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Ricerca promossa dalla Cassa di Risparmio del Veneto e dalla Cassa di Risparmio di Venezia e realizzata dalla Fondazione Nord Est

IMPRESE DEL NORD EST: RALLENTA LA PRODUZIONE.

Il primo semestre 2012 si chiude in Veneto con produzione e  ordini in flessione.
Tiene l’export e il fatturato registrato nei mercati extra UE.
Calo degli investimenti in previsione per la seconda parte dell’anno.

Padova, 5 luglio 2012. Dopo un 2010 di progressivo recupero e un 2011 in flessione, il consuntivo del primo semestre del 2012 registra un arretramento del dato sulla produzione industriale e sul fatturato delle imprese nordestine, rispetto a quanto avvenuto nella prima parte del 2011.
In Veneto cresce l’export nei mercati extra Ue e la quota di vendite venete realizzate sui mercati esteri (19%) è la più alta di tutti i territori rilevati a Nord Est. Il monitor dei distretti di Intesa Sanpaolo, evidenzia come alcune aree ad alta specializzazione produttiva stiano mostrando ancora andamenti dell’export molto positivi: tra questi i distretti dell’agroalimentare (i vini, la carne, i dolci e la pasta del veronese così come il prosecco di Conegliano-Valdobbiadente), quello del tessile e abbigliamento di Schio-Valdagno e Thiene, delle calzature della Riviera del Brenta e quelli del sistema casa (mobili in stile di Bovolone, il marmo e il granito della Valpolicella e la ceramica artistica di Bassano del Grappa).
Come era da attendersi visto il peggioramento globale del sentiment sull’Area Euro (la rilevazione è stata fatta nelle prime settimane di giugno quando imperversavano gli scenari più foschi sulla moneta unica), per la seconda parte del 2012 il clima di fiducia del sistema produttivo risulta influenzato dal prevalere degli atteggiamenti pessimistici, sia per le aspettative di produzione e fatturato, sia per gli ordini dal mercato interno.
Nonostante ciò le prospettive occupazionali sono stabili e migliori rispetto al resto del Paese.
Per quanto riguarda i nuovi investimenti si registra un clima di attesa.
E’ quanto emerge dall’indagine “La congiuntura nel Nord Est - Focus sul Veneto” promossa dalla Cassa di Risparmio del Veneto e Cassa di Risparmio di Venezia (Gruppo Intesa Sanpaolo) e realizzata dalla Fondazione Nord Est, che ha visto protagonisti circa 1.000 titolari di imprese attive nelle regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. La ricerca si è svolta tra il 1 e il 22 giugno 2012, le aziende selezionate appartengono a tutti i settori economici (industria, commercio, servizi alle imprese, servizi alle persone) e contano più di 10 dipendenti in organico.

