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Sociale

Persone fragili e nuovi modi di lavoro

Il quarto ed ultimo episodio del ciclo “The way out: strumenti di ricostruzione sociale" affronta il tema della fragilità e dei nuovi modi di lavoro. In questo webinar, grazie alle testimonianze di alcuni ospiti, si parla delle persone cosiddette fragili, come migranti, detenuti o ex detenuti, persone con disabilità, donne vulnerabili, e del loro diritto di realizzazione personale e professionale.

La partecipazione al lavoro delle categorie fragili è stata a lungo limitata ad un approccio di tipo assistenziale. La recente attenzione al tema dell’inclusione sta progressivamente portando alla consapevolezza che i limiti delle persone cosiddette fragili sono dettati soprattutto dalle carenze del contesto sociale in cui vivono e lavorano.

Francesca Ramponi – Responsabile di Iniziative a Supporto dell’Occupabilità, della struttura Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università

Guarda il video del webinar

La tematica della fragilità e dei nuovi modi di lavoro viene approfondita nel quarto webinar attraverso dati, evidenze e testimonianze. 

Nuove opportunità per vincere la fragilità: i numeri

La fragilità è in gran parte la conseguenza di fattori sociali che si interpongono tra la limitazione individuale delle persone e il loro percorso di vita. In Italia soltanto il 32% delle persone con disabilità ha un lavoro, il 2% dei detenuti o ex detenuti lavora per soggetti diversi dal carcere stesso e 1.4 milioni di migranti sono inattivi.

Il caso della Germania è un esempio concreto di come pari opportunità, diversità ed inclusione generano innovazione e produttività. Molte aziende tedesche hanno innovato il loro recruitment per attrarre talenti con background migratorio attraverso best practice come il Buddy Program, che vede i rifugiati assunti supportati da un collega che li aiuta ad orientarsi in azienda e ad imparare le mansioni lavorative, e la consulenza di No Profit dedicate all’inserimento lavorativo. Di seguito alcuni numeri: 

 

60% Delle aziende

Ha registrato maggiore capacità di attrarre clienti internazionali

61% Delle aziende

Dichiara di aver riscontrato un più alto livello di creatività

78% Dei dipendenti

Si è detto più consapevole e positivo nei confronti delle diversità culturali

Fonte: Tent

Una seconda possibilità per le persone fragili: le storie di Luciana, Chris, Paolo e Stefano

Luciana delle Donne è CEO e fondatrice del progetto “Made in Carcere” che nasce dal desiderio di aiutare i più fragili e attraverso la diffusione di un modello di impresa etica, basato su principi di rigenerazione e consapevolezza delle persone emarginate. Nel suo intervento, racconta come all’interno delle carceri femminili in Puglia vengono realizzati gadget personalizzati partendo da materiali di recupero

 

Un nuovo modello di economia rigenerativa per dare ai detenuti una seconda possibilità

La recidiva è molto alta tra le persone in stato di detenzione che non costruiscono un’esperienza lavorativa nel carcere, al contrario chi lavora tende a non commettere più reati. Con Made in Carcere noi creiamo dei percorsi di supporto alla crescita in particolare delle detenute, lavorando su autostima, dignità e realizzazione di una nuova identità. Ma soprattutto vogliamo creare un modello replicabile, fare in modo che questo sia un cambiamento sistemico capace di unire l’impatto ambientale dato dal recupero degli scarti, all’impatto sociale, dando una seconda possibilità a soggetti fragili.

Luciana Delle Donne - CEO e Founder - Made in Carcere

 

 

Chris Richmond Nzi fondatore di “Mygrants”, una start up innovativa certificata BCorp a fine 2020, che supporta le comunità ospitanti e i migranti nel loro percorso di integrazione nel mondo del lavoro. Nel suo intervento, sottolinea l'importanza del programma di education ed assessment dedicato ai migranti e richiedenti di asilo per far emergere e validare il loro background di competenze e allinearlo alle richieste delle aziende. 

Chris Richmond Nzi e il progetto per l’integrazione dei migranti nel mondo del lavoro

Ad oggi Il numero di migranti nel mondo continua a crescere in modo esponenziale, siamo arrivati a 300 milioni ed entro il 2050 arriveremo a 1 miliardo a causa dei cambiamenti climatici, delle tensioni sociali e dell’instabilità politica a livello globale. Il nostro obiettivo a lungo termine è provare a elevare la qualità del dibattito sul tema migrazione, cambiare alcune politiche di gestione dei flussi migratori, lavorare sul ricollocamento dei migranti in altri Paesi e generare fiducia tra migranti e soggetti terzi.

Chris Richmond Nzi - Founder - Mygrants

Paolo Tognon (HR Manager di Riesco e Founder di Habile)) e Stefano Turcato (Vicepresidente di Riesco e Responsabile Commerciale di Habile) ci raccontano del loro contributo al movimento delle imprese sociali. Nello specifico di “Riesco”, nata nel 2005 per offrire alle persone con disabilità un servizio di ristorazione di qualità, e “Habile”, piattaforma nata con l'obiettivo di abbattere le barriere fra disabilità e lavoro supportando le aziende nell’inserimento lavorativo di persone con disabilità.

L’impresa sociale per le persone con disabilità: un contributo per il territorio

La nostra sfida è praticare l’inclusione ogni giorno e per farlo bisogna definire un sistema di processi, ruoli e responsabilità. All’interno delle nostre imprese diventano quindi centrali le figure dei tutor, che lavorano a fianco alle persone con disabilità, e dei job coach, che costruiscono insieme ad esse il piano formativo e di carriera. Entrambi volevamo un lavoro che potesse contribuire a migliorare il nostro territorio e abbiamo scoperto come in Italia il concetto di fare impresa possa andare di pari passo con il sociale attraverso i processi di inclusione.

Paolo Tognon – HR Manager di Riesco e Founder di Habile e Stefano Turcato - Vicepresidente di Riesco e Responsabile Commerciale di Habile

Scopri tutti gli altri episodi di "The Way Out"

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