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FUTURA: il nuovo progetto per il contrasto alla povertà educativa femminile

L’immagine che accompagna la news sul progetto FUTURA di sostegno all’emancipazione di ragazze e giovani donne in situazioni di bisogno, ritrae il viso di una giovane donna con gli occhi rivolti in alto

FUTURA è un progetto di sostegno dell’emancipazione di ragazze e giovani donne in situazioni di bisogno, nato dalla collaborazione tra Save the Children, Forum Disuguaglianze e Diversità e YOLK™, in collaborazione con Intesa Sanpaolo.

FUTURA è un progetto pilota della durata di due anni, avviato in tre territori caratterizzati da svantaggio socio-economico nelle città di Napoli, Roma e Venezia, e prevede lo sviluppo di alleanze territoriali grazie all’attivazione di tavoli di lavoro permanenti che coinvolgono famiglie, scuole, servizi sociali e associazioni attive sul territorio.

In particolare, il progetto FUTURA è dedicato a due fasce di età:

  • adolescenti, tra i 13 e i 18 anni, con focus relativo al conseguimento del titolo di studio o al reinserimento in un percorso formativo
  • giovani tra i 18 e i 24 anni, in riferimento al percorso di professionalizzazione ed emancipazione.

per un totale di 300 ragazze e giovani donne, tra cui 50 giovani madri.

I dati sulla povertà educativa in Italia

In Italia, più di 2 milioni di bambine, bambini, ragazze e ragazzi vivono in condizioni di povertà assoluta o relativa (dati 2021), e sono esposti al rischio di scontare questo svantaggio anche nel loro percorso educativo verso l’età adulta e l’autonomia, e di trovarsi senza le risorse necessarie per spezzare il circuito vizioso tra povertà economica e povertà educativa.

Approfondisci…

Guardando la serie storica di alcuni indicatori che caratterizzano la povertà educativa - l’accesso ai servizi socioeducativi per la prima infanzia e alle opportunità educative e culturali del proprio territorio e l’offerta educativa scolastica, per esempio - il quadro non sembra particolarmente mutato negli ultimi dieci anni: nonostante l’interesse da parte di istituzioni e società civile al fenomeno, le politiche messe in campo non sembrano essere state sufficientemente efficaci a contrastare il contraccolpo delle crisi che hanno investito il Paese, non riuscendo a ridurre i divari sociali e territoriali presenti nel Paese.

Divari che si intrecciano anche con il divario di genere, come dimostrano le 870.000 ragazze e giovani donne tra i 15 e i 29 anni, più di 1 su 5 (20,5%), che si ritrovano sospese nel limbo dei NEET (né studio, né formazione, né lavoro), in una proporzione maggiore rispetto agli uomini della stessa età (17,7%). Una disparità nell’inserimento lavorativo e nel raggiungimento dell’autonomia che si conferma anche negli anni successivi. Il 23,2% delle giovani donne tra 25 e 34 anni risulta infatti inattiva, e tra le giovani madri meno di una su due è occupata (il 45%), in un’età in cui la partecipazione al mercato del lavoro e alla vita attiva dovrebbe, al contrario, essere massima.

Il loro accesso all’occupazione mostra una relazione diretta con il livello del titolo di studio conseguito, e con la presenza dei figli.

Solo un terzo delle 25-34enni con al massimo la licenza media è occupato (si scende al 27% se ci sono figli), mentre il diploma superiore apre le porte del lavoro in più della metà dei casi (56% che scende al 47% con figli), e si raggiunge il 71,3% tra le giovani laureate, con una percentuale ancora maggiore in presenza di figli (72,6% - dati 2022).

Tutto questo avviene anche se nel percorso scolastico le ragazze conseguono risultati finali più brillanti nei diversi step, laureandosi anche in percentuale maggiore (il 33,3% delle giovani 30-34enni sono laureate rispetto al 20,4% dei giovani). Va però notato che le ragazze costituiscono la maggior parte degli iscritti ai licei (60,5%, contro il 39,5% di maschi), mentre sono in minoranza negli istituti tecnici (30%) o professionali (42,8%), e solo 1 laureata su 6 ha conseguito il titolo in una delle cosiddette aree STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), che afferiscono a settori con maggior richiesta di profili qualificati, contro una percentuale doppia nel caso dei laureati (1 su 3).

Il progetto FUTURA è stato presentato a Roma il 18 aprile, scopri cosa hanno detto i partecipanti

Carlo Messina, CEO di Intesa Sanpaolo

“Il nostro è un Paese in crescita dove, allo stesso tempo, vediamo aumentare le situazioni di grave difficoltà economica: è compito di tutti intervenire con forza per contrastare le povertà, anche - come in questo caso – quella educativa.

Il progetto Futura permetterà a 300 giovani donne che si affacciano alla vita, la formazione professionale in grado di aprire una porta verso l’autonomia economica per costruire il loro futuro.

Intesa Sanpaolo amplia così gli interventi a favore delle donne e dei giovani del nostro Paese composti da numerose iniziative nel sociale e con misure di credito a condizioni fortemente agevolate. Un sostegno – quello di Intesa Sanpaolo al progetto Futura – parte del nostro grande programma per la riduzione delle disuguaglianze nel Paese, un obiettivo che rientra a pieno titolo nel Piano di impresa 2022-2025”.

Carlo Messina, CEO di Intesa Sanpaolo

Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia

“È indispensabile rafforzare l’impegno per contrastare la povertà educativa che rischia di bloccare sul nascere le aspirazioni dei ragazzi e, in particolare, delle ragazze che crescono nel nostro Paese. Per queste ragioni nasce FUTURA, con l’obiettivo ambizioso di sperimentare un modello di intervento che fa leva sulle risorse educative e sociali dei territori e sul protagonismo delle ragazze e delle giovani donne.”

Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia

Andrea Morniroli, Co-coordinatore nazionale Forum Disuguaglianze e Diversità

“Oggi la complessità e la multifattorialità della povertà educativa sono tali che ci impongono risposte diversificate, sperimentali, flessibili. FUTURA è pensato come un progetto che sfida innanzitutto noi, soggetti che al progetto abbiamo dato vita insieme, nel trovare queste risposte che siano il più possibile adeguate ai bisogni e ai sogni delle ragazze che in questi due anni ci proponiamo di supportare. Ma sfida anche i territori in cui si realizza e le stesse persone beneficiarie. Si propone non solo come progetto concreto ma come spazio in cui dal fare e dallo sperimentare si vogliono trarre indicazioni di buona politica da offrire ai decisori, sia locali che nazionali.”

Andrea Morniroli, Co-coordinatore nazionale Forum Disuguaglianze e Diversità

Clementina Cordero di Montezemolo, Presidente YOLK™

“I neet in Italia – not in education, employment or training – sono per il 56% donne, ragazze che non studiano e non lavorano. Con FUTURA abbiamo scelto di non lasciare indietro le ragazze che, pur vivendo in un contesto di povertà materiale, hanno un sogno in ambito professionale. Andiamo incontro alle giovani mamme affinché possano prendersi cura dei figli ma fare anche altro, aiutiamo le ragazze migranti che sappiamo spesso relegate dalla famiglia a ruoli predeterminati e rigidi e invece vogliono fortemente seguire le proprie inclinazioni personali.  Con FUTURA sosteniamo lo YOLK, il cuore pulsante di 300 donne che ce la vogliono fare secondo i propri talenti ed aspirazioni.”

Clementina Cordero di Montezemolo, Presidente YOLK™

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