Non solo Marie Kondo: 5 metodi per riordinare casa
Tra le tante attività della nostra routine, riordinare casa rientra forse tra le meno piacevoli. Trovare il giusto metodo può aiutarci a farlo con semplicità e senza stress, riducendo i tempi e scoprendo nuovi spazi.
Tra le tante fonti di stress che si susseguono durante la giornata, una buona fetta si può identificare con il “sovraccarico”: sovraccarico di impegni, sovraccarico di notifiche, sovraccarico di oggetti. Già, perché tutti i beni materiali che ci circondano portano con sé una certa dose di stimoli nervosi: speranze, sogni, più spesso ricordi, positivi o negativi. È per questo motivo che poi si avverte un certo senso di disagio quando, nel giorno delle pulizie di primavera, decidiamo di liberarci di qualcosa. Sempre più persone soffrono la costante confusione della propria abitazione, tanto da voler trascorrere meno tempo possibile al suo interno.
La parola d’ordine è fare spazio. Meno ci circondiamo di “cose”, più il cervello si rilassa e riesce a concentrarsi sulle attività importanti.
Ma da dove iniziare? Ecco alcuni metodi di riordino e smaltimento per restituire il giusto ruolo ai nostri ambienti domestici, cioè farci sentire accolti e protetti. Tecniche diverse, accomunate da un’unica filosofia: per dirla alla Mies Van Der Rohe, “Less is more”. Eccole:
1. Metodo Marie Kondo
2. Metodo Kaizen o metodo 5 S
3. Decluttering
4. Riciclo e upcycling
5. “Te lo regalo se vieni a prenderlo”
Metodo Marie Kondo
Chi non ha mai sentito parlare di Marie Kondo negli ultimi anni? Il suo successo si deve alla pubblicazione di un bestseller mondiale, “Il magico potere del riordino”, diventato poi una docu-serie tv a puntate. Kondo coniuga il minimalismo giapponese e la sua personale visione degli spazi domestici nel metodo Konmari, secondo il quale riordinare la propria casa equivale a mettere ordine anche nella propria vita.
Nel corso degli anni accumuliamo molti oggetti, anche se molti di essi con il passare del tempo non ci occorrono più.
Eppure continuiamo a conservarli, lasciando che siano loro a controllarci e a metterci pressione.
Il metodo Konmari prevede, un passo alla volta e dividendo tutto per categorie, di liberarsi delle cose futili per aiutare a fare spazio non solo nella propria casa o in ufficio, ma anche nella propria vita.
Solo accantonando ciò che è vecchio possiamo davvero riuscire ad accogliere il nuovo.
Nonostante l’apparente rigidità del metodo, si possono trovare spunti interessanti per l’organizzazione dell’armadio - c’è un metodo salvaspazio per piegare i vestiti - e nell’approccio allo smaltimento degli oggetti “komono”, quelli senza una categoria di utilizzo precisa.
Metodo Kaizen
Sempre dal Giappone arriva il metodo Kaizen (o “delle cinque S”), stavolta basato non su categorie ma su comportamenti precisi. Kaizen è un termine composto dalle due parole “Kai” (miglioramento, cambiamento) e “Zen” (buono, migliore) e si può tradurre come “miglioramento continuo”. Quali sono queste cinque S?
1. Seiri: separare
Dividi gli oggetti per categoria e conserva solo ciò che funziona e usi. Separa gli oggetti per categoria e, se possibile, posizionali nel luogo deputato al loro utilizzo.
2. Seiton: mettere in ordine
Vuol dire individuare un posto preciso dove riporre ogni cosa e abituarsi a mantenerlo nel tempo. Meno oggetti impari a lasciare in giro per casa e meno sarai invogliato a continuare.
3. Seisou: pulire
Pulire e organizzare non sono sinonimi, ma vanno a braccetto. Uno spazio ordinato è più facile da pulire, così come un luogo pulito è più facile da mantenere in ordine.
4. Seiketsu: standardizzare
Una volta individuato un processo che funziona e che ti semplifica la vita, abituati a mantenerlo nel corso del tempo.
5. Shitsuke: diffondere
Se vuoi che tutta la famiglia partecipi nella gestione della casa, condividi con tutti le nuove regole. È fondamentale che sappiano anche loro dove trovare tutto quanto, altrimenti per te sarà difficile delegare parte del lavoro.
Niente di nuovo, potremmo dire. Eppure, se applicati con costanza, questi piccoli accorgimenti miglioreranno in modo tangibile la vita in casa e la fruizione degli spazi di ogni giorno.
Decluttering
“Decluttering” significa disfarsi del “clutter”, il superfluo, per poter finalmente vivere in modo più semplice e senza condizionamenti dati dai beni materiali. Molti si fermano perché spesso non sanno da dove incominciare, chiedendosi che fine far fare a quegli oggetti che “potrebbero servire ancora”, oppure che “è un peccato buttare”.
Non bisogna lasciarsi prendere dalla smania di fare tutto subito, perché l’entusiasmo fa presto a scemare. Occorre procedere per piccoli passi:
1. Iniziare da un punto preciso
Si comincia sempre da un ambiente della casa alla volta. Una volta terminato il decluttering, si lascia passare qualche giorno prima di passare alla seconda stanza, e così via.
2. Dividere per destinazione
Nell’analisi degli oggetti da smaltire, bisogna essere pronti a dividere per destinazione: buttare, riciclare, donare, riporre in cantina. Una volta decisa la sorte degli oggetti, bisogna provvedere subito, non aspettare giorni o settimane.
3. Non esagerare
È inutile sacrificare un intero weekend al decluttering: meglio dedicare un paio di ore al massimo a una stanza precisa e poi passare alla successiva. Liberarsi dalle cose della casa è impegnativo fisicamente e soprattutto mentalmente: la stanchezza non tarderà a farsi sentire.
4. Nuovo spazio, non nuovi oggetti
Una volta fatto ordine, lasciarsi tentare dall’acquisto di altri oggetti - spesso scatole e scatoline, magari con la scusa di utilizzarle per tenere in ordine - è molto facile. È importante però tenere a mente la fatica fatta per raggiungere il risultato e cercare di mantenere un posto preciso per tutto, prima di far spazio al nuovo.
"Te lo regalo se vieni a prenderlo"
Il gesto più nobile che possiamo fare con tutto il nostro superfluo, è rendere felice qualcun altro. Gli abiti in buone condizioni possono essere sia venduti sia donati, e le associazioni che si occupano di raccogliere e destinare i vestiti a chi ne ha bisogno sono numerose e ben distribuite sul territorio. Stesso discorso vale per i giocattoli e i libri, che possono arricchire gli scaffali di qualche scuola o biblioteca pubblica.
Molto in voga sono anche i gruppi sui social a tema “Te lo regalo se vieni a prenderlo”, dove gli abitanti di un determinato quartiere o città possono liberarsi di mobili o oggetti inutilizzati che possono essere utili a qualcuno che li sta cercando, o che magari non può permetterseli.