Consuntivo primo semestre 2012 - Focus Veneto
Nel Triveneto durante la prima parte del 2012 si è registrata un’inversione di tendenza del cammino di progressivo recupero dei valori pre-crisi, che aveva già mostrato un rallentamento nel corso del 2011. Tutti i parametri mostrano un arretramento, con una crescita importante delle indicazioni negative e una diminuzione di quelle positive. Tale rallentamento coinvolge tutti i territori, seppure con intensità differenti. Continuano a soffrire le imprese più piccole, ma frenano anche le più strutturate.
A livello nazionale i dati Istat rimarcano che  l’indice sulla produzione industriale nel periodo gennaio-aprile 2012 ha fatto segnare un decremento tendenziale pari a -5,8%. In questo panorama di stagnazione  del Paese la quota di imprese nordestine in crescita è inferiore al 18%, mentre quella degli intervistati veneti che ha dichiarato una flessione della produzione è pari al 53,3% delle imprese (dal 30% registrato nel primo semestre 2011), con una attesa di aumento per il solo 17%.
Analoga la situazione veneta per il fatturato che è indicato in calo dal 57% (54,9% il dato Nord Est) del campione, con un saldo pari a -41,2 il peggiore nel rapporto fra percentuale di aumento e di diminuzione di tutto il triveneto.
Analizzando gli indicatori di flessione per classi dimensionali d’impresa e per settori si evidenzia che l'arretramento più rilevante nel Nord Est è ascrivibile alla classe con più di 100 addetti a causa del rallentamento del commercio mondiale, in cui il saldo sintetico scende a -40,4 dal precedente +25,4, perdendo oltre 65 punti percentuali. A Nord Est è il comparto dell’industria in senso stretto che registra un decremento da + 10,1 a -34,6, mentre il dato delle costruzioni scende ulteriormente da -18,3 a -51,3. L’aggravamento della situazione del portafoglio ordini coinvolge le imprese di tutti i territori nordestini: in Veneto la quota di indicazioni di flessione si attesta al 55,0%, con il 12% di tendenza all’aumento.
Si confermano le tensioni sui costi di produzione: il 71,7% delle imprese del Nord Est lamenta una crescita delle materie prime, il 56,9% del costo del personale. Si mantiene costante nelle tre regioni la quota di chi opera un trasferimento dei maggiori costi sostenuti per la produzione sui listini aziendali (35,3%), per limitare il rischio di una contrazione dei margini, mentre l’11,9% dichiara di avere ridotto i prezzi dei prodotti finali.
A Nord Est si conferma elevata la quota di chi ha lavoro assicurato per meno di un mese (36,9%), mentre è maggioritaria quella di chi lo ha per un periodo da 1 a 3 mesi (38,9%). Sopra i 50 addetti oltre il 30,2% delle imprese ha un orizzonte temporale superiore al trimestre, dato che si ferma al 23,2% per il Veneto.
Permane la debolezza del mercato interno, a cui gli imprenditori del Nord Est nel corso degli ultimi dodici mesi hanno destinato l’82,1% delle vendite: in Veneto le vendite sul mercato interno sono aumentate per l’11,1% e diminuite per il 55,1% delle imprese.
Sul fronte estero il 32,2% del Nord Est imprenditoriale ha registrato un andamento in crescita, il 28,8% una flessione. In Veneto si registrano andamenti analoghi: crescita per il 32,3%, flessione per il 28,8%. In particolare in questa regione cresce l’export nella UE per il 26,2 .Quello extra UE cresce per il 33,4%, con un saldo di 4 punti percentuali.
La quota di vendite venete realizzate sui mercati esteri (19%) è la più alta di tutti i territori rilevati a Nord Est. Sempre in Veneto si registra anche la quota più elevata di fatturato realizzata nei mercati extra UE (7,8%).
Per il 59,9% delle realtà industriali venete il livello di liquidità è giudicato normale; mentre il 39,9% la valuta insufficiente. Il 62,8% dichiara infine un ritardo nei termini di pagamento pattuiti.
La percentuale di imprese che ha ridotto il livello di occupazione è mediamente cresciuta a Nord Est di dieci punti percentuali (32,5%). Similmente in Veneto gli organici risultano stabili per il 54,4% (55,1% il dato del campione a Nord Est) e diminuiti per il 33,6%.

Previsioni secondo semestre 2012 - Focus Veneto
Per il secondo semestre 2012 il clima di fiducia del sistema produttivo nordestino mostra un generale arretramento. Peggiora il clima in Veneto dove il 13,7% del campione (era il 26) si attende una crescita della produzione, mentre il 46,3% (era il 28) una flessione. Il 13,1% della platea imprenditoriale veneta giudica possibile  una ripresa del fatturato, il 51,2% ne prospetta invece una diminuzione.
Rimangono negative le prospettive occupazionali per il complesso delle imprese nordestine. Per il Veneto è prevista in flessione dal 46,2% degli intervistati e solo il 6,2% sta valutando di fare assunzioni. Nelle attese prevale anche la flessione per gli ordini interni, con un saldo che nel Nord Est perde molti punti percentuali: da -6,8 a -36,6. In Veneto  9,3% prospetta una crescita, il 46,2% una flessione.
Sul fronte estero meno slancio e dato sintetico negativo: in Veneto crescita per il 23,2% e saldo di opinione da +8,7 a -2,2.
Infine previsione di diminuzione degli impieghi finalizzati agli investimenti per il 45,5% degli imprenditori veneti (contro il 17,8% della rilevazione del secondo semestre 2011).


