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“DISEGNARE IL FUTURO: COMPETITIVITÀ, INNOVAZIONE, SOSTENIBILITÀ”
NUOVO ACCORDO INTESA SANPAOLO E CONFINDUSTRIA
12,5 MILIARDI DI EURO PER LE IMPRESE DEL PIEMONTE
• Oggi ad Asti la presentazione del protocollo siglato lo scorso ottobre a livello nazionale
• Plafond di 12,5 miliardi di euro per le imprese del Piemonte: sostenibilità, innovazione e transizione digitale, rafforzamento patrimoniale, sostegno alle filiere e capitale umano al centro della collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Confindustria per dare nuove prospettive di crescita all’industria, in coerenza con il PNRR
• La Provincia di Asti vanta una vocazione industriale del 30,9%, superiore alla media nazionale del 25,2%, con una buona diversificazione produttiva e una contenuta esposizione dell’1% verso i mercati russo e ucraino
• Il conflitto ha reso ancora più urgente la transizione green e gli investimenti per l’autonomia energetica
Asti, 12 settembre 2022 – Si è svolta oggi ad Asti, presso Palazzo Ottolenghi, la presentazione del nuovo accordo tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per la crescita delle imprese. Un accordo basato sul percorso congiunto “Disegnare il futuro: Competitività, Innovazione, Sostenibilità”, che mette a disposizione 12,5 miliardi di euro per le imprese del Piemonte, nell’ambito dei 150 miliardi di euro del plafond nazionale, con l’obiettivo di promuovere l’evoluzione del sistema produttivo su questi tre driver fondamentali per la crescita, in coerenza con il PNRR.
Alla presenza di numerosi imprenditori del territorio, hanno aperto i lavori Andrea Amalberto, presidente dell’Unione Industriale della Provincia di Asti, e Andrea Perusin, direttore regionale Piemonte Sud e Liguria Intesa Sanpaolo. Riccardo Chiapello, direttore commerciale Imprese Piemonte Sud e Liguria di Intesa Sanpaolo, ha illustrato i contenuti dell’accordo, nonché le prime iniziative congiunte. L’economista Romina Galleri, della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, ha commentato lo scenario economico in cui sono chiamate a operare le imprese del territorio, introducendo così le tematiche di maggiore interesse per il sistema produttivo locale, approfondite nella seconda parte dell’incontro nella una tavola rotonda con Paola Malabaila (Malabaila & Arduino), Luigi Costa (Mista), Erminio Renato Goria (Gruppo Alplast) e Andrea Perusin (Intesa Sanpaolo).
L’accordo presentato oggi alle imprese astigiane – di durata triennale e firmato lo scorso ottobre da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, e Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo – pone al centro iniziative a supporto delle aziende per la digitalizzazione e l’innovazione, il rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale, il potenziamento delle filiere, la sostenibilità e il capitale umano.
Commenta il presidente dell’Unione Industriale della Provincia di Asti, Andrea Amalberto: “Competitività, innovazione e sostenibilità sono temi di estrema rilevanza per chi oggi fa impresa, soprattutto in un momento storico complesso come quello che stiamo vivendo. La crescita che si stava prospettando è oggi messa a dura prova e la collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Confindustria potrà fornire importanti strumenti finanziari che, unitamente all’ottimo supporto fornito sul territorio, gioverà sicuramente alle nostre aziende”.
«Il nostro Gruppo conferma e rafforza l’attenzione nei confronti delle imprese piemontesi, mettendo in campo un plafond di 12,5 miliardi di euro e rinnovando l’azione congiunta con Confindustria - dichiara Andrea Perusin, direttore regionale Piemonte Sud e Liguria Intesa Sanpaolo - Il sistema imprenditoriale astigiano è robusto, non ha ceduto durante la pandemia, ma oggi deve affrontare ulteriori difficoltà per il rincaro delle materie prime e del costo dell’energia. Intesa Sanpaolo vuole continuare ad essere un partner di riferimento. Nei mesi scorsi abbiamo stanziato 10 miliardi per investimenti volti a diversificare le fonti energetiche e per le fonti rinnovabili. Da ultimo, ulteriori 2 miliardi per contrastare i maggiori costi dovuti al rincaro del gas. Il nostro Desk Energy, tra l’altro, è in grado di attivare impianti fotovoltaici in locazione. Per quanto riguarda i crediti fiscali legati alle ristrutturazioni, altro tema che desta preoccupazioni, Intesa Sanpaolo, che ha già acquisito 9 miliardi, è pronta per le ri-cessioni. Abbiamo predisposto un’offerta e siamo in contatto con le prime imprese acquirenti, augurandoci che sempre più aziende decidano di operate assieme a noi in tal senso”.
