Trasformazioni sociali in Italia: gli studi di Intesa Sanpaolo e Censis
Intesa Sanpaolo e Fondazione Censis collaborano da anni alla realizzazione di studi che approfondiscono le trasformazioni in atto nella società e anticipano possibili scenari di evoluzione in vari ambiti tra cui:
- Terzo Settore e solidarietà collettiva
- Dinamiche demografiche
- Economia circolare
- Offerta museale
Secondo le ricerche, l’Italia – pur in presenza di significative disomogeneità e incognite future – esprime un tessuto sociale dinamico nel quale non mancano eccellenze e potenzialità che permettono al Paese di affrontare efficacemente le sfide future.
Censis – Centro Studi Investimenti Sociali – è uno tra i principali istituti di ricerca indipendenti italiani e svolge da oltre sessant’anni attività di ricerca, consulenza e assistenza tecnica in campo socioeconomico, attraverso la realizzazione di analisi, di programmi d'intervento e di iniziative culturali nei settori vitali della realtà sociale.
I principali temi approfonditi da Censis in collaborazione con Intesa Sanpaolo sono:
Il progetto di ricerca – realizzato nel 2022 – ha l’obiettivo di approfondire le dinamiche sociali che si sono sviluppate durante l’emergenza COVID-19, analizzare l’impatto sulle attività del Terzo Settore e sulla propensione alla donazione da parte di famiglie e imprese. Dallo studio emerge come nel nostro Paese si sia registrato un processo di trasformazione strutturale del Terzo Settore, con un significativo incremento degli occupati e profondi cambiamenti organizzativi. Si conferma inoltre l’opinione positiva che la popolazione italiana nutre verso le diverse forme di “solidarietà collettiva”, intesa come “l’impegno diretto, in prima persona, in iniziative di volontariato o attraverso donazioni in denaro, dedicate alla risoluzione di problemi che investono le parti più deboli della popolazione”.
Lo studio analizza i cambiamenti di rilievo che si sono registrati nella dinamica demografica italiana negli ultimi decenni, con dati aggiornati al 2021. Sono state ricostruite le serie storiche disponibili e realizzate le possibili ipotesi previsionali, elaborando inoltre due focus specifici, dedicati rispettivamente all’impatto della demografia su salute e sanità e su lavoro ed economia. L’elemento più rilevante messo in luce è che nel nostro Paese, a partire dal 2015, il saldo migratorio non è più riuscito a compensare l’andamento negativo del saldo naturale – ossia la differenza tra nascite e decessi – mentre nel decennio precedente la crescita dei residenti stranieri aveva bilanciato il progressivo invecchiamento della popolazione.
Lo studio – pubblicato nel 2019 in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center – fa il punto sulla penetrazione nel nostro Paese del nuovo paradigma produttivo dell’economia circolare. Dall’indagine emerge un’Italia in piena “fase pioneristica”, nella quale – anche se non sempre in modo ottimale – settori significativi del mondo produttivo e istituzionale stanno scoprendo e dando forte impulso a innovazioni improntate sui principi della circolarità. La transizione circolare nel nostro Paese risulta come potenzialmente in grado di coinvolgere un numero significativo di stakeholder, anche trasversalmente rispetto ai diversi settori industriali. Numerosi soggetti tra quelli intervistati hanno inoltre sottolineato l’importanza dello sviluppo dei processi e delle metriche di misurazione delle performance legate alla circolarità, per affinare le valutazioni relative a singole imprese, filiere produttive ed economie nazionali.
La Guida è stata realizzata nel 2018 con l’obiettivo di sviluppare uno strumento di conoscenza e valutazione comparativa del patrimonio culturale del Paese, elaborando una graduatoria dei musei, dei siti archeologici e complessi monumentali. I 46 parametri complessivi presi in considerazione per stilare i ranking sono stati accorpati in un “indice di fruibilità” e un “indice di valorizzazione” per meglio analizzare le specifiche performance dei diversi poli museali. Da una lettura trasversale dei risultati raccolti emerge come i musei di arte moderna e contemporanea registrino i trend migliori rispetto alle altre realtà e come la distribuzione quantitativa/qualitativa dell’offerta culturale del nostro Paese sia diffusa in modo piuttosto omogeneo su tutto il territorio nazionale.
Data ultimo aggiornamento 9 settembre 2024 alle ore 14:59:45