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INTESA SANPAOLO: RISULTATI CONSOLIDATI AL 30 GIUGNO 2010

 

  • Utile netto: secondo trimestre a un miliardo di euro; primo semestre a 1.690 mln., +6,4% rispetto ai 1.588 mln. del primo semestre 2009.
  • Utile netto normalizzato(*): secondo trimestre a 501 mln.; primo semestre a 1.211 mln., -6,6% rispetto ai 1.297 mln. del primo semestre 2009.
  • Proventi operativi netti: secondo trimestre a 4.012 mln.; primo semestre a 8.235 mln., -5,6% rispetto agli 8.724 mln. del primo semestre 2009.
  • Oneri operativi: secondo trimestre a 2.294 mln.; primo semestre a 4.541 mln., -1,6% rispetto ai 4.614 mln. del primo semestre 2009.
  • Risultato della gestione operativa:  secondo  trimestre a 1.718 mln.;  primo  semestre  a 3.694 mln., -10,1% rispetto ai 4.110 mln. del primo semestre 2009.
  • Risultato corrente al lordo delle imposte: secondo trimestre a 785 mln.; primo semestre a 1.926 mln., -8,3% rispetto ai 2.100 mln. del primo semestre 2009.
  • Coefficienti patrimoniali al 30 giugno 2010: Tier 1 ratio all’ 8,9%.

Torino, Milano, 27 agosto 2010 – Si è riunito oggi sotto la presidenza di Andrea Beltratti il Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, che ha approvato la relazione semestrale  consolidata al 30 giugno 2010 (1).  

Intesa Sanpaolo nel primo semestre del 2010 ha continuato a perseguire l’obiettivo prioritario della redditività sostenibile fondata sulle scelte strategiche riguardanti non solo i ricavi e i costi ma anche la liquidità, la solidità e il basso profilo di rischio, che hanno contraddistinto la gestione del Gruppo soprattutto nel contesto di crisi dei mercati finanziari internazionali avviatasi dal secondo semestre 2007 e acuita dalle tensioni manifestatesi nell’area dei Paesi aderenti all’euro nel secondo trimestre 2010.

Le conseguenti politiche gestionali orientate al medio periodo - unitamente ad alcuni segni di ripresa del ciclo e ai connessi riflessi positivi per il Gruppo in termini di aumento degli impieghi e di riduzione dei crediti deteriorati netti in chiusura del semestre, prime evidenze di una tendenza soggetta a conferma nei prossimi trimestri - hanno permesso a Intesa Sanpaolo di registrare nel secondo trimestre 2010:
- una crescita del margine d’interesse rispetto al precedente trimestre - in presenza di tassi euribor che si sono stabilizzati tra il primo e il secondo trimestre, anche se ai minimi storici - e una tenuta delle commissioni rispetto al precedente trimestre, nonostante le predette tensioni sui mercati dell’area euro, che hanno peraltro determinato l’azzeramento del risultato dell’attività di negoziazione a seguito della valutazione del portafoglio di  attività finanziarie detenute per trading;
- un controllo dei costi operativi, che hanno evidenziato una crescita limitata alla stagionalità rispetto al precedente trimestre e nel semestre hanno segnato un calo rispetto al corrispondente periodo del 2009, in continuità con la tendenza che ha caratterizzato Intesa Sanpaolo in tutti gli esercizi dalla fusione;
- un contenimento delle rettifiche su crediti, che sono risultate solo leggermente superiori al precedente trimestre e hanno condotto a un dato semestrale in significativa diminuzione rispetto al primo semestre 2009.
   
Il che si è riflesso nella generazione di una redditività continua e robusta, con un utile netto consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo nel secondo trimestre 2010 pari a 1.002 milioni di euro (inclusivo di 648 milioni di plusvalenza netta da cessione delle attività di securities services), rispetto ai 688 milioni del primo trimestre 2010 (+45,6%), ai 543 milioni del quarto trimestre 2009, ai 674 milioni del terzo trimestre 2009, ai 513 milioni del secondo trimestre 2009 (+95,3%) e ai 1.075 milioni del primo trimestre 2009 (che aveva beneficiato di 511 milioni di rilascio di imposte differite). L’utile netto del primo semestre del 2010 è così risultato pari a 1.690 milioni, in aumento del 6,4% rispetto ai 1.588 milioni del primo semestre 2009 e in crescita in tutte le Aree di Business, escluse le attività retail domestiche, penalizzate dai tassi euribor - e quindi dagli interessi netti - ai minimi storici, per le quali il nuovo Piano d’Impresa sta mettendo a punto il recupero di redditività.

L’utile netto consolidato normalizzato - calcolato escludendo le principali componenti non ricorrenti (*) - è ammontato nel secondo trimestre 2010 a 501 milioni di euro, rispetto ai 710 milioni del primo trimestre 2010 (-29,4%), ai 243 milioni del quarto trimestre 2009, agli 816 milioni del terzo trimestre 2009, ai 653 milioni del secondo trimestre 2009 (-23,3%) e ai 644 milioni del primo trimestre 2009; quello del primo semestre 2010 è così risultato pari a 1.211 milioni, in flessione del 6,6% rispetto ai 1.297 milioni del primo semestre 2009.
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(*) Nota metodologica sul calcolo dell’utile netto normalizzato a pagina 13.
(1) Nota metodologica sul perimetro di consolidamento a pagina 13.


 
I risultati di conto economico del secondo trimestre 2010

Il conto economico consolidato del secondo trimestre 2010 (2) registra proventi operativi netti pari a 4.012 milioni di euro, in diminuzione del 5% rispetto ai 4.223 milioni del primo trimestre 2010 e del 14% rispetto ai 4.663 milioni del secondo trimestre 2009.

In quest’ambito, nel secondo trimestre 2010 gli interessi netti ammontano a 2.456 milioni, in aumento del 2% rispetto ai 2.407 milioni del primo trimestre 2010, in presenza di una ripresa degli impieghi a fine trimestre (+1,1% rispetto al 31 marzo 2010) e di tassi euribor che tra il primo e il secondo trimestre 2010 hanno arrestato la continua e rapida discesa avviata dal quarto trimestre 2008, stabilizzandosi peraltro su livelli di minimo storico. Rispetto ai 2.758 milioni del secondo trimestre 2009, si registra un calo del 10,9%, determinato principalmente dalla rilevante discesa dei tassi euribor, che ha particolarmente penalizzato il margine d’interesse - data la decisione strategica di continuare a privilegiare il rafforzamento della liquidità del Gruppo in un contesto economico contraddistinto da una perdurante elevata incertezza, ulteriormente comprovata dalle tensioni nell’area euro nel secondo trimestre 2010 - nonostante l’attenta gestione delle condizioni e l’adozione di misure di parziale protezione dalla riduzione dei tassi d’interesse. Al calo ha concorso anche l’abolizione - con decorrenza dal terzo trimestre 2009 - della commissione di massimo scoperto, con un impatto di 85 milioni di euro.

