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INTESA SANPAOLO: MONITOR DISTRETTI INDUSTRIALI TRIVENETI AL QUARTO TRIMESTRE 2021. EXPORT +13%

NEL 2021 CIRCA 37 MILIARDI DI EURO DI EXPORT

  • I distretti del Veneto con più di 29 miliardi di euro di export toccano nel 2021 un nuovo record storico: +18,4 % sul 2020 e + 5% sul 2019
  • I distretti del Trentino-AA hanno superato i 5 miliardi di euro di esportazioni, segnando +14,3% sul 2020 e +6,3% sul 2019: forte la ripresa dell’agroalimentare e dellaMeccatronica di Trento
  • Il Friuli–VG supera i 2,7 miliardi di euro di esportazioni registrando i migliori tassi di crescita del Triveneto, +28,3% sul 2020 e +15,5% sul 2019, trainato dai distretti pordenonesi del sistema casa

Padova/Venezia, 21 aprile 2022.  E’ stato pubblicato il Monitor dei distretti industriali del Triveneto al quarto trimestre 2021, curato dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo.

Il 4° trimestre 2021 si è chiuso in modo brillante per i distretti del Triveneto con le esportazioni in crescita del 13% sul 2020 e del 9,7% sul 2019. Nel 2021 si sono sfiorati i 37 miliardi di euro, più di un quarto del totale nazionale, in aumento di 2 miliardi di euro rispetto ai valori esportati nel 2019 pari a una variazione annuale a prezzi correnti del +5,9%, nettamente superiore alla media nazionale (+4,1%). I distretti del Friuli-Venezia Giulia si sono distinti per maggiore dinamicità registrando nel 2021 +15,5% sui valori pre-pandemici, seguiti da quelli del Trentino-Alto Adige (+6,3%) e da quelli del Veneto (+5%).

La ripresa delle vendite nei mercati internazionali è stata diffusa ed in accelerazione nel 4° trimestre 2021 rispetto allo stesso periodo del 2019 in particolare nei distretti della lavorazione della plastica, della carta e imballaggi e delle biciclette, in quelli del sistema casa (mobili, elettrodomestici e marmi), del settore orafo e dell’occhialeria, della metalmeccanica.

Tali risultati risentono in parte del forte rialzo dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici che si è registrato nella seconda metà del 2021 e si è accentuato negli ultimi mesi dell’anno, provocando spinte inflative ed effetti sui prezzi esteri alla produzione dei prodotti venduti sul mercato estero di alcuni comparti come il legno (+9,6% tasso di incremento del 4° trimestre 2021 su 2019), della carta (+9%), della plastica (+12%), dei metalli preziosi (+34%) e della metallurgia (+49,5%).

Gli Stati Uniti risultano il mercato che ha maggiormente trainato la crescita dei distretti del Triveneto nel 2021, in ulteriore accelerazione tra ottobre e dicembre; seguono per dinamicità i mercati europei (+9,6%) e quelli del Medio Oriente (+9,6%).

Nel quadrante dell’Europa Centro-Orientale, il conflitto russo-ucraino rende più incerta la promettente crescita dei distretti Triveneti dell’ultimo periodo: questi registrano contenute esportazioni verso la Russia e l’Ucraina, (poco meno di un miliardo di euro nel 2021 pari al 2,6% del totale), ma con incidenze più rilevanti sia per i distretti del sistema casa (4%) sia per quelli della metalmeccanica (+3,5%). Alcuni distretti in particolare presentano concentrazioni rilevanti delle esportazioni verso Russia e Ucraina: i Mobili in stile di Bovolone sono i più toccati dal conflitto con una quota del 16,4%; seguono gli Elettrodomestici di Treviso con un peso del 7,4%, i Mobili del Bassanese con il 6,8%, i Sistemi di Illuminazione di Treviso e Venezia con il 5,6%, le Macchine agricole di Padova e Vicenza con il 5,4%, la Termomeccanica di Padova con il 5,3% e la Meccanica strumentale di Vicenza con il 4,1%.

