INTESA SANPAOLO: RISULTATI CONSOLIDATI AL 31 DICEMBRE 2011
Coefficienti patrimoniali: forte solidità patrimoniale, superati i requisiti:
Core Tier 1 ratio 10,1%; Tier 1 ratio 11,5%;
coefficiente EBA 9,2% anche dopo il dividendo
Proposta dividendo (1): euro 5 centesimi cash per azione ordinaria e risparmio,
dividend yield (2) del 3,4% e 4,1% rispettivamente,
equivalente a pay-out del 40% su utile netto pre impairment goodwill
Proventi operativi netti: in crescita a 16.785 mln,+1,5% vs. 16.529 mln del 2010, nonostante contesto
sfavorevole; 4° trim. a 4.265 mln di euro, +12,2% vs. 3.800 mln del 3° trim.
Oneri operativi: in diminuzione a 9.137 mln, -1,8% vs. 9.304 mln del 2010;
4° trim. a 2.366 mln di euro, +5,9% vs. 2.235 mln del 3° trim.
Risultato gestione operativa: in crescita a 7.648 mln, +5,9% vs. 7.225 mln del 2010, con forte accelerazione
nel 4° trim. (1.899 mln di euro, +21,3% vs. 1.565 mln del 3° trim.)
Risultato corrente lordo imposte: in contrazione, a fronte di accantonamenti estremamente prudenziali,
a 2.019 mln, -47,8% vs. 3.867 mln del 2010;
4° trim. a -749 mln di euro, vs. 224 mln del 3° trim.
Utile netto pre impairment del goodwill: 2.043 mln, -24,5% vs. 2.705 mln del 2010;
4° trim. a 114 mln di euro, -78,4% vs. 527 mln del 3° trim.
Impairment del goodwill: svalutazione fortemente prudenziale di 10.233 milioni di euro nell’anno e nel 4° trim.
(dato nullo nel 2010), a fronte di operazioni prevalentemente carta contro carta,
con impatto solo sulle scritture contabili e nessun riflesso su cash-flow, liquidità,
solidità, coefficienti patrimoniali e redditività prospettica
Risultato netto post impairment del goodwill: -8.190 mln, vs. 2.705 mln del 2010;
4° trim. a -10.119 mln di euro, vs. 527 mln del 3° trim.
Utile netto normalizzato (3): 1.930 mln, -17,1% vs. 2.327 mln del 2010;
4° trim. a 265 mln di euro, -38,5% vs. 431 mln del 3° trim.
Torino, Milano, 15 marzo 2012 – Si è riunito oggi il Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, che ha approvato il progetto di bilancio d’esercizio e consolidato al 31 dicembre 2011 (4).
Il Gruppo, con i solidi risultati conseguiti nel 2011, in un contesto di mercato difficile, si conferma ben posizionato per affrontare le sfide e cogliere le opportunità, continuando a perseguire l’obiettivo prioritario della redditività sostenibile che ha sempre caratterizzato Intesa Sanpaolo:
● solidità patrimoniale: Core Tier 1 ratio al 10,1% al 31 dicembre 2011 e conferma dell’adeguatezza patrimoniale dall’analisi EBA sui dati di settembre 2011, con un coefficiente pari al 9,2%, superiore al requisito minimo del 9%;
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(1) Distribuzione a valere sulla Riserva Straordinaria.
(2) Al prezzo dell’azione registrato lo scorso 13 marzo.
(3) Nota metodologica sul calcolo dell’utile netto normalizzato a pagina 16.
(4) Nota metodologica sul perimetro di consolidamento a pagina 15.