Le commissioni nette sono pari a 1.404 milioni di euro, in linea con i 1.403 milioni del primo trimestre 2010 e in aumento del 7,9% rispetto ai 1.301 milioni del secondo trimestre 2009. Rispetto al primo trimestre 2010, si registrano commissioni da attività bancaria commerciale in linea, commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,...) diminuite del 3,6% (nel cui ambito la componente relativa a intermediazione e collocamento di titoli diminuisce del 18,2%, quella relativa ai prodotti assicurativi cresce dell’ 1,1% e quella relativa al risparmio gestito aumenta del 3,4%) e commissioni su finanziamenti concessi cresciute del 13,1%. Rispetto al secondo trimestre 2009, si registra una crescita dell’ 8,2% delle commissioni da attività bancaria commerciale (anche a seguito di 28 milioni di beneficio derivante dall’introduzione della commissione di disponibilità fondi) e del 9,4% di quelle da attività di gestione, intermediazione e consulenza (nel cui ambito la componente relativa a intermediazione e collocamento di titoli diminuisce del 13,3%, quella relativa ai prodotti assicurativi cresce del 5,6% e quella relativa al risparmio gestito aumenta del 22,2%).

Il risultato dell’attività di negoziazione registra un saldo negativo di 3 milioni di euro a seguito delle tensioni sui mercati dell’area euro, che si sono riflesse sulla valutazione delle attività finanziarie detenute per negoziazione con un apporto negativo di 114 milioni dall’attività di proprietary trading e tesoreria (di cui circa 100 milioni dovuti a minusvalenze non realizzate su titoli governativi italiani);  i prodotti strutturati di credito hanno peraltro contribuito positivamente per 10 milioni. Il risultato dell’attività di negoziazione aveva registrato un saldo positivo pari a 218 milioni nel primo trimestre 2010 (che includeva un apporto positivo di 2 milioni dall’attività di proprietary trading e tesoreria e di 27 milioni dai prodotti strutturati di credito) e a 439 milioni nel secondo trimestre 2009 (che includeva un apporto positivo di 111 milioni dall’attività di proprietary trading e tesoreria e di 4 milioni dai prodotti strutturati di credito). Senza la riclassificazione IAS di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione a finanziamenti e crediti e ad attività finanziarie disponibili per la vendita, si sarebbe registrato un impatto negativo ante imposte sul risultato dell’attività di negoziazione pari a 23 milioni.


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(2) In occasione della redazione del resoconto intermedio al 30 settembre 2008, sono intervenute - a seguito della crisi finanziaria internazionale - alcune modifiche nei principi contabili internazionali IAS, omologate dalla Commissione Europea, che in estrema sintesi hanno consentito di riclassificare - in determinate circostanze che si configurino come eventi inusuali - strumenti finanziari non quotati, o non più quotati, in un mercato attivo e non più detenuti per finalità di negoziazione o disponibili per la vendita: in particolare dalla categoria degli strumenti di trading  a quella delle attività disponibili per la vendita o delle attività detenute fino alla scadenza o dei finanziamenti e crediti e dalla categoria delle attività disponibili per la vendita a quella dei finanziamenti e crediti. Il Gruppo ha effettuato - in larga misura sulla base dei prezzi al 1° luglio 2008 - una riclassificazione di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione per 3.790 milioni a finanziamenti e crediti e per 187 milioni ad attività finanziarie disponibili per la vendita, senza la quale si sarebbe registrato un impatto negativo ante imposte sul risultato dell’attività di negoziazione del secondo trimestre 2010 pari a 23 milioni (un impatto positivo di 61 milioni nel primo semestre 2010 e di 72 milioni nell’esercizio 2009, negativo di 459 milioni nell’esercizio 2008); il Gruppo ha anche effettuato una riclassificazione di attività finanziarie disponibili per la vendita per 6.514 milioni a finanziamenti e crediti. Senza queste riclassificazioni si sarebbe registrato un impatto negativo ante imposte direttamente sul patrimonio netto al 30 giugno 2010 pari a 1.206 milioni (con un impatto negativo di 397 milioni nel secondo trimestre 2010 e di 596 milioni nel primo semestre 2010).
 
Il risultato dell’attività assicurativa ammonta a 128 milioni di euro, rispetto ai 166 milioni del primo trimestre 2010 e ai 124 milioni del secondo trimestre 2009.

Gli oneri operativi ammontano a 2.294 milioni di euro, con un aumento del 2,1% - di natura stagionale -  rispetto ai 2.247 milioni del primo trimestre 2010, a seguito di una flessione dello 0,2% delle spese del personale e di una crescita del 6,1% per le spese amministrative e del 3,5% per gli ammortamenti. Rispetto ai 2.317 milioni del secondo trimestre 2009, si registra una riduzione dell’ 1%, conseguente a un aumento delle spese del personale (+1,2%) e a una diminuzione delle spese amministrative (-3,8%) e degli ammortamenti (-5,1%).

Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 1.718 milioni di euro, in calo del 13,1% rispetto ai 1.976 milioni del primo trimestre 2010 e del 26,8% rispetto ai 2.346 milioni del secondo trimestre 2009, con un cost/income ratio nel secondo trimestre 2010 pari al 57,2% rispetto al 53,2% del primo trimestre 2010 e al 49,7% del secondo trimestre 2009.

Nel secondo trimestre 2010 non si registrano rettifiche di valore dell’avviamento, così come nel primo trimestre 2010 e nel secondo trimestre 2009.

Il complesso degli accantonamenti e delle rettifiche di valore nette (accantonamenti per rischi e oneri, rettifiche su crediti e rettifiche su altre attività) è pari a 934 milioni di euro, rispetto agli 845 milioni del primo trimestre 2010 e ai 1.216 milioni del secondo trimestre 2009. Gli accantonamenti per rischi e oneri ammontano a 98 milioni rispetto agli 86 milioni del primo trimestre 2010 e ai 63 milioni del secondo trimestre 2009; le rettifiche nette su crediti sono pari a 798 milioni, in confronto ai 754 milioni del primo trimestre 2010 e ai 1.081 milioni del secondo trimestre 2009; le rettifiche nette su altre attività sono pari a 38 milioni, rispetto ai 5 milioni del primo trimestre 2010 e ai 72 milioni del secondo trimestre 2009.

