L’AUTOMOTIVE EMILIANO TRA TRANSIZIONE GREEN E INNOVAZIONE TECNOLOGICA
· Alla Reinova di Soliera (Modena) un momento di approfondimento su punti di forza e sfide dell’automotive regionale
· Presentati i risultati dell’indagine della Direzione Studi Intesa Sanpaolo tra le aziende di settore
· Il settore rappresenta il 7% del fatturato e l’11% delle esportazioni dell’economia regionale. In provincia di Modena si concentra più di un terzo degli addetti e oltre la metà delle vendite all’estero.
· Le imprese regionali spiccano per propensione a ricerca e sviluppo, competenze ingegneristiche e livelli di eccellenza nella meccanica. Sempre più strategica la collaborazione con università e competence center
Soliera (Modena), 12 luglio 2023 – “Le sfide della filiera automotive, tra transizione green e tecnologica”: questo il tema del momento di approfondimento con cui Intesa Sanpaolo ha acceso i riflettori sull’Automotive emiliano con un incontro presso la Reinova. Un’occasione per fare il punto insieme alle imprese sullo stato di salute del comparto e le sfide che lo attendono, a partire da transizione ambientale e rapporto banca-imprese, partendo dalla ricerca condotta proprio tra le aziende di settore dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo.
Ad introdurre i lavori il CEO della Reinova, Giuseppe Corcione, e la Direttrice Commerciale Imprese Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo, Stefania Bergamaschi.
A seguire la presentazione dell’indagine su “Settore Automotive: opportunità ed evidenze per il territorio italiano” tenuta da Giovanni Foresti e Sara Giusti, economisti della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo. All’illustrazione della situazione presente e potenzialmente prospettica del comparto è seguito un momento di dibattito e approfondimento tra gli imprenditori presenti e una visita all’azienda ospitante.
Stefania Bergamaschi, Direttrice Commerciale Imprese Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo: “La filiera dell’automotive ricopre un ruolo centrale sia per la sua incidenza economica che per l’elevata intensità in termini di ricerca e sviluppo. Innovazione è un concetto ampio e trasversale, che va dall’utilizzo delle nuove tecnologie al miglioramento dei parametri ESG, e non c’è settore che non ne sia coinvolto. Intesa Sanpaolo, come prima banca italiana, è al fianco del tessuto economico e produttivo come parte attiva in questo percorso nell’ambito del nostro impegno complessivo ad attivare, nell’arco del PNRR, erogazioni a medio-lungo termine per oltre 410 miliardi di euro, di cui 120 destinati alle PMI. Alle nostre imprese mettiamo a disposizione strumenti per affrontare le situazioni contingenti e le affianchiamo fornendo sostegno finanziario e consulenza agli investimenti strategici. Investimenti verso cui le aziende emiliano-romagnole dimostrano grande attenzione, facendo leva sulla loro capacità di innovazione di processo e di prodotto”.
Potenzialità e priorità della filiera dell’automotive emiliano
Sintesi della ricerca realizzata dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo
La filiera italiana dell’Automotive si trova ad affrontare uno scenario caratterizzato da grande incertezza, ma anche da notevoli opportunità rappresentate da mobilità sostenibile ed economia circolare, guida autonoma, connettività, nuovi servizi alla mobilità, riduzione delle distanze di fornitura. Se da un lato è a rischio il futuro di una quota rilevante di piccoli produttori italiani attivi in filiera nelle motorizzazioni a combustione interna, dall’altro lato si possono anche aprire interessanti spazi di mercato, anche per le imprese italiane specializzate nell’elettronica o nell’elettrotecnica.
Il settore dell’automotive riveste un ruolo importante nell’economia della regione e rappresenta il 7% del fatturato che sale a circa l’11% in termini di esportazioni. Spicca la provincia di Modena dove si concentra più di un terzo degli addetti della regione e più della metà delle vendite all’estero. La provincia modenese si colloca al secondo posto in Italia per valori esportati, subito dopo Torino.
