COMUNICATO STAMPA
INDUSTRIA 4.0: CONFINDUSTRIA E INTESA SANPAOLO
PRESENTANO L’ACCORDO “PROGETTARE IL FUTURO”
8 MILIARDI PER LE IMPRESE DEL PIEMONTE
• Al centro l’industria 4.0 e gli sviluppi del digitale. A regime il sistema qualitativo del rating di credito e il nuovo modello di valutazione delle start up
• In Piemonte l’incidenza degli investimenti in R&S sul Pil è la più alta tra tutte le regioni italiane (2,03% rispetto alla media dell’1,3%)
• Nella regione forte presenza di start up: sono 395, pari al 5,4% del totale nazionale; 278 nella sola provincia di Torino, terza dopo Milano e Roma
• La media dei laureati in scienza e tecnologie è sopra la media italiana (17,6 ogni mille abitanti tra i 20 e i 29 anni)
• Il 77,7% delle imprese utilizza il web e il 93,6% la banda larga (dati 2016)
• Da una ricerca di Intesa Sanpaolo emerge che il 64% delle imprese produce beni strumentali che possono beneficiare dell’iper-ammortamento
• La percentuale di imprese che produce macchinari 4.0 è di poco inferiore ai competitor internazionali
Torino, 17 luglio 2017 – È stato presentato oggi a Torino, con la collaborazione di Confindustria Piemonte, l’accordo triennale tra Confindustria Piccola Industria e Intesa Sanpaolo “Progettare il futuro”, dedicato alla competitività e alla trasformazione delle imprese, per cogliere le opportunità offerte dalla “quarta rivoluzione industriale”.
La partnership mette a disposizione un plafond nazionale di 90 miliardi di euro, dei quali 8 miliardi destinati alle imprese del Piemonte. Alla presentazione, svoltasi nella sede di Intesa Sanpaolo in Piazza San Carlo, hanno partecipato Fabio Ravanelli, presidente Confindustria Piemonte, Gregorio De Felice, responsabile Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, Cristina Balbo, direttore regionale di Intesa Sanpaolo, Giovanni Fracasso, presidente Piccolindustria Unione Industriale Torino, Franco Deregibus, direttore Digital Innovation Hub Piemonte, Mirella Ferrero, amministratore delegato Osai Automation System, Fabrizio Gea, responsabile Progetto Digital Innovation Hub Confindustria, Giorgio Marsiaj, presidente AMMA Aziende Meccaniche Meccatroniche Associate, Paolo Musso, direttore commerciale imprese di Intesa Sanpaolo, Stefano Re Fiorentin, direttore Innovazione e Ricerca Asja Ambiente.
Per l’industria italiana, costituita soprattutto da pmi, lo sviluppo di Industria 4.0 e il relativo Piano del Governo possono essere la strada per recuperare competitività e per creare nuovi posti di lavoro grazie a elevate competenze, nuovi modelli di business e tecnologie innovative. Le opportunità di sviluppo per le realtà aziendali che riusciranno a cogliere questa sfida sono enormi, ma richiedono un intervento a tutto tondo, con investimenti in capitale fisso e immateriale, soprattutto in ricerca, innovazione e formazione, nonché trasformazioni organizzative e una continua attenzione alle evoluzioni in corso. Occorre partire subito perché le tecnologie sottostanti Industry 4.0 necessitano di 10-15 anni per raggiungere la completa maturità nel mercato ed essere pienamente efficienti.
Fabio Ravanelli, presidente Confindustria Piemonte: “Confindustria Piemonte ha fatto di Industria 4.0 uno degli assi principali della sua azione a sostegno delle imprese. Lo scorso 15 giugno è stata formalizzata la costituzione del Digital Innovation Hub piemontese, con la partecipazione di tutte le associazioni territoriali della regione. È un organismo che ha come obiettivo l’accompagnamento delle imprese all’utilizzo delle tecnologie digitali innovative. Industria 4.0, infatti, non è semplicemente un’opportunità per le nostre imprese, ma soprattutto una necessità, imprescindibile per mantenere ed accrescere la competitività nel medio periodo, soprattutto sui mercati internazionali.
