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 COMUNICATO STAMPA

LA FILIERA VITIVINICOLA AL CENTRO DEL WEBINAR

DI INTESA SANPAOLO E MONITOR DELOITTE

Sostenibilità, digitalizzazione e internazionalizzazione i temi del dibattito

Dalle analisi ISMEA a luglio 2021 emerge che:

·      Il fatturato complessivo del settore vitivinicolo è di 11,5 mld nel 2020 pari al 10% del fatturato dell’industria agroalimentare italiana.

·      La produzione raggiunge i 49 mln di hl, +3% rispetto al 2019.

·      Nel 2020 sono stati esportati 20,8 mln di hl per un importo di € 6,3 mld

·      Ammonta al 49% il peso delle IG certificate sulla produzione con 526 riconoscimenti tra DOP e IGP

·      L’Italia riconquista il ruolo di primo paese esportatore mondiale in volume di produzione di vini, secondo in valore.

Milano, 18 novembre 2021 – Nuovi appuntamenti per il ciclo di webinar promosso dalla Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo, in collaborazione con Monitor Deloitte. Dopo gli incontri dedicati alla filiera del grano duro e lattiero casearia, è la filiera vitivinicola al centro dei prossimi due appuntamenti (18 novembre ore 16.00 focus USA e 25 novembre ore 10.00 focus Cina).

L’iniziativa nasce per garantire agli imprenditori del mondo enologico una consulenza approfondita che consenta di analizzare le specificità della propria filiera produttiva con prospettive su Cina e Stati Uniti, mercati in crescita in questo settore. I webinar si concentreranno infatti sulle opportunità di internazionalizzazione e sui fattori competitivi in ambito di innovazione tecnologica e sostenibilità. Un intervento che per Intesa Sanpaolo rientra nel piano più ampio per dare supporto agli investimenti legati al PNRR.

In base ai dati ISMEA emerge come nel 2020 il fatturato complessivo del settore vitivinicolo è stato di 11,5 mld, pari al 10% del fatturato dell’industria agroalimentare italiana. La produzione raggiunta è pari a 49 mln di hl con una crescita del 3% rispetto al 2019 grazie al lavoro di circa 310 mila aziende, in calo negli ultimi anni. La maggior parte hanno sede in Puglia (37.498), a seguire la Sicilia (36.335), la Campania (36.262), il Veneto (30.636) e la Toscana (21.708).

In relazione alla distribuzione regionale del vigneto in Italia, il Veneto è la prima regione con vite da vino nel 2020, con un totale di 99.700 ettari, in crescita del +2,5% rispetto al 2019. Segue la Sicilia con 98.300.

Anche a livello di produzione il Veneto si classifica saldamente al primo posto, con oltre 11 milioni di ettolitri (media 2016-2020), seguito da Puglia (9 milioni), Emilia-Romagna (circa 8 milioni) e Sicilia (oltre 4 milioni).

L’Italia è prima in Europa nelle certificazioni geografiche di qualità in ambito enologico con 526 vini certificati di cui 408 DOP e 118 IGP. Produzioni che, grazie al plus della qualità e all’origine italiana, hanno sui mercati internazionali performance commerciali migliori rispetto ai vini da tavola.

Nel 2020 l’Italia ha riconquistato il ruolo di primo paese esportatore mondiale in volume di produzione di vini; si è invece posizionato al secondo posto in valore con una flessione contenuta nel 2020.

Nell’export di vini i principali clienti dell’Italia sono in ordine Stati Uniti, Germania e Regno Unito con la Cina che permane uno dei mercati con interessanti potenzialità di crescita.

La quota di mercato mondiale detenuta dall’Italia per i vini fermi è aumentata nei vini in fascia alta. Su questi, l’Italia è passata dal 15% nel 2008 al 31% nel 2018. Quasi assente sugli spumanti di fascia alta, mentre cresce nella fascia bassa e media.

In forte aumento il canale online: secondo l’osservatorio Wine Monitor di Nomisma, gli acquirenti di vino sul web (sul totale di chi consuma vino) sono passati dal 17% del 2018 al 27% del 2020. Le vendite digitali in Italia negli ultimi 5 anni sono cresciute a un tasso medio annuo del 30%, restando comunque su cifre molto piccole. Il 2020 ha fatto raddoppiare il fatturato, con un valore di vendite di vino online di poco superiore ai 200 milioni di euro, dato che, raffrontato sul totale, resta ancora a livelli bassi, circa il 7% di quello che è il valore di vino venduto tramite la GDO. Senza la pandemia, per arrivare a quelle cifre ci sarebbero voluti altri 5 anni.

