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Idrogeno: un’occasione di sviluppo per Italia e il Mediterraneo

Idrogeno: un’occasione di sviluppo per Italia e il Mediterraneo

Intesa Sanpaolo, mediante SRM (Centro Studi collegato al Gruppo), ha collaborato alla realizzazione del nuovo MED & Italian Energy Report, il Rapporto annuale sull’energia stilato insieme con l’ESL@Energy Center del Politecnico di Torino, quest’anno intitolato “The new game of hydrogen in the Euro Mediterranean region”.

Dallo studio emerge la sfida della transizione verso la sostenibilità che riguarda il Mediterraneo, per la quale è fondamentale l’interazione tra le 3 commodity energetiche (energia elettrica, idrogeno e gas) al fine di costruire un nuovo dialogo energetico basato sulle energie rinnovabili, con ricadute positive per l’intera regione.

Una particolare attenzione nelle analisi del Rapporto è posta sulle prospettive di penetrazione dell'idrogeno nel Mediterraneo.

I Paesi europei hanno già inserito l’idrogeno nella strategia del Green Deal, tradotto in obiettivi specifici su energie rinnovabili, efficienza energetica ed emissioni di GHG attraverso il pacchetto “Fit for 55” nel 2021; inoltre, nel 2020, la Commissione Europea ha pubblicato la Strategia Europea per l’Idrogeno e la Strategia di Integrazione del Sistema Energetico (che include l’idrogeno tra i suoi pilastri). Viceversa, le regioni del Medio Oriente e del Nord Africa a volte mancano ancora di strategie organiche sulla penetrazione dell’idrogeno, anche se alcuni paesi (Giordania, Qatar, Arabia Saudita e Tunisia) hanno individuato nell’idrogeno una commodity che può aiutare a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.

Un’analisi di scenario a medio termine (fino al 2040) mostra che un approccio cooperativo tra le tre sponde consente di soddisfare la stessa domanda di idrogeno con una capacità installata complessiva di 36 GW inferiore a quella richiesta se si adotta un approccio orientato all’autosufficienza da parte di ciascuna sponda, grazie a un migliore sfruttamento delle risorse disponibili nell’intera regione.

L’Europa, rispetto alle altre grandi aree mondiali, ancora dipende fortemente dalle importazioni di energia ma si muove più rapidamente sulla strada della sostenibilità, sebbene permanga una forte dipendenza dall’estero che è pari al 58%.

I Paesi del Sud del Mediterraneo dal canto loro sono ancora molto dipendenti dalle fonti fossili per la generazione elettrica.

Per quanto riguarda l’Italia, il nostro Paese è ancora fortemente dipendente dall’estero per le importazioni di combustibili fossili, cosa che lo rende vulnerabile quanto a sicurezza energetica. C’è tutto l’interesse, quindi, a sviluppare efficienza, risparmio energetico e fonti rinnovabili.

La dipendenza energetica dall’estero è pari al 77%, alla quale contribuiscono maggiormente le forti importazioni di petrolio e, soprattutto, il gas naturale.

Per il gas la dipendenza del nostro Paese dalle importazioni è pari al 93% (contro una media europea di circa il 70%). La produzione elettrica è stata coperta per il 17,6% dall’idroelettrico e per il restante 24,7% dalle fonti eolica, geotermica, fotovoltaica e dalle bioenergie.

Per il maggiore peso dell’idroelettrico e per le bioenergie si distinguono le regioni del Nord (oltre il 90% della produzione hydro ed oltre il 70% della produzione da bioenergie). Mentre eolico e fotovoltaico prevalgono maggiormente nella produzione delle regioni del Mezzogiorno (rispettivamente il 96,4% ed il 41% della produzione).

Sfruttando la sua posizione geografica, la sua vasta rete infrastrutturale e un solido know how scientifico e progettuale, l’Italia potrà assumere un ruolo baricentrico tra il Sud e il Nord dell’Area Euro-Mediterranea, attraverso la realizzazione di un HUB di collegamento per il trasporto e la distribuzione dell’idrogeno.

I porti possono diventare veri e propri punti di rifermento per quanto riguarda l’idrogeno e si prestano in modo particolare ad ospitare delle “hydrogen valley”.

Una discreta attività c’è anche nel nostro Paese, dove alcune Autorità portuali hanno avviato iniziative che guardano in questa direzione.

Scarica la sintesi del MED & Italian Energy Report 2021

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