L’intesa consolida e rinnova la collaborazione ultradecennale tra Intesa Sanpaolo e Confindustria che, grazie a un’interpretazione sinergica e condivisa del rapporto tra banca e impresa, si è rafforzata nel corso degli ultimi anni. A partire dal 2009 sono stati sottoscritti diversi accordi improntati a una visione di politica industriale di ampio respiro, finalizzati a rendere la finanza e il credito componenti strategiche al servizio della competitività del mondo imprenditoriale. Iniziative congiunte hanno consentito di supportare decine di migliaia di imprese con credito per oltre 200 miliardi di euro, affiancandole nelle fasi più critiche di uno scenario economico in continua evoluzione.

L’ECONOMIA ASTIGIANA NELL’ATTUALE SCENARIO MACROECONOMICO
A cura della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo
La provincia di Asti è caratterizzata da una forte vocazione industriale (valore aggiunto prodotto dall’industria sul totale) pari al 30,9%, in linea con la media regionale (30,4%) e decisamente più elevata della media nazionale (25,2%). L’industria di questo territorio può far leva su una buona diversificazione produttiva: vini, componentistica auto, gomma, metallurgia, prodotti in metallo, meccanica ed elettrotecnica sono i settori di specializzazione.
Sul territorio anche l’agricoltura ha un ruolo particolarmente importante: vi trova occupazione l’11,8% degli addetti provinciali (vs 4,7% in Piemonte e 5,4% in Italia) e il valore aggiunto di questo settore ha un peso più che doppio rispetto alla media regionale (in provincia di Asti l’agricoltura contribuisce per il 4,6%, mentre in Piemonte per l’1,7%). Le specialità agricole tipiche del territorio sono fortemente interconnesse con l’industria, dal momento che per alcuni settori ne costituiscono la materia prima (ad esempio i vini), e con il turismo, poiché costituiscono motivo di attrazione di visitatori. L’astigiano fa parte del più ampio distretto dei Vini delle Langhe, Roero e Monferrato.
La competitività della provincia sui mercati esteri è particolarmente spiccata: Asti si caratterizza per una propensione all’export che sfiora il 67% vs 40,7% del Piemonte e 32,5% dell’Italia.
Le imprese astigiane hanno ottenuto degli ottimi risultati dal punto di vista delle esportazioni, più che raddoppiate tra il 2008 e il 2019, con un aumento delle vendite del 133%, pari a 1,7 miliardi di euro. Il balzo è attribuibile principalmente all’Automotive, alla Meccanica e ai Vini, ma tutti i principali settori sono risultati in crescita. Oltre ai settori già menzionati, per presenza sui mercati esteri spiccano Elettrotecnica, Prodotti in metallo, Metallurgia, Gomma, Agro-alimentare e Elettronica. Nel 2020 l’astigiano ha subito un duro colpo sui mercati esteri, con export in calo dell’11%, condizionato in gran parte dall’Automotive (-24%). Hanno sofferto sui mercati esteri anche Vini, Elettrotecnica e Gomma. Nel 2021 l’export della provincia ha mostrato un rimbalzo significativo (+27%), che ha portato la provincia oltre i livelli di export 2019 (+13%). Il contributo maggiore è giunto dalla Meccanica, ma anche l’Elettronica, i Prodotti in Metallo, la Metallurgia e l’Elettrotecnica hanno contribuito in modo rilevante. Tra i principali settori, nel 2021 risultavano invece ancora sotto i livelli 2019 l’export di Alimentare, Vini e Automotive. Le esportazioni provinciali sono aumentate anche nel primo trimestre 2022: +4,2% rispetto allo stesso periodo 2021; collocandosi sopra ai livelli di export del primo trimestre 2019 del 12,3%, soprattutto grazie al contributo di Meccanica ad Elettronica.
L’ampio avanzo commerciale, pari a quasi 2 miliardi di euro nel 2021 (il 13,6% del totale regionale), offre una misura sintetica della capacità di questo territorio di creare valore aggiunto, occupazione e ricchezza, anche considerando la dimensione ridotta della provincia (che in termini di popolazione residente, imprese e occupati ha un peso su base regionale che oscilla tra il 4 e il 5%).