● liquidità: attività liquide per 97 miliardi di euro a fine dicembre 2011, salite a 101 miliardi ai primi di marzo 2012; rispettati già oggi i requisiti di liquidità Net Stable Funding Ratio di Basilea 3, in largo anticipo sulla data del 2018 prevista per l’entrata in vigore;
● crescita del risultato della gestione operativa: pari al 5,9% nell’esercizio rispetto al 2010 (+21,3% nel quarto trimestre dell’anno rispetto al terzo trimestre), derivante da:
- un aumento dei proventi netti, con una crescita del margine d’interesse dopo due anni consecutivi di contrazione,
- una riduzione dei costi operativi, per il quinto anno consecutivo,
- un’efficienza elevata e in miglioramento, evidenziata dal cost/income in diminuzione al 54,4%;
● ulteriore rafforzamento del bilancio, in particolare sostenendo nel quarto trimestre dell’anno:
- stanziamenti a fronte dei rischi creditizi per circa 2 miliardi di euro, di cui circa 700 milioni di natura non ricorrente (circa 300 milioni di rafforzamento della copertura a fronte di crediti in bonis, circa 280 milioni di rafforzamento delle copertura a fronte di crediti ristrutturati e circa 130 milioni a fronte di mutui in valuta estera della controllata ungherese), a fronte di:
□ robusta riserva sui crediti in bonis di 2,7 miliardi di euro, pari a 80 centesimi di punto di buffer prudenziale,
□ un flusso complessivo di nuovi crediti deteriorati provenienti da crediti in bonis in miglioramento, con una riduzione del 12,5% nel 2011 rispetto al 2010,
□ un livello di copertura specifica dei crediti deteriorati cresciuto nell’anno al 45,7% dal 43,1% dell’esercizio precedente.
La politica di accantonamenti prudenziali è dimostrata dal tasso di recupero delle posizioni in sofferenza chiuse, nell’ordine del 150% del loro valore netto di carico;
- oneri non ricorrenti per circa 700 milioni di euro nel trimestre (di cui circa 400 milioni a fronte di titoli greci, circa 150 milioni a fronte della definizione di controversie con l’Agenzia delle Entrate e circa 120 milioni a fronte dell’impairment sulla partecipata Telco), a fronte di circa un miliardo di euro di beneficio non ricorrente registrato nel conto economico del trimestre a seguito dell’affrancamento di attività immateriali;
● robusto utile netto ante impairment del goodwill nell’esercizio, pari a 2.043 milioni di euro;
● criteri di estrema prudenza adottati nel bilancio 2011 per l’impairment test, in considerazione degli andamenti dei mercati e dei prevedibili scenari futuri (si veda il paragrafo “Le prospettive per l’esercizio in corso”), con un conseguente impairment del goodwill, ossia un ammontare di rettifiche di valore dell’avviamento, di significativa entità (10.233 milioni di euro, pari al 54% del suo ammontare complessivo), a fronte di operazioni prevalentemente carta contro carta, che per il Gruppo ha peraltro effetti solo sulle scritture contabili e nessun impatto sul cash-flow, sulla liquidità, sulla solidità patrimoniale e sui coefficienti Core Tier 1 e EBA e nessuna influenza sulla redditività prospettica;
● dividendi robusti e sostenibili nel tempo: l’odierno Consiglio di Gestione ha deliberato di proporre alla prossima Assemblea ordinaria la distribuzione di circa 822 milioni di euro dalle riserve, con 5 centesimi di euro cash per azione ordinaria e per azione di risparmio. Più precisamente, la proposta prevede la distribuzione a valere sulla Riserva Straordinaria di un ammontare complessivo pari a 821.688.616,80 euro, risultante da un importo unitario di 5 centesimi di euro per ciascuna delle n. 15.501.281.775 azioni ordinarie e per ciascuna delle n. 932.490.561 azioni di risparmio. Tale assegnazione di riserve sarà soggetta allo stesso regime fiscale della distribuzione di dividendi. Rapportando l’importo unitario al prezzo dell’azione registrato lo scorso 13 marzo, risulterebbe un rendimento pari al 3,4% per l’azione ordinaria e al 4,1% per l’azione di risparmio.
Rispetto a quanto previsto nel calendario finanziario già reso noto al mercato, tale assegnazione, se approvata dall’Assemblea, avrà luogo a partire dal giorno 21 giugno 2012 (con stacco cedole il 18 giugno) anziché dal 24 maggio 2012 (con stacco cedole il 21 maggio), in dipendenza dello slittamento dell’Assemblea da fine aprile a fine maggio per l’esigenza di un più ampio termine al fine di tenere conto delle novità recate dall’art. 36 del D.L. Milleproroghe, che potrebbe comportare la necessità di integrazione del Consiglio di Sorveglianza.