La voce utili/perdite su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti registra un saldo positivo di un milione di euro, rispetto ai 10 milioni del primo trimestre 2010 e ai 15 milioni del secondo trimestre 2009.

Il risultato corrente al lordo delle imposte è pari a 785 milioni di euro, in diminuzione del 31,2% rispetto ai 1.141 milioni del primo trimestre 2010 e del 31,4% rispetto ai 1.145 milioni del secondo trimestre 2009.

Il risultato netto consolidato è pari a 1.002 milioni di euro - in confronto ai 688 milioni del primo trimestre 2010 (+45,6%) e ai 513 milioni del secondo trimestre 2009 (+95,3%) - dopo la contabilizzazione di:
- imposte per 307 milioni di euro;
- oneri di integrazione connessi alla fusione (al netto delle imposte) per 27 milioni;
- oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione (al netto delle imposte) per 101 milioni;
- un utile dei gruppi di attività in via di dismissione (al netto delle imposte) per 663 milioni, inclusivo di 648 milioni di plusvalenza netta da cessione delle attività di securities services;
- una quota di pertinenza di terzi per 11 milioni.
Se si escludono le principali componenti non ricorrenti, il risultato netto nel secondo trimestre 2010 è pari a 501 milioni di euro, in diminuzione del 29,4% rispetto ai 710 milioni del primo trimestre 2010 e del 23,3% rispetto ai 653 milioni del secondo trimestre 2009.

 
I risultati di conto economico del primo semestre 2010

Il conto economico consolidato del primo semestre 2010 registra proventi operativi netti pari a 8.235 milioni di euro, in flessione del 5,6% rispetto agli 8.724 milioni del primo semestre 2009.

In quest’ambito, nel primo semestre 2010 gli interessi netti ammontano a 4.863 milioni, in diminuzione del 10,2% rispetto ai 5.417 milioni del primo semestre 2009 (anche a seguito dell’effetto negativo di 178 milioni derivante dall’abolizione della commissione di massimo scoperto).

Le commissioni nette sono pari a 2.807 milioni di euro, in aumento dell’ 11,5% rispetto ai 2.517 milioni del primo semestre 2009, con una crescita della componente da attività bancaria commerciale pari all’ 8,9% (anche a seguito di 56 milioni di beneficio derivante dall’introduzione della commissione di disponibilità fondi) e della componente da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,...) pari al 18,4%.

Il risultato dell’attività di negoziazione è pari a 215 milioni di euro (inclusivo di un apporto negativo di 112 milioni dall’attività di proprietary trading e tesoreria e di uno positivo di 37 milioni dai prodotti strutturati di credito), rispetto ai 546 milioni del primo semestre 2009 (inclusivo di un apporto positivo di 92 milioni dall’attività di proprietary trading e tesoreria e di uno negativo di 75 milioni dai prodotti strutturati di credito). Senza la riclassificazione IAS di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione a finanziamenti e crediti e ad attività finanziarie disponibili per la vendita, si sarebbe registrato un impatto positivo ante imposte sul risultato dell’attività di negoziazione pari a 61 milioni.

Il risultato dell’attività assicurativa ammonta a 294 milioni di euro, rispetto ai 188 milioni del primo semestre 2009.

Gli oneri operativi ammontano a 4.541 milioni di euro, con un calo dell’ 1,6% rispetto ai 4.614 milioni del primo semestre 2009, determinato dalle spese del personale (-0,1%), dalle spese amministrative (-3,1%) e dagli ammortamenti (-6,7%).

Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 3.694 milioni di euro, in diminuzione del 10,1% rispetto ai 4.110 milioni del primo semestre 2009, con un cost/income ratio al 55,1% rispetto al 52,9% del primo semestre 2009.

Nel primo semestre 2010 non si registrano rettifiche di valore dell’avviamento, così come nel primo semestre 2009.

Il complesso degli accantonamenti e delle rettifiche di valore nette (accantonamenti per rischi e oneri, rettifiche su crediti e rettifiche su altre attività) è pari a 1.779 milioni di euro, in diminuzione del 12,1% rispetto ai 2.025 milioni del primo semestre 2009. Gli accantonamenti per rischi e oneri ammontano a 184 milioni rispetto ai 132 milioni del primo semestre 2009; le rettifiche nette su crediti sono pari a 1.552 milioni, in confronto ai 1.814 milioni del primo semestre 2009; le rettifiche nette su altre attività sono pari a 43 milioni, rispetto ai 79 milioni del primo semestre 2009.

La voce utili/perdite su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti registra un saldo positivo di 11 milioni di euro, rispetto ai 15 milioni del primo semestre 2009.

Il risultato corrente al lordo delle imposte è pari a 1.926 milioni di euro, in diminuzione dell’ 8,3% rispetto ai 2.100 milioni del primo semestre 2009.

Il risultato netto consolidato è pari a 1.690 milioni di euro - in crescita del 6,4% rispetto ai 1.588 milioni del primo semestre 2009 (che aveva beneficiato di 511 milioni di rilascio di imposte differite) - dopo la contabilizzazione di:
- imposte per 658 milioni di euro (che beneficiano di 86 milioni di rilascio di imposte differite);
- oneri di integrazione connessi alla fusione (al netto delle imposte) per 43 milioni;
- oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione (al netto delle imposte) per 193 milioni;
- un utile dei gruppi di attività in via di dismissione (al netto delle imposte) per 691 milioni, inclusivo di 648 milioni di plusvalenza netta da cessione delle attività di securities services;
- una quota di pertinenza di terzi per 33 milioni.
Se si escludono le principali componenti non ricorrenti, il risultato netto del primo semestre 2010 è pari a 1.211 milioni di euro, in flessione del 6,6% rispetto ai 1.297 milioni del primo semestre 2009.

