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COMUNICATO STAMPA


CASSA DI RISPARMIO DI PISTOIA E LUCCHESIA:
MONITOR DEI DISTRETTI DELLA TOSCANA

• Realizzato da Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per CR Pistoia e Lucchesia

• Dati al 31/12/2016


Pistoia, 8 maggio 2017 – I distretti tradizionali toscani sono riusciti nel 2016 a confermare il valore di esportazioni realizzato nel 2015 (0,0%) .
La Toscana si attesta come terza regione a livello nazionale in termini di export distrettuale e registra nel 2016 un risultato di sostanziale stabilità, in linea con il dato nazionale (0,0%). Le specializzazioni distrettuali rivestono un ruolo significativo all’interno della regione e riescono a generare un avanzo commerciale che si è andato rafforzando nel corso degli anni sino a rappresentare circa il 75% dell’avanzo commerciale del manifatturiero toscano, con un valore di oltre 10 miliardi nel 2016. L’apporto principale è legato al sistema moda, che in termini di beni di consumo e intermedi realizza un avanzo di oltre 7 miliardi; tutti i settori distrettuali generano comunque esportazioni superiori alle importazioni, ad indicazione della capacità delle filiere di creare valore aggiunto nel territorio.
Nell’analisi del Monitor dei Distretti della Toscana realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia le diverse specializzazioni distrettuali presentano andamenti eterogenei, denotando all’interno della regione una sorta di ripartizione tra distretti in crescita (6 distretti che rappresentano il 60% delle esportazioni) e distretti in calo. I distretti toscani con miglior performance forniscono un contributo importante alle eccellenze distrettuali nazionali: in base alla classifica contenuta nel nono Rapporto “Economia e Finanza dei Distretti Industriali” di Intesa Sanpaolo, che analizza e ordina i distretti per performance di crescita e reddituale, 8 distretti toscani si posizionano ai primi 60 posti in Italia su un totale di 149 distretti monitorati.
Nel 2016 gli aumenti più elevati in valore assoluto delle esportazioni arrivano dal sistema moda e in particolare dal distretto della Pelletteria e calzature di Firenze (+4,9% la variazione nel 2016), dal Tessile e abbigliamento di Prato (+4,6%) e dall’Abbigliamento di Empoli (+2,5%).
La filiera agro-alimentare nel 2016 registra la crescita maggiore tra le specializzazioni distrettuali toscane (+5,8%) grazie all’apporto positivo di tutti i distretti monitorati: il distretto dell’olio (+12%), il florovivaismo di Pistoia (+6,8%) e anche il distretto del vino (+0,8%) riescono a migliorare i risultati 2015 che avevano visto il superamento del livello di 600 milioni con una crescita annua superiore al 20%. In particolare, il distretto florovivaistico di Pistoia ritorna ad un trend positivo dopo un triennio di contrazione delle esportazioni, con una crescita di circa 14 milioni che riduce il distacco dai valori pre-crisi che contavano nel 2008 esportazioni per quasi 230 milioni di euro.
Nonostante un ultimo trimestre in leggera contrazione (-1,2%), il distretto delle Ceramiche di Sesto Fiorentino riesce a confermare i livelli del 2015 con oltre 28 milioni di esportazioni. Non si evidenziano segnali di ripresa dei distretti calzaturieri di Lucca (-16,2%) e delle Calzature di Lamporecchio (-3,7%) che non riescono a contenere il calo di esportazioni che aveva già caratterizzato il 2015. Sostanzialmente stabile il distretto della Concia e calzature di S. Croce (-0,8%), dopo due anni di esportazioni in riduzione, soprattutto nel comparto delle calzature.