Il quadro che emerge sembra piuttosto confortante: il sistema italiano appare nel complesso attrezzato ad affrontare le importanti sfide che avrà di fronte nel prossimo futuro, grazie ad una solida “base di partenza”, caratterizzata da elevata diversificazione produttiva, alta diffusione di uffici R&S tra le imprese di riferimento e buona dotazione di competenze ingegneristiche a livello territoriale.
Ciò è particolarmente vero in Emilia-Romagna dove si osservano valutazioni più elevate sulle dotazioni ingegneristiche presenti sul territorio, con livelli di eccellenza nella meccanica. Questi risultati particolarmente positivi si possono leggere anche in considerazione dell’offerta presente nel territorio che trova espressioni di qualità e forte integrazione come nel caso del Muner (Motorvehicle University of Emilia-Romagna) che esprime le sinergie tra università, centri di ricerca e industria. Differenze rilevanti a favore della regione in termini di competenze si osservano anche in altri campi, come l’elettronica, le nuove tecnologie, l’elettrotecnica, i trasporti e le infrastrutture.
Le aziende intervistate, soprattutto quelle emiliano-romagnole, sono consapevoli delle importanti opportunità dettate dal nuovo paradigma: in particolare, il Made in Italy è conscio della necessità di dover stringere alleanze con altri player, in grado di facilitare il processo di riconversione della produzione, e di intensificare gli investimenti in innovazione e in valorizzazione del capitale umano. Emerge un mix articolato di progetti innovativi in cui le imprese intervistate sono già coinvolte attivamente: ai primi posti si trovano l’alleggerimento dei componenti e la riduzione delle emissioni; segue al terzo posto il tema della motorizzazione elettrica. Anche in questo caso spiccano le imprese dell’Emilia-Romagna che sono tutte impegnate attivamente in progetti di innovazione (in Italia ci si ‘ferma’ all’80%).
Un elemento di interesse è rappresentato dalla significativa quota di operatori che interagisce con il mondo universitario: è un aspetto quanto mai positivo, se si pensa al fatto che il sistema accademico è spesso giudicato distante dalle aziende. In prospettiva, l’università è attesa divenire ancora più centrale, per affiancare se non superare per rilevanza i partner tradizionali; è anche previsto un rafforzamento del ruolo dei Competence Center e delle Start-up.
Il Nord-Est e l’Emilia-Romagna spiccano per servizio al cliente, efficienza e personalizzazione. Non mancano, tuttavia, elementi di debolezza e potenziali minacce per la filiera. L’indagine ha certificato l’insufficiente cognizione, fra i fornitori italiani, dell’urgenza di innovare e del basso coinvolgimento in progetti di innovazione condivisi in filiera.
La sfida della conservazione del know how e dei livelli di occupazione delle imprese della filiera per essere vinta richiede grandi investimenti in innovazione, tecnologia e competenze, nonché una profonda revisione del business model tradizionale e un processo di consolidamento dimensionale. Si tratta di una fase delicata che va accompagnata da una adeguata e decisa politica industriale. Tra le misure di policy ritenute più importanti, le imprese interviste dell’Emilia-Romagna hanno indicato il sostegno alla ricerca applicata ma anche a quella di base, particolarmente costosa e rischiosa, insieme alla promozione di programmi di innovazione con Università e enti di ricerca. Sono ritenute strategiche anche le azioni dirette alla formazione di competenze in tecnologie di transizione e alla riqualificazione dei lavoratori in azienda. Si tratta di interventi prioritari che, se resi stabili e inseriti all’interno di un quadro regolamentare chiaro ed equilibrato, potranno favorire un diffuso percorso di innovazione e riposizionamento competitivo delle imprese della filiera italiana dell’automotive, in un contesto che ancora per diverso tempo potrà restare caratterizzato da grande incertezza tecnologica e di mercato.
Intesa Sanpaolo
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Data ultimo aggiornamento 12 luglio 2023 alle ore 15:59