 
Lo stato patrimoniale al 30 giugno 2010

Per quanto riguarda lo stato patrimoniale consolidato, al 30 giugno 2010 i crediti verso la clientela raggiungono i 375 miliardi di euro, in crescita dell’ 1,1% rispetto al 31 marzo 2010, in linea con i livelli di fine 2009 e in flessione del 3,2% rispetto al 30 giugno 2009 (del 6,1% se si considerano i volumi medi anziché quelli di fine periodo). Il complesso dei crediti deteriorati (in sofferenza, incagliati, ristrutturati e scaduti/sconfinanti) ammonta - al netto delle rettifiche di valore - a 20.822 milioni di euro, in flessione dell’1,1% rispetto ai 21.049 milioni del 31 marzo 2010 e in aumento dell’ 1,8% rispetto ai 20.456 milioni del 31 dicembre 2009. In quest’ambito, i crediti in sofferenza registrano un aumento a 6.275 milioni di euro  dai 5.881 milioni del 31 marzo 2010 e dai 5.365 milioni del 31 dicembre 2009, con un’incidenza sui crediti complessivi pari all’ 1,7% (1,6% al 31 marzo 2010 e 1,4% al 31 dicembre 2009) e un grado di copertura del 66% (rispetto al 67% di marzo 2010 e dicembre 2009). Considerando, oltre alle rettifiche specifiche, anche il valore delle garanzie reali e personali relative alle sofferenze, il grado di copertura complessivo delle stesse è pari al 124%. Gli incagli scendono a 9.686 milioni dai 9.761 milioni di marzo 2010 e dai 10.375 milioni di fine 2009, i ristrutturati crescono a 3.577 milioni da 3.131 milioni di marzo 2010 e dai 2.293 milioni di dicembre 2009 e i crediti scaduti/sconfinanti si riducono a 1.284 milioni dai 2.276 milioni di marzo 2010 e dai 2.423 milioni di fine 2009 (anche per effetto della significativa diminuzione di posizioni scadute da 90 giorni conseguente all’applicazione ai mutui residenziali dei modelli interni per la determinazione dei requisiti patrimoniali).
 
Le attività finanziarie della clientela risultano pari a 835 miliardi di euro (dopo le elisioni per le componenti che costituiscono sia raccolta diretta sia raccolta indiretta), in crescita dello 0,2% rispetto al 31 marzo 2010, del 2,1% rispetto al 31 dicembre 2009 e dell’ 1,7%  rispetto al 30 giugno 2009. Nell’ambito delle attività finanziarie della clientela, la raccolta diretta ammonta a 437 miliardi, in aumento dell’ 1,5% rispetto al 31 marzo 2010, del 3,3% rispetto al 31 dicembre 2009 e dello 0,6% rispetto al 30 giugno 2009; mentre la raccolta indiretta raggiunge i 422 miliardi, in flessione dell’ 1,5% rispetto al 31 marzo 2010 e in crescita dello 0,3% rispetto a fine 2009 e del 2,2% rispetto a giugno 2009. L’ammontare di risparmio gestito è pari a 233 miliardi, in flessione dello 0,5% rispetto al 31 marzo 2010 e in crescita del 2,1% rispetto a fine 2009 e del 7,7% rispetto a giugno 2009; la nuova produzione vita nel primo semestre 2010 ammonta a 7 miliardi di euro (+37,8% rispetto al primo semestre 2009). La raccolta amministrata raggiunge i 189 miliardi, in diminuzione del 2,7% rispetto al 31 marzo 2010,  dell’ 1,9% rispetto al 31 dicembre 2009 e del 3,9% rispetto al 30 giugno 2009.

I coefficienti patrimoniali al 30 giugno 2010 risultano, applicando le regole di Basilea 2 foundation, pari al 7,7% per il Core Tier 1 ratio (7,1% al 31 dicembre 2009), all’ 8,9% per il Tier 1 ratio  (8,4% a fine 2009) e al 12,2% per il coefficiente patrimoniale totale (11,8% a fine 2009), calcolati tenendo conto dei dividendi maturati nel periodo per l’esercizio 2010 (assumendo come tali la metà del miliardo di euro di dividendi pagati nel 2010 per l’esercizio 2009), avvalendosi dell’opzione di neutralizzare l’effetto delle riserve da valutazione dei titoli di debito disponibili per la vendita emessi da amministrazioni centrali dei Paesi dell’Unione Europea (con un beneficio di circa 8 centesimi di punto) e applicando i modelli interni ai mutui residenziali (con un beneficio di circa 13 centesimi di punto).

I coefficienti patrimoniali proforma risulterebbero superiori al 9,4% per il Core Tier 1 ratio, al 10,6% per il Tier 1 ratio e al 13,9% per il coefficiente patrimoniale totale, calcolati includendo:
- la cessione di Cassa di Risparmio della Spezia e di 96 sportelli al gruppo Crédit Agricole (con un impatto positivo atteso di circa 20 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
- l’acquisizione del 50% di Intesa Vita (impatto negativo atteso di 8 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
- la cessione della seconda quota del 25% di Findomestic (valutata al valore minimo del contratto, con un impatto positivo atteso di 7 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
- le restanti azioni di capital management pianificate - tra dismissioni totali o parziali, partnerships, quotazioni, ecc. - riguardanti attività non strategiche (con un impatto positivo atteso di almeno 50 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
- le ulteriori azioni di capital management attivabili se necessario (con un impatto positivo atteso di almeno 100 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio).

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Le scelte strategiche perseguite hanno permesso a Intesa Sanpaolo di confermarsi come uno dei gruppi bancari più solidi a livello internazionale, anche alla luce del recente riacutizzarsi delle tensioni sui mercati finanziari internazionali, i cui punti di forza - oltre a quanto precedentemente detto in merito alla qualità dei crediti e al livello dei coefficienti patrimoniali - sono costituiti da: 

  • eccellente liquidità:
    - posizione netta interbancaria ben bilanciata,
    - elevata disponibilità di attivi stanziabili presso le Banche Centrali, attualmente non utilizzati, pari al 30 giugno 2010 a un livello corrispondente a una liquidità di 65 miliardi di euro,
    - impieghi alla clientela inferiori alla raccolta da clientela,
    - fonti di raccolta stabili e ben diversificate,
    - raccolta da clientela (inclusi i titoli emessi) costituita per il 70% dalla componente retail,
    - la raccolta a medio-lungo termine in scadenza nella rimanente parte dell’anno è in larga misura retail (circa 13 miliardi di euro, su circa 16 miliardi),
    - il Gruppo potrebbe eventualmente anche fare a meno del mercato wholesale per la restante parte del 2010;
  • leverage contenuto e adeguata patrimonializzazione:
    - leverage molto più basso rispetto agli altri principali gruppi bancari europei,
    - un rapporto tra patrimonio netto tangibile e attivo tangibile tra i migliori nel confronto con i principali gruppi bancari europei;
  • basso profilo di rischio:
    - a fine giugno 2010, il portafoglio titoli di proprietà del Gruppo includeva titoli governativi (emessi da amministrazioni centrali e locali) greci per 651 milioni di euro, spagnoli per 530 milioni, irlandesi per 195 milioni e portoghesi per 59 milioni.

