INTESA SANPAOLO PRESENTA IL SETTIMO RAPPORTO ANNUALE SULL’ECONOMIA E FINANZA DEI DISTRETTI INDUSTRIALI 2014 CON 46.500 AZIENDE ANALIZZATE
· Distretti protagonisti della ripresa: già nel biennio 2013-14 il loro fatturato è tornato a crescere (+1% circa in media d’anno); meglio del manifatturiero italiano che ha accusato un lieve arretramento.
· I distretti sono stati premiati da una maggiore capacità di esportare, effettuare investimenti all’estero, registrare brevetti e marchi. L’attività innovativa e di branding si è intensificata negli ultimi anni.
· Nel 2015-16 previsto un aumento del fatturato mediamente del 3,2% all’anno.
· Emergono alcune importanti novità che possono rafforzare ulteriormente i distretti: cresce l’interesse dei capitali esteri per le imprese distrettuali; si assiste al rientro nei territori distrettuali di produzioni precedentemente trasferite all’estero.
Milano, 23 febbraio 2015 - Il Consigliere Delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, il Chief Economist Gregorio De Felice e il Responsabile della Ricerca Industry & Banking Fabrizio Guelpa hanno presentato oggi la settima edizione del Rapporto annuale che la Direzione Studi e Ricerche della Banca dedica all’evoluzione economica e finanziaria delle imprese distrettuali. Il Rapporto analizza i bilanci aziendali degli ultimi sei anni (2008-13) di circa 12.100 imprese appartenenti a 144 distretti industriali e di 34.300 imprese non-distrettuali attive negli stessi settori di specializzazione. Il Rapporto presenta le stime sui risultati di bilancio delle imprese nel 2014 e le previsioni per il biennio 2015-16. L’analisi si sofferma, infine, su alcune importanti novità che stanno interessando il tessuto produttivo distrettuale e che in prospettiva possono contribuire al rilancio dei territori distrettuali, attraverso l’arrivo di multinazionali estere e il potenziamento delle basi produttive italiane.
Risultati 2013-14
· IMPRESE DISTRETTUALI GIA’ IN CRESCITA NEL 2013-14 E PIU’ DINAMICHE DELLE IMPRESE NON DISTRETTUALI
I distretti si confermano punto di forza dell’industria italiana. Nel 2013 il loro fatturato a prezzi correnti è tornato a crescere, seppure lievemente, mostrando un progresso prossimo all’1%, un dato migliore rispetto al manifatturiero italiano che ha accusato un arretramento.
Le stime per il 2014 confermano la maggiore dinamicità dei distretti, attesi registrare una crescita del fatturato vicina all’1%, a fronte di una sostanziale stagnazione dell’attività produttiva nell’intera industria manifatturiera italiana. Tra il 2008 e il 2014 sono quasi 5 i punti percentuali di crescita in più per le imprese dei distretti rispetto alle aree non distrettuali.
Alcune realtà distrettuali hanno raggiunto risultati particolarmente brillanti. Ordinando le aree per performance di crescita e reddituale, è possibile ricavare una classifica dei 15 distretti migliori. Tutte le filiere produttive sono rappresentate, con una prevalenza di distretti del sistema moda (6 distretti) e dell’agroalimentare (5). Al primo posto si colloca la gomma del Sebino Bergamasco. Tra il secondo e il quarto posto i vini del Chianti, il caffè, le confetterie e il cioccolato torinese, l’occhialeria di Belluno. Seguono le calzature di San Mauro Pascoli, la concia di Arzignano, la pelletteria e le calzature di Arezzo, le calzature napoletane. Tra i migliori 15 distretti anche il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, i vini del Veronese, i dolci di Alba e Cuneo, la pelletteria e le calzature di Firenze, la food machinery di Parma, le macchine per l’imballaggio di Bologna e il marmo di Carrara.
Previsioni per il biennio 2015-16
· ACCELERAZIONE NEL 2015-16 con ritorno a tassi di crescita medi annui prossimi al 3%
Nel biennio 2015-16, secondo le nostre previsioni, si dovrebbe assistere a un’accelerazione del ritmo di crescita delle imprese distrettuali, diffusa a tutte le principali filiere produttive. In termini mediani, l’aumento previsto del fatturato è del 3,1% nel 2015 e del 3,2% nel 2016.
