INTESA SANPAOLO: MONITOR DEI DISTRETTI INDUSTRIALI TRIVENETI AL QUARTO TRIMESTRE 2020
PROSEGUE IL RECUPERO INIZIATO NEL PERIODO ESTIVO
Nel 2020 le esportazioni dei distretti del Triveneto, pari a 30,6 miliardi di euro, hanno tenuto leggermente meglio rispetto alla media nazionale (-11,2% vs -12,7%) trainati nel 4° trimestre dal comparto Agroalimentare (+3,9% industria alimentare e +1,5% di vini e bevande), dei settori intermedi e del sistema casa, tutti in territorio positivo nel trimestre.
Tra ottobre e dicembre alcuni distretti veneti hanno addirittura superato le esportazioni dello stesso periodo dell’anno precedente: spiccano gli Elettrodomestici di Treviso (+15,8%) e del Legno e arredo di Treviso (+6,1%), la Calzatura veronese (+34,2%) e i Dolci e pasta veronesi (+10,2%).
Nel Trentino AA il buon andamento dell’export della filiera della frutta (+13,3%), dei Vini e distillati del Trentino (+11,4%) e del Legno e Arredamento dell’Alto Adige (+6,1%) quasi compensano la flessione dei distretti della Meccatronica, comunque in recupero dopo l’estate.
Nel Friuli-VG ottimo fine anno per il Legno e arredo di Pordenone, che conferma il rimbalzo estivo e ne rafforza l’intensità di crescita (+15,3%), e buona chiusura anche per il Prosciutto di San Daniele (+6,4%).
Padova, 6 aprile 2021. E’ stato pubblicato il Monitor dei distretti industriali del Triveneto al quarto trimestre 2020, curato dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo.
Nel 4° trimestre 2020 il volume delle esportazioni dei distretti del Triveneto è sceso sotto i 9 miliardi di euro, e nell’anno è stato pari a 30,6 miliardi di euro, valore che non si osservava dal 2014, perdendo 3,9 miliardi di euro. Si sono ridotte, anche se in misura minore, le importazioni che si sono fermate a 11 miliardi di euro, con una diminuzione di 1,7 miliardi di euro ed un saldo commerciale finale di 19 miliardi di euro. Tuttavia i distretti triveneti, hanno registrato una lieve maggiore tenuta (-3,6% nel 4° trimestre e -11,2% nel 2020) rispetto ai valori medi nazionali, proseguendo il percorso di recupero dei livelli di esportazioni del 2019 iniziato nel periodo estivo. La ripresa si è manifestata in modo più accentuato nei territori dove, tra i distretti monitorati da Intesa Sanpaolo, prevalgono le specializzazioni produttive nel comparto Agroalimentare e nel Sistema casa, settori che hanno subito una minore flessione di domanda o l’hanno vista aumentare: è il caso del Friuli-VG che nel 4° trimestre è entrato in territorio positivo (+1%) trainato dal Sistema casa e del Trentino AA (-0,2%) sostenuto dall’Agroalimentare. I distretti Veneti hanno invece rallentato l’evoluzione trimestrale (-4,6% pari a -331,5 milioni di euro) a causa della flessione delle esportazioni nei distretti del comparto della moda che pesano per il 40,9% sul totale delle esportazioni.
Tra ottobre e dicembre segnali significativi di accelerazione si sono osservati nell’Agroalimentare (+3,9%), nel Sistema casa (+3,9%) e nei Vini e bevande entrati in territorio positivo (+1,5%). I distretti della meccanica, pur incontrando difficoltà nell’installazione di impianti all’estero, nell’approvvigionamento di materie prime e lamiera di acciaio (con prezzi in crescita), hanno ridotto le perdite (-3,8%). Il crollo dei consumi voluttuari a livello globale ha interrotto il recupero della filiera della pelle e del sistema moda che segnano ancora cali a doppia cifra (-11,2% per la pelle e -11,6% per la moda).