A questo proposito, viste le modalità particolari con cui la Quarta Rivoluzione Industriale ha visto la luce, sono fondamentali il fattore “Fare Sistema” ed il fattore “Tempo”, sui quali notoriamente l’Italia non eccelle: l’accordo siglato da Intesa Sanpaolo e Piccolindustria per il triennio in corso, rappresenta una risposta concreta, prevedendo ingenti risorse ed una pluralità di azioni a favore delle imprese, imperniate su quattro pilastri: Ecosistemi di imprese e integrazione di business; Finanza per la crescita; Capitale umano e Nuova imprenditorialità”.
Gregorio De Felice, responsabile Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo: “L’Italia deve riuscire ad accelerare i propri ritmi di crescita e raggiungere la media dell’Eurozona. La forte presenza nel nostro sistema dell’industria manifatturiera richiede scelte di politica economica che rafforzino il sistema produttivo. Sono dunque positive le scelte legate a Industria 4.0, in quanto politiche trasversali che agiscono in maniera orizzontale sulla produttività del sistema e rafforzano la competitività. Il piano Industria 4.0 può innescare un processo virtuoso di crescita: la spinta alla domanda interna di beni di investimento può alimentare il portafoglio ordini delle imprese italiane e piemontesi della meccanica, dove è alta la quota di aziende che produce macchinari 4.0. Per potenziarne gli effetti sulla crescita economica, Industria 4.0 deve essere intesa in senso ampio e far parte di politiche a favore del rafforzamento del capitale umano, della diffusione della banda larga e di un più efficiente utilizzo delle tecnologie digitali. Un’azione coordinata, di ampia portata, può significativamente migliorare il livello di crescita potenziale del nostro Paese”.
Cristina Balbo, direttore regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria Intesa Sanpaolo: “Oggi le nostre aziende possono beneficiare di condizioni uniche per affrontare scelte di investimento, grazie alla sinergia tra incentivi fiscali e normativi, tassi d’interesse favorevoli, ampiezza degli strumenti finanziari a disposizione. Le iniziative per Industria 4.0 vedono Intesa Sanpaolo a fianco di Confindustria e Piccolindustria fortemente impegnati nel diffondere una maggiore consapevolezza tra gli imprenditori sulle opportunità offerte dalla digitalizzazione e sull'importanza di continuare a investire in innovazione e capitale umano.
Per accrescere la sensibilità sul tema abbiamo attivato da tempo un programma formativo che coinvolge tutto il territorio, attraverso aule con forte orientamento al business, destinate a piccoli gruppi imprenditori, che comprendono case history e supporto consulenziale. Il bilancio ad oggi è di 600 giornate/uomo; recentemente abbiamo inserito anche la possibilità di effettuare il coaching direttamente in azienda. Mantenere elevata la competitività delle imprese è infatti un obiettivo prioritario. Nel complesso, la regione sta dando segnali di vitalità e ripresa importanti: lo testimoniano il miliardo di euro erogati a favore delle pmi nel primo semestre 2017. Positivo anche l’ultimo dato disponibile sull’export dei distretti, che nel primo trimestre 2017 è cresciuto del 14,2%, più del doppio degli altri distretti italiani”.
Giovanni Fracasso, presidente Piccolindustria Unione Industriale Torino: “Quella che leggiamo come sfida è una grande opportunità per il nostro sistema, perché interessa tutti i settori aziendali e valorizza le caratteristiche proprie delle PMI: velocità, flessibilità, capacità di adattare perfettamente il prodotto alle esigenze del cliente. È importantissimo che le PMI conoscano e facciano proprie queste modalità: la propensione all’innovazione, che nel nostro territorio è già molto elevata, deve diventare vocazione obbligata. Il nostro ruolo come Piccola Industria è praticare la cultura dell’innovazione nel concreto, in tutte le sue declinazioni: facendoci sempre più evangelist, in rete con tutti gli attori del territorio”.
