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Accordo con Coldiretti per il rilancio dell’agricoltura italiana

L’immagine che accompagna la News sull’accordo con Coldiretti per il rilancio dell’agricoltura italiana ritrae un grande campo coltivato e verdeggiante su cui è al lavoro un macchinario agricolo

Intesa Sanpaolo e Coldiretti hanno siglato un accordo per il rilancio dell’Agrosistema italiano che prevede €3 miliardi a disposizione delle piccole e medie imprese associate, a supporto dei primi bandi previsti dal PNRR per il settore: la collaborazione faciliterà l’accesso delle aziende agricole ai bandi e renderà disponibili strumenti dedicati che consentiranno di massimizzare i benefici dell’intervento pubblico.

Tra le misure previste da Intesa Sanpaolo a supporto delle imprese agricole associate a Coldiretti:

  • soluzioni per ottenere l’anticipazione dei contributi a fondo perduto e richiedere impegni di firma per abilitare l’inoltro della richiesta di anticipazione del contributo a fondo perduto al Ministero 
  • inoltre, laddove il contributo pubblico non dovesse coprire l’intero ammontare dell’investimento, Intesa Sanpaolo affiancherà le aziende con finanziamenti la cui durata potrà arrivare fino a 30 anni ed importo fino al 100% della spesa, anche con garanzia sussidiaria ISMEA e Green di Sace.

A disposizione delle imprese associate a Coldiretti anche strumenti come la piattaforma “Incent now”, per individuare rapidamente le opportunità su misure e bandi promossi nell’ambito del PNRR, e finanziamenti S-Loan Agribusiness, per favorire gli investimenti in forme di tutela contro i rischi del cambiamento climatico, cogliendo le opportunità derivanti dall’adozione di modelli di business più sostenibili.

Intesa Sanpaolo dedica alle imprese del settore agricolo la massima attenzione: incentiva la diffusione di imprese condotte da giovani imprenditori, anche attraverso il passaggio generazionale, mettendo a disposizione soluzioni dedicate alla fase di avvio dell’attività; valorizza le filiere produttive del settore, attraverso il Programma Sviluppo Filiere, grazie al quale le PMI fornitrici strategiche del champion beneficiano di migliori condizioni di accesso al credito; mette inoltre a disposizione le risorse e i professionisti della propria Direzione Agribusiness, il centro di eccellenza del Gruppo dedicato all’agricoltura.

Di seguito un’analisi della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo dedicata al comparto e le relative slide:

LO SCENARIO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE ITALIANO – giugno 2022

LO SCENARIO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE ITALIANO – giugno 2022