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Come già dettagliatamente reso noto in occasione della diffusione dei risultati 2007, 2008 e 2009, l’esposizione di Intesa Sanpaolo alla crisi dei mutui americani subprime è solo indiretta, tramite prodotti strutturati di credito, che hanno risentito dell’eccezionale flessione dei prezzi dall’ultimo trimestre del 2007 - con riflessi negativi sul risultato dell’attività di negoziazione, prevalentemente in termini di svalutazioni - fino al primo trimestre 2009, per poi registrare una ripresa - con riflessi positivi sul risultato dell’attività di negoziazione - a partire dal secondo trimestre dello scorso anno, di cui si è detto nel precedente commento ai risultati di conto economico. Il Gruppo ha un’esposizione lorda e netta al rischio verso prodotti strutturati di credito con sottostanti attività US Subprime per 36 milioni di euro al 30 giugno 2010. Un’informativa completa e dettagliata in merito ai prodotti strutturati di credito detenuti dal Gruppo viene riportata - come di consueto – nella relazione  semestrale approvata dal Consiglio di Gestione nonché nelle specifiche pagine della presentazione dei risultati messa a disposizione del mercato.

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Al 30 giugno 2010, la struttura operativa del Gruppo Intesa Sanpaolo si articola in 7.745 sportelli bancari - di cui 5.919 in Italia e 1.826 all’estero - con 102.659 dipendenti, 796 persone in meno rispetto al 31 dicembre 2009.  

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I risultati per area di Business

La Divisione Banca dei Territori include:
- clientela Privati, costituita da famiglie (clienti privati con attività finanziarie fino a 100.000 euro), personal (clienti privati con attività finanziarie da 100.000 euro a un milione di euro), small business (piccole imprese con fatturato inferiore a 2,5 milioni e con accordato inferiore a 1 milione di euro);
- clientela Imprese, costituta da aziende con volume d’affari compreso tra 2,5 e 150 milioni;
-   clientela Private, costituita da clienti privati con attività finanziarie per oltre 1 milione di euro.
L’operatività con la clientela Privati e Imprese è realizzata tramite la Capogruppo Intesa Sanpaolo e le banche del Territorio (Banca di Credito Sardo, Banca di Trento e Bolzano, Banco di Napoli, Carifirenze, Casse del Centro, Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna, Cassa di Risparmio del Veneto, Cassa di Risparmio in Bologna, Cassa di Risparmio di Venezia, Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia e Banca dell’Adriatico). Intesa Sanpaolo Private Banking è la società del Gruppo dedicata alla clientela Private. Al servizio degli enti nonprofit è stata costituita nel novembre 2007 Banca Prossima, che opera attraverso le filiali del Gruppo, con presidi locali e specialisti dedicati. Nella Divisione sono inoltre incluse società prodotto come Mediocredito Italiano, specializzata nel credito industriale, le compagnie assicurative EurizonVita, Sud Polo Vita, Intesa Vita e Intesa Previdenza, la società fiduciaria SIREFID e Moneta, società specializzata nel credito al consumo e, tramite la controllata Setefi, nella gestione dei pagamenti elettronici.

La Divisione Banca dei Territori nel secondo trimestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 2.458 milioni di euro, in flessione dell’ 1,7% rispetto ai 2.501 milioni del primo trimestre 2010;
- oneri operativi per 1.470 milioni, in aumento del 3,9% rispetto ai 1.415 milioni del primo trimestre 2010;
- un risultato della gestione operativa di 988 milioni, in diminuzione del 9% rispetto ai 1.086 milioni del primo trimestre 2010;
- un cost/income ratio al 59,8%, rispetto al 56,6% del primo trimestre 2010;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 566 milioni, rispetto ai 496 milioni del primo trimestre 2010, a seguito dell’effetto ritardato del ciclo sulla qualità dell’attivo riguardante le piccole e medie imprese;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 423 milioni, in diminuzione del 28,4% rispetto ai 590 milioni del primo trimestre 2010;
 - un risultato netto di 166 milioni, in diminuzione del 42,6% rispetto ai 290 milioni del primo trimestre 2010.

La Divisione Banca dei Territori nel primo semestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 4.959 milioni di euro, in flessione del 3,3% rispetto ai 5.126 milioni del primo semestre 2009, pari al 60% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (59% nel primo semestre 2009);
- oneri operativi per 2.885 milioni, in diminuzione dello 0,5% rispetto ai 2.899 milioni del primo semestre 2009;
- un risultato della gestione operativa di 2.074 milioni, in flessione del 6,9% rispetto ai 2.227 milioni del primo semestre 2009;
- un cost/income ratio al 58,2% rispetto al 56,6% del primo semestre 2009;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 1.061 milioni, rispetto ai 935 milioni del primo semestre 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 1.013 milioni, in diminuzione del 21,6% rispetto ai 1.292 milioni del primo semestre 2009;
 - un risultato netto di 456 milioni, in diminuzione del 22,2% rispetto ai 586 milioni del primo semestre 2009.

Eurizon Capital è la società, che si avvale di una collaborazione sempre più efficace con la Divisione Banca dei Territori, dedicata a fornire prodotti di risparmio gestito di tipo collettivo e individuale alle reti bancarie interne al Gruppo, nonché a sviluppare la presenza nel segmento dell’ “architettura aperta” attraverso specifici accordi di distribuzione con altre reti e investitori istituzionali. Ad Eurizon Capital fanno capo le controllate Eurizon Capital (Lussemburgo) ed Eurizon A.I., preposte alla promozione e alla gestione, rispettivamente, di fondi di diritto lussemburghese e di fondi alternativi, e il 49% della società cinese di asset management Penghua Fund Management.

Eurizon Capital nel secondo trimestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 70 milioni di euro, in crescita del 4,7% rispetto ai 67 milioni del primo trimestre 2010;
- oneri operativi per 31 milioni, in diminuzione del 6,8% rispetto ai 33 milioni del primo trimestre 2010;
- un risultato della gestione operativa per 39 milioni, in aumento del 16,3% rispetto ai 33 milioni del primo trimestre 2010;
- un cost/income ratio in miglioramento al 44,3% dal 49,3% del primo trimestre 2010;
- un risultato corrente al lordo delle imposte pari a 38 milioni, in crescita del 16,1% rispetto ai 33 milioni del primo trimestre 2010;
- un risultato netto di 21 milioni, in aumento del 36,7% rispetto ai 16 milioni del primo trimestre 2010.

