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COMUNICATO STAMPA


BANCA CR FIRENZE: ECONOMIA DEL MARE
PER RILANCIARE IL SISTEMA-PAESE


 Si rinnova nel segno della continuità l’incontro con imprenditori e operatori del settore organizzato dalla Banca del gruppo Intesa Sanpaolo

• Il settore marittimo è strategico per le relazioni internazionali dell’Italia con l’area MENA (Middle East and North Africa), con oltre il 76% dell’interscambio trasportato via mare

• Il bacino del Mediterraneo concentra il 19% del traffico mondiale via mare, il 25% dei servizi di linea container e il 30% del petrolio

• L’economia del Mare genera in provincia di Livorno un valore aggiunto di quasi un miliardo e rappresenta oltre il 12,5% dell’economia locale

• Il porto di Livorno è il 1° porto italiano nel segmento Ro-Ro (roll-on roll-off) con 11,4 milioni di tonnellate di merci, con un incremento del 5,4% rispetto al 2015

• I passeggeri transitati per lo scalo labronico nel 2015 sono stati oltre 2,7 milioni e di questi il 26% è riferito al traffico crocieristico.


Livorno, 1 dicembre 2016 - Parlare di Economia del Mare significa far riferimento ad un sistema che solo a Livorno genera un valore aggiunto circa 1 miliardo di euro e che conta 18.600 addetti. Si tratta dunque di un settore molto rilevante per l’economia: l’apporto della blue economy della provincia di Livorno rappresenta il 12,5% dell’economia locale, con oltre 1110 imprese del settore marittimo o ad esso collegati.
 
Una centralità del mare che emerge anche ampliando lo sguardo all’import-export tra Italia e area MENA (Middle East and North Africa): il settore marittimo è strategico, con oltre il 76% dell’interscambio trasportato via mare, per un valore che supera i 49 miliardi di euro al netto dei prodotti energetici (in crescita del 96,9% rispetto al 2001). L’export totale dell’Italia con Medio Oriente e Nord Africa è cresciuto del 64% tra il 2001 ed oggi, portandosi a 66,5 miliardi di euro.

Il bacino del Mediterraneo concentra il 19% del traffico mondiale via mare, il 25% dei servizi di linea container e il 30% del petrolio, strategico nella competizione commerciale ed infrastrutturale. Su questo terreno si gioca l’importante partita della portualità: avere un efficiente sistema logistico significa per le aziende italiane poter competere e cogliere le opportunità connesse ai traffici commerciali. Gli asset infrastrutturali sono necessari ai processi di internazionalizzazione verso i mercati più lontani, rendono efficiente la ‘filiera del mare’ - che va dall’impresa manifatturiera che sposta le merci fino a quella che le imbarca sulla nave per raggiungere la destinazione -, favoriscono gli investimenti provenienti dall’estero attraverso piattaforme portuali, interportuali e intermodali di primo livello.

Il mare è quindi un fattore di competitività che può dare valore aggiunto alle dinamiche di crescita. E il porto è un vero e proprio centro di interessi diffusi che può influenzare le scelte strategiche delle imprese e può essere il driver per raggiungere i nuovi mercati di sbocco. 

Su questi argomenti si è animato l’incontro “Economia del mare. Opportunità concreta per il territorio” organizzato da Banca CR Firenze e che si è svolto oggi presso la sede della Camera di Commercio di Livorno. Il Porto di Livorno è infatti una delle realtà che, ai fini dell’economia del mare, risulta tra le più strategiche in Italia: rappresenta una eccellenza italiana nel comparto Ro-Ro essendo al 1° posto con 11,4 milioni di tonnellate trasportate, al 4° per merci complessivamente movimentate (32,7 milioni di tonnellate).