A cura della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo

  • Lo scenario in cui si muoveranno le imprese agro-alimentari italiane si è fatto più complesso dopo lo scoppio della guerra Ucraina-Russia. L’impatto più evidente e immediato è sui prezzi degli input produttivi, in primis quelli energetici, a cui la filiera agro-alimentare risulta particolarmente esposta, sia direttamente sia indirettamente, attraverso i costi della logistica e l’acquisto di materiali energivori. Hanno registrato forti rincari infatti anche molti altri prodotti fondamentali nella filiera, che evidenziavano già degli elevati incrementi dei prezzi prima della guerra: spicca il balzo di oltre il 30% per i fertilizzanti registrato nei primi tre mesi del 2022.
  • L’impatto dei rincari delle bollette energetiche peserà sui bilanci delle famiglie portando ad una minore dinamica attesa nei consumi, in particolare per quanto riguarda i paesi europei, e a maggiori difficoltà nel traslare a valle i rincari di costo. Tuttavia, per l’agro-alimentare italiano la domanda potrà giovarsi dell’effetto positivo della fase di riapertura post-pandemia: nel complesso dei principali sbocchi commerciali del Food Made in Italy le attese sui consumi rimangono orientate ampiamente in positivo, grazie alla riattivazione delle attività sociali e dei movimenti turistici.
  • Alla complessità dell’attuale scenario vanno poi aggiunte alcune sfide cruciali nel medio periodo, tra cui la popolazione mondiale in crescita, il cambiamento climatico, gli eventi estremi sempre più frequenti, la crescente desertificazione e la conseguente perdita di biodiversità: tutto questo rende necessario ripensare un modello produttivo che renda disponibili risorse alimentari sempre più sostenibili e meglio distribuite a livello globale.
  • Il sistema agro-alimentare italiano può contare su alcuni fattori di competitività: innanzitutto la forza dei territori: ben sei regioni italiane (Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Sicilia, Puglia e Campania) primeggiano anche in ambito europeo e compaiono nel ranking delle prime quindici regioni europee a maggior valore aggiunto nel comparto agricolo. Per quanto riguarda la diversificazione e la biodiversità, poi, l’Italia supera tutti con il 75% del vigneto nazionale coperto da oltre 80 vitigni, un numero di gran lunga superiore rispetto ai due principali competitor, Francia e Spagna, che ne contano meno di 15. La biodiversità è anche garantita dall’elevata quota di superficie dedicata a bosco (16,3%): nel contesto europeo solamente la Spagna raggiunge una quota simile, mentre Francia e Germania hanno percentuali molto inferiori (rispettivamente 3% e 8%). La forza dei territori, la qualità e la diversità dell’offerta agroalimentare italiana sono testimoniati dalle 876 certificazioni DOP/IGP presenti nel nostro Paese (seconda la Francia con 750 certificazioni). Tali fattori hanno consentito alla filiera di conquistare un ottimo posizionamento qualitativo sui mercati internazionali: l’Italia nel 2020 si conferma il sesto esportatore mondiale di prodotti agro-alimentari, con una quota del 4%, ma sale in quarta posizione (con una quota del 5,3%) nella fascia alta di mercato (limitandosi ai soli prodotti agricoli si passa dalla 19° alla 14°posizione). Le esportazioni agroalimentari hanno fatto segnare un nuovo record nel primo trimestre del 2022 (+10,4% i prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, +21,5% l’industria alimentare, delle bevande e del tabacco), dopo aver raggiunto il massimo storico di 52 miliardi in valore nel 2021.
  • Per sostenere la crescita dell’agro-alimentare italiano, occorrerà puntare su un mix articolato di priorità: da una survey condotta da Intesa Sanpaolo presso la rete delle proprie filiali Agribusiness, la struttura della banca interamente dedicata alla filiera, spiccano ai primi posti tra gli interventi strategici per le imprese agroalimentari italiane l’intensificazione dei rapporti di filiera, gli investimenti in capitale umano e le innovazioni in ottica Agricoltura 4.0.
  • Gli investimenti in innovazione e in agricoltura di precisione saranno fondamentali anche per fronteggiare i cambiamenti climatici e venire incontro alle esigenze dei consumatori che richiedono prodotti sempre più biologici e sostenibili: negli ultimi anni sono stati fatti notevoli passi in avanti nell’estensione della superficie agricola coltivata con soluzioni di Agricoltura 4.0, arrivando al 6% della SAU nel 2021 (era l’1% nel 2017), in avvicinamento verso l’obiettivo del 10% indicato dalle Linee guida per lo sviluppo dell'Agricoltura di precisione in Italia.
  • Innovazione e digitalizzazione richiedono maggiori investimenti in capitale umano, accompagnati da un più veloce passaggio generazionale. Secondo le stime Coldiretti su dati delle Camere di Commercio tra il 2016 ed il 2021 il numero di aziende agricole a conduzione giovanile (under 35) è cresciuto, in controtendenza rispetto al numero complessivo di aziende, aumentando in maniera significativa la loro quota.
  • Elevata è inoltre la componente straniera dei lavoratori agricoli (il 20%) a cui va rivolta particolare attenzione anche per i risvolti sociali e di integrazione culturale che ne derivano.
  • Il legame con il territorio resta fondamentale e verrà ancora più valorizzato nei rapporti di filiera: sempre secondo la survey condotta presso le filiali Agribusiness, il 34% delle imprese agro-alimentari stanno cercando nuovi fornitori per fronteggiare le criticità riscontrate, con buone opportunità per i fornitori italiani e/o europei rispetto a quelli più lontani.
  • Il PNRR potrà garantire supporto: sono 6,8 miliardi i fondi dedicati all’agro-alimentare, destinati agli investimenti in innovazione e meccanizzazione, nella logistica, nell’agri-solare, nello sviluppo del biogas e del biometano e nella resilienza dell’agro-sistema irriguo. Tuttavia, la conoscenza degli strumenti messi a disposizione è ancora limitata: solo il 30% delle aziende agro-alimentari italiane conosce le linee programmatiche (e ancora meno, il 7% conosce anche i risvolti operativi per lo sviluppo strategico del proprio business) mentre oltre la metà ne ha una conoscenza insufficiente o nulla.
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