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MONITOR DEI DISTRETTI DELLA TOSCANA
REALIZZATO DAL SERVIZIO STUDI DI INTESA SANPAOLO
PER CASSA DI RISPARMIO DI PISTOIA E LUCCHESIA
Risultati al 31/12/2013

• Export distretti toscani: + 9,2% rispetto al 2012 (+12,6% nel quarto trimestre)
• I distretti toscani si sono confermati tra i principali pilastri del Made in Italy distrettuale
• Campioni dell’export distrettuale toscano la pelletteria e calzature di Firenze (+11,7%) e l’oreficeria di Arezzo con boom di vendite sui mercati internazionali nel 2013 (+21,5%)

I distretti toscani chiudono il 2013 con una nuova accelerazione (+12,6% l’aumento tendenziale del quarto trimestre) che porta il risultato annuale a raggiungere il livello record di oltre 12 miliardi di euro esportati, in crescita del 9,2% rispetto ai risultati già positivi del 2012. I distretti toscani si sono confermati tra i principali pilastri del Made in Italy distrettuale, registrando il maggiore incremento in valori assoluti (un miliardo aggiuntivo di export tra il 2013 e il 2012), grazie a un tasso di crescita secondo solamente a quello dei distretti pugliesi.

I campioni dell’export distrettuale toscano si sono confermati, anche alla luce dell’accelerazione del quarto trimestre, la pelletteria e calzature di Firenze (+11,7%) e l’oreficeria di Arezzo, protagonista di un vero e proprio boom di vendite sui mercati internazionali nel corso del 2013 (+21,5%) che ha portato a superare il livello record di 2 miliardi di euro di export. Bene anche l’abbigliamento di Empoli (+11,3%) e la pelletteria e calzature di Arezzo (+35,3%, grazie alle lavorazioni della pelletteria, +44%), a testimonianza del favore dei mercati esteri nei confronti dei prodotti della Moda di alta gamma toscani. Positivi anche i risultati del polo farmaceutico che cresce del 9%, superando così gli 800 milioni di euro venduti sui mercati esteri. Maglia nera, all’opposto, per i due distretti del mobile, con Quarrata che chiude con un arretramento del 10% e Poggibonsi-Sinalunga che sperimenta un crollo prossimo al 16%.

L’incremento del 2013 deriva soprattutto dagli ottimi risultati ottenuti sui mercati emergenti (+17%), che da soli giustificano quasi 700 milioni di euro sul miliardo di euro aggiuntivo ottenuto tra il 2012 e il 2013. Segnali di miglioramento nel corso del 2013 hanno comunque interessato anche i mercati maturi e, al loro interno, i paesi dell’area euro, gli sbocchi più deludenti nel 2012 e nella prima parte del 2013. A partire dal secondo trimestre dello scorso anno, infatti, le esportazioni dei distretti toscani verso i paesi partner dell’area euro hanno ripreso un sentiero positivo e di progressiva accelerazione, con il quarto trimestre che ha visto un progresso del 4,2%.

Nei prossimi mesi il consolidamento atteso nella ripresa dei partner dell’area euro dovrebbe consentire di diffondere i risultati positivi anche a quei distretti, come il cartario di Capannori, più in difficoltà nel cogliere le opportunità sui mercati più lontani. Si potrebbero, invece, sperimentare ritmi di sviluppo meno intensi delle vendite su alcuni mercati emergenti. I potenziali effetti negativi della crisi Ucraina, la fragilità finanziaria indotta dalle manovre di drenaggio della liquidità messe in atto dalla Banca centrale americana nonché il fisiologico rallentamento della domanda per beni di lusso che sta già interessando i mercati asiatici potrebbero, infatti, portare a risultati meno brillanti, seppure in un quadro che si presenta ancora positivo.

Le buone performance all’estero non sono state sufficienti a sbloccare il mercato del lavoro: i dati sulla CIG evidenziano una nuova significativa accelerazione del monte ore richiesto per singole situazioni di crisi aziendale (CIG straordinaria) nel primo bimestre 2014, a segnalare gli effetti pesanti della lunga fase recessiva che sta attraversando il tessuto produttivo italiano e toscano.


