{"clientID":"8f0f2457-784e-48e4-98d6-0415047ebc97","signature":"1b7d588a5acbce37f866186501ec2d14f26b16f94bbb11b0017b314f918129da","encryption":"d00eb0e03501a6b3d0ffac2db4d56565","keyID":"494d1aae-e754-42bc-1137-9a9628244ec6","user":"C1AAFC8C323DFDA567B3CD7D0E48C3DD","clientIDSh":"9e04155b-dc20-4ad8-b40b-5d4c665631f2","signatureSh":"1b7d588a5acbce37f866186501ec2d14f26b16f94bbb11b0017b314f918129da","encryptionSh":"d00eb0e03501a6b3d0ffac2db4d56565","keyIDSh":"72a8b4f5-7fbb-427b-9006-4baf6afba018","userSh":"C1AAFC8C323DFDA567B3CD7D0E48C3DD"}

DALLA RIQUALIFICAZIONE INNOVATIVA DI SPAZI GIA’ ESISTENTI  LA RINASCITA URBANA DELLE NOSTRE CITTA’. IL PROJECT
 FINANCING STRUMENTO UTILE DA MANEGGIARE CON CURA. COME FECE MEMMO.

Questo il tema al centro del convegno “La Padova di Memmo: un grande passato, quale futuro?”

Padova, 25 marzo 2013. La rinascita urbana può venire non tanto da grandi opere invasive quanto da progetti innovativi in grado di dare nuovi significati a spazi e strutture già esistenti, come ha fatto Memmo con il Prato della Valle. Questa la sintesi del convegno che si è tenuto a Padova dal titolo “La Padova di Memmo: un grande passato, quale futuro?” e che ha cercato di ribaltare la logica delle grandi opere private senza progetti pubblici.

L’incontro - partendo dalla pubblicazione del volume «Il bello e l’utile. Prato della Valle nella Padova di Memmo» (Marsilio Editori) a cura di Guido Zucconi con il contributo della Cassa di Risparmio del Veneto - ha voluto offrire un’occasione di riflessione sull’organizzazione degli spazi urbani per favorire le attività economiche, sociali, culturali, sportive e ludiche in una logica di innovazione.

Si discute oggi di Città metropolitana, riqualificazione dei centri storici, Veneto City, Torre Lumière a Marghera e, a Padova, Auditorium, Quartiere dei musei e della cultura, Centro congressi,  nuovo ospedale... Cosa ne avrebbe fatto Andrea Memmo? La domanda è stata posta al centro dell’evento organizzato da La Specola delle Idee, Nordesteuropa, Marsilio e Gruppo Giardino Storico Padova con il contributo della Cassa di Risparmio del Veneto che al termine del convegno ha omaggiato il pubblico presente con una copia del volume.

Dopo i saluti di Mario Liccardo, La Specola delle Idee, Filiberto Zovico Editore NORD EST Europa, Antonella Pietrogrande Gruppo Giardino Storico Padova  e Giovanni Costa, presidente Cassa di Risparmio del Veneto sono seguite due relazioni. Quella di Guido Zucconi (Docente di Storia dell’ Architettura allo IUAV) su Andrea Memmo e l’utopia del possibile e di Antonio Calafati (Docente di Economia urbana Università di Ancona) su  Padova, città europea.

E’ seguita una tavola rotonda moderata dal giornalista Francesco Jori in cui sono intervenuti: Manlio Brusatin, Facoltà di Arti e Design, IUAV, Venezia,  Giorgio Carli, Studio Architettura Carli & Moschino, Padova, Cesare De Michelis , Marsilio Editori, Massimo Pavin , Presidente Confindustria Padova, Ivo Rossi, Vice Sindaco Comune di Padova e Fernando Zilio , Presidente Ascom Padova.

