Trasferimento tecnologico: il programma “Up2Stars” ha accelerato 80 startup
Con 1.000 candidature, 80 startup accelerate e manifestazioni di interesse di 250 tra imprese, investitori, esperti e venture capitalist, il programma Up2Stars di Intesa Sanpaolo in due anni si è posizionato tra le iniziative più interessanti dedicate alla crescita delle startup.
Up2Stars punta soprattutto a selezionare e sviluppare le startup italiane più innovative per favorire il processo di trasferimento tecnologico verso le PMI.
L’innovazione tecnologica è infatti uno dei principali driver della crescita, sia a livello macroeconomico sia per le singole imprese: sviluppare nuove tecnologie e introdurre innovazioni nei processi aziendali permette di incrementare la produttività, necessaria a mantenere una buona competitività e sostenere lo sviluppo futuro delle imprese e del Paese.
Il programma Up2Stars rappresenta un’iniziativa che si traduce complessivamente in un controvalore in servizi e opportunità pari a circa €2,2 milioni, che si aggiungono alle attività di supporto finanziarie e non offerte da Intesa Sanpaolo alle startup. Da oltre un decennio, infatti, il Gruppo dedica al segmento specifica attenzione, con una quota di mercato pari a quasi il 32% e con finanziamenti che superano gli €800 milioni.
“Lavoriamo da anni e investiamo per creare una rete organica fatta di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico verso le PMI, capace di favorire la transizione del nostro Paese verso nuovi modelli, in stretta correlazione con gli obiettivi del PNRR”
Anna Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese Intesa Sanpaolo
I partner del programma
Up2Stars conta sul network e sulle sinergie attivate da Intesa Sanpaolo con partner d’eccellenza come Microsoft, Cisco, Gellify, Elite-Gruppo Euronext, Digit’Ed. Una rete di collaborazioni che, a partire dalla seconda edizione, si è estesa anche ai Centri Nazionali di Ricerca e ai Partenariati Estesi.
Inoltre, grazie alla collaborazione con il Centro di Innovazione Italiano a San Francisco istituito presso INNOVIT, Up2Stars rappresenta il primo programma di accelerazione internazionale di startup da parte di una banca italiana: 12 startup sono state presentate a investitori, venture capitalist e imprenditori della Silicon Valley.
La collaborazione con l’Università Federico II di Napoli
La cerimonia conclusiva della seconda edizione di Up2Stars, organizzata e realizzata con il sostegno di Visa, si è svolta presso l’Università Federico II di Napoli: l’ateneo rappresenta infatti un polo d’eccellenza per l’innovazione e collabora da tempo con Intesa Sanpaolo.
Tra le principali iniziative condivise:
- è sede del CNR Agritech, partner di Up2Stars, di cui la banca è socio fondatore, e dell’Innovation Hub del Gruppo, dedicato al trasferimento tecnologico dalla ricerca accademica verso le imprese
- 34 workshop in cui la banca ha favorito l’incontro di oltre 40 startup con più di 900 aziende clienti del territorio e 500 studenti, creando diversi matching di innovazione
- Fintech Project work, progetto per avvicinare gli studenti al futuro professionale acquisendo competenze di project management e digital strategy
- Terra Next, il programma di accelerazione per startup e PMI innovative del settore della Bioeconomia, nato in collaborazione tra il Gruppo Intesa Sanpaolo e Cassa Depositi e Prestiti, che vede l’Università Federico II come partner scientifico accanto a corporate partner.
L’innovazione tecnologica è uno dei principali driver della crescita, sia a livello macroeconomico sia per le singole imprese. Sviluppare nuove tecnologie e/o introdurre innovazioni nei processi aziendali permette di incrementare la produttività, necessaria a mantenere una buona competitività e sostenere lo sviluppo futuro delle imprese e del Paese.
L’innovazione è uno dei temi prioritari identificati nel Rapporto sulla Competitività europea presentato alla Commissione Europea da Mario Draghi a settembre: l’Europa deve accelerare il tasso di innovazione per mantenersi competitiva in uno scenario internazionale sempre più complesso, dove la leadership tecnologica statunitense è minacciata in molti settori strategici dal know-how cinese.
l’Europa sconta ritardi importanti in termini di produttività, soprattutto nel confronto con gli Stati Uniti, riflettendo da un lato una minore diffusione di tecnologie ICT tra le aziende, e dall’altro una minore intensità di investimenti in R&S da parte delle imprese (1,5% del PIL% per le imprese europee versus 2,8% del PIL per le imprese statunitense, media 2021-2022, fonte Eurostat). Le imprese europee non solo investono meno in R&S, ma sono concentrate su settori a media tecnologia (come ad esempio automotive, meccanica, elettrotecnica), che garantiscono ritorni di crescita più contenuti rispetto ai settori ad alta tecnologia (aerospazio, farmaceutica, elettronica, software, biomedicale…), dove la ricerca di frontiera permette di ottenere maggiori vantaggi competitivi. Il sistema statunitense si caratterizza inoltre per una maggiore tendenza al cambiamento, mostrando una migliore capacità di adeguamento ad un contesto competitivo in costante evoluzione, rispetto alle imprese europee. Nel 2022 le 3 principali imprese statunitensi, in termini di investimenti in R&S, sono attive nel software (Alphabet, Meta, Microsoft), mentre nel 2003 gli attori principali erano specializzati nel settore dell’automotive e della farmaceutica. In Europa, invece, si osserva una maggiore stabilità, con una prevalenza di imprese più attive sul fronte dell’innovazione nel settore dell’automotive sia nel 2003 che nel 2022.
In questo contesto il nostro Paese non spicca nelle classificazioni internazionali sui temi di innovazione e digitalizzazione: secondo l’European Innovation Scoreboard 2024, un indice che misura il grado di innovazione di un paese analizzando oltre 30 indicatori, l’Italia si posiziona sotto la media europea collocandosi infatti tra i paesi che sono considerati solo “moderatamente innovatori”. Una spinta all’innovazione può arrivare dal mondo delle startup innovative: nuove imprese, dall’elevato contenuto tecnologico e con forti potenzialità di crescita.
Secondo i dati del Registro della Camera di Commercio, che raccoglie le informazioni aggiornate sulle startup innovative a partire dal 2012, a fine 2023 sono oltre 12.000 le startup innovative iscritte a questo registro (dati aggiornati a novembre 2024), evidenziando un’accelerazione di nuovi soggetti iscritti al registro soprattutto negli ultimi anni. Si tratta di imprese specializzate prevalentemente nel mondo dei Servizi ICT, con un forte orientamento allo sviluppo di nuove soluzioni digitali dall’elevato contenuto tecnologico e attive su molteplici ambiti, che spaziano dal mondo della salute a quello di industria e agricoltura 4.0, dal settore culturale-turistico al mondo della formazione e del gaming, dal fintech ai servizi professionali in ambito legale, contabile e/o assicurativo. Si tratta di imprese di piccole-piccolissime dimensioni, che occorre supportare per far crescere e far entrare nella fase di scale-up: il sistema finanziario gioca, in questo senso, un ruolo cruciale, sia attraverso la messa a disposizione delle risorse necessarie a sostenere gli investimenti sia attraverso la consulenza e la fornitura di servizi.
Data ultimo aggiornamento 18 novembre 2024 alle ore 16:56:00