Focus sui principali distretti
Il distretto che nel 2013 ha maggiormente contribuito, con 370 milioni di euro aggiuntivi, alla crescita delle esportazioni dei distretti tradizionali toscani è l’oreficeria di Arezzo che ha saputo sfruttare la forte accelerazione sperimentata nella domanda mondiale di gioielli stimolata dal ribasso delle quotazioni dei preziosi. Secondo l’ultima edizione del Gold Demand Trends, prodotto dal World Gold Council, nel 2013 si è assistito a un balzo in avanti della domanda di oreficeria nel mondo innanzitutto per il ridimensionamento di tali quotazioni, rendendo più conveniente l’acquisto di gioielli. La crescita in tonnellate è stata pari al 17%, a fronte di una diminuzione dell’1% in valore: si tratta dell’incremento più elevato dal 1997 che riporta la domanda di gioielli al di sopra dei livelli pre-crisi. Il dato aretino appare ancora più significativo se confrontato con l’evoluzione degli altri due distretti orafi italiani, con Valenza “ferma” al 12,6% e Vicenza addirittura in negativo (-1,9%), maggiormente condizionata dall’andamento dei prezzi e dalla conseguente evoluzione negativa dei flussi verso la Svizzera.
L’emergere di nuove classi agiate nei Paesi emergenti è sicuramente alla base dei risultati sperimentati dalle esportazioni del secondo “campione” del Made in Tuscany distrettuale: anche nel 2013, infatti, il distretto della pelletteria e calzature di Firenze ha proseguito nel trend positivo che lo caratterizza da un decennio, con la sola eccezione del 2009. I dati positivi hanno riguardato sia la concia e pelletteria (+10,9%) sia le calzature (+13,5%), componente che aveva manifestato meno brillantezza negli scorsi anni. La Svizzera, dopo la battuta d’arresto del 2012, torna in territorio positivo (+3,8%) mentre rimangono su ritmi elevati i flussi diretti verso la Francia (+10,7% con una forte accelerazione nell’ultimo quarto dell’anno), gli Stati Uniti (+14%), il Regno Unito (+18%). Da segnalare anche la forte accelerazione sperimentata in Germania che con un +31,4% è risultata il mercato più brillante tra gli sbocchi principali del distretto fiorentino. Rallentano, invece, rispetto agli ottimi risultati del 2012, le esportazioni verso i mercati asiatici, con la parziale eccezione della Corea del Sud (+14,1%): Giappone (+2,8%), Cina (+3,6%), Hong Kong (8,3%) appaiono meno brillanti, con segnali negativi nell’ultimo trimestre che gettano dubbi sulle prospettive per l’anno in corso. In particolare in Cina, secondo Reuters, la stretta posta dal Governo con le norme anticorruzione e il diverso orientamento dei consumatori (con lo spostamento delle preferenze verso oggetti artistici e viaggi) stanno causando un rallentamento della domanda per i beni di lusso del sistema moda, portando ad ipotizzare una sostanziale stabilità nell’orizzonte del 2014.