Eurizon Capital nel primo semestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 137 milioni di euro, in aumento del 6,2% rispetto ai 129 milioni del primo semestre 2009, pari al 2% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (1% nel primo semestre 2009);
- oneri operativi per 65 milioni, in crescita del 4,8% rispetto ai 62 milioni del primo semestre 2009;
- un risultato della gestione operativa per 72 milioni, in aumento del 7,5% rispetto ai 67 milioni del primo semestre 2009;
- un cost/income ratio in miglioramento al 47,4% dal 48,1% del primo semestre 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte pari a 72 milioni, in crescita del 5,9% rispetto ai 68 milioni del primo semestre 2009;
- un risultato netto di 37 milioni, in aumento del 23,3% rispetto ai 30 milioni del primo semestre 2009.

La Divisione Corporate & Investment Banking comprende:
- Large & International Corporate, cui compete la relazione con i grandi gruppi italiani (imprese prevalentemente con fatturato superiore a 500 milioni di euro) e con la clientela corporate estera;
- Mid Corporate, cui compete la relazione con le imprese italiane con fatturato superiore a 150 milioni e prevalentemente fino a 500 milioni;
- Global Services, cui è affidata la responsabilità delle filiali estere, degli uffici di rappresentanza e delle società estere corporate (Société Européenne de Banque e Intesa Sanpaolo Bank Ireland), nonché l’assistenza specialistica per il sostegno ai processi di internazionalizzazione delle aziende italiane e per il sostegno all’export;
- Financial Institutions, cui compete la relazione con le istituzioni finanziarie italiane ed estere, la gestione dei servizi transazionali nell’ambito dei sistemi di pagamento  nonché della custodia e del regolamento titoli, di banca depositaria e corrispondente relativi alla clientela local;
- Banca IMI, deputata all’attività di investment banking, ossia di realizzazione di prodotti di finanza strutturata e di consulenza nel campo del M&A per la clientela del Gruppo, e a quella di capital markets per i clienti del Gruppo e gli operatori istituzionali nelle attività di market making;
- Merchant Banking, che opera nel comparto del private equity anche tramite le società Private Equity International (PEI) e IMI Investimenti.
Nel perimetro della Divisione rientrano inoltre l’attività di Leasint, Mediofactoring e quella di gestione del portafoglio proprietario del Gruppo.

La Divisione Corporate e Investment Banking nel secondo trimestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 834 milioni di euro, in diminuzione del 12,1% rispetto ai 949 milioni del primo trimestre 2010;
- oneri operativi per 222 milioni, in aumento del 6,5% rispetto ai 208 milioni del primo trimestre 2010;
- un risultato della gestione operativa di 612 milioni, in diminuzione del 17,4% rispetto ai 741 milioni del primo trimestre 2010;
- un cost/income ratio al 26,6%, rispetto al 21,9% del primo trimestre 2010;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 108 milioni, rispetto ai 103 milioni del primo trimestre 2010;
-  utili su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti con un saldo negativo di 4 milioni, rispetto a un saldo nullo nel primo trimestre 2010;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 500 milioni, in calo del 21,7% rispetto ai 638 milioni del primo trimestre 2010;
- un risultato netto di 359 milioni, in diminuzione del 13,8% rispetto ai 416 milioni del primo trimestre 2010.


La Divisione Corporate e Investment Banking nel primo semestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 1.783 milioni di euro, in aumento dello 0,3% rispetto ai 1.778 milioni del primo semestre 2009, pari al 22% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (20% nel primo semestre 2009);
- oneri operativi per 430 milioni, in diminuzione dell’ 1,8% rispetto ai 438 milioni del primo semestre 2009;
- un risultato della gestione operativa di 1.353 milioni, in crescita dell’ 1% rispetto ai 1.340 milioni del primo semestre 2009;
- un cost/income ratio in miglioramento al 24,1% rispetto al 24,6% del primo semestre 2009;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 212 milioni, più che dimezzatosi rispetto ai 588 milioni del primo semestre 2009;
-  utili su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti con saldo negativo di 4 milioni  rispetto al saldo nullo del primo semestre 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 1.137 milioni, in aumento del 51,4% rispetto ai 751 milioni del primo semestre 2009;
- un risultato netto di 775 milioni, in crescita del 47,1% rispetto ai 527 milioni del primo semestre 2009.

Public Finance ha il compito di servire la clientela Stato, enti pubblici, enti locali, public utilities, general contractor e sanità pubblica e privata, sviluppando le attività di finanziamento e l’operatività bancaria corrente, la finanza di progetto, le cartolarizzazioni e la consulenza di carattere finanziario, con l'obiettivo di favorire la collaborazione tra pubblico e privato e di assistere le iniziative e i progetti di investimento nelle grandi infrastrutture, la sanità, la ricerca e la pubblica utilità in genere. L’attività è svolta tramite Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo.


Public Finance nel secondo trimestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 85 milioni di euro, in aumento del 13,2% rispetto ai 75 milioni del primo trimestre 2010;
- oneri operativi per 19 milioni, in diminuzione del 5% rispetto ai 20 milioni del primo trimestre 2010;
- un risultato della gestione operativa di 65 milioni, in aumento del 20% rispetto a 54 milioni del primo trimestre 2010;
-  un cost/income ratio in miglioramento al 22,4% dal 26,7% del primo trimestre 2010;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette di 9 milioni, rispetto ai 6 milioni del primo trimestre 2010;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 57 milioni, in crescita del 17,1% rispetto ai 48 milioni del primo trimestre 2010;
- un risultato netto di 35 milioni, in aumento del 20,7% rispetto ai 29 milioni del primo trimestre 2010.

Public Finance nel primo semestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 159 milioni di euro, pari al 2% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (3% nel primo semestre 2009), con una diminuzione del 32,6% rispetto ai 236 milioni del primo semestre 2009 dovuta alla contrazione degli spread;
- oneri operativi per 39 milioni, in diminuzione del 2,5% rispetto ai 40 milioni del primo semestre 2009;
- un risultato della gestione operativa di 120 milioni, in calo del 38,8% rispetto a 196 milioni del primo semestre 2009;
-  un cost/income ratio pari al 24,5%, rispetto al 16,9% del primo semestre 2009;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette di 15 milioni, rispetto agli 80 milioni del primo semestre 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 105 milioni, in diminuzione del 9,5% rispetto ai 116 milioni del primo semestre 2009;
- un risultato netto di 64 milioni, in linea con i 63 milioni del primo semestre 2009.

