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COMUNICATO STAMPA

 

CONAF E INTESA SANPAOLO

ACCORDO PER RAFFORZARE L’AGRICOLTURA

Il gruppo bancario italiano e CONAF insieme per agevolare

 la disponibilità di fondi per il settore agricolo e forestale

·      Il settore agroalimentare italiano ha generato valore aggiunto per circa 64 miliardi di euro nel 2021, pari al 4% del totale italiano con occupazione a oltre 1 milione e 400mila addetti, il 5,5% sul totale occupazione in Italia

·      Nell’economia laziale l’agroalimentare ha un ruolo di rilevo con valore aggiunto pari a oltre 3 miliardi di euro, circa il 2% del totale regionale. Sono presenti oltre 3.800 industrie alimentari e delle bevande che impiegano più di 21.000 dipendenti, a cui vanno aggiunte oltre 68mila aziende agricole

·      L’Italia è il primo paese per numero di certificazioni di origine DOP,IGP e STG, con 315 produzioni nel comparto dei Cibi e 560 nei Vini

·      Nel Lazio sono 65 i prodotti con certificazione DOP/IGP, di cui 29 nel Cibo e 36 nel Vino, con un valore economico totale di 128 milioni di euro

Roma, 8 febbraio 2023. Intesa Sanpaolo e il Consiglio dell’Ordine Nazionale Dei Dottori Agronomi e Dei Dottori Forestali (CONAF) hanno siglato, questa mattina a Roma, un accordo per semplificare ulteriormente l’accesso al credito alle imprese agricole.

A firmare il protocollo Massimiliano Cattozzi, Responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo, e Sabrina Diamanti, presidente CONAF al termine di un incontro organizzato per illustrare agli agronomi presenti i termini del supporto offerto dalla Banca e un’analisi del settore agroalimentare grazie all’intervento di Rosa Maria Vitulano, economista della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

“In questa consiliatura, il CONAF ha lavorato molto per avvicinare il mondo del credito a quello delle imprese agricole. Lo scorso anno abbiamo rinnovato le “Linee guida per la valutazione degli immobili in garanzia delle esposizioni creditizie”, aggiornando l’edizione 2018 che per la prima volta, nell’appendice sugli “immobili speciali”, aveva inserito le aziende agricole. Più recentemente, durante il Congresso nazionale, abbiamo dedicato una tesi proprio al tema del credito in agricoltura.” – dichiara Sabrina Diamanti, presidente CONAF “L’accordo di oggi sigla un ulteriore passo, trasferendo i contenuti sinora elaborati in un tavolo di lavoro con uno dei maggiori gruppi bancari europei, che per primo ha colto le potenzialità del credito in agricoltura.”

Massimiliano Cattozzi, Responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo sottolinea: “È motivo di orgoglio poter svolgere un ruolo di riferimento nei confronti di CONAF nell’elaborare servizi e tipologie di finanziamento adatte alle specificità che gli agronomi riscontrano nel dialogo con gli imprenditori del comparto, in funzione anche del particolare contesto che stiamo vivendo. La visione condivisa è di contribuire, grazie al nostro accordo, a far evolvere i modelli di business verso un sempre maggior impegno in transizione digitale e ecologica, economia circolare oltre che in innovazione, internazionalizzazione e sostegno all’imprenditoria giovanile. Interventi che Intesa Sanpaolo accompagna in coerenza con le iniziative del PNRR”.

Le strategie di sviluppo e investimento legate alla sostenibilità, le fluttuazioni dei prezzi delle materie prime, la crescente centralità del settore primario nelle strategie nazionali, rendono inoltre l’immobiliare fondiario di grande attrazione per il mondo bancario.