I distretti del Veneto

I distretti del Veneto con più di 29 miliardi di euro di esportazioni toccano nel 2021 un nuovo record storico: una crescita del 18,4 % sul 2020 e del 5% sul 2019. Dei 27 distretti monitorati 21 hanno superato i livelli pre-pandemici e di questi 13 con incrementi a doppia cifra. I mercati di sbocco trainanti sono risultati essere gli Stati Uniti, la Germania, la Francia, la Polonia e il Belgio; tra quelli che invece non hanno recuperato i livelli del 2019 i più rilevanti sono il Regno Unito, la Svizzera e la Spagna.

Nel 2021 la migliore performance per valori esportati è stata quella dell’Oreficeria di Vicenza (+326,2 milioni di euro sul 2019, pari a +23,5%) grazie alla ripresa della domanda mondiale di gioielli in oro che ha completamente recuperato i livelli del 2019 e all’effetto trainante degli Stati Uniti, primo mercato di riferimento del distretto veneto con più di un quarto delle esportazioni, nel quale l’incremento rispetto al pre-crisi è stato del +81%. Hanno dimostrato buona dinamicità anche il Sud Africa, la Malaysia (mercato che ha registrato un balzo rilevante durante la pandemia più che raddoppiando gli acquisti) e gli Emirati Arabi Uniti.

Gli Elettrodomestici di Treviso raggiungono 1,5 miliardi di euro di esportazioni superando anche la crescita formidabile già osservata durante la fase pandemica (+18,7% sul 2020 e +27,6% sul 2019) sostenuti dalle eccezionali vendite in Germania, Belgio, Francia, Spagna e Cina. Il conflitto russo-ucraino espone il distretto per il 7,4% delle esportazioni totali: nel 2021 sono stati esportati beni in Russia per 82,6 per milioni di euro (il 5,5% del totale), in crescita del 18,9% sul 2019 ed in Ucraina per 28 milioni di euro (pari al 1,9% del totale) in brillante aumento sul 2019 (+33,4%).

Le Materie plastiche di Treviso, Vicenza e Padova superano i 2,1 miliardi di euro e salgono al 4° posto per valore dell’export tra i distretti veneti: dimostrano alta dinamicità sia sul 2020 (+20,8%) sia sul 2019 (+16,3%) soprattutto nei principali mercati europei (Germania, Francia, Spagna, Polonia e Romania). Le difficoltà legate all’aumento dei prezzi delle materie prime vengono avvertite in misura diversa a seconda della specializzazione e del tipo di clientela.

Crescita rilevante anche per la Termomeccanica di Padova (+155 milioni di euro pari al +12,7% rispetto al 2019 e +18% sul 2020) registrata nei principali mercati di sbocco europei, negli Stati Uniti, e con balzi consistenti dei volumi di export in nuovi mercati come Israele (+106,8%) India (+153,8%) e Irlanda (+209,2%). Verso Russia e Ucraina il distretto ha diretto rispettivamente il 4,2% e l’1% del totale esportato: nel 4° trimestre 2021 si erano già osservate delle difficoltà con cali consistenti (in Russia del -39,1% e in Ucraina del -14,1% sullo stesso periodo 2020).

Le Biciclette di Padova e Vicenza che non avevano interrotto la fase espansiva nemmeno nell’anno pandemico, segnano un’ulteriore accelerazione nel 2021 e registrano un balzo del 43% sul 2019, con maggiore crescita delle esportazioni in Romania, Germania, Francia e Regno Unito. Il Grafico Veronese, spinto soprattutto dal comparto del cartone e della carta per imballaggio e dall’aumento del commercio online, ha segnato un buon incremento (+11,4% sul 2019) sostenuto dalle vendite nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Germania.

Nei distretti dell’agro-alimentare spiccano le Carni di Verona (+626 milioni di euro, pari al +18,2% sul 2019) trainate dai quattro principali mercati di sbocco, Germania, Francia, Austria e Croazia, tutti con crescita a doppia cifra sul 2020. I Dolci e pasta veronesi hanno registrato il maggior incremento sul pre-crisi (+22,5% sul 2019) grazie al contributo del mercato inglese, seguito da quelli di Germania, Stati Uniti e Ungheria. I vini dei distretti veneti toccano nuovi record di export: il Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene raggiunge 829 milioni di euro con una crescita dell’11,2% sul 2019 e i Vini del veronese superano 1,1 miliardi di euro con un incremento del 5,3% sul pre-crisi. Se si confrontano questi valori con quelli del 2008 la diffusione del Prosecco nei mercati esteri è più che triplicata, mentre quella dei Vini del Veronese è cresciuta dell’83,5%: gli Stati Uniti, insieme al Regno Unito e al Canada, sono i protagonisti di questo successo. Nel 2021 per entrambi i distretti si è registrata una brillante ripresa in Germania, Svizzera e Austria, mentre il Regno Unito non è ancora tornato sui livelli pre-pandemia. Poco rilevanti le esportazioni verso Russia e Ucraina (1,6% sul totale) anche se con dinamiche brillanti negli ultimi 2 anni.

