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COMUNICATO STAMPA

IL NORD EST LEADER NELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE SOCIALE E INFRASTRUTTURALE

L’indice di internazionalizzazione economico dimostra una buona
apertura commerciale e un’ottima presenza sui nuovi mercati

Seminario organizzato da Fondazione Nord Est con Confindustria Veneto e SRM


Treviso, 29 marzo 2012. Il Nord Est è leader nel grado d’internazionalizzazione per quanto riguarda l’indice sociale e infrastrutturale, mentre si posiziona dietro alla macro-ripartizione Nord Ovest per l’aspetto economico, oltre che nella classifica generale, dove in termini di peso si colloca al secondo posto (considerato pari a 100 il Super Indice di Internazionalizzazione, il Nord Est raggiunge un valore pari a 117, contro i 127 del Nord Ovest, 103 del Centro e 54 del Mezzogiorno).

Tra il 2006 e il 2010, il Nord Est registra una crescita media annua positiva per tutti gli indicatori: l’indice economico ha ripreso quota nel 2010 dopo un notevole calo nel 2009, la stessa dinamica viene seguita dall’indicatore infrastrutturale, mentre la crescita di quello sociale è stata continua e costante per tutto il quinquennio. Le regioni del Mezzogiorno registrano nel quinquennio una crescita più veloce rispetto alle altre aree del Paese, determinando così un, seppur lieve, effetto convergenza.

La graduatoria regionale dell’indice di internazionalizzazione in Italia, rileva come molte delle regioni del Nord, e del Nord Est in particolare, siano tra quelle più aperte a livello internazionale, con il Veneto che si posiziona al terzo posto della graduatoria, il Friuli Venezia Giulia al quinto e il Trentino Alto Adige al settimo.

Questi i principali dati che emergono da un’indagine elaborata dal Servizio Studi di Intesa Sanpaolo e da SRM-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, presentata in collaborazione con Confindustria Veneto e Fondazione Nord Est. La ricerca, che prende in esame il periodo 2006-2010, usa un’accezione più ampia di internazionalizzazione considerando non solo i dati di interscambio economico, ma anche quelli sociali e infrastrutturali. È stato così composto un “Super Indice Internazionale (GEN)” che mostra la dinamica del grado di internazionalizzazione complessiva delle venti regioni italiane.

Il grado di internazionalizzazione economica

Nel quinquennio esaminato (2006-2010), l’unica macroarea che segna una variazione positiva dell’indicatore di internazionalizzazione economica è il Centro (+4%), mentre le regioni del Nord hanno registrato particolari difficoltà soprattutto nel biennio 2008-2009, a causa della loro maggiore propensione ad esportare. Il Nord Est ha evidenziato una riduzione piuttosto contenuta, pari all’1,1%, trainata dai risultati positivi del Trentino Alto Adige (+7% nel periodo in esame).

Il Nord Est è la seconda macro-ripartizione più internazionalizzata, grazie ad una buona apertura commerciale, cioè l’elevata propensione ad esportare e importare, e grazie all’ottima presenza sui nuovi mercati con le esportazioni, con un’incidenza del 37,5% (seguono il Nord Ovest con 37,1%, il Centro con 35,5% e il Mezzogiorno con il 28,8%).


Il grado di internazionalizzazione sociale

Il Nord Est è l’area del Paese che registra il più alto livello di internazionalizzazione sociale, aspetto che prevale su quello economico e che funge da traino all’internazionalizzazione in generale. Tra i dati spiccano particolarmente: la grande attrattività esercitata dagli Atenei per gli studenti stranieri, terza macroarea d’Italia per numero di iscritti con il 5% rispetto al totale degli studenti totali nell’Anno Accademico 2009/2010, la forte presenza di residenti stranieri, che al 1° gennaio 2011 rappresentano il 10,3% del totale dei residenti dell’intera area e un tasso medio di crescita nel periodo 2007-2011 pari all’11%, e l’importante numero di lavoratori stranieri, che nel 2009 rappresentavano il 15% del totale degli occupati dell’area.

Un ulteriore importante indice è rappresentato dagli arrivi di turisti stranieri, che incoronano il Nord Est come meta preferita per numero di arrivi stranieri (pari al 49% degli arrivi totali dell’area), con il Veneto che nel 2010 si conferma prima regione italiana.

Il grado di internazionalizzazione infrastrutturale

Oltre a registrare il livello più alto di internazionalizzazione infrastrutturale, il Nord Est è la macroarea che dimostra anche una maggiore dinamicità. Se da una parte il Veneto e l’Emilia Romagna godono del miglior posizionamento competitivo, dall’altra però il Trentino Alto Adige mostra il valore più basso per quanto riguarda l’incidenza dei movimenti aerei internazionali.

Il Nord Est è la seconda macro-ripartizione italiana per il traffico marittimo internazionale, con l’81% delle merci in navigazione internazionale sul totale delle merci transitate nei porti della regione, mentre si posiziona al terzo posto per numero di voli internazionali (dopo Centro e Nord Ovest), che rappresentano il 67% sul totale dei voli, con il Veneto che ne registra più della metà.

“In termini strutturali le regioni del Nord Est – osserva Massimo Deandreis, direttore generale di SRM - risultano essere molto internazionalizzate sia a livello economico che sociale, rispetto alla media del Paese. Ma il Mezzogiorno ha avuto una dinamica di crescita più accelerata del resto d’Italia. Pur restando, quindi, distanze considerevoli con il Nord, nel quinquennio 2006-2010 si è avviato un fenomeno di convergenza nei processi di internazionalizzazione. Le imprese del Nord Est e del Mezzogiorno evidenziano problematiche simili nelle difficoltà di approccio ai mercati esteri. Esiste, quindi, l’esigenza di affrontare il tema della competitività dei territori e delle imprese, in una logica di rispetto delle vocazioni regionali ma anche nel quadro di un più forte sistema Paese, partendo dal peso che nonostante tutto ancora abbiamo.”

 

PER INFORMAZIONI:
Intesa Sanpaolo - Rapporti con i Media
Chiara Carlotti tel. 049/6539835 cell. 335/1355936
chiara
.carlotti@intesasanpaolo.com

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