COMUNICATO STAMPA
INTESA SANPAOLO ASSEGNA 1,5 MILIARDI DI EURO
ALLA FILIERA LATTIERO-CASEARIA
· Internazionalizzazione, crescita dimensionale e transizione digitale ed energetica al centro delle azioni per una maggiore competitività
· Già stanziati 10 miliardi di euro per le filiere agroalimentari di cui sono parte le 80.000 aziende clienti della Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo
· Cattozzi: “Con il nuovo intervento da 1,5 miliardi di euro per questa filiera, agiamo per rafforzare le imprese producendo benefici concreti in termini di qualità anche per i consumatori in linea con le progettualità della Direzione Agribusiness che in questi anni ha erogato oltre 12,4 miliardi di euro di finanziamenti per le PMI dell’agroalimentare”.
Brescia, 22 ottobre 2025 – Intesa Sanpaolo rafforza l’economia del comparto agroalimentare italiano con una provvista speciale di 1,5 miliardi di euro di nuovo credito per la filiera lattiero-casearia. L'intervento rientra nelle azioni della Banca dei Territori guidata da Stefano Barrese per accelerare gli investimenti nelle filiere del made in Italy agroalimentare, per le quali sono già stati stanziati 10 miliardi di euro di nuovo credito parte dei 410 miliardi previsti dal Gruppo per le iniziative collegate al PNRR.
L'intervento è stato annunciato a Brescia durante il secondo appuntamento di Agri-talk, ciclo di incontri itineranti sul territorio che ha visto la precedente tappa di Firenze dedicata alla filiera vitivinicola. Entro dicembre è in programma la tappa a Milano dedicata alla filiera ortofrutticola.
Nell’ambito delle filiere agroalimentari, nel lattiero-caseario l’Italia si posiziona come terza in Europa per valore della produzione, con quasi 28 miliardi, dopo Francia e Germania, un risultato importante nonostante le dimensioni aziendali siano molto più piccole: circa 9 milioni di euro in media per le aziende lattiero-casearie italiane, contro i quasi 34 della Francia e i 58 della Germania. Per quanto riguarda la qualità delle produzioni, l’Italia balza al primo posto in Europa, insieme alla Francia, con 57 formaggi certificati DOP e IGP. Nella cosiddetta “DOP Economy” i formaggi sono la categoria che produce il maggior valore in Italia, con 5,5 miliardi di euro nel 2023.
In termini di occupazione, il settore impiega 44 mila addetti in Italia (9,7% del totale addetti dell’industria alimentare e bevande nazionale) e conta 3.400 imprese attive. Latticini e formaggi sono il terzo settore per export agroalimentare italiano, dopo i vini e la pasta e prodotti da forno, con 6,3 miliardi nel 2024.
Le azioni per accelerare gli investimenti della filiera lattiero-casearia
Per dare slancio a queste eccellenze produttive della filiera lattiero-casearia, Intesa Sanpaolo ha studiato quattro pilastri strategici fondamentali per stimolare gli investimenti nell’ambito di:
- Internazionalizzazione, per rafforzare la presenza delle produzioni lattiero-casearie italiane sui mercati esteri, dove la domanda di formaggi DOP e specialità casearie continua a crescere.
- Crescita dimensionale, attraverso percorsi di aggregazione e partnership tra produttori, cooperative e aziende di trasformazione, indispensabili per affrontare la competizione globale e ottimizzare le catene di approvvigionamento.
- Innovazione tecnologica ed efficienza energetica, con investimenti in nuovi impianti di lavorazione, sistemi di tracciabilità digitale e soluzioni per la riduzione dei consumi idrici ed energetici, in uno dei comparti più esposti ai costi energetici e ambientali e nel massimo rispetto del benessere animale.
- Valorizzazione della qualità e della continuità aziendale, per garantire la distintività delle produzioni, la certificazione dell’origine e la tutela delle DOP. Il sostegno della banca punta anche a favorire il ricambio generazionale e la trasmissione del know-how, elementi essenziali per preservare il legame con il territorio e la fiducia dei consumatori.
Al tavolo tra le aziende della filiera che hanno portato il proprio contributo Guglielmo Gennaro Auricchio, Export Manager e Head of Sustainability di Gennaro Auricchio S.p.A, Ambrogio Invernizzi, Presidente Inalpi S.p.A. e Giovanni Petrucci, Founder Fratelli di Petrucci Srl.