Nel 2021 è attesa una progressiva normalizzazione della domanda e della produzione, con una crescita del fatturato settoriale e dei volumi venduti, un ridimensionamento della domanda nel canale moderno e una ripresa dei consumi nel fuori casa. Le indicazioni disponibili sui flussi di commercio estero sono molto positive: nei primi sei mesi del 2021 l’export di vino italiano ha superato i 3,3 miliardi di euro, in crescita del 15,6% rispetto allo stesso periodo del 2020 (+10,8% rispetto al primo semestre del 2019).

Nel 2022 è ipotizzabile un ulteriore incremento in valore di produzione e consumi. Il fattore digitale si consoliderà. Non crescerà ai ritmi del 2020, ma resterà un canale su cui le aziende continueranno a fare investimenti. L’esplosione che ha avuto in questi mesi probabilmente porterà, anche una volta tornati a una nuova normalità, a una diversificazione dei canali di distribuzione.

Renzo Simonato, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo evidenzia: “Il vino è una delle principali componenti di valore del Made in Italy, riconosciuto in tutto il mondo. Per mantenere a lungo termine questo primato ci sono dei fattori imprescindibili a cui gli imprenditori della filiera vitivinicola devono ispirarsi quali l’internazionalizzazione, l’innovazione tecnologica, l’integrazione con le attività turistiche e la formazione del capitale umano. Temi che nei nostri incontri on line approfondiamo focalizzando in particolare Usa e Cina come mercati di destinazione per esportare i prodotti della filiera vitivinicola e per aiutare le aziende italiane a meglio comprendere due Paesi importanti, presidiati da intesa Sanpaolo rispettivamente dalla Filiale Hub di New York e dalla Filiale di Shanghai con italian desk a supporto degli esportatori e investitori italiani. Sempre nell’ottica di rafforzare il settore enologico italiano in linea con gli interventi del PNRR”.

“Il settore vitivinicolo esprime uno dei maggiori rappresentati del “Made in Italy” nel mondo, con un posizionamento che è ormai consolidato in alcuni mercati (e.g. USA, per cui l’Italia è primario partner commerciale) e che è in via di definizione su quei mercati che stanno progressivamente conoscendo e apprezzando la qualità e l’unicità dei nostri prodotti (e.g. Cina, dove il 45% dei consumatori di vino preferisce quello di importazione). L’apertura ai mercati internazionali rimane nei fatti una delle principali leve di crescita, di de-risking aziendale e strategia essenziale per favorire una rapida ripresa post-pandemia. Come Monitor Deloitte, al fianco di Intesa Sanpaolo, puntiamo a fornire alle aziende della filiera vitivinicola elementi utili e di riflessione per valutare la potenzialità dei mercati esteri e cogliere a pieno le opportunità oltre i confini nazionali” sottolinea Manuel Pincetti, Senior Partner Monitor Deloitte responsabile per i servizi di Strategic Transformation & Growth di Deloitte Italia.

Per informazioni i clienti possono rivolgersi ai propri gestori di relazione.

Informazioni per i media

Intesa Sanpaolo

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Deloitte
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Intesa Sanpaolo è una Wealth Management & Protection Company, nonché la principale Banca in Italia e una delle più solide e profittevoli banche europee. Come Bancassicurazione, offre servizi bancari commerciali, di corporate investment banking, private banking, gestione del risparmio, asset management e assicurativi. Il Gruppo Intesa Sanpaolo conta circa 13,5 milioni di clienti in Italia, serviti attraverso i suoi canali digitali e tradizionali, e 7,1 milioni di clienti all’estero, dove è presente con banche controllate operanti nel commercial banking in 12 Paesi in Europa centro-orientale, Medio Oriente e Nord Africa, oltre che con una rete internazionale specializzata nel supporto alla clientela corporate in 25 Paesi. Intesa Sanpaolo è riconosciuta come una delle banche più sostenibili al mondo ed è impegnata a diventare un modello di riferimento in termini di sostenibilità e responsabilità sociale e culturale. Promuove progetti rilevanti di inclusione economica e riduzione della povertà, tra cui un fondo di impatto per 1,5 miliardi di euro di finanziamenti a categorie di soggetti con difficoltà di accesso al credito. In campo ambientale, ha creato un fondo di 6 miliardi di euro destinato all'economia circolare. Il Gruppo è inoltre fortemente impegnato in attività culturali in Italia e all'estero, con l’obiettivo di difendere, valorizzare e condividere il patrimonio storico-artistico del Paese, anche grazie alle esposizioni permanenti e temporanee ospitate presso le Gallerie d’Italia, i musei di Intesa Sanpaolo presenti a Milano, Napoli, Vicenza e, prossimamente, Torino. 

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