Il traffico container pesa il 27% sul totale delle merci gestite dal porto, e con quasi 781 mila TEU movimentati nel 2015 Livorno è il 4° scalo italiano (nel 1995 i TEU movimentati erano 198mila: in questo arco di tempo questo tipo di traffico è dunque aumentato di 4 volte). A differenza di altri porti italiani, Livorno è il vero porto polifunzionale, con prospettive interessanti anche sul fronte della componente passeggeri.

L’incremento del 13,3% del traffico Ro-Ro su Livorno nei primi 9 mesi del 2016 è stato determinato dall’aumento dei veicoli movimentati a seguito dell’attivazione di nuovi servizi di linea dedicati alle Autostrade del mare dal gruppo Grimaldi. Complessivamente sono 2,7 milioni i passeggeri che transitano dal porto di Livorno nel 2015, 6° porto crocieristico in Italia con circa 700 mila crocieristi (il 26% del totale). Anche il turismo quindi come asset per la Toscana, che però necessita di adeguamenti infrastrutturali per garantire competitività rispetto ad altri porti dell’arco nord tirrenico.

L’incontro ha visto la partecipazione dei principali operatori del settore, istituzioni e rappresentanti del mondo imprenditoriale ed è stata aperto dalla presentazione di uno studio sulle relazioni economiche tra Italia e Mediterraneo illustrato da Massimo Deandreis, direttore generale Studi e Ricerche del Mezzogiorno (Gruppo Intesa Sanpaolo). Pierluigi Monceri, direttore generale di Banca CR Firenze e direttore regionale Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna di Intesa Sanpaolo, ha presentato uno studio approfondito sul Porto di Livorno, punti di forza e potenzialità da incentivare, mentre Stefano Casini Benvenuti, direttore dell’Irpet, ha focalizzato la sua analisi sull’economia livornese e le prospettive nel breve e medio periodo. L’incontro ha visto anche gli interventi di Claudio Pasquali, direttore generale Compagnia Portuale di Livorno, di Francesco Abate, short Sea Manager di Grimaldi Group, di Giovanna Colombini, presidente corso di laurea in Economia e Legislazione dei sistemi logistici dell’Università di Pisa, e di Stefano Visone, direttore commerciale Imprese Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna di Intesa Sanpaolo.

In termini di occupazione, a Livorno la blue economy conta ben 18.600 addetti, e sono oltre 16 i miliardi di euro di merci trasportate in Toscana ‘via mare’. Il porto di Livorno è il principale porto commerciale della regione ed è uno scalo polifunzionale che può davvero assurgere a ruolo di pivot di sviluppo dell’intera area costiera – spiega Pierluigi Monceri, Direttore Regionale Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna di Intesa Sanpaolo – purché sia messo a sistema con l’economia locale e sia di servizio alle aziende toscane attraverso una rete interna di logistica. Verrebbe incentivata da un lato la spinta all’internazionalizzazione delle imprese toscane e dall’altro lo sviluppo di politiche di attrazione degli investimenti e del turismo”.

La nostra ricerca evidenzia che nonostante il contesto di instabilità politica, il Mediterraneo è sempre più centrale nelle rotte globali e nelle strategie degli operatori marittimo-portuali – spiega Massimo Deandreis, Direttore Generale di SRM. Questo grazie al nuovo Canale di Suez, al crescente ruolo della Cina ed al recente allargamento del Canale di Panama che avrà impatti anche per noi. Livorno per la sua posizione geografica può cogliere le opportunità che si aprono e accettare la sfida competitiva che arriva da altri porti mediterranei. Puntare con più convinzione sul cluster marittimo diventa quanto mai strategico per una provincia dove l’economia del Mare genera un valore aggiunto di quasi un miliardo, rappresentando il 12,5% dell’economia locale e dove il porto di Livorno è il 1° porto italiano nel segmento Ro-Ro (roll-on roll-off) con 11,4 milioni di tonnellate di merci ed un incremento del 5,4% rispetto al 2015”.

Per informazioni:
Gruppo Intesa Sanpaolo
Ufficio Media Banca dei Territori e Media Locali
055 2612550 - stampa@intesasanpaolo.com

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