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Le indicazioni di flessione superano quelle di crescita per la prima volta dal 2006

ECONOMIA: ANCHE IL NORD EST FRENA

Dalla ricerca promossa dalla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e realizzata dalla Fondazione Nord Est emerge che meno del 30% delle imprese registra una crescita della produzione nel primo semestre del 2008 in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige

Padova, 12 settembre 2008 – Si registra un forte rallentamento dell’economia nordestina nei primi sei mesi del 2008: scendono in negativo i saldi sintetici (la differenza tra la percentuale delle aziende che dichiara un aumento e quella che dichiara una diminuzione) di produzione, fatturato, occupazione e vendite interne. Le cause sono da ricercare principalmente in due aspetti: la perdurante debolezza della domanda interna e le difficoltà dell’economia internazionale, proprio in ragione della forte apertura del territorio ai mercati esteri.

Il numero di imprese che vede crescere la produzione scende sotto il 30%, il fatturato è in aumento solamente per il 34% delle realtà intervistate. Lo si evince dall’indagine sulla “Congiuntura del Nord Est” promossa dalla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo (Gruppo Intesa Sanpaolo) e realizzata dalla Fondazione Nord Est che si è svolta tra il 10 e il 30 luglio 2008 e ha visto protagonista un campione significativo composto da 1.000 titolari di imprese attive nelle regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Le aziende selezionate appartengono a tutti i settori economici (industria, commercio, servizi alle imprese, servizi alle persone) e contano più di 10 dipendenti in organico.

Per la prima volta dal secondo semestre del 2006, data della prima rilevazione, la percentuale di imprese interpellate che registra una crescita della produzione scende sotto il 40%, stabilizzandosi a 26,5% nel primo semestre 2008. Le classi intermedie in particolare riportano un notevole calo delle performance: per le realtà tra i 20 e i 49 addetti la percentuale scende dal 61,2 della seconda metà del 2006 al 32,2% dell’attuale rilevazione, mentre per le aziende dai 50 ai 99 addetti il calo è dal 60,9 al 27,1%. Le imprese più strutturate riportano una flessione delle performance più contenuta (da 63,3 a 42,1%), mentre le piccole realtà (10-19 addetti), che nella precedente indagine avevano accorciato le distanze, subiscono nel primo semestre un forte rallentamento riconducibile principalmente alla debolezza della domanda interna (da 41,6 a 20,6%).

Rimane costante la tendenza all’aumento dei costi alla produzione la causa è riconducibile principalmente al mercato delle materie prime, indicate in crescita dall’85% degli intervistati. I maggiori costi sostenuti per la produzione vanno a impattare sui listini aziendali per il 52,9% delle realtà interpellate. Il portafoglio ordini risulta in aumento per il 25,2% dei casi, ma ben il 38,9% degli imprenditori comunica un peggioramento del dato. L’orizzonte temporale di lavoro assicurato non presenta variazioni di rilievo, salvo qualche aumento per le aziende che offrono servizi alla persona e alle imprese e per le attività con più di 50 addetti

Negli ultimi dodici mesi, le imprese nordestine hanno indirizzato l’82,4% delle vendite in Italia, il 12,2% in Europa e il 5,4% nei mercati extra UE. Le imprese esportatrici sono pari al 46,6% del totale delle intervistate. In riferimento all’andamento delle vendite, gli ultimi dodici mesi hanno evidenziato un importante rallentamento del mercato interno, solamente il 26,3% delle imprese ha registrato un aumento e ben il 37,1% ha evidenziato una flessione nel primo semestre del 2008. Sui mercati esteri si registrano alcune incertezze, con una forte crescita delle indicazione di flessione nei mercati extra europei (il saldo di opinione è pari al 13,1%)

Scende di 13 punti percentuali la quota delle imprese che registra un incremento di fatturato dal 2006 a oggi (da 47,5 del secondo semestre del 2006 al 34% primo semestre del 2008) ed è quasi equivalente la percentuale di aziende intervistate che dichiara un incremento o una flessione del dato per il primo semestre 2008 (precisamente il 34% in crescita contro il 33,5% in calo). Territorialmente è il Trentino Alto Adige a emergere in termini di risultati con percentuali di crescita vicine al 40%, mentre in Veneto in particolare, e in Friuli Venezia Giulia è solamente circa un terzo del campione a presentare risultati positivi.

Per quanto riguarda l’occupazione, invece, la scelta di mantenere costanti gli organici aziendali rimane prevalente ed è condivisa dal 61% del campione intervistato. Si contrae, però, rispetto al secondo semestre del 2007, la percentuale di imprese che ha aumentato il numero di addetti.

In questo contesto generale, emergono alcune punte di eccellenza che hanno saputo mantenere performance positive. Si tratta delle imprese più strutturate, dove la crescita coinvolge circa quattro imprese su dieci, delle aziende del Trentino Alto Adige, che meno risentono del rallentamento dei mercati internazionali e delle attività dei servizi alle imprese, settore fortemente necessario alla competitività del territorio.

Gli imprenditori del Nord Est confermano le incertezze registrate nella precedente rilevazione riguardo alle prospettive del territorio con qualche maggiore timore, in particolare in riferimento all’andamento della produzione (soltanto il 26,7% prevede di crescere) al fatturato (28,3%in aumento rispetto al 32,7% che prevede una flessione) e alle previsioni sugli ordini interni (solo 1 impresa su 5 attende una crescita). Le prospettive sugli ordini dall’estero sono in peggioramento, ma risultano ancora positive (il saldo è pari a +4,7%).
Va sottolineato l’aumento della propensione a ridurre il livello di investimenti, anche in termini di risorse umane, soprattutto tra le imprese più piccole.

“Siamo in una situazione in cui Europa e Italia crescono poco. Senza ricerca e innovazione l'economia e le imprese italiane rischiano di accumulare un gap incolmabile. Per quanto riguarda le banche, possiamo giocare un ruolo importante. Dobbiamo aiutare le imprese con finanziamenti che puntino a migliorare l’eccellenza e la specializzazione in un’ottica di lungo periodo. - sostiene Rinaldo Panzarini, direttore generale Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. ”L’impresa deve trovare nella banca del territorio un partner affidabile che conosca le esigenze dell’azienda e possa anche anticiparle al fine di evitare crisi e ritardi finanziari.”


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