In leggera flessione rispetto al 2015, il distretto dell’Oreficeria di Arezzo (-1,8%) che in un anno particolarmente difficile per il settore, frenato da un calo della domanda, realizza il miglior risultato tra le realtà distrettuali orafe italiane. Il Tessile e abbigliamento di Arezzo, seppur con un ultimo trimestre dell’anno sostanzialmente stabile, non recupera il ritardo registrato nei primi nove mesi del 2016 e segna una perdita del 12% concentrata nel comparto principale dell’abbigliamento.
Una battuta d’arresto è stata subita dal distretto del Marmo di Carrara che, dopo sei anni di continua crescita, evidenzia un calo del 3,4%, riduzione più accentuata per il marmo grezzo (-7,2%) che comunque rappresenta circa un quarto del totale esportazioni.
Il distretto del Cartario di Capannori dopo la crescita delle esportazioni a doppia cifra ottenuta nel 2015, registra una riduzione pari a circa l’1%. Va detto che il distretto lucchese, specializzato in particolare nel cartone ondulato e nel tissue (carta per usi domestici e igienico-sanitari), è riuscito a consolidare i già importanti livelli raggiunti nel 2015 verso i principali Paesi di destinazione, in particolare Francia (+2,1%) e Germania (+5,6%) che rappresentano il 45% delle esportazioni, mentre ha subito un significativo calo dei flussi verso i Paesi Bassi (-22,6%).
Non si arrestano le difficoltà nelle esportazioni per il distretto del mobile di Quarrata che si riducono di circa il 7% attestandosi a 93,5 milioni ben lontani dagli oltre 200 milioni del periodo pre-crisi.
Il distretto della nautica di Viareggio, che il Monitor dei Distretti intende come imprese di costruzioni di imbarcazioni, dopo un triennio di crescite significative (media annua del +17%), nel 2016 ha subito un calo delle esportazioni (-27,4%). Pesano i risultati negativi subiti nei principali mercati di sbocco come Isole Cayman (-65%) e Isole Vergini Britanniche (-38%), mentre gli Stati Uniti raddoppiano il livello di esportazioni e diventano il primo Paese di destinazione.
L’export dei distretti industriali toscani nel 2016 ha visto un rallentamento dei flussi verso i Paesi emergenti (-9%) che rappresentano un terzo delle esportazioni, mentre il mercato europeo rimane sostanzialmente stabile con buoni risultati verso la Spagna (+13,8%) trainata dal tessile e abbigliamento, in parte controbilanciata dal dato del Regno Unito (-5,6%). Il principale Paese di destinazione delle esportazioni distrettuali toscane si confermano gli Stati Uniti (+8,6%), mentre la Svizzera risulta come il Paese verso il quale sono aumentate maggiormente le esportazioni in valore assoluto (+186 milioni pari a +15,5%). Segnali di ripresa emergono anche dalle esportazioni verso la Russia (+2%) grazie al sistema moda e ai comparti dell’agroalimentare.

I distretti tradizionali toscani hanno confermato il livello di esportazioni raggiunto nel 2015 – spiega Luca Severini, Direttore Regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo – attestando il ruolo primario delle specializzazioni regionali nell’economia locale. Nel 2017 l’export dei distretti toscani dovrebbe tornare a crescere, grazie al contributo positivo offerto dal mercato europeo, alla spinta degli Stati Uniti e alla ripresa attesa nei mercati emergenti. In particolare la Russia presenta prospettive di ripresa e una progressiva stabilizzazione del quadro finanziario, con un impatto positivo sulla domanda interna”.

Nota 1 - Il valore complessivo regionale analizzato nel Monitor dei Distretti della Toscana non comprende il distretto della Pelletteria e Calzature di Arezzo in quanto nel 2016 il suo andamento è stato condizionato da una revisione dell’organizzazione logistica di alcuni importanti attori del distretto: da un’analisi delle esportazioni a livello provinciale si assiste a una parziale ricomposizione dei flussi da Arezzo a favore della provincia di Milano. Poiché non è possibile isolare e quantificare questi fenomeni al fine di rappresentare un flusso netto, il dato delle esportazioni distrettuali toscane rappresentato in questo documento non includerà questo distretto.

Per informazioni:
Gruppo Intesa Sanpaolo - Ufficio Media Banca dei Territori e Media Locali
stampa@intesasanpaolo.com

 

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