La Divisione Banche Estere presidia l’attività del Gruppo sui mercati esteri nei quali è presente tramite banche commerciali controllate e partecipate, fornisce indirizzo, coordinamento e supporto alle controllate estere che svolgono prevalentemente attività bancaria retail; è responsabile della definizione delle linee strategiche di sviluppo del Gruppo relativamente alla presenza diretta sui mercati esteri, con esplorazione sistematica e analisi di nuove opportunità di crescita sui mercati già presidiati e su nuovi mercati, del coordinamento dell’operatività delle banche estere e della gestione delle relazioni delle banche estere con le strutture centralizzate della Capogruppo e con le filiali o altri uffici esteri della Divisione Corporate e Investment Banking. La Divisione è strutturata in tre Direzioni, a presidio dei diversi ambiti geografici in cui opera: i) la Direzione Area Banche SEE, cui fanno capo le partecipazioni nelle banche operanti in Europa Sud Orientale, Privredna Banka Zagreb in Croazia, Banca Intesa Beograd in Serbia, Intesa Sanpaolo Banka Bosna i Hercegovina in Bosnia-Erzegovina, Intesa Sanpaolo Bank Albania, Intesa Sanpaolo Bank Romania e Banca CR Firenze Romania; ii) la Direzione Area Banche CEE, cui fanno capo le partecipazioni nelle banche operanti in Europa Centro Orientale, Banka Koper in Slovenia, VUB Banka in Slovacchia, CIB Bank in Ungheria; iii) la Direzione Aree Banche CIS e South Mediterranean, cui fanno capo le controllate Banca Intesa nella Federazione Russa, Pravex-Bank in Ucraina e Bank of Alexandria in Egitto.


La Divisione Banche Estere nel secondo trimestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 565 milioni di euro, in aumento dell’ 1,9% rispetto ai 554 milioni del primo trimestre 2010;
- oneri operativi per 289 milioni, in crescita del 2,3% rispetto ai 282 milioni del primo trimestre 2010;
- un risultato della gestione operativa di 276 milioni, in aumento dell’ 1,3% rispetto ai 272 milioni del primo trimestre 2010;
- un cost/income ratio al 51,2%, rispetto al 50,9% del primo trimestre 2010;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 144 milioni, rispetto ai 132 milioni del primo trimestre 2010;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 134 milioni, in flessione del 5,5% rispetto ai 141 milioni del primo trimestre 2010;
-  un risultato netto di 90 milioni, in diminuzione del 20,1% rispetto ai 113 milioni del primo trimestre 2010.

La Divisione Banche Estere nel primo semestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 1.119 milioni di euro, in crescita dell’ 1% rispetto ai 1.108 milioni del primo semestre 2009, pari al 14% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (13% nel primo semestre 2009);
- oneri operativi per 570 milioni, in flessione del 2,2% rispetto ai 583 milioni del primo semestre 2009;
- un risultato della gestione operativa di 549 milioni, in aumento del 4,6% rispetto ai 525 milioni del primo semestre 2009;
- un cost/income ratio in miglioramento al 50,9%, dal 52,6% del primo semestre 2009;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 275 milioni, rispetto ai 319 milioni del primo semestre 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 275 milioni, in aumento del 34,1% rispetto ai 205 milioni del primo semestre 2009;
-  un risultato netto di 203 milioni, in crescita del 27,7% rispetto ai 159 milioni del primo semestre 2009.


Banca Fideuram, tramite la propria rete di private bankers, svolge attività di asset gathering al servizio della clientela con un potenziale di risparmio medio/alto e nel secondo trimestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 158 milioni di euro, in diminuzione del 10,1% rispetto ai 176 milioni del primo trimestre 2010;
- oneri operativi per 82 milioni, in aumento del 2,4% rispetto agli 80 milioni del primo trimestre 2010;
- un risultato della gestione operativa di 76 milioni, in diminuzione del 20,6% rispetto ai 96 milioni del primo trimestre 2010;
- un cost/income ratio al 51,9%, rispetto al 45,5% del primo trimestre 2010;
- accantonamenti e rettifiche nette per 31 milioni, rispetto agli 11 milioni del primo trimestre 2010;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 45 milioni, rispetto agli 85 milioni del primo trimestre 2010;
- un risultato netto di 9 milioni, rispetto ai 42 milioni del primo trimestre 2010; escludendo l’effetto degli oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione, il risultato netto del secondo trimestre 2010 sarebbe di 30 milioni, rispetto ai 64 milioni del primo trimestre 2010.

 
Banca Fideuram nel primo semestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 333 milioni di euro, in aumento del 13,3% rispetto ai 294 milioni del primo semestre 2009, pari al 4% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (3% nel primo semestre 2009);
- oneri operativi per 161 milioni, in aumento dell’ 1,3% rispetto ai 159 milioni del primo semestre 2009;
- un risultato della gestione operativa di 172 milioni, in crescita del 27,4% rispetto ai 135 milioni del primo semestre 2009;
- un cost/income ratio in miglioramento al 48,3% dal 54,1% del primo semestre 2009;
- accantonamenti e rettifiche nette per 42 milioni, rispetto ai 20 milioni del primo semestre 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 130 milioni, in aumento del 13% rispetto ai 115 milioni del primo semestre 2009;
- un risultato netto di 51 milioni, in aumento del 13,3% rispetto ai 45 milioni del primo semestre 2009; escludendo l’effetto degli oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione, il risultato netto del primo semestre 2010 sarebbe di 94 milioni, rispetto agli 88 milioni del primo semestre 2009.

Le prospettive per l’esercizio in corso

Il Gruppo nell’esercizio in corso continuerà a perseguire l’obiettivo prioritario della redditività sostenibile nel medio periodo, sviluppando l’attività fondata sulla relazione di lungo periodo con la clientela, calibrando controllo dei costi e investimenti e presidiando la qualità del credito, la liquidità e la patrimonializzazione.

Anche alla luce dei risultati del primo semestre dell’anno, si ritiene che il Gruppo nel 2010 possa registrare un miglioramento dell’utile netto rispetto al 2009, conseguente in particolare a una diminuzione degli oneri operativi, del costo del cattivo credito e degli oneri di integrazione, nonché alle plusvalenze derivanti dalle azioni di capital management finalizzate e in corso di finalizzazione.

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Ai fini di comparabilità dei risultati, i dati di conto economico del 2009 sono stati riesposti a seguito principalmente della cessione dell’attività di securities services, il cui accordo di compravendita è stato firmato nel dicembre 2009: per i primi tre trimestri del 2009 le relative componenti sono state deconsolidate linea per linea, attribuendo il relativo apporto in termini di utile netto agli utili dei gruppi di attività in via di dismissione.