I QUATTRO PILASTRI DELL’ACCORDO
ECOSISTEMI DI IMPRESE E INTEGRAZIONE DI BUSINESS; FINANZA PER LA CRESCITA; CAPITALE UMANO; NUOVA IMPRENDITORIALITÀ
- Ecosistemi di imprese e integrazione di business
Intesa Sanpaolo e Piccola Industria Confindustria intendono mettere a disposizione un insieme di soluzioni che permettano alle imprese di trasformarsi, migliorando i processi produttivi, ricorrendo a nuove tecnologie e a nuove metodologie, tra cui i percorsi “Lean 4.0” che abilitano le imprese alle tecnologie digitali. Per la realizzazione dei progetti di sviluppo delle imprese, Intesa Sanpaolo si avvarrà anche del proprio Innovation Center, struttura che raccoglie tutte le iniziative avviate dal Gruppo nel campo dell’innovazione. L’iniziativa intende rappresentare anche un momento evolutivo di “AdottUp, il Programma per l’adozione delle start up” e offrire nuove opportunità alle start up in esso sviluppate.
- Finanza per la crescita
L’accordo punta a finanziare la crescita del business valorizzando il patrimonio intangibile delle imprese attraverso un nuovo modello di relazione basato sui fattori qualitativi legati al credito: tra questi la capacità innovativa, la formazione e la strategicità della catena fornitore-champion. Sono inoltre previste adeguate soluzioni finanziarie a medio-lungo termine oltre al migliore utilizzo degli strumenti di supporto, a cominciare dal rinnovato Fondo di Garanzia. Per programmare la crescita, bilanciando i livelli di debito a favore del capitale di rischio, è fondamentale il ricorso all’Equity per il rafforzamento del sistema produttivo. A tal proposito l’accordo intende sviluppare iniziative che favoriscano la patrimonializzazione delle imprese. Infine si prevede l’estensione a comparti strategici per l’economia italiana del Progetto Filiere, l’innovativo modello di credito di Intesa Sanpaolo che ha finora prodotto 330 contratti con aziende capofila con oltre 15 mila fornitori e un giro d’affari di 55 miliardi.
- Capitale umano
L’accordo punta anche a favorire l’alternanza scuola-lavoro con l’obiettivo di far diventare l’azienda il luogo in cui lo studente consolidi e arricchisca le conoscenze apprese, sviluppando competenze spendibili nel mondo produttivo o acquisendo esperienze funzionali alla creazione di nuove imprese, in linea con il Piano Nazionale Industria 4.0.
- Nuova imprenditorialità
Intesa Sanpaolo mette a disposizione il modello di valutazione delle startup. È un nuovo algoritmo DATS (Due Diligence Assessment Tool Scorecard), già inserito nelle Regole di concessione del credito, a supporto della valutazione creditizia delle start up e in futura estensione alle PMI innovative. Si tratta del primo modello di valutazione “forward looking” adottato da una banca per i finanziamenti in debito, basato su logiche derivate dalla valutazione degli investitori in Venture Capital, mutuando le competenze costruite negli ultimi anni all’interno del Gruppo Intesa Sanpaolo. Questo nuovo strumento consente alle imprese e alla banca di cogliere al meglio le opportunità offerte dalle misure governative e le agevolazioni per la crescita, recentemente estese dal Piano Industria 4.0.
L’ECONOMIA DEL PIEMONTE
L’economia piemontese può contare su un’ottima vocazione industriale. Grazie alla forza della sua industria riesce ad esprimere un buon avanzo commerciale, pari a circa 13,7 miliardi di euro nel 2016 (più di un quarto del totale italiano). L’export regionale, dopo aver chiuso il 2016 in leggero arretramento, ha ripreso a correre nel primo trimestre 2017, registrando una variazione tendenziale pari al +14,1%, superiore al dato complessivo italiano (+9,8%). Sono stati trainanti l’automotive, la meccanica, l’oreficeria e la chimica.