Le trasformazioni del mercato cinese stanno interessando in parte anche le esportazioni del distretto della pelletteria e calzature di Arezzo, piattaforma produttiva, come Firenze, delle case di moda. L’export complessivo del distretto ha continuato a viaggiare su ritmi elevati lungo tutto il 2013, chiuso con un incremento del 35,3%. Il buon momento sui mercati internazionali del Sistema Moda toscano si riflette nel +11,3% registrato dall’abbigliamento di Empoli, gratificato soprattutto dalla conferma dei risultati positivi sul mercato statunitense (+15% in media d’anno, in accelerazione a +26,8% nell’ultimo trimestre) e dal netto miglioramento delle vendite in Germania (+29,7%), Svizzera (+17,4%) e Russia (+20,2%).
Le performance variegate del sistema moda toscano vedono, poi, a fianco delle realtà di successo anche tre distretti in maggiori difficoltà. In particolare, i distretti della calzature di Lucca e Lamporecchio continuano ad arretrare (-2,4% e -4,1% rispettivamente nel 2013), performance decisamente deludenti se confrontate con quelle delle altre realtà produttive del settore, sia in Toscana che nelle altre regioni. Chiude il 2013 il negativo anche il tessile abbigliamento di Prato (-2%), con risultati, tuttavia, eterogenei per i diversi prodotti e, soprattutto, un trend di ripresa nella seconda metà dell’anno che porta una nota di ottimismo rispetto alla difficile situazione sperimentata nel 2012 e nel primo semestre 2013. Tra gli elementi che hanno contribuito a moderare il trend negativo del distretto pratese sono da segnalare le buone performance sperimentate soprattutto dai settori a valle: la maglieria nei paesi europei (Francia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi) e Regno Unito e Hong Kong per l’abbigliamento. Bene anche i flussi di filati verso la Croazia e di tessuti in Turchia. Forti penalizzazioni sono invece derivate dai flussi di tessuti verso Spagna, Russia, Cina e Germania, dalle vendite di abbigliamento in Tunisia e Francia, dalla maglieria in Spagna e dagli invii di filati verso la Romania (paese un tempo meta privilegiata della delocalizzazione delle fasi a valle del sistema moda), confermando la forte eterogeneità presente all’interno del distretto.

La situazione distrettuale al di fuori del Sistema Moda toscano appare anch’essa altamente diversificata. Il distretto cartario di Capannori chiude il 2013 con un risultato leggermente positivo (+1,5%) grazie a un secondo semestre in progressiva accelerazione (+2,5% nel terzo trimestre e +3,7% nel quarto), a testimonianza del miglioramento della congiuntura dei mercati dell’area euro, principali sbocchi del distretto. Bene anche il distretto del marmo di Carrara che chiude il 2013 registrando un aumento delle esportazioni del 7,7%, grazie alle vendite negli Stati Uniti, negli Emirati Arabi Uniti, Cina e Qatar. Il confronto con il distretto del marmo della Valpolicella, più concentrato sugli sbocchi europei, evidenzia le buone performance all’export di Carrara, sia nella componente del grezzo (+5,4%) che del marmo lavorato (8,6%).
Non escono invece da una situazione di grave difficoltà il distretto del mobile di Quarrata, che sperimenta nel 2013 la terza contrazione annuale delle esportazioni (-10%), e quello di Poggibonsi-Sinalunga, che registra a consuntivo d’anno un crollo prossimo al 16%, pur in un quadro di rallentamento della caduta. Il confronto con le performance degli altri distretti del mobile italiano evidenzia come, pur in un quadro difficile creato dalla domanda poco dinamica in molti dei principali mercati di sbocco, in particolare nell’area euro, i distretti toscani fatichino decisamente più delle altre realtà locali a trovare un sentiero di successo sui mercati internazionali.

In difficoltà anche le esportazioni del florovivaistico di Pistoia che chiude il 2013 con un arretramento del 5%.
L’export del distretto della ceramica di Sesto Fiorentino ha sperimentato nel 2013 un calo del 3,4%, ma il quadro è in netto miglioramento: l’acquisizione del principale operatore locale da parte di Gucci e la ripresa della lavorazione hanno portato l’export del quarto trimestre a sperimentare un vero e proprio boom (+21%). Infine il polo farmaceutico toscano sperimenta un buon ritmo di crescita (+9%) delle esportazioni, salite a oltre 800 milioni di euro, grazie soprattutto al forte contributo portato da Germania, Regno Unito, Austria. Da segnalare il ritorno in positivo del mercato spagnolo e il boom di vendite in Cina, che supera così i 20 milioni di euro.


Per informazioni:
Intesa Sanpaolo – CR Pistoia e Lucchesia
+39 055 2612250
stampa@intesasanpaolo.com

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