La vocazione industriale e la propensione all’export del territorio, tuttavia, non sono accompagnate da un’alta intensità brevettuale (numero di brevetti registrati all’European Patent Office per milione di abitanti: 73,6), nettamente inferiore se confrontata al dato piemontese (112,7), probabilmente a riflesso della bassa specializzazione produttiva nei settori ad alta intensità tecnologica (1,7 ogni 100 addetti, contro il dato piemontese di 5,1). Sul territorio sono più diffusi processi di innovazione che passano attraverso meccanismi di diffusione della conoscenza tacita. La scarsa presenza di innovazione formalizzata può dipendere anche da una maggiore concentrazione sul territorio di imprese micro (da 1 a 9 dipendenti) e piccole (da 10 a 49 dipendenti), a fronte di una minor presenza della grande impresa (dove trova occupazione solo l’8,3% degli addetti vs 14,2% del Piemonte e 11,2% dell’Italia).
Il conflitto in Ucraina penalizzerà in modo lieve l’export della provincia di Asti che nel 2021 ha esportato verso Russia e Ucraina 35,5 milioni di euro, con un’incidenza di questi mercati sul totale esportato dell’1%. Tuttavia, il maggiore canale di trasmissione della guerra è rappresentato dai rincari dei prezzi delle materie prime. Il balzo dei prezzi di petrolio e, soprattutto, del gas naturale, penalizzerà in modo significativo il reddito disponibile dei consumatori e i margini delle imprese con effetti sia sui consumi che sugli investimenti.
Il conflitto in Ucraina rende ancora più urgenti i temi dell’ambiente e della tecnologia che possono favorire il risparmio di materie prime, l’efficientamento dei processi e la diversificazione dei mercati di sbocco. Al contempo, se i problemi di approvvigionamento innestati dalla pandemia e poi amplificati dall’invasione russa porteranno a una regionalizzazione su base continentale delle catene globali del valore, si potranno aprire opportunità per i territori italiani che come l’astigiano sono caratterizzati dalla presenza di filiere strutturate a livello locale.
I prossimi anni saranno decisivi per l’economia italiana e anche per quella di Asti. Il PNRR potrà favorire un intenso processo di riforme che potranno rilanciare gli investimenti in digitale, transizione green, infrastrutture, formazione e ricerca, con un’attenzione particolare a giovani, donne e precari.

 

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Intesa Sanpaolo è il maggior gruppo bancario in Italia – punto di riferimento di famiglie, imprese e dell’economia reale – con una significativa presenza internazionale. Il business model distintivo di Intesa Sanpaolo la rende leader a livello europeo nel Wealth Management, Protection & Advisory e ne caratterizza il forte orientamento al digitale e al fintech. Una banca efficiente e resiliente, è capogruppo di fabbriche prodotto nell’asset management e nell’assicurazione. Il forte impegno in ambito ESG prevede, entro il 2025, 115 miliardi di euro di finanziamenti impact, destinati alla comunità e alla transizione verde, e contributi per 500 milioni a supporto delle persone in difficoltà, posizionando Intesa Sanpaolo ai vertici mondiali per impatto sociale. Intesa Sanpaolo ha assunto impegni Net Zero per le proprie emissioni entro il 2030 ed entro il 2050 per i portafogli prestiti e investimenti, l’asset management e l’attività assicurativa. Convinta sostenitrice della cultura italiana, ha sviluppato una rete museale, le Gallerie d’Italia, sede espositiva del patrimonio artistico della banca e di progetti artistici di riconosciuto valore.

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Il valore aggiunto di Confindustria è la sua rete che si dirama dalla sede centrale di Roma, alla Delegazione di Bruxelles, punto di riferimento per l’intero Sistema Italia presso l’Unione Europea, alle 225 Organizzazioni associate presenti sul territorio e nei settori.Grazie all’esperienza di internazionalizzazione associativa, Confindustria ha ampliato la sua rete all’estero con la nascita di grandi associazioni di rappresentanza delle imprese italiane quali Confindustria Assafrica & Mediterraneo, Confindustria Est Europa (che riunisce le rappresentanze in Albania, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Romania, Serbia e Bielorussia) e Confindustria Russia.
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