“Da un lato, il tessuto imprenditoriale agricolo richiede un sostegno finanziario concreto. Dall’altro, l’importanza della corretta valorizzazione di un’impresa agricola, la cui complessità di stima dei beni è assai elevata, è diventata centrale per il settore creditizio.” – spiega Gianluca Buemi, Consigliere CONAF – “Stiamo lavorando per avere una valutazione univoca e trasparente funzionale allo sviluppo del settore, con la condivisione di specifici standard valutativi. Un percorso che ci ha portato al tavolo di lavoro che oggi avviamo, in cui possiamo trasferire i principi enunciati nei prodotti finanziari a disposizione degli imprenditori agricoli. Una tappa che consente ai dottori agronomi e forestali di essere lo snodo tra queste due realtà, offrendo le competenze e le conoscenze necessarie a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile per il settore.

Intesa Sanpaolo metterà a disposizione la propria Direzione Agribusiness costituita da 228 punti operativi e 1.000 professionisti operanti su tutto il territorio nazionale in grado di accompagnarle su temi come la transizione energetica, il ricambio generazionale, l’aggregazione, l’innovazione, l’internazionalizzazione.

In parallelo, circa 20.000 dottori agronomi e dottori forestali italiani avranno a disposizione una struttura di supporto consulenziale con specialisti sul territorio per accompagnare le aziende in un settore complesso come quello dell’accesso al credito, economia circolare, agricoltura sostenibile, finanziamenti PNRR, Programmi di Sviluppo Rurale, imprenditoria giovanile e innovazione.

Un ulteriore ambito di evoluzione delle strategie di fronte alle attuali problematiche condiviso con CONAF, è il Programma Filiere di Intesa Sanpaolo capace di favorire l’accesso al credito attraverso la valorizzazione dell’appartenenza alla filiera produttiva che ha raggiunto nel settore agroalimentare 168 aziende capofila aderenti, con un potenziale di 6.500 fornitori, un giro d’affari complessivo di oltre 22 miliardi di euro e oltre 22.000 dipendenti dei capifiliera.

Analisi del contesto economico – A cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo

La filiera agroalimentare rappresenta uno dei settori chiave dell’economia del nostro Paese, ed è ai primi posti anche in Europa. Nel 2021 il settore agroalimentare italiano (inteso come la somma di agricoltura, silvicoltura e pesca e dell’industria alimentare delle bevande e del tabacco) ha generato un valore aggiunto di circa 64 miliardi, il 4% del totale italiano, e ha dato occupazione a oltre 1 milione e 400mila addetti, il 5,5% sul totale occupazione in Italia. Ma se consideriamo anche l’indotto e i margini del settore dei trasporti, della distribuzione e della ristorazione, il peso sull’intero sistema economico sale a circa il 13%. A livello europeo siamo il terzo Paese in termini di valore aggiunto, dopo Germania e Francia, con un contributo del 12% sul totale, e il quarto in termini di occupazione. La filiera agroalimentare ha un ruolo di rilevo anche nell’economia laziale: il valore aggiunto dell’intera filiera è di oltre 3 miliardi di euro, circa il 2% del totale regionale. Sono presenti oltre 3.800 industrie alimentari e delle bevande, che impiegano più di 21.000 dipendenti, a cui vanno aggiunte oltre 68mila aziende agricole.