Massimiliano Cattozzi, Responsabile Direzione Agribusiness della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: “La filiera lattiero-casearia, tra le più rappresentative del made in Italy, necessita di attenzione su come gestione del rischio e innovazione sostenibile siano leve di sviluppo da far evolvere ulteriormente per mantenere il prestigio che le produzioni italiane godono nel mondo. Con il nuovo intervento da 1,5 miliardi di euro per questa filiera, agiamo per rafforzare le imprese producendo benefici concreti in termini di qualità anche per i consumatori, in linea con le progettualità della Direzione Agribusiness che in questi anni ha erogato oltre 12,4 miliardi di euro di finanziamenti per le PMI dell’agroalimentare”.
Con 250 punti operativi, di cui 95 filiali specializzate, e circa 1.100 specialisti, la Direzione Agribusiness come banca dedicata all’agricoltura offre supporto a oltre 80.000 clienti con servizi mirati su internazionalizzazione, sostenibilità, innovazione digitale e passaggio generazionale.
Anche per la filiera lattiero-casearia è da anni disponibile il pegno rotativo sui prodotti agroalimentari a denominazione d’origine protetta (DOP), che fino ad ora ha consentito alla Direzione Agribusiness di concedere oltre 70 milioni di euro in relazione a servizi finanziari dedicati allo smobilizzo del magazzino di prodotti alimentari soggetti a invecchiamento come formaggio stagionato, vino, prosciutto crudo, aceto balsamico e olio.
Informazioni per la stampa
Intesa Sanpaolo
Media Relations Banca dei Territori e Media Locali
stampa@intesasanpaolo.com
Intesa Sanpaolo, con 419 miliardi di euro di impieghi e 1.400 miliardi di euro di attività finanziaria della clientela a fine giugno 2025, è il maggior gruppo bancario in Italia con una significativa presenza internazionale. E’ leader a livello europeo nel wealth management, con un forte orientamento al digitale e al fintech. In ambito ESG, entro il 2025, sono previsti 115 miliardi di euro di erogazioni Impact per la comunità e la transizione verde. Il programma a favore e a supporto delle persone in difficoltà è di 1,5 miliardi di euro (2023-2027). La rete museale della Banca, le Gallerie d’Italia, è sede espositiva del patrimonio artistico di proprietà e di progetti culturali di riconosciuto valore.
News: group.intesasanpaolo.com/it/newsroom
X: @intesasanpaolo
LinkedIn: linkedin.com/company/intesa-sanpaolo
Analisi di scenario e sfide future per il settore lattiero-caseario
Rosa Maria Vitulano – Economista Research Department
· L’attuale contesto economico è caratterizzato ancora da un clima elevato di incertezza sulle politiche economiche, anche se inferiore rispetto ai picchi di aprile 2025. L’amministrazione Trump sta adottando misure in netta discontinuità con le precedenti presidenze, in particolare nelle politiche commerciali. Accordi quadro sono stati raggiunti con UE, UK, Giappone, Vietnam, Corea del Sud, Filippine, Indonesia. Il livello medio ponderato dei dazi applicati dagli US è del 17,4%, il più alto dal 1935.
· La crescita mondiale è attesa in lieve rallentamento nel 2025, a 2,8% (rispetto al 3,2% del 2024), ma gli effetti dei dazi sul commercio globale non si sono ancora visti interamente, l’impatto maggiore si avrà nel primo e nel secondo trimestre del 2026.
· Eurozona: crescita moderata (1,2% nel 2025), rivista leggermente al rialzo grazie ai dati positivi del primo semestre. Gli effetti positivi dell’allentamento monetario continueranno nei prossimi mesi. Forte azione di stimolo dalla Germania. Un ulteriore taglio di 25pb del DFR entro giugno 2026 viene visto con probabilità di poco superiore al 50%, e solo in caso di debolezza dei dati macro-economici, o di un riaccendersi delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti.
· Italia: crescita economica prevista allo 0,5% nel 2025 e allo 0,8% nel 2026. Lieve crescita dei consumi, grazie al recupero del potere di acquisto dei salari, ma il tasso di risparmio è ancora superiore ai livelli pre-covid a causa dell’elevata incertezza. Contributo negativo alla crescita dalle esportazioni nette, a causa della guerra commerciale.