Secondo le nostre attese, a fine 2015 i distretti avranno quasi interamente recuperato i livelli di fatturato del 2008, chiudendo definitivamente il gap accumulato nel quadriennio 2008-12. Per l’intero manifatturiero italiano bisognerà attendere almeno fino al 2018 per vedere un pieno recupero.
Nel biennio 2015-16 proseguirà la fase di ripresa dei margini unitari, diffusa a tutti i settori distrettuali. Permangono tuttavia alcune criticità. Secondo le nostre simulazioni, infatti, si ridurrà ma resterà elevata la quota di imprese con margini unitari negativi e, soprattutto, la quota di operatori gravati da oneri finanziari superiori alle risorse generate internamente dalla gestione industriale.
I punti di forza
· IL TRAINO DI UNA NUOVA GENERAZIONE DI IMPRESE LEADER
· PIU’ EXPORT, INVESTIMENTI ESTERI, MARCHI E INNOVAZIONE
· RAFFORZAMENTO PATRIMONIALE
La migliore evoluzione recente dei distretti rispetto alle aree non distrettuali si spiega con l’affermazione di una nuova generazione di imprese leader, in rapida crescita dimensionale, caratterizzate da vantaggi competitivi basati sulla ricerca e sull’innovazione. L’analisi degli ultimi dati di Censimento sull’industria e i servizi evidenzia il peso crescente assunto dalle imprese di dimensioni medio-grandi e grandi, che nei distretti, in termini di addetti, è salito al 40,6% nel 2011, circa 4 punti percentuali in più rispetto alle aree non distrettuali.
Queste nuove leadership hanno esercitato un ruolo di traino e contribuito alla progressiva accumulazione nei distretti di conoscenza tecnologica e dei mercati. Nei distretti è, infatti, maggiore la capacità di esportare (il 42% delle imprese sono esportatrici, contro il 32% delle aree non distrettuali), effettuare investimenti diretti esteri (31 partecipate estere ogni 100 imprese contro 22), registrare brevetti (61 brevetti ogni 100 imprese vs 42) e marchi (39 marchi ogni 100 imprese contro 20).
Inoltre, nel tempo si è intensificata l’attività innovativa e di branding e si è ampliato il differenziale rispetto alle aree non distrettuali.
Lo sviluppo di strategie immateriali è stato accompagnato in generale dal rafforzamento del grado di patrimonializzazione: tra il 2008 e il 2013 il patrimonio netto delle imprese dei distretti è aumentato del 10,8%; per le imprese non distrettuali la crescita si è fermata all’8,2%. La leva finanziaria nei distretti si è così portata al 58,5% nel 2013, quasi due punti percentuali in meno rispetto al 2008. Nelle aree non distrettuali, invece, il leverage si colloca su percentuali per lo più analoghe a quelle del 2008.
Le novità
· RIMPATRIO DELLA PRODUZIONE
· INVESTIMENTI DALL’ESTERO
Emergono, inoltre, evidenze della presenza di processi di re-shoring, ovvero di rientro nei territori distrettuali di produzioni precedentemente trasferite all’estero. Il tema è affrontato analizzando l’evoluzione dei flussi provinciali di interscambio commerciale. I risultati di questo esercizio mostrano come nei distretti nel biennio 2012-13 si sia assistito ad un forte ridimensionamento del rapporto tra import dai paesi emergenti ed export. Per ogni unità di export, pertanto, è diminuita la domanda di beni intermedi importati dai paesi a minore costo.
Nelle precedenti edizioni del Rapporto più volte è stata messa in luce la bassa presenza di multinazionali estere nella proprietà delle imprese distrettuali. Alcune operazioni realizzate negli ultimi anni mettono però in luce importanti novità e un interesse crescente dei capitali stranieri per le imprese italiane, che potrebbe rafforzarle soprattutto sul piano commerciale.
Un settore in cui l’interesse delle multinazionali estere è da sempre molto alto è quello della farmaceutica. Da uno specifico approfondimento dedicato ai poli farmaceutici italiani emerge l’alta attrattività di questi territori che presentano una spiccata specializzazione nella ricerca farmaceutica, alimentata da una fitta rete di relazioni tra attori imprenditoriali e istituzionali
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Data ultimo aggiornamento 23 febbraio 2015 alle ore 14:44