioni di categoria sono fondamentali per valorizzare le potenzialità di questi territori.”

La tappa di Asiago è stata la quarta del ciclo di incontri sulla montagna; i primi due si sono svolti a Cavalese (TN), Braies (BZ) e Tolmezzo (UD). Seguiranno gli appuntamenti di Agordo (BL) e Maniago (PN).

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