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COMUNICATO STAMPA

 

FILIERA TURISTICA IN SARDEGNA: GLI SCENARI ECONOMICI DOPO IL CORONAVIRUS

 

  • Il tema al centro di un webinar organizzato da Intesa Sanpaolo e Srm con i principali operatori del settore

     

  • Dopo il calo della domanda turistica dello scorso anno (-63%), nel 2021 si prevede un’importante spinta grazie al turismo domestico: presentati tre scenari che si distinguono per la velocità della ripresa

     

  • Nonostante le difficoltà a riattivare la domanda internazionale (nel 2020 stimato un calo delle presenze straniere nell’isola dell’88%) è atteso un impatto positivo sulla spesa turistica che può arrivare fino a 6,1 miliardi di euro

     

  • Sostenibilità, innovazione, offerta integrata e mercati esteri le priorità da affrontare per rilanciare il comparto regionale nel prossimo biennio

     

Cagliari, 9 febbraio 2021“Scenario e prospettive di ripresa della filiera turistica in Sardegna”. E’ questo il titolo dell’analisi presentata da Intesa Sanpaolo e Srm, Centro Studi collegato al Gruppo bancario, nel corso di un webinar che ha coinvolto i principali operatori regionali del settore. Dopo l’intervento introduttivo di Pierluigi Monceri, Direttore Regionale Lazio, Sardegna, Sicilia, Abruzzo e Molise di Intesa Sanpaolo, il dibattito ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Massimo Deandreis, Direttore Generale di Srm.

Le previsioni illustrate nel corso dei lavori evidenziano una rilevante contrazione della domanda turistica in Sardegna, nello scorso anno con un -63%. In questo contesto emerge un calo più contenuto delle presenze turistiche italiane (-36%) rispetto a quelle straniere (circa -88%). Si stima che la crisi abbia tagliato oltre il 60% del valore della spesa turistica registrata nel 2019 e il 63,5% del fatturato delle imprese del settore “core” della filiera turistica, con un impatto negativo sul Pil regionale di -1,92% (Italia -1,48%).

In un contesto macro-economico che si prevede in miglioramento, il turismo affronterà una sfida rilevante. Dai tre scenari elaborati da Srm, che si distinguono per la velocità della ripresa, emerge una crescita della domanda turistica nell’isola con valori tra 6,7, 8,7 e 10,9 milioni di presenze, rappresentando rispettivamente il 44%, il 57% e il 72% del potenziale espresso nel 2019. In particolare, si prevede una ripresa più veloce del turismo domestico rispetto a quello internazionale.

In termini di valore aggiunto, si stima che in Sardegna la ripresa della domanda turistica possa far recuperare tra 68,9 milioni, 192,8 milioni e 335 milioni di euro a seconda delle tre ipotesi considerate. Il recupero della ricchezza nella regione si presenta più contenuto rispetto al dato nazionale sia per la più debole ripresa della domanda straniera, sia per un minore effetto moltiplicativo di ricchezza del turismo locale.

Le prospettive per l’immediato futuro lasciano ben sperare in un biennio in recupero, conseguenza di una serie di fattori positivi, tra cui il graduale rientro dell’emergenza sanitaria, anche grazie alla campagna vaccinale in programma. Sia nel breve che nel medio-lungo periodo, il settore turistico sardo dovrà adeguare la propria offerta per poter intercettare una domanda in profonda trasformazione. Tra le priorità da affrontare per le imprese del settore c’è quella di adeguare le strutture ai protocolli sanitari, con particolare attenzione alla salubrità degli ambienti. Per riconquistare il turismo internazionale sarà necessario puntare su politiche di marketing forti e coordinate, orientate sia agli aspetti digitali che a quelli sostenibili, su una riqualificazione dell’offerta di prodotti e servizi, per valorizzare al massimo la fascia medio-alta della domanda nazionale e straniera.

 

I tre scenari elaborati da Srm per il settore turistico sardo nel dettaglio:

 

  • Scenario 1 (più ottimistico)

Per il 2021 si stimano 10,9 milioni di presenze turistiche, con un recupero della domanda del 2019 del 72%, meno inteso del dato nazionale (76,8%) e meridionale (79%). In riferimento alla provenienza, lo sprint della domanda nazionale è in linea con quello nazionale e meridionale (90,3% contro 90,1% Italia e 91,5% Mezzogiorno) mentre, quello relativo alla componente internazionale, si presenta meno vivace (54,5% contro 63,7% Italia e 60% Mezzogiorno). Il minor recupero della domanda internazionale, unito ad una minore capacità propulsiva del turismo locale ridimensiona, rispetto all’Italia ed al Mezzogiorno, la positività dell’impatto economico generato dalla crescita delle presenze. In particolare, l’impatto positivo sulla spesa turistica è di circa +6.100 milioni di euro rispetto all’anno precedente (recupero del 68,5% sul 2019, Italia 73,9% e Mezzogiorno 75,9%). Tale incremento favorirebbe una crescita di oltre 1.770 milioni di euro del fatturato del settore (recupero del 65,5% rispetto al 2019, Italia 70,3% e Mezzogiorno 72,2%).

