La FED alla sfida del Coronavirus
La Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo prevede un taglio di 50 punti base dei tassi Usa alla prossima riunione del 17-18 marzo, portando l’intervallo obiettivo per il tasso dei fed funds a 0,5%-0,75%. Interventi successivi dovrebbero riportare i tassi al limite dello zero entro giugno 2020. Nel frattempo, il FOMC si preparerà ad agire su altri fronti, alcuni ormai noti (forward guidance, liquidità), altri forse creati dalla necessità (acquisto di titoli di classi di asset diverse da Treasury e agenzie, helicopter money).
Secondo gli economisti di Intesa Sanpaolo, la vera incertezza per le previsioni riguarda non tanto se ci saranno nuove misure, ma quanto ampie saranno, quali strumenti riguarderanno e se la Fed potrà aspettare il 18 marzo per agire. Infatti, da un lato la Fed potrebbe intervenire di nuovo prima della riunione regolare, rendendo obsolete le previsioni formulate oggi. Dall’altro, insieme alle decisioni sui tassi, la Fed predisporrà misure di sostegno alla liquidità e al credito alle imprese e alle famiglie, mentre studia altre misure straordinarie da attuare in caso di forte deterioramento dello scenario.
Un’epidemia diffusa è un evento in cui l’origine e la trasmissione dello shock sono al di fuori del raggio d’azione di una banca centrale in situazioni “normali”. Secondo la Direzione Studi e Ricerche, il primo effetto di una pandemia colpisce il lato dell’offerta, con una riduzione di forza lavoro e attività, che non risponde allo stimolo monetario. Tuttavia, un’epidemia trasmette effetti quasi contemporanei anche al lato della domanda, colpendo in particolare alcuni settori (trasporti, attività di aggregazione, spesa discrezionale). Inoltre, la rapida evoluzione delle correzioni di mercato, indifferenti al taglio dei tassi attuato il 3 marzo, implica che lo “shock coronavirus” ha attivato un ulteriore meccanismo di trasmissione, cioè il calo dei prezzi delle attività finanziarie. Un ampio effetto ricchezza e una possibile trasmissione sulla solvibilità delle imprese, si somma ai blocchi dell’offerta e al calo della domanda dovuto a restrizione (volontaria o causata da quarantene e altre misure restrittive) della spesa. La Fed è quindi in prima linea per contrastare l’inevitabile rallentamento dell’economia USA.
Per ora, lo scenario prospettato da Intesa Sanpaolo centrale è un andamento a “V”, in un contesto di epidemia contenuta a un solo trimestre, ma la probabilità di una “U” (due trimestri negativi) è elevata, mentre una “L” (recessione prolungata), non si può escludere. I rischi alle previsioni sono orientati verso il basso e dipendono anche dalla velocità di reazione della politica fiscale. Finora il Congresso ha approvato misure per 8,3 mld mirate a prevenzione, terapia e ricerca. Entro giovedì 12 marzo la Camera potrebbe presentare un nuovo pacchetto di stimolo, mentre la Casa Bianca spinge per un taglio della payroll tax, per ora incerto.
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Data ultimo aggiornamento 13 marzo 2020 alle ore 11:33:05