Imprese coesive: competitività, benessere economico e attenzione al territorio
Le imprese coesive favoriscono lo sviluppo economico sostenibile, migliorano la competitività attraverso la valorizzazione delle risorse umane e il dialogo con i territori, e affrontano efficacemente le sfide della transizione ecologica e digitale.
Perché è importante? Le imprese coesive creano un ecosistema di crescita sostenibile e inclusiva, promuovendo la collaborazione e l'innovazione tra diversi attori economici e sociali, valorizzando le competenze locali e contribuendo al benessere comunitario.
In questo articolo potrai scoprire anche i risultati del Rapporto “Coesione è Competizione 2024”, promosso da Fondazione Symbola, Unioncamere e Intesa Sanpaolo, in collaborazione con AICCON, IPSOS e Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne.
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Un'impresa coesiva è un'azienda che fa rete con altre imprese e con i soggetti attivi sul territorio di riferimento per affrontare le sfide di un presente caratterizzato da crisi internazionali e processi di transizione ambientale, demografica e digitale, producendo benefici per gli stakeholder e le comunità locali.
In questa prospettiva, l’impresa coesiva può giocare un ruolo da “neo-istituzione”, condividendo con istituzioni pubbliche e altri soggetti finalità economiche e responsabilità per lo sviluppo del territorio.
Il rapporto con le altre imprese, con i lavoratori, le banche, il terzo settore e gli enti di ricerca e formazione viene instaurato cercando un vantaggio per tutti, nell’ottica di valorizzare le peculiarità dei singoli soggetti, abbandonando dunque logiche meramente estrattive e speculative che non sono sostenibili nel medio e lungo periodo, ma finiscono per indebolire gli stessi sistemi produttivi.
Il punto sulla situazione delle imprese coesive in Italia è stato fatto nel Rapporto “Coesione è Competizione 2024”, promosso da Fondazione Symbola, Unioncamere e Intesa Sanpaolo, in collaborazione con AICCON, IPSOS e Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne.
Il Rapporto analizza vari aspetti della coesività nel mondo delle imprese, tra cui:
- aggregazioni di imprese per migliorare in sostenibilità
- valorizzare i lavoratori rende più competitiva l’impresa
- da banca fornitore di servizi finanziari a banca consulente per l’impresa
- il terzo settore arricchisce l’impresa con l’intelligenza sociale
- imprese ed enti di ricerca e formazione: un dialogo basato sull’open innovation.
È emerso che le imprese coesive si trovano soprattutto nel Nord, più della metà solo tra Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Si concentrano cioè in quelli che il Rapporto definisce “territori coesivi”, caratterizzati da benessere economico, buona qualità del vivere ed elevata partecipazione dei cittadini alla vita politica e civica.
Le imprese coesive possono però a loro volta aiutare il territorio a diventare più coesivo. Nel Rapporto sono citati diversi studi in cui si è visto che la felicità è fortemente collegata con lo sviluppo di relazioni e caratteristica peculiare delle imprese coesive è proprio quella di creare legami tra i vari soggetti di un territorio.
Questo nuovo approccio inoltre garantisce risultati e aspettative migliori rispetto a quelli delle imprese non coesive, soprattutto se si guarda ai principali indicatori di competitività, come l’andamento della produzione, del fatturato, degli occupati e dell’export, secondo quanto emerge dai primi risultati di un recente sondaggio Unioncamere-Tagliacarne. Ciò è legato anche alla maggiore attenzione che le imprese coesive rivolgono alle sfide connesse all’attualità, come la transizione verde e digitale e il fabbisogno di nuove competenze.
AGGREGAZIONI DI IMPRESE PER MIGLIORARE IN SOSTENIBILITÀ
La sostenibilità sarà nel futuro probabilmente il principale motore dei modelli collaborativi tra le imprese per rispondere alla crescente domanda di trasparenza, tracciabilità ed eco-compatibilità dei prodotti che proviene dai consumatori, dalle istituzioni europee, dai committenti pubblici e degli istituti finanziari.
Accanto a questa, altre spinte verso le aggregazioni di imprese sono la necessità di un maggiore controllo sulle forniture, la spinta all’internazionalizzazione e l’innovazione tecnologica.