I primati dell’Italia in campo agro-alimentare si esprimono soprattutto in termini di qualità delle produzioni: l’Italia è infatti il primo paese per numero di certificazioni di origine DOP, IGP e STG, con 315 produzioni nel comparto dei Cibi e 560 nei Vini. Si tratta sia di grandi produzioni italiane conosciute in tutto il mondo, ma anche di tanti piccoli prodotti di nicchia, espressione delle tradizioni del territorio e della sua ricchezza in termini di biodiversità. Nel Lazio sono 65 i prodotti con certificazione DOP/IGP, di cui 29 nel Cibo e 36 nel Vino, con un valore economico totale di 128 milioni di euro. Tra questi ricordiamo il Carciofo Romanesco del Lazio IGP, il Kiwi di Latina IGP, la Nocciola Romana DOP, l’Oliva di Gaeta DOP, il Pane Casareccio di Genzano IGP, la Patata dell’Alto Viterbese IGP, il Pecorino Romano DOP, la Porchetta di Ariccia IGP, il Sedano bianco di Sperlonga IGP, l’Olio evo Tuscia DOP. Alcuni di questi prodotti esprimono una specializzazione produttiva del Lazio: ad esempio nel kiwi, il Lazio con i suoi 10mila ettari circa contribuisce al 35% del totale nazionale; la nocciola copre 25mila ettari, il 28% del totale nazionale; l’oliva da tavola, con 4mila ettari, rappresenta l’11% del totale nazionale; la fragola, con 235 ettari il 12%. Minore la specializzazione della regione nel vino, anche se non mancano produzioni di qualità: il Lazio ha prodotto 1,5 milioni di ettolitri nel 2021, di cui circa l’80% in categorie DOP e IGP, ed ha esportato 82 milioni di euro di vino in valore. Tra i 36 Vini DOP della regione, ricordiamo il Castelli Romani DOP, il Cesanese del Piglio DOP, il Colli Etruschi Viterbesi DOP,  l’Est! Est!! Est!!! di Montefiascone DOP, il Frascati DOP.

L’export del settore agroalimentare italiano è cresciuto molto negli ultimi anni, non si è fermato neanche durante la pandemia e nel 2021 ha superato per la prima volta il traguardo dei 50 miliardi di euro. La crescita dell’export ha portato benefici anche alla bilancia commerciale del settore agro-alimentare, che era sempre stata in deficit a causa della nostra dipendenza dall’estero per alcune commodity agricole (come la soia, i cereali foraggeri, il pesce fresco), e che dal 2019 è andata in surplus, con un avanzo commerciale che si è consolidato anche nel 2020 e nel 2021, arrivando a superare i 3 miliardi di euro. Tutto questo è stato possibile grazie alla specializzazione dell’Italia a livello mondiale nei prodotti di qualità e in particolare nella fascia alta. Il nostro Paese, infatti, è il sesto esportatore mondiale di prodotti agro-alimentari trasformati, ma se consideriamo solo la fascia alta di prezzo, il top di gamma, l’Italia guadagna due posizioni e sale in quarta posizione. In alcune filiere, poi, la specializzazione nella fascia di prezzo più alta è particolarmente spiccata, come ad esempio per la pasta e prodotti da forno, dove l’Italia è il primo esportatore mondiale in fascia alta con una quota del 17%, ma anche nei formaggi, dove la quota di mercato arriva al 12%.

 Sui mercati internazionali, l’export agro-alimentare del Lazio è raddoppiato dal 2008 ad oggi, passando da 630 milioni di euro a oltre 1,3 miliardi nel 2021. Anche nei primi nove mesi del 2022 hanno continuato a crescere, totalizzando oltre 1 miliardo in valori correnti (+5% rispetto ai primi nove mesi del 2021). Nell’Agro-Pontino è localizzato un distretto dell’Ortofrutta, che ha esportato nel 2021 205 milioni di euro (162 milioni nei primi nove mesi del 2022), di cui circa il 50% verso la Germania.

La ricerca della qualità che caratterizza la produzione agro-alimentare italiana ha portato anche ad incrementare l’attenzione al biologico: i terreni destinati alle coltivazioni biologiche in Italia sono quasi 2 milioni di ettari, un’estensione di poco inferiore a Francia e Spagna, ma in percentuale molto maggiore (il 15,2%) sul totale della superficie agricola utilizzata. Nel Lazio sono oltre 100 gli ettari vocati al biologico, il 17% della SAU totale, una percentuale maggiore rispetto alla media nazionale.