L’ittico del Polesine e del Veneziano con 96 milioni di euro si avvicina ai livelli delle esportazioni del 2019 grazie alla ripresa della domanda in Germana, Francia, Croazia e Spagna. Il rincaro dei prezzi energetici si ripercuote lungo tutta la filiera del distretto a cominciare dalla pesca, che diventa non economica e provoca il fermo delle barche, fino alla fase di lavorazione e alla trasformazione alimentare che utilizza pesce importato, rincarato del costo del trasporto che non si riesce più a scaricare sul cliente finale.

Nel sistema moda recuperano i livelli pre-crisi: l’Occhialeria di Belluno (+88 milioni di euro e +3,1% sul 2019) grazie principalmente alle vendite negli Stati Uniti più che triplicate e alla crescita in Francia e Regno Unito; la Calzatura veronese che ha segnato una crescita del 14,8% sul 2020 e del 13,6% sul 2019, trainata dalla Polonia, dagli Stati Uniti e dalla Germania; la Calzatura Sportiva e sportsystem di Montebelluna che ha superato gli 1,5 miliardi di euro di esportazioni (+42,9 milioni di euro pari a +2,9% sul 2019) grazie a Germania, Stati Uniti, Francia e Romania. Le Calzature del Brenta e la Concia di Arzignano restano invece con livelli di export inferiori al pre-crisi, rispettivamente del -11,9% e del -7,3%, nonostante la ripresa del mercato francese (+45,8% sul 2020 per le Calzature del Brenta e del +37,4% per la Concia di Arzignano). Le tensioni dei prezzi si fanno sentire maggiormente per le concerie che lavorano per le pelletterie di fascia medio-bassa, mentre minori problemi vengono avvertiti dalle imprese inserite nella filiera automotive di fascia alta.

Tra i distretti della metalmeccanica veneta crescono sia le Macchine agricole di Padova e Vicenza (+86,8 milioni di euro, pari a +12,5% sul 2019), sia la Termomeccanica scaligera (+48,6 milioni di euro pari a +3,3% sul 2019). I mercati di sbocco più importanti per le macchine agricole sono stati Francia, Stati Uniti, Germania, Bangladesh e Polonia: il distretto è poi particolarmente esposto verso Russia e Ucraina (42,4 milioni di euro nel 2021, pari al 5,4% del totale). La Termomeccanica scaligera è stata trainata da Francia, Germania, Israele e Stati Uniti, e i livelli di esportazioni verso Russia e Ucraina sono contenuti (38,2 milioni di euro, pari al 2,5% del totale). La Meccanica di Vicenza, che ha risentito maggiormente della scarsità delle materie prime e dei ritardi negli approvvigionamenti, resta al di sotto dei livelli del 2019 di 95,7 milioni di euro (pari a -4%), pur mostrando una buona ripresa in Francia, Germania, Pakistan e Stati Uniti: l’esposizione verso Russia e Ucraina è significativa (92,9 milioni di euro pari la 4,1%).