I principali modelli di attuazione della coesione di imprese descritti nel Rapporto sono:
- Verticale, in base al quale una grande azienda che si colloca a valle della catena del valore (la capo-filiera) si fa promotrice dell’iniziativa che coinvolge le aziende a monte, trasformando i propri fornitori in partner del progetto o del processo
- Orizzontale, tra soggetti che operano nello stesso punto della catena del valore e decidono di condividere competenze o strumenti produttivi per rendere più competitiva la propria offerta o per aumentare la massa critica
- Alleanze nei processi commerciali e di marketing, che fanno leva su comuni piattaforme tecnologiche abilitanti
- Sinergie sul fronte della formazione e della messa in comune di saperi o di macchinari all’avanguardia
VALORIZZARE I LAVORATORI RENDE PIÙ COMPETITIVA L’IMPRESA
Le imprese coesive implementano modelli di management diffuso e attuano il passaggio da leadership a communityship nella gestione del lavoro, superando i modelli verticali di potere e la divisione tra chi esegue e chi è addetto a mansioni routinarie.
Il lavoro diventa così motivo di autodeterminazione e felicità. Aumentando la capacità espressiva del personale vengono valorizzate le competenze interne non strettamente legate alla mansione lavorativa, che sono in grado di generare una sorta di intelligenza diffusa all’interno dell’azienda e di accelerare lo sviluppo di innovazioni.
Il tutto supportato da un’adeguata formazione, sia professionale sia in ambito soft skills, per mettere a sistema capitale umano e competitività; e dalla creazione di un ambiente di lavoro sano e stimolante.
DA BANCA FORNITORE DI SERVIZI FINANZIARI A BANCA CONSULENTE PER L’IMPRESA
Le imprese hanno sempre più bisogno di un supporto fatto di conoscenza, assistenza e accompagnamento in un contesto che vede l’irrigidimento della politica monetaria, lo scoppio di conflitti in aree sensibili, le conseguenze sulle catene di fornitura globali, l’accelerazione continua della tecnologia, il cambiamento climatico, le complicazioni regolamentari.
Per rispondere a questa necessità, le banche sono chiamate a trasformarsi in veri e propri consulenti, cambiando settori e modalità di intervento e cercando di adattarsi alle esigenze mutevoli delle imprese.
Per esempio, oggi le aziende si trovano a dover affrontare una compliance rispetto a regole decisamente complesse in tema di sostenibilità, che spesso travalica le loro competenze. Dunque, le banche, tra le quali Intesa Sanpaolo con i suoi Laboratori ESG, hanno attivato iniziative volte ad accompagnare le imprese in questo percorso di alfabetizzazione e standardizzazione rispetto ai parametri richiesti dalle istituzioni europee.
Oppure, dopo il periodo del lockdown, le tensioni nelle supply chain hanno determinato effetti a valanga per le aziende e hanno mostrato come la finanza di filiera possa rappresentare uno strumento abilitante per la coesione tra reti di aziende legate da vincoli di fornitura. Proprio per questo, Intesa Sanpaolo ha lanciato un programma specifico: Sviluppo Filiere.
IL TERZO SETTORE ARRICCHISCE L’IMPRESA CON L’INTELLIGENZA SOCIALE
Le imprese possono trovare nel non profit quell’intelligenza sociale che permette loro di essere più competitive nella risposta ai bisogni di tutti gli stakeholder e shareholder. Inoltre, collaborare con il terzo settore è anche un modo per restituire al territorio parte del valore generato dalle attività che in esso si svolgono.
Nello specifico, gli ambiti in cui il terzo settore può rispondere ai bisogni delle imprese sono molteplici:
- Lavoro e ricerca di manodopera, anche quando c’è bisogno di una specializzazione particolare
- Innovazione sociale, sia fornendo utilità e competenze specifiche sia favorendo la scoperta di disagi e problemi, legati magari ad alcune patologie, che altrimenti sarebbero rimasti ignoti
- Sostenibilità e sua reale integrazione nel business
- Dialogo con la comunità, sia a livello locale che internazionale
Le relazioni tra imprese e terzo settore sono destinate a svilupparsi e a trasformarsi in un canale di collaborazione stabile, professionalizzante e generativo, secondo il Rapporto.
IMPRESE ED ENTI DI RICERCA E FORMAZIONE: UN DIALOGO BASATO SULL’OPEN INNOVATION
Le aziende, soprattutto quelle di grandi dimensioni, stanno investendo molto nelle relazioni con il mondo della formazione, della ricerca e delle startup proprio per intercettarne talenti, conoscenze, metodologie, stimoli.
L’open innovation è una vera rivoluzione culturale, un approccio che permette di essere più competitivi unendo le forze nella ricerca e accelerando la nascita di nuove tecnologie e innovazioni.
Inoltre, investire in ricerca, formazione e startup è un modo per le imprese di contrastare il problema del mismatch delle competenze, in crescita esponenziale negli ultimi anni e che, stando agli ultimi dati Unioncamere-Anpal, attraverso il sistema informativo Excelsior, interessa una assunzione su due.
Data ultimo aggiornamento 4 luglio 2024 alle ore 14:38:31