La sostenibilità è una delle grandi sfide per il futuro del settore: l’agro-alimentare ha dato prova di resilienza nel momento più difficile della pandemia, e nell’attuale contesto diventa ancora più cruciale il tema della sicurezza alimentare, intesa non soltanto come cibo buono e sano ma anche sostenibile e disponibile, ad un giusto prezzo, anche per i paesi meno auto-sufficienti dal punto di vista alimentare. Gli investimenti in tecnologia 4.0 e digitalizzazione saranno cruciali, e per questi resta il sostegno del PNRR cha ha messo a disposizione 6,8 miliardi per rendere più produttivo, più digitale e più sostenibile la produzione agro-alimentare italiana. L’agricoltura e l’agro-industria costituiscono un terreno ottimale per l’integrazione di contenuti tecnologici avanzati derivanti da numerosi settori abilitanti, quali aerospazio, ICT, nanotecnologie, nuovi materiali e biotecnologie, che portano alla realizzazione di soluzioni altamente innovative in ambiti quali l’agricoltura di precisione e la produzione di vegetali in ambienti difficili.

Questi investimenti assumono una rilevanza ancora maggiore nell’attuale scenario economico. Il settore agro-alimentare è tra i più colpiti dalla crisi energetica e dalla carenza di alcune materie prime causata dal conflitto in Ucraina. Sono queste le evidenze che emergono anche dalle risposte di 658 colleghi della Dr Agribusiness a un’indagine condotta a ottobre-novembre del 2022. E’ elevata anche la preoccupazione per i cambiamenti climatici: basta pensare ai danni provocati in Italia dalla siccità dei mesi scorsi. Le imprese del settore stanno mostrando una buona capacità di reazione: oltre a rivedere al rialzo i prezzi, hanno puntato con ancora più decisione e più intensamente di quanto si sia osservato nel resto dell’economia italiana sugli investimenti nelle rinnovabili, sull’efficientamento dei processi produttivi e sulla riduzione dei consumi e degli scarti di produzione.

Informazioni per i media

 

CONAF

Ufficio Stampa - Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali

Manuel Bertin               

Telefono 329-3548053   

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Intesa Sanpaolo

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CONAF

Il CONAF, Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, rappresenta 19.500 iscritti professionisti che operano nel settore agricolo forestale. L’ordinamento professionale della professione di Dottore Agronomo e Dottore Forestale, Agronomo iunior, Forestale iunior e Biotecnologo è definito dalla Legge 7 gennaio 1976, n. 3– come modificata dalla Legge 10 febbraio 1992, n. 152, e dal DPR 328 del 2001. Sono di competenza dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali le attività volte a valorizzare e gestire i processi produttivi agricoli, zootecnici e forestali, a tutelare l'ambiente e, in generale, le attività riguardanti il mondo rurale; in particolare tutte quelle attività disciplinate nell’art 2 dell’ordinamento professionale e nell’art. 11 del DPR 328/2001.

Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo-Intesa Sanpaolo è il maggior gruppo bancario in Italia – punto di riferimento di famiglie, imprese e dell’economia reale – con una significativa presenza internazionale. Il business model distintivo di Intesa Sanpaolo la rende leader a livello europeo nel Wealth Management, Protection & Advisory e ne caratterizza il forte orientamento al digitale e al fintech. Una banca efficiente e resiliente, è capogruppo di fabbriche prodotto nell’asset management e nell’assicurazione. Il forte impegno in ambito ESG prevede, entro il 2025, 115 miliardi di euro di finanziamenti impact, destinati alla comunità e alla transizione verde, e contributi per 500 milioni a supporto delle persone in difficoltà, posizionando Intesa Sanpaolo ai vertici mondiali per impatto sociale. Intesa Sanpaolo ha assunto impegni Net Zero per le proprie emissioni entro il 2030 ed entro il 2050 per i portafogli prestiti e investimenti, l’asset management e l’attività assicurativa. Convinta sostenitrice della cultura italiana, ha sviluppato una rete museale, le Gallerie d’Italia, sede espositiva del patrimonio artistico della banca e di progetti artistici di riconosciuto valore. News: group.intesasanpaolo.com/it/sala-stampa/news -Twitter: twitter.com/intesasanpaolo -Linkedin: linkedin.com/company/intesa-sanpaolo

 

 

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