"Qualcuno in questi giorni ha paventato la scomparsa dell'unica (??) forte realtà bancaria veneta e padovana. Se da un lato - ha detto Giovanni Costa, presidente di Cassa di Risparmio del Veneto - facciamo il tifo perché uno storico brand e il patrimonio di competenze professionali e di relazioni di questa banca non vadano dispersi, dall’altro lato ricordiamo che noi ci siamo e rivendichiamo con orgoglio la realtà delle banche del Gruppo Intesa Sanpaolo e in particolare di Cassa di Risparmio del Veneto e Cassa di Risparmio di Venezia che sono ben radicate nel nostro territorio. “
“Grazie al ruolo della Fondazione Cariparo, -
ha aggiunto Costa - una delle più significative esperienze bancarie del Veneto è stata conservata, valorizzata e inserita in un progetto di grande respiro internazionale che mette al servizio delle imprese e delle istituzioni venete le competenze di un grande gruppo presente in 40 Paesi esteri e la prossimità territoriale di una banca regionale con una rete capillare che discende direttamente dall'esperienza delle Casse di Risparmio di Padova e Rovigo e Venezia e della Banca Cattolica del Veneto. Il che è esattamente la risposta corretta alle difficoltà e alle opportunità che emergono dalla ricerca Fondazione Nord Est presentata oggi, in cui spiccano le poche note positive provenienti dalle aziende che si sono attrezzate per cogliere le opportunità di mercati lontani. Questo trend emerge ancora più chiaramente dai dati sull'export del Veneto pubblicati l'altro giorno dal monitor dei distretti di Intesa Sanpaolo"
“La potenzialità dell’italianità sui mercati è enorme –
ha dichiarato l’imprenditore Paolo Bastianello – ma dobbiamo portarla fuori all’estero tutti insieme con le istituzioni. L’internazionalizzazione non si improvvisa, i mercati vanno seguiti e il fattore tempo è determinante. L’internazionalizzazione va fatta mettendo al centro i mercati e le imprese. Ma c’è bisogno anche di un profondo cambiamento culturale ed organizzativo delle imprese.”
“Dobbiamo ripartire dalle persone -
dichiara Daniele Lago, amministratore delegato dell’omonima azienda – per riaffermarci a breve a livello globale. Il design è un driver assolutamente potente, molto vicino al modello Italia. Innovazione, design e cultura sono asset strategici per reinventare l’italianità.”
“Il periodo di rilevazione, -
commenta Eliano Omar Lodesani, direttore regionale di Intesa Sanpaolo - che ha coinciso con una fase di incertezze senza precedenti (Grecia, banche spagnole, destino dell'Euro...), non poteva che generare un peggioramento del sentiment, già negativo, degli imprenditori. In realtà ci sono forti note positive provenienti soprattutto dalle aziende che si sono attrezzate per cogliere le opportunità dei mercati lontani. La propensione all'export del Veneto si confronta con le più blasonate regioni tedesche. Noi ci siamo per accompagnare gli imprenditori in questo percorso: solidi, liquidi e attrezzati per accompagnare la crescita e l'internazionalizzazione delle imprese venete. La nostra caratteristica di banche locali e l'appartenenza ad un Gruppo internazionale rappresentano per il Veneto un'opportunità che può fare la differenza".
“Nonostante il momento di difficoltà - aggiunge Franco Gallia, direttore generale della Cassa di Risparmio di Venezia - alcuni distretti della provincia di Venezia continuano a registrare buoni risultati: ieri all’assemblea dell’ACRIB è emerso che i calzaturifici della riviera del Brenta, una delle eccellenze anche a livello nazionale, hanno mantenuto invariati nel 2011 e nei primi mesi del 2012 i livelli produttivi e occupazionali, confermando le potenzialità del settore. Per Venezia anche il turismo continua ad essere un settore trainante, con presenze in crescita anche nel 2012, soprattutto stranieri, e livelli di occupazione stabili”

 


PER INFORMAZIONI:
Intesa Sanpaolo – Rapporti con i Media
Emanuele Caprara
emanuele.caprara@intesasanpaolo.com
tel. 051 6454411 – cell.335 7170842 

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