Positivo il 2021 per le esportazioni dei distretti del sistema casa veneto, tutti in crescita sia rispetto al 2020 che al 2019: spiccano il Marmo e granito di Valpolicella (+65,1 milioni di euro pari a +17,6% sul 2019) trainato da Stati Uniti, Germania e Kuwait; il Mobile del bassanese (+61,3 milioni di euro pari a +15,3% sul 2019) grazie a Germania, Stati Uniti, Francia e Polonia; il Legno e arredo di Treviso (+46,6 milioni di euro pari a +2,3% sul 2019) che si è rafforzato nei mercati consolidati di Francia e Regno Unito e ha avuto un balzo delle vendite in Polonia; i Sistemi per l’illuminazione di Treviso e Venezia crescono leggermente (+3,1% sul 2019) sostenuti da Germania, Stati Uniti e Francia; i Mobili in stile di Bovolone recuperano (+6,4% sul 2019) sulla spinta di Stati Uniti, Ungheria e Francia; i Prodotti in vetro di Venezia e Padova (+2,3% sul 2019) si riprendono principalmente negli Stati Uniti, Spagna e Regno Unito.

L’esposizione verso Russia e Ucraina è particolarmente significativa per il Mobile in stile di Bovolone, con una quota del 16,4% sul totale, anche se già nel 2021 le esportazioni verso il mercato russo avevano dato segnali negativi (-5,1%). Rilevante l’incidenza delle esportazioni verso i due paesi in conflitto anche per il Mobile del bassanese (6,8% del totale) e per i Sistemi di Illuminazione di Treviso e Venezia (5,6%).

I distretti del Trentino-Alto Adige

Nel 2021 le esportazioni dei distretti del Trentino-Alto Adige hanno superato i 5 miliardi di euro, segnando una crescita del 14,3% sul 2020 e del 6,3% sul 2019: solamente 2 dei 10 distretti monitorati restano al di sotto, anche se per poco, dei livelli pre-pandemici (la Meccatronica dell’Alto Adige e il Porfido di Val di Cembra). Tra i mercati di sbocco trainanti si evidenziano il Messico, il Belgio, gli Stati Uniti e la Cina. L’esposizione dei distretti del Trentino-Alto Adige verso Russia e Ucraina, rimane molto contenuta (1,5%).

I distretti agro-alimentari del Trentino-Alto Adige hanno tutti recuperato i livelli di export del 2019: le Mele dell’Alto Adige sono cresciute di 97,3 milioni di euro (pari a +21,6%), grazie a Germania, Repubblica Ceca e Regno Unito e alla grande ripresa nel 2021, anche di mercati lontani come India e Arabia Saudita. L’intensità dell’incremento delle Mele del Trentino è ancora più brillante (+36,6% pari a +31,1 milioni di euro) grazie ai mercati primari di riferimento come la Spagna, l’Egitto ed Israele e l’espansione in mercati lontani come Colombia, Kuwait, Qatar ed Ecuador. La ripresa dei Vini e distillati del Trentino è stata robusta (+13,5% sul 2019 pari a +52,5 milioni di euro) grazie alle conferme del mercato statunitense, dei Paesi Bassi e alla sorprendente ascesa del mercato belga (+109,4% sul 2020 e +202,4% sul 2019) come sbocco legato all’attivazione di nuovi centri di acquisto e di logistica di grandi catene retail del Regno Unito per semplificare le procedure fiscali e doganali. Il Belgio appare anche come mercato trainate per i Vini e distillati di Bolzano che crescono in modo più moderato (+4,5% sul 2019) grazie anche alle vendite nei Paesi Bassi, negli Stati Uniti e in Danimarca. Le Marmellate e succhi di frutta del Trentino-Alto Adige segnano un incremento del 4,5% sul 2019 trainate da Francia, Belgio e Spagna. I Salumi dell’Alto Adige che erano cresciuti durante la pandemia stabilizzano le esportazioni che rimangono comunque superiori al 2019 (+3,2% pari a +2,3 milioni di euro) grazie ad una brillante crescita negli Stati Uniti.

La Meccatronica di Trento segna nel 2021 una buona ripresa (+89,8 milioni di euro pari a +7,4% sul 2019 e +33,0% sul 2020) grazie alla crescita delle macchine di impiego generale e delle macchine per l’agricoltura e all’espansione nel mercato cinese (+35 milioni di euro sul 2019) e nel Regno Unito, in Finlandia, in Germania e in Ungheria. Il mercato russo dava segnali di buona dinamicità prima del conflitto (+5,2 milioni di euro pari al +17,6% sul 2019). La Meccatronica dell’Alto Adige presenta ancora un saldo negativo sui livelli pre-pandemici (-14,6 milioni di euro pari a -0,9%) a causa della mancata ripresa di domanda nei mercati di Austria e Germania; crescita eccezionale invece in Messico (+60,3 milioni di euro) grazie al comparto funiviario urbano.