Ciononostante, la ripresa dei distretti operata sui mercati esteri nella seconda parte dell’anno ha consentito un migliore contenimento delle perdite rispetto a quelle osservate nella precedente crisi del commercio globale del 2009: Trentino AA e Friuli-VG hanno registrato nel 2020 meno della metà del calo del 2009 (per il TAA -7,6% vs -16,4% e per il FVG 10,1% vs -21,7%) ed il Veneto ha dimostrato una tenuta sensibilmente migliore (-12,0% vs -19,6%). Nel 2009 la crisi aveva coinvolto in modo diffuso e intensamente tutti i settori: nel 2020 Agroalimentare e Sistema casa sono stati toccati in misura minore.
Le aree geografiche a maggior recupero nel 4° trimestre
La pandemia di COVID-19 ha colpito con tempi e intensità diverse le aree geografiche che rappresentano i maggiori mercati di sbocco dei distretti e le divergenze sono destinate ad ampliarsi nel corso del 2021 secondo efficacia e velocità del progredire delle vaccinazioni di massa nei diversi paesi. La Cina, la Repubblica di Corea e in genere l’Asia orientale hanno superato per prime la pandemia nel 2020 con un rimbalzo a V delle attività e sono destinate a essere trainanti per il commercio internazionale nel 2021, atteso crescere del +12,5% dopo il crollo del -9,4% del 2020. I distretti del Friuli-VG che esportano in questa area geografica soprattutto con il settore del legno e dell’arredo e del caffè, hanno registrato un importante balzo nel 4° trimestre (+43,4%). Anche l’area del Nord America, con Stati Uniti in primis, si presenta ad alto potenziale di ripresa nel 2021, sia per le politiche di sostegno del reddito e di incentivazione fiscale, sia per l’impegno massiccio a vaccinare preannunciato da Biden: in questa area di mercato i distretti veneti hanno già segnato dal 4° trimestre un recupero del +4,3%. Per quanto riguarda i distretti del Trentino AA, gli scambi si sono intensificati tra ottobre e dicembre soprattutto in ambito europeo.
Tra i principali mercati di sbocco dei distretti del Triveneto, la Germania chiude il 2020 con una leggera flessione (-2,0%), ma in crescita tra ottobre e dicembre (+1,6%) grazie ai distretti del Sistema casa. Gli Stati Uniti registrano una perdita più consistente su base annua (-10,7%) per il calo di vendite di Prosecco e di distretti della Meccanica (Trento e Vicenza), ma mostrano segni di recupero nel 4°trimestre (+2,3%%) con il traino dei distretti del Sistema casa ma anche del Sistema moda (Oreficeria e Calzature del Brenta). Nel Regno Unito, i distretti della moda veneti (Calzature del Brenta e Occhialeria di Belluno) pesano sul calo del 2020 (-14,7%), mentre le esportazioni del Legno e Arredo di Pordenone e del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene spingono la ripresa di fine anno (+1,6%). Il mercato francese evidenzia difficoltà sia su base annua (-13,9%) sia su base trimestrale (-5,3%) per la rilevanza delle perdite dei distretti veneti del Sistema Moda e della Meccatronica dell’Alto Adige.
