COMUNICATO STAMPA
IL SETTORE DELLA MODA IN TOSCANA
CONTINUA IL CONFRONTO AVVIATO DA BANCA CR FIRENZE
CON IL MONDO IMPRENDITORIALE DEL SETTORE
• Convegno al Polimoda con interventi di alcuni dei principali esponenti toscani del settore moda
• Presentata un’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo sull’andamento e le prospettive di crescita della moda made in Tuscany
• La Toscana è la prima regione italiana nella filiera della pelle e dell’oreficeria per numero di addetti
Firenze, 27 aprile 2016 – Rinnovato l’appuntamento con il sistema imprenditoriale del sistema Moda, con un convegno organizzato oggi da Banca CR Firenze presso il Polimoda dal titolo “Il settore della moda. Baluardo nella crisi, protagonista della ripresa”.
Dopo un primo incontro a novembre scorso, il confronto tra imprenditori della moda e il mondo bancario – rappresentato da Banca CR Firenze – ha visto oggi un ampio approfondimento grazie agli interventi di Andrea Cavicchi, presidente Centro di Firenze per la Moda Italiana, Vincenzo Franco, direttore generale Pitti Immagine, Claudio Orrea, amministratore delegato Patrizia Pepe, Stefano Visone, direttore commerciale imprese Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna di Intesa Sanpaolo, e della presenza all’evento di numerosi imprenditori.
Il convegno si è aperto con i saluti di Giuseppe Morbidelli, presidente Banca CR Firenze, e di Danilo Venturi, direttore Polimoda, mentre l’avvio dei lavori è stato affidato a Pierluigi Monceri, direttore generale Banca CR Firenze, con la presentazione di una ricerca della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Il sistema Moda ha un peso rilevante nel manifatturiero italiano, impiegando circa 540.000 persone (il 12,8% del totale addetti del manifatturiero), di cui oltre 140.000 nella filiera della pelle. Nel 2015 l’export del sistema moda italiano ha toccato la cifra record di 54,6 miliardi di euro (+19,5% rispetto al 2008, superiore alla media delle esportazioni del manifatturiero italiano, pari al 13,2%), con risultati particolarmente positivi per le filiere di pelle e oreficeria, cresciute rispettivamente del 38,8% e del 37,5% rispetto al 2008.
La Toscana rappresenta la seconda regione italiana nel sistema moda con il 19,2% di addetti totali, raggiungendo la prima posizione per numero di addetti nelle due filiere di oreficeria e pelle. La nostra regione, ottimamente posizionata nella graduatoria per addetti del sistema moda (seconda dopo la Lombardia), è la prima regione italiana per addetti impiegati nell’oreficeria (30,4% sul totale addetti del settore in Italia) e nella pelle (28,9%), confermando il ruolo strategico di queste due filiere per il settore.
Sui mercati esteri la moda toscana eccelle, superando la media italiana: +36% tra il 2008 e il 2015, grazie soprattutto al balzo dell’export della filiera della pelle (+61,4% la variazione del periodo); nel 2015 tra i distretti toscani di questa filiera, hanno ben figurato soprattutto quelli delle calzature di Arezzo e quello di pelletteria e calzature di Firenze, quest’ultimo in crescita soprattutto sul mercato statunitense.
Anche la filiera dell’abbigliamento cresce in modo importante, con +36,9% di esportazioni tra il 2008 e il 2015, con buoni risultati per i distretti della maglieria (Arezzo, Empoli, Prato) e dell’abbigliamento (Arezzo, Empoli, Prato) ma con risultati meno positivi per quanto riguarda tessuti e filati, sia per i distretti pratesi che aretini. Nel periodo 2008-2015 le esportazioni del settore tessile toscano segnano infatti una diminuzione dell’1,8%.
Nello stesso periodo preso in analisi, l’export dell’oreficeria toscana cresce del 24,4%, ma il distretto aretino soffre maggiormente, rispetto ad altri distretti di riferimento come quello di Valenza e quello di Vicenza, soprattutto per le fluttuazioni della domanda degli ultimi due anni da paesi di riferimento, come gli Emirati Arabi.
La solidità delle filiere produttive rappresenta una delle determinanti del buon andamento complessivo del settore Moda: in Toscana, la quota delle azienda capofila che ritiene alta la stabilità dei rapporti con i subfornitori locali arriva al 76,5%, dovuta principalmente alla capacità dei fornitori della filiera di raggiungere una elevata personalizzazione del prodotto, di essere affidabili, di offrire un prodotto e servizio di qualità, di una forza lavoro competente e di esperienza.
Con programma filiere, a tale proposito, il gruppo Intesa Sanpaolo ha creato un’alleanza con alcune delle più prestigiose realtà imprenditoriali a capo di una filiera produttiva, appunto, con l’obiettivo di accompagnare le Filiere Italiane nella realizzazione dei propri progetti di crescita sul territorio, di internazionalizzazione e di rinnovamento delle proprie strutture produttive.
Una delle leve ancora da sviluppare è invece sicuramente l’e-commerce, che gli italiani utilizzano sempre più ma che vede le imprese italiane ancora in ritardo: le vendite di abbigliamento da siti nazionali hanno raggiunto nel 2014 gli 1,8 miliardi di euro, ma la quota di imprese che vendono online è ancora molto limitata, non solo tra le piccole imprese: in totale, il 6% per l’Italia contro il 42% della Danimarca, il 45% della Germania e il 52% dello United Kingdom.
«Il sistema moda, in particolare in Toscana, è stato uno strumento per gestire meno drammaticamente la crisi economica, oggi per gli stessi motivi può rappresentare un volano per la crescita – spiega Pierluigi Monceri, Direttore Generale di Banca CR Firenze. Nonostante i buoni risultati conseguiti negli ultimi anni, la propensione all’export è però ancora significativamente inferiore rispetto ai principali competitor europei. Il potenziale da sfruttare all’estero è alto, soprattutto per una regione propensa all’export come la Toscana: dobbiamo tutelare e sviluppare la capacità di muoversi sui mercati internazionali, il nostro Gruppo sostiene da tempo le filiere produttive e offre competenze specialistiche, in Italia e all’estero, anche per l’implementazione di canali come l’e-commerce».
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Data ultimo aggiornamento 27 aprile 2016 alle ore 17:39