Nel corso del 2017, in un contesto di domanda internazionale favorevole, il tessuto produttivo piemontese potrà continuare a crescere sui mercati esteri, facendo leva sulla sua elevata competitività. Un sostegno alla crescita delle esportazioni potrà venire anche dal mercato russo (previsto uscire dalla recessione grazie anche al rialzo del prezzo delle materie prime energetiche) e dal mercato americano, terzo sbocco commerciale per la regione, i cui fondamentali rimangono solidi e in crescita.
Il contributo del canale estero non è tuttavia sufficiente per ridare slancio all’economia della regione. È infatti cruciale la spinta del canale interno e, soprattutto, degli investimenti. Più in particolare, sarà importante vincere la sfida del digitale attraverso un’accelerazione degli investimenti, finora frenati dall’incertezza che domina i mercati. L’ambiente è certamente favorevole, grazie alla presenza di significative misure governative a sostegno degli investimenti innovativi, alla disponibilità di buone condizioni di finanziamento e di un bacino di risorse interne.
Si tratta di una grande opportunità per le imprese di questa regione che mostrano un grado di utilizzo delle tecnologie ICT in aumento e già su livelli ottimi e superiori alla media italiana:
• nel 2016 la diffusione della banda larga nelle imprese era pari al 93,6% in Piemonte (dall’82,2% del 2008);
• la percentuale di imprese con sito web era pari al 77,2% nel 2016, mostrando un vantaggio nei confronti della media italiana;
• la quota di addetti che utilizza computer connessi a Internet è salita al 40,7% nel 2016 (dal 31,3% del 2008), leggermente inferiore alla media italiana (pari al 42,6%);
• la percentuale di imprese che acquista servizi di cloud computing è buona se confrontata alle altre regioni italiane (anche se interessa ancora un quinto delle imprese).
Inoltre, la regione gode della presenza nel territorio di una buona dotazione di capitale umano e tecnologico. In Piemonte il numero di laureati in materie scientifiche e tecnologiche è superiore alla media italiana (nel 2012 il 17,6 contro il 13,2 italiano ogni mille abitanti tra i 20 e 29 anni) così come il numero di impiegati in ricerca e sviluppo (nel 2013 il 5,9 contro il 4,1 italiano ogni mille abitanti). L’incidenza della spesa totale per R&S sul Pil è la più alta in Italia (2,03% rispetto all’1,3%), grazie agli elevati investimenti delle imprese in R&S (pari all’1,6% del PIL per il Piemonte e allo 0,7% in Italia).
La regione presenta poi una buona intensità brevettuale; spicca, in particolare, la provincia di Torino, che si posiziona al secondo posto in Italia per numero di brevetti (l’8% circa del totale italiano), alle spalle di Milano. È numerosa la presenza di start up sul territorio piemontese, attive nei processi di trasferimento tecnologico: erano 395 a metà giugno 2017, il 5,4% del totale nazionale; di queste 278 sono localizzate nella provincia di Torino (terza città in Italia dopo Milano e Roma).
Anche la meccanica piemontese sembra essere pronta a vincere la sfida di Industry 4.0. Sono questi i principali risultati che emergono da un’indagine ad hoc condotta ad aprile 2017 nella Direzione Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Tra le 61 imprese della meccanica intervistate, il 64% produce beni strumentali che possono beneficiare dell’iper-ammortamento qualora “connessi” (impianti 4.0). Di queste il 67% produce effettivamente macchinari 4.0, un dato solo di poco inferiore a quanto osservato tra i competitor internazionali. La propensione ad esportare questi macchinari è elevata: il 42,3% delle imprese dichiara di realizzare più della metà del fatturato da macchinari interconnessi attraverso la vendita sui mercati esteri. Lo sviluppo di macchinari 4.0 è stato possibile grazie alla presenza di centri interni di R&S all’azienda e all’interazione con clienti e fornitori, italiani ed esteri. Un ruolo ancora marginale è ricoperto dall’Università.
Informazioni per la stampa:
Intesa Sanpaolo
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Confindustria Piemonte
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Data ultimo aggiornamento 17 luglio 2017 alle ore 16:43