Il Sistema Casa traina la ripresa dei distretti veneti
Dei 26 distretti veneti monitorati da Intesa Sanpaolo solo 4 hanno superato nel 2020 le esportazioni del 2019: due dell’industria alimentare veronese (Dolci e pasta veronesi +8,3% e Carni di Verona +3,8%), gli Elettrodomestici di Treviso (+7,5%) e le Macchine agricole di Padova e Vicenza (+0,7%). Se si osservano i dati trimestrali, tra ottobre e dicembre, si è osservata una variazione dell’export del -4,6% (pari a -331,5 milioni di euro), con la metà dei distretti veneti che si è riportata su livelli superiori allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli Elettrodomestici di Treviso hanno segnato nel trimestre la maggiore crescita (+56,5 milioni di euro paria a +15,8%) favoriti dalla crescente attenzione per l’ambiente domestico, tendenza condivisa dalle principali manifatture europee, e trainati dalla Germania, dove la riduzione momentanea dell’IVA ha agevolato i consumi (+85,6% l’incremento dell’export in questo mercato che rappresenta un quinto delle esportazioni), e in generale dall’Europa occidentale. A sostenere l’export sono stati soprattutto i piccoli apparecchi legati alla “home experience” nell’ambito delle macchine da caffè e della preparazione dei cibi rispetto ai grandi elettrodomestici. Il trend è atteso rimanere in crescita anche nel 2021, tanto che una importante azienda del distretto ha acquisito nuove aziende estere nelle macchine automatiche per caffè (De Longhi, acquisizione svizzera Eversys). Sempre nell’ambito della rimodulazione dei consumi verso la casa, si inserisce il risultato positivo del Legno e arredo di Treviso (+6,1%) trainato dalle vendite negli Stati Uniti, per i mobili, e in Germania, per i prodotti in legno per costruzioni. Tra i distretti con maggiore crescita spiccano nel settore della moda la Calzatura Veronese (+34,2%) con importanti esportazioni verso i mercati svizzero e belga, con specializzazione prevalente per le scarpe più informali, sanitarie e di tipo sportivo, e l’Oreficeria di Vicenza (+4,7%) che ha beneficiato della ripresa degli acquisti di gioielleria negli Stati Uniti, mercato storico tornato a essere principale sbocco(+48,8% nel 4° trimestre); gli incrementi anche in Sudafrica e Malaysia hanno compensato poi le flessioni rilevanti di Hong Kong ed Emirati Arabi Uniti. Nel comparto agroalimentare si mettono in evidenza i risultati dei distretti veronesi: i Vini del veronese (+3,2%) con crescita a doppia cifra nei mercati del Nord Europa (Norvegia, Danimarca, Belgio e Paesi Bassi ) e rilevanti risultati in Canada e in Cina, mercati però ancora di peso contenuto; i Dolci e pasta veronesi (+10,2%) trainati da Stati Uniti (+60%), Svizzera e Regno Unito; le Carni di Verona in leggera flessione nel 4° trimestre (-0,5%) a causa delle perdite in Francia secondo mercato per importanza, ma con rafforzamento delle vendite in Germania. Chiudono la lista dei distretti in recupero nel 4° trimestre le Materie plastiche di Treviso, Vicenza e Padova (+3,9%), trainate dalle imprese trevigiane (+5,5%) con incrementi a doppia cifra nel Regno Unito, in Spagna e negli Stati Uniti, e i due distretti della Termomeccanica, quello di Padova (+2,3%) che ha ripreso a esportare nel mercato Russo (+180% nel trimestre e +85% nell’anno) e quello Scaligero (+1,7%) che ha intensificato i rapporti con Francia e Stati Uniti.
All’estremo opposto, tra i distretti con andamento delle esportazioni in calo, l’Occhialeria di Belluno che, dopo un miglioramento nel periodo estivo, è tornata a peggiorare segnando una diminuzione di -14,5% tra ottobre e dicembre (-97,3 milioni di euro) diffusa sia sui mercati europei, che in quelli asiatici (Repubblica Corea e Cina) che americani (Brasile, Messico e stati Uniti). Nel distretto le aziende stanno reagendo con strategie nuove di prodotto, chi puntando alla sostenibilità e al riciclo dei materiali, chi su nuove licenze, chi con l’avvicendamento delle figure apicali: la perdita maggiore si è registrata nel comparto degli occhiali correttivi (-30,8% variazione nazionale 2020 su 2019) e degli occhiali da sole (-27,5% variazione nazionale 2020 su 2019), mentre il salone MIDO è stato riprogrammato a inizio giugno 2021, scommettendo su