Economia del mare: SRM presenta il rapporto 2025 tra dazi e sostenibilità
4 luglio 2025
Il commercio via mare globale è aumentato del 2,1% nel 2024, raggiungendo 12,6 miliardi di tonnellate, e si prevede una crescita tra lo 0,2% nel 2025 e l'1,5% nel 2026. Nonostante l'incertezza economica globale, le guerre e i dazi, il trasporto marittimo dimostra di essere resiliente. È quanto emerge dal 12° Rapporto annuale "Italian Maritime Economy", presentato da SRM, Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, e intitolato "Protezionismo e dazi: impatti su shipping globale e modelli portuali. Il Mediterraneo al centro degli scenari tra intermodalità e sostenibilità".
Il Gruppo Intesa Sanpaolo supporta l'economia marittima, oltre che attraverso l'analisi e la ricerca specializzata di SRM, mediante ingenti investimenti e linee di credito, per rafforzare il sistema portuale e logistico italiano, in particolare nel Mezzogiorno, e la flotta navale: a tale scopo la Banca ha destinato €10 miliardi a sostegno degli investimenti per lo sviluppo del sistema industria-porti-logistica nel Mezzogiorno e al Centro-Nord.
“L’economia del mare ha un ruolo di primo piano negli scenari geopolitici e strategici internazionali. Intesa Sanpaolo è la prima banca anche in quest’area del Paese - come dimostra il forte impegno in termini di erogazione del credito alle nostre imprese e famiglie clienti in questi territori che nel primo trimestre di quest’anno è stato pari a circa € 2 miliardi - e vogliamo essere in prima fila nel sostenere il grande potenziale dell’economia italiana nel Mezzogiorno, oltre che tutto il cluster marittimo nell’affrontare le sfide che lo attendono”
Gian Maria Gros-Pietro, Presidente Intesa Sanpaolo
Di seguito gli highlights del Rapporto:
- Confermata la centralità del Mediterraneo: i 25 principali porti del Mediterraneo hanno movimentato 62 milioni di TEU lo scorso anno, con una crescita del 5,1%. Nonostante le tensioni geopolitiche abbiano incentivato le rotazioni per il Capo di Buona Speranza, la regione ha mantenuto la sua rilevanza.
- Italia protagonista nello short sea shipping: l'Italia si conferma leader in Europa nel traffico marittimo a corto raggio, con 302 milioni di tonnellate movimentate, il dato più alto di sempre nel Mediterraneo (quasi 628 milioni di tonnellate a livello europeo).
- Il traffico nel Canale di Suez: tra gennaio e maggio 2025, i transiti medi giornalieri attraverso Suez si sono ridotti del 18% in volume rispetto al 2024 e del 70% rispetto al 2023, soprattutto per container e car carrier. Tuttavia, si registra una positiva ripresa dei passaggi da parte di alcune compagnie di navigazione.
- Nuove vie di transito: il timore del disaccoppiamento economico spinge la ricerca di alternative. Gli USA promuovono il corridoio IMEC (o Via del Cotone), dall'India al Mediterraneo attraverso la penisola arabica, stimato per intercettare fino a €170-200 miliardi di interscambio commerciale da e verso l'Unione Europea. L'Italia aderisce a questo progetto.
- Porti come hub energetici: gli scali marittimi stanno diventando cruciali per il mercato energetico, fungendo da terminali di pipeline e centri di produzione di energie rinnovabili. Gli armatori investono sempre più in carburanti alternativi, con il GNL al 36,8% e il metanolo in crescita. In Italia, gli investimenti previsti per il Cold Ironing ammontano a quasi €1 miliardo.
- Resilienza dei porti italiani e investimenti: i porti italiani hanno movimentato 481 milioni di tonnellate di merci nel 2024 (+0,7%), con il mercato dei container che ha performato positivamente con 11,7 milioni di TEU (+6,5%), trainato dal transhipment. Per rafforzare la competitività, sono indicati progetti per €12,5 miliardi nel DEF 2025, mirati a migliorare l'intermodalità e i modelli green.
Scarica la sintesi del Rapporto Italian Maritime Economy 2025