Guido Zucconi ha ricordato “Il volume al centro del convegno di oggi è incentrato su di un progetto ambizioso che ebbe ricadute sulla città nel lungo periodo, si parla di un arco temporale di cinquant’anni, i cui effetti sono visibili ancora adesso “.


Antonio Calafati ha detto “Padova è una città che trovo antipatica perché non esprime tutte le sue potenzialità. Eppure la lezione di Memmo suggerisce che serve una capacità di leggere la città, di costruire una discontinuità prendendo i confini amministrativi e immaginandone il futuro.”

Nel suo intervento Ivo Rossi ha sottolineato “Ritengo che alla luce delle condizioni attuali della finanza pubblica e in una logica di ottimizzazione della spesa  sia sempre più decisivo il ruolo del project  financing per la realizzazione di opere pubbliche mobilitando capitali privati. Questo strumento può rappresentare la chiave di volta per la ripresa della città e del Paese a patto di applicarlo con accorgimenti  e con partner adeguati alle caratteristiche dell’opera da realizzare. Come ha fatto Memmo”.

Massimo Pavin ha dichiarato “Leadership visionaria, spirito riformatore, coraggio del cambiamento sono la limpida attualità di Memmo. Tratti che evocano ciò che da troppo tempo manca al nostro Paese e alla sua classe dirigente. Ripartire da quei tratti è la lezione di Memmo. Per Padova vuol dire affermarsi nella competizione fra territori per la forza di un brand distintivo, declinando i suoi asset in modo radicalmente innovativo. Ne fanno parte il polo congressuale, quello medico-scientifico e il polo logistico, perno di nuovo sviluppo  attraverso l’integrazione tra ZIP e Interporto. La dimensione temporale è decisiva, è un’altra lezione di Memmo”.

Fernando Zilio nel suo intervento ha ricordato “Il contesto urbano è fondamentale perché l’innovazione possa svilupparsi. Ecco perché dobbiamo puntare ad un nuovo Rinascimento della nostra città attraverso un progetto in rete che attivi tutte le leve del territorio, dove ciascuno apporta il proprio contributo per la riqualificazione di Padova anche e soprattutto sotto l’aspetto del commercio.”

Giorgio Carli ha sottolineato “Memmo ci suggerisce come si può fare di più con meno! Ci insegna come nei momenti di difficoltà si possano comunque fare cose eccelse valorizzando le pre-esistenze. Anche grazie al contributo volontario dei cittadini, proposte innovative a basso costo si possono realizzare come ha dimostrato Prato della Valle.”

Giovanni Costa ha dichiarato “Dall’esperienza di Memmo possiamo trarre un importante insegnamento per i nostri giorni: è nei momenti di crisi che si deve investire.  Inoltre Memmo ha dimostrato come il valore aggiunto di un politico stia nella sua capacità di dialogare con i tecnici e di aggregare consenso. Infine, in presenza di risorse scarse la differenza per il successo di un intervento urbanistico è dato non tanto dalla grandezza delle opere private quanto dalla capacità di proporre un progetto pubblico in grado di attivare risorse private.”

Andrea Memmo fu una splendida figura di uomo pubblico che, nel ruolo di Provveditore della Serenissima a Padova tra il 1775 e il 1776, concepì e in gran parte realizzò una delle più belle piazze d’Europa. Dotato di una leadership «visionaria», intervenne in una situazione economica e sociale di ristagno in una zona della città degradata e senza disporre di risorse pubbliche.
Attorno al suo progetto riuscì a mobilitare le risorse e l’iniziativa dei privati, dimostrando che anche in momenti di difficoltà economiche è possibile attivare processi di cambiamento basati su consenso, qualità e sostenibilità.


Intesa Sanpaolo
Ufficio Rapporti con i Media-Banca dei Territori e Media locali
Tel. +39 335 1355936 – +39 049 6539835
stampa@intesasanpaolo.com

{"toolbar":[{"label":"Aggiorna","url":"","key":"update-page"},{"label":"Stampa","url":"","key":"print-page"}]}