Sempre ai fini di comparabilità dei risultati, i dati di stato patrimoniale dei primi tre trimestri 2009 sono stati riesposti deconsolidando linea per linea le componenti relative all’attività di securities services e attribuendo il relativo apporto alle pertinenti voci di attivo e passivo concernenti i gruppi di attività in via di dismissione; inoltre, i dati di stato patrimoniale del primo trimestre 2010 e del 2009 sono stati riesposti consolidando linea per linea le componenti riguardanti  l’acquisizione di 50 sportelli ceduti da Banca Monte dei Paschi di Siena perfezionata nel giugno 2010.

Infine, i dati di conto economico e di stato patrimoniale del 2009 relativi alle aree di Business sono stati riesposti a seguito della divisionalizzazione degli apporti del Gruppo Banca CR Firenze, inclusivo di Casse del Centro, in precedenza interamente attribuiti alla Divisione Banca dei Territori.    

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L’utile netto normalizzato è stato calcolato escludendo le principali componenti non ricorrenti costituite da:

nel primo trimestre 2010: 1) 86 milioni di beneficio fiscale derivante dal rilascio di imposte differite connesso all’affrancamento dell’avviamento da parte di alcune controllate, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 2) 23 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 16 milioni e 3) 92 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;

nel secondo trimestre 2010: 1) 19 milioni di competenza del primo semestre 2010 di imposta straordinaria riguardante la controllata ungherese, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 2) 664 milioni di plusvalenze derivanti dalla cessione dell’attività di securities services e relative imposte, che portano a una plusvalenza netta di 648 milioni inclusa nell’utile dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte, 3) 41 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 27 milioni e 4) 101 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;

nel primo trimestre 2009: 1) 511 milioni di beneficio fiscale derivante dal rilascio di imposte differite connesso all’affrancamento delle attività immateriali a vita definita e del brand name, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 2) 68 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 48 milioni, 3) 95 milioni  di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione e 4) 83 milioni di plusvalenze derivanti dalla cessione di CR Orvieto e di 17 sportelli e relative imposte, che portano a una plusvalenza netta di 63 milioni inclusa nell’utile dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte;

nel secondo trimestre 2009: 1) 60 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 38 milioni, e 2) 102 milioni  di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;

nel terzo trimestre 2009: 1) 61 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 44 milioni, e 2) 98 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;

nel quarto trimestre 2009: 1) 51 milioni rivenienti dalla transazione IMI-SIR inclusi negli altri proventi di gestione e relative imposte, 2) plusvalenze per 439 milioni derivanti dalla cessione di Findomestic e per 70 milioni derivanti da Esaote incluse negli utili su attività detenute sino a scadenza e relative imposte, 3) 131 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 84 milioni, 4) 90 milioni  di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione e 5) 60 milioni di pertinenza di terzi della predetta plusvalenza di 439 milioni derivante dalla cessione di Findomestic inclusi nell’utile di pertinenza di terzi.


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Allo scopo di consentire una più completa informativa sui risultati conseguiti nel primo semestre del 2010, si allegano i prospetti relativi al conto economico e allo stato patrimoniale consolidati riclassificati inclusi nella relazione approvata dal Consiglio di Gestione. Si precisa che tali prospetti non sono oggetto di verifica da parte della società di revisione e che quest’ultima, incaricata di certificare su base limitata la relazione semestrale, non ha ancora completato il proprio esame.

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Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Ernesto Riva, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l’informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.

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Questo comunicato stampa contiene previsioni e stime che riflettono le attuali opinioni del management Intesa Sanpaolo in merito ad eventi futuri. Previsioni e stime sono in genere identificate da espressioni come “è possibile,” “si dovrebbe,” “si prevede,” “ci si attende,” “si stima,” “si ritiene,” “si intende,” “si progetta,” “obiettivo” oppure dall’uso negativo di queste espressioni o da altre varianti di tali espressioni oppure dall’uso di terminologia comparabile. Queste previsioni e stime comprendono, ma non si limitano a, tutte le informazioni diverse dai dati di fatto, incluse, senza limitazione, quelle relative alla posizione finanziaria futura di Intesa Sanpaolo e ai risultati operativi, la strategia, i piani, gli obiettivi e gli sviluppi futuri nei mercati in cui Intesa Sanpaolo opera o intende operare.
La capacità del Gruppo Intesa Sanpaolo di raggiungere i risultati previsti dipende da molti fattori al di fuori del controllo del management. I risultati effettivi possono differire significativamente (ed essere più negativi di) da quelli previsti o impliciti nei dati previsionali. Tali previsioni e stime comportano rischi ed incertezze che potrebbero avere un impatto significativo sui risultati attesi e si fondano su assunti di base.
I seguenti rilevanti fattori potrebbero far sì che i risultati effettivi del Gruppo differiscano significativamente da quelli previsti o impliciti nei dati previsionali:
• la capacità del Gruppo di integrare con successo dipendenti, prodotti, servizi e sistemi nell’ambito di fusioni e acquisizioni;
• l'effetto delle decisioni delle autorità di vigilanza e dei cambiamenti nel quadro normativo;
• l'effetto degli sviluppi politici ed economici in Italia e negli altri paesi in cui opera il Gruppo;
• l'effetto delle fluttuazioni nei tassi di cambio e di interesse;
• la capacità del Gruppo di ottenere il rendimento atteso dagli investimenti realizzati in Italia e negli altri paesi;
• la capacità del Gruppo di finalizzare azioni di capital management (dismissioni totali o parziali, partnerships, quotazioni, ecc.) riguardanti attività non strategiche.
I fattori suddetti non costituiscono una lista completa. A seguito di tali incertezze e rischi, si avvisano i lettori che non devono fare eccessivo affidamento su tali informazioni di carattere previsionale come previsione di risultati effettivi. Le previsioni e le stime ivi formulate si basano su informazioni a disposizione di Intesa Sanpaolo alla data odierna. Intesa Sanpaolo non si assume alcun obbligo di aggiornare pubblicamente e di rivedere previsioni e stime a seguito della disponibilità di nuove informazioni, di eventi futuri o di altro, fatta salva l’osservanza delle leggi applicabili. Tutte le previsioni e le stime successive, scritte ed orali, attribuibili a Intesa Sanpaolo o a persone che agiscono per conto della stessa sono espressamente qualificate, nella loro interezza, da queste dichiarazioni cautelative.
 

 


 

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