Infine, il Legno e arredamento dell’Alto Adige presenta una buona crescita (+16 milioni di euro pari al +4,1% sul 2019) grazie a Francia, Svizzera e Austria e il Porfido di val di Cembra torna sui livelli pre-crisi grazie alle esportazioni in Belgio, Danimarca e Kuwait.

I distretti del Friuli-Venezia Giulia

Il sistema distrettuale del Friuli–Venezia Giulia presenta nel 2021 i migliori tassi di crescita del Triveneto. Supera infatti i 2,7 miliardi di esportazioni, con una crescita del +28,3% sul 2020 e del +15,5% sul 2019, sostenuto dalle performance dei distretti pordenonesi del sistema casa. Tra i mercati trainanti si confermano Stati Uniti, Francia e Regno Unito, e si sono evidenziati per dinamicità nuovi mercati come Canada e Repubblica di Corea. L’esposizione verso Russia e Ucraina è contenuta al 2,6%, e negli ultimi due anni il mercato russo ha dato segnali di progressivo calo.

Il distretto del Mobile e pannelli di Pordenone tocca un record storico con 1,2 miliardi di euro di esportazioni, con una crescita che non si è interrotta durante il periodo pandemico, pari a +40,4% sul 2020 e a +34,4% sul 2019. Tra i comparti spicca l’incremento delle esportazioni di mobili (+288 milioni di euro) e tra i mercati si evidenziano Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Canada e Svizzera. Il mercato russo (che pesa per il 2,5% sul totale del distretto) ha dato segnali tra ottobre e dicembre 2021 di forti difficoltà (-33,7%). Per quanto riguarda le importazioni di legno e prodotti in legno c’è preoccupazione tra gli operatori, che temono un peggioramento dell’approvvigionamento in seguito alla guerra (il 5,2% del totale nazionale importato proviene dalla Russia e Ucraina) e spingono per rivalorizzare la filiera italiana della trasformazione del legno. Il distretto della Sedia e complementi di arredo di Udine nonostante la ripresa sul 2020 (+16,4%) non riesce a recuperare i livelli del 2019 (-4,1%) per le difficoltà del comparto contract; buoni segnali di crescita si registrano in Danimarca, Francia, Tunisia e Germania.

Gli Elettrodomestici di Pordenone segnano un ottimo risultato (+47,3 milioni di euro pari a+13,3% sul 2019) grazie al traino di Francia, Germania, Polonia e Paesi Bassi. Il conflitto russo-ucraino ha acuito il problema dell’approvvigionamento dell’acciaio piano, proveniente dalle acciaierie di Mariupol in Ucraina, e la necessità di cercare altri fornitori più lontani da Brasile e Cina con aggravi dei costi della logistica.

Nel settore agro-alimentare buona crescita dei Vini e distillati del Friuli (+21,7 milioni di euro pari a +14,9% sul 2019), grazie alle vendite nei Paesi Bassi, in Germania e Spagna. Anche la Russia (peso dell’1,8% sul totale) aveva contribuito con aumenti di acquisti che non si erano fermati con la pandemia, anzi erano cresciuti più che raddoppiando i valori del 2019 (da 1,4 a 3 milioni di euro). Il Prosciutto di San Daniele aumenta ulteriormente la sua espansione internazionale (+10,9 milioni di euro sul 2019 pari al +23,3%), crescendo sulla spinta di Stati Uniti, Vietnam e Regno Unito, nonostante le difficoltà incontrate in mercati storici come Germania e Austria. Secondo i dati del Consorzio di tutela San Daniele Dop la produzione del 2021 si è arrestata sotto i livelli pre-covid (2,6 milioni di cosce), mentre le vendite anche sul mercato interno hanno ristabilito le quote del 2019. Il Caffè di Trieste recupera quasi completamente il calo delle esportazioni del 2020 (-0,2% sul 2019) grazie all’eccezionale crescita della Repubblica di Corea (+16,4 milioni di euro rispetto al 2019) che assume ormai un peso del 9,7%, terzo mercato dopo Stati Uniti e Grecia.

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