  • Scenario 2 (base)

Per il 2021 si stimano, 8,7 milioni di presenze turistiche, con un recupero della domanda del 2019 di 57,3%, minore del dato nazionale (65,4%) e meridionale (67,4%). Anche in questo caso, si riscontra una maggiore vivacità nella ripresa della domanda domestica, quasi in linea con quella nazionale e meridionale (79,7% contro 81,7% Italia, mentre 80,9% Mezzogiorno), rispetto a quella estera, più distante dalle altre aree geografiche considerate (35,7%, Italia 49,5%, Mezzogiorno 45,7%). L’ impatto positivo sulla spesa turistica è di circa +4.770 milioni di euro rispetto all’anno precedente (recupero sul 2019: 53,3%, Italia 61,9%, Mezzogiorno 62,9%). Tale incremento favorirebbe una crescita di 1.390 milioni di euro del fatturato del settore (recupero del 51,3% rispetto al 2019, Italia 59,2%, Mezzogiorno 60%).

  • Scenario 3 (meno ottimistico)

Per il 2021 si stimano 6,7 milioni di presenze, riconquistando oltre il 44% della domanda turistica del 2019, recupero inferiore al dato nazionale e meridionale (52,3% e 53%). La componente domestica recupera il 70,2% sul 2019 (Italia 71,7%, Mezzogiorno 69,4%), mentre quella internazionale quasi il 20% (Italia 34%, Mezzogiorno 26,4%). L’impatto positivo sulla spesa turistica annuale è di quasi 3.760 milioni di euro (recupero sul 2019: 41,9%, Italia 50,7% Mezzogiorno 50,1%) con una spinta del fatturato del settore di 1.105 milioni di euro (recupero del 40,8% rispetto al 2019, Italia 48,9%, Mezzogiorno 47,6%).

 

Pierluigi Monceri, Direttore Regionale Lazio, Sardegna, Sicilia, Abruzzo e Molise di Intesa Sanpaolo: “A causa della pandemia è il settore turistico, quello tra i più duramente colpiti, e sta affrontando diverse criticità determinate da un contesto particolarmente complesso. Dopo un lungo periodo di difficoltà, le imprese sarde di questo comparto nei prossimi mesi avranno diverse occasioni per ripartire e la Banca continuerà a sostenerle, offrendo loro assistenza nella delicata fase di ripianificazione delle attività. Il nostro Gruppo, sin dalle prime fasi dell’emergenza sanitaria, ha messo in campo misure nazionali significative per le aziende dell’industria turistica: un plafond da 2 miliardi di euro a sostegno della liquidità e un accordo con Federalberghi che ha permesso la sospensione fino a 24 mesi delle rate dei finanziamenti in essere. Nel 2020 abbiamo concretamente sostenuto l’intero sistema produttivo sardo. Basti pensare che abbiamo erogato finanziamenti a medio-lungo termine a famiglie e imprese, compresi gli interventi per il Covid-19, per oltre 700 milioni di euro, abbiamo inoltre concesso circa 20.000 moratorie per un controvalore di 2 miliardi di euro, e favorito 17 accordi regionali di filiera”.

Massimo Deandreis, Direttore Generale di Srm: “Gli scenari 2021 in Sardegna indicano una ripresa della domanda complessiva, spinta in particolar modo da quella domestica, mentre la piena ripresa delle presenze straniere, in particolare quelle più “lontane”, sarà destinata a essere raggiunta tra la fine del 2022 e il 2023. I dati dello scenario base prevedono infatti un recupero di circa il 57% delle presenze effettive del 2019 (pari a circa 8,7 milioni). Dall’analisi emergono spunti a cui guardare con attenzione ma anche con relativa fiducia. Il Covid ha accelerato le trasformazioni del contesto competitivo evidenziando ad esempio il valore della tecnologia e del digitale, della qualità dell’offerta sanitaria, della sostenibilità e della diversificazione dell’offerta turistica come fattori rilevanti per il rilancio dell’intera filiera”.

 

 

 

 

 

 

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