un “new normal” in presenza. Considerazioni simili sul rallentamento delle esportazioni tra ottobre e dicembre soprattutto nei principali mercati europei e sulle forti aspettative per la ripartenza nell’estate 2021 accomunano anche gli altri distretti veneti della filiera pelle e del tessile: la Concia di Arzignano (-13,3%) ha visto venir meno la spinta di inizio anno del mercato svizzero, il Tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno (-17,8%) ha diminuito le vendite in Francia, Germania e Regno Unito (in controtendenza invece la Svizzera), così come il Tessile di Treviso (-17,5%) ha registrato cali maggiori in Spagna, Germania e Portogallo. Le Calzature del Brenta (-26,7% nel 4° trimestre) nonostante il traino dei mercati extraeuropei iniziato in estate e proseguito tra ottobre e dicembre, hanno segnato un peggioramento nei mercati europei, primo fra tutti la Francia (-22%) sempre più presente sul territorio con nuove acquisizioni nel distretto. La Calzatura Sportiva di Montebelluna (-11,4%) ha subito l’incertezza delle aperture degli impianti sciistici delle Alpi e il crollo della domanda per calzature sportive, da caccia e per il tempo libero nei principali mercati di sbocco europei (Francia, Russia). Tutte in negativo le variazioni del 4° trimestre dei restanti distretti, con la Meccanica strumentale di Vicenza (-7,7%) che ha proseguito nel recupero iniziato in estate, i Prodotti in vetro di Venezia e Padova (-16,4%) in leggero miglioramento, mentre gli altri hanno rallentato ulteriormente le esportazioni: il Mobile del bassanese (-14,3%), il Grafico veronese (-19,7%), le Macchine agricole di Padova e Vicenza (-4,9% in controtendenza alla crescita osservata nel trimestre precedente), l’Ittico del Polesine e del Veneziano (-17,4%), i Mobili in stile di Bovolone (-14,4%), il Marmo e granito della Valpolicella (-2,4%) e i Sistemi per l’Illuminazione di Treviso e Venezia (-2,3%), segnando peraltro questi due ultimi distretti un leggerissimo peggioramento. Merita un cenno a parte il Prosecco di Valdobbiadene e Conegliano: con una produzione per il Prosecco Superiore DOCG in linea con l’imbottigliamento dell’anno precedente (92 milioni di bottiglie certificate ) e in incremento per il Prosecco DOC (raggiunto record di 500 milioni di bottiglie), nel 2020 ha riportato una perdita del 3,7% in valore provocata dal calo del 10% negli Stati Uniti che poi hanno segnato un peggioramento tra ottobre e dicembre compensato in parte dall’eccezionale recupero del Regno Unito, secondo mercato per importanza, con maggiore tenuta nell’anno (-7%) e con un aumento del 14% negli ultimi 3 mesi dell’anno, legato all’anticipazione di scorte prima dell’entrata in vigore della Brexit, per scongiurare ritardi nelle consegne in avvio del 2021.
Agroalimentare e Legno arredo risollevano l’export del Trentino-Alto Adige
I 10 distretti del Trentino-Alto Adige hanno esportato nel 2020 4,4 miliardi di euro, 361 milioni in meno rispetto ai risultati del 2019: nel 4° trimestre 2020 il livello delle esportazioni si è avvicinato ai livelli dello stesso periodo dell’anno precedente (-0,2%), con 6 distretti su 10 che hanno addirittura superato i valori degli ultimi tre mesi del 2019, di cui 5 appartenenti al settore agroalimentare. Negli ultimi tre mesi dell’anno spiccano i distretti delle mele: il distretto dell’Alto Adige ha registrato vendite sui mercati esteri in aumento del 13,3%, mentre il distretto Trentino ha segnato un balzo del +45,8%. Il bilancio della produzione dell’Alto Adige è stato un po’ ridotto in alcune zone dalle gelate primaverili e le grandinate, mentre la produzione del Trentino è tornata ai livelli degli anni precedenti e le vendite sono andate a buon ritmo sia sul mercato interno che europeo, tanto da ridurre le giacenze su livelli tra i più bassi mai registrati. Le Mele dell’Alto Adige, 530 milioni di euro esportati nel 2020, hanno registrato una crescita a doppia cifra tra ottobre e dicembre in Germania, Spagna, Regno Unito e in tutti i principali mercati dell’Europa nord occidentale. Le Mele del Trentino con una maggiore penetrazione nel mercato domestico hanno ottenuto brillanti incrementi in Spagna, Israele, America (Brasile, Canada e