· Nel lattiero-caseario, l’Italia è terza in Europa per valore della produzione, con quasi 28 miliardi, dopo Francia e Germania (che superano i 40 miliardi). Questo importante risultato viene raggiunto nonostante le dimensioni aziendali siano molto più piccole: circa 9 milioni di euro in media per le aziende italiane, contro i quasi 34 della Francia e i 58 della Germania. In termini di occupazione, il settore impiega 44 mila addetti (9,7% del totale addetti dell’industria alimentare e bevande nazionale) e conta 3.400 imprese attive.
· Per quanto riguarda la qualità delle produzioni, l’Italia balza al primo posto in Europa, insieme alla Francia, con 57 formaggi certificati DOP e IGP. Nella cosiddetta “DOP Economy” i formaggi sono la categoria che produce il maggior valore, con 5,5 miliardi di euro nel 2023. I primi due cibi DOP per valore economico in Italia sono il Grana Padano DOP (con quasi 2 miliardi) e il Parmigiano Reggiano DOP (con 1,6 miliardi), ma tra i primi dieci si posizionano anche la Mozzarella di Bufala Campana DOP, il Pecorino Romano DOP e il Gorgonzola DOP, tutti con valori economici tra i 400 e i 500 milioni di euro
· La grande qualità dei formaggi italiani è molto apprezzata anche all’estero: i latticini e formaggi sono infatti il terzo settore per export agro-alimentare, dopo i vini e la pasta e prodotti da forno: 6,3 miliardi nel 2024 (il 9,4% del totale export agro-alimentare nazionale), in crescita dell’8,7% circa rispetto al 2023. Le principali destinazioni commerciali sono Francia e Germania, seguono Stati Uniti e Regno Unito. La crescita è proseguita anche nei primi sei mesi del 2025, raggiungendo quota 3,6 miliardi (+16%).
· Tutti i 5 i distretti del lattiero-caseario monitorati dal Research Department hanno registrato crescite a due cifre nel primo semestre del 2025: spiccano in particolare il Lattiero-caseario parmense (+ 24%) e quello di Reggio Emilia (+22%), mentre per il distretto della Mozzarella di Bufala Campana, per il Lattiero-caseario sardo e per quello della Lombardia Sud-orientale le percentuali di crescita vanno dal 10% al 15%.
· Quali sono le prospettive per la filiera lattiero-casearia? Come emerge da una survey che ha coinvolto i colleghi della DR Agribusiness, i costi sono in cima alle preoccupazioni per le imprese clienti, seguiti dai cambiamenti climatici che influiscono anche sulla disponibilità di latte. A ciò, vanno aggiunte la concorrenza estera e le barriere tariffarie, con timori crescenti rispetto a qualche mese fa. Alcune importanti produzioni italiane, come Parmigiano Reggiano, la Mozzarella di Bufala e il Gorgonzola erano già colpite dai dazi, mentre altre sono potenzialmente molto impattate, come ad esempio il Pecorino Romano (finora esente): il distretto Lattiero-caseario sardo, nel quale si concentra oltre il 90% della produzione italiana DOP di questo formaggio, destina quasi il 75% delle sue vendite all’estero negli Stati Uniti, dove è molto apprezzato come ingrediente per insaporire salse e piatti pronti.
· La qualità delle produzioni può sicuramente aiutare a mitigare gli effetti della politica protezionistica statunitense: i nostri formaggi sono difficilmente sostituibili, i “surrogati” o le “imitazioni” non sono paragonabili in termini di gusto e qualità; inoltre il legame con il territorio, rappresentato dalla certificazione di origine, rappresenta un punto di forza in quanto ne fa simbolo del Made in Italy e dello stile di vita italiano.
· Sempre più importanza stanno assumendo gli investimenti in sostenibilità ed efficientamento, grazie anche al supporto delle nuove tecnologie. L'uso di sensori e sistemi digitali ad esempio, permette di monitorare in tempo reale l’alimentazione dei bovini e il loro benessere, nonché la temperatura e la fermentazione del latte, per ottimizzare la produzione ed aumentare la qualità dei prodotti.
· L’innovazione continuerà a giocare un ruolo fondamentale per adattarsi ai nuovi stili di vita: le nuove tecnologie oggi permettono di ridurre il contenuto di zuccheri, grassi o lattosio, e di arricchire i prodotti con fattori nutrizionali (come vitamine, calcio, omega3) e questo per rispondere alle esigenze dei consumatori, alla ricerca di alternative alla carne e sempre più attenti agli aspetti salutistici.
Data ultimo aggiornamento 22 ottobre 2025 alle ore 11:06