Colombia), grazie anche a una minore disponibilità di prodotto statunitense, e nel Medio Oriente (Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti). In recupero anche le Marmellate e succhi di frutta del Trentino AA (+2,6%) grazie ai mercati europei, Francia in testa. I Vini e distillati di Trento, che hanno potuto avere una vendemmia buona, in quantità maggiore del 2019 e di qualità al di sopra delle aspettative sia nei rossi che nei bianchi, hanno raggiunto un incremento a doppia cifra nel 4° trimestre 2020 (+11,4%) quasi interamente attribuibile alla brillante crescita negli Stati Uniti (+24,4%). Al contrario i Vini e distillati di Bolzano hanno chiuso in territorio negativo (-5,7%) proprio per un crollo delle vendite nel mercato statunitense (-46%) e un lieve calo su quello tedesco, di primaria importanza. Infine il Legno e arredo dell’Alto Adige recupera nell’ultima parte dell’anno (+6,1%) grazie alla ripresa della domanda in Germania, Repubblica Ceca e Ungheria. Nonostante queste buone performance, il bilancio del quarto trimestre del 2020 è di sostanziale stabilità dell’export a causa dell’effetto negativo dei due distretti della metalmeccanica che hanno continuato a recuperare anche nel 4° trimestre arrestandosi però ancora in territorio negativo per le difficoltà nel comparto della formatura dei metalli e delle altre macchine per impieghi speciali: la Meccatronica dell’Alto Adige ha subito un calo del -5,1% con perdite maggiori in Austria, Francia e Germania e la Meccatronica di Trento ha perso il a -6,7% con cali negli Stati Uniti, in India e Portogallo.
Legno e arredo di Pordenone traina la ripresa autunnale
La ripresa autunnale delle esportazioni dei distretti del Friuli-VG (+1,0%), trainata dal distretto del Legno e arredo di Pordenone, ha contenuto la flessione regionale su base annua al -10,1% (pari a -238,1 milioni di euro). Il distretto del Legno e arredo di Pordenone (+15,3%) ha realizzato la maggior parte della crescita delle vendite di mobili nel 4° trimestre 2020 nel Regno Unito (+32,4%), negli Stati Uniti (+65%), in Francia (+7%) e in Germania (+8%) grazie ai prodotti in legno da costruzione. Meno brillante la performance degli altri due distretti del sistema casa: le Sedie e Tavoli di Manzano (-9%), pur recuperando leggermente nel Regno Unito, hanno registrato cali rilevanti sugli altri principali mercati di sbocco (Stati Uniti e Francia), mentre gli Elettrodomestici di Pordenone (-3,5%) hanno recuperato nel Regno Unito, in Germania e negli Stati Uniti, ma hanno segnato perdite rilevanti in Francia e Russia. Nel settore Agroalimentare i Vini e distillati del Friuli hanno leggermente recuperato portandosi vicini ai livelli delle esportazioni del 4° trimestre 2019 (-0,9%). Vanno però segnalate nello stesso periodo le maggiori difficoltà dei vini del Collio (-21,7%) e la ripresa dei vini di Udine su Regno Unito e nuovi mercati (Grecia, Messico Spagna) e di Pordenone (Canada, Ucraina e Russia). L’ultima parte dell’anno consente anche al Prosciutto di San Daniele di accorciare le distanze dai livelli di export dell’anno precedente (+6,4% nel trimestre e -6,6% su base annua) grazie all’eccezionale crescita del mercato statunitense, più che triplicato, e all’aumento del mercato francese (+20%) che hanno compensato le diminuzioni in Germania ed Austria. Infine il Caffè di Trieste (-14,6%) ha risentito della volatilità del prezzo dell’arabica crollato a febbraio e in ripresa da novembre, correlato alla diminuzione del consumo di miscela premium fuori casa: sul mercato domestico la pandemia ha imposto una permanenza domestica forzata che ha cambiato il consumo di caffè soprattutto a colazione, con un aumento del 17% di persone che consumano a casa invece che al bar e un innalzamento delle vendite di caffè nel 2020 nella GDO del +10,3% (Fonte IRI). Sui mercati esteri l’impatto è stato forte nei principali mercati come Stati Uniti, Francia, Grecia e Germania, con un ulteriore rallentamento tra ottobre e novembre in corrispondenza della recrudescenza della pandemia e dell’aumento delle restrizioni globali sulla mobilità delle persone.
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Data ultimo aggiornamento 6 aprile 2021 alle ore 11:57