I risultati di conto economico del quarto trimestre 2011
Il conto economico consolidato del quarto trimestre 2011 (4) registra proventi operativi netti pari a 4.265 milioni di euro, in crescita del 12,2% rispetto ai 3.800 milioni del terzo trimestre 2011 e dell’ 1,6% rispetto ai 4.196 milioni del quarto trimestre 2010.
In quest’ambito, nel quarto trimestre 2011 gli interessi netti ammontano a 2.541 milioni, in aumento del 2,5% rispetto ai 2.479 milioni del terzo trimestre 2011 e del 5,5% rispetto ai 2.408 milioni del quarto trimestre 2010.
Le commissioni nette sono pari a 1.339 milioni di euro, in crescita dell’ 1,3% rispetto ai 1.322 milioni del terzo trimestre 2011; in dettaglio, si registra una crescita del 2,3% delle commissioni da attività bancaria commerciale e una flessione del 2,7% delle commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,...), nel cui ambito la componente relativa ai prodotti assicurativi sale del 4,8%, quella relativa a intermediazione e collocamento di titoli aumenta dell’ 1,2% e quella relativa al risparmio gestito diminuisce del 7,6%. Le commissioni nette del quarto trimestre 2011 sono in diminuzione dell’ 11,7% rispetto ai 1.517 milioni del quarto trimestre 2010; in dettaglio, si registra un aumento dello 0,9% per le commissioni da attività bancaria commerciale e una diminuzione del 23,9% per quelle da attività di gestione, intermediazione e consulenza, nel cui ambito l’apporto da intermediazione e collocamento di titoli scende del 32,5%, quello da prodotti assicurativi del 28,4% e quello da risparmio gestito del 19,2%.
Il risultato dell’attività di negoziazione presenta un saldo positivo di 173 milioni di euro (pur includendo un impatto negativo di 73 milioni per la svalutazione di derivati rientranti nel rischio Grecia), rispetto al saldo negativo di 74 milioni del terzo trimestre 2011, con la componente relativa alla clientela che si attesta a 69 milioni da 87 milioni, quella di capital markets e attività finanziarie AFS che passa a un saldo positivo di 33 milioni da uno negativo di 22 milioni, quella dell’attività di proprietary trading e tesoreria che passa a un saldo positivo di 39 milioni da uno negativo di 119 milioni e quella dei prodotti strutturati di credito che passa a un saldo positivo di 32 milioni da uno negativo di 20 milioni. Il saldo positivo del risultato dell’attività di negoziazione di 173 milioni del quarto trimestre 2011 si confronta con un saldo positivo di 120 milioni del quarto trimestre 2010, trimestre in cui l’apporto della componente relativa alla clientela era stato di 99 milioni, quello della componente di capital markets e attività finanziarie AFS di 48 milioni, quello dell’attività di proprietary trading e tesoreria negativo per 59 milioni e quello dei prodotti strutturati di credito positivo per 32 milioni. Senza la riclassificazione IAS - effettuata in anni passati - di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione a finanziamenti e crediti e ad attività finanziarie disponibili per la vendita, si sarebbe registrato un impatto negativo ante imposte sul risultato dell’attività di negoziazione del quarto trimestre 2011 pari a 40 milioni.
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(4) In occasione della redazione del resoconto intermedio al 30 settembre 2008, sono intervenute - a seguito della crisi finanziaria internazionale - alcune modifiche nei principi contabili internazionali IAS, omologate dalla Commissione Europea, che in estrema sintesi hanno consentito di riclassificare - in determinate circostanze che si configurino come eventi inusuali - strumenti finanziari non quotati, o non più quotati, in un mercato attivo e non più detenuti per finalità di negoziazione o disponibili per la vendita: in particolare dalla categoria degli strumenti di trading a quella delle attività disponibili per la vendita o delle attività detenute fino alla scadenza o dei finanziamenti e crediti e dalla categoria delle attività disponibili per la vendita a quella dei finanziamenti e crediti. Il Gruppo ha effettuato - in larga misura sulla base dei prezzi al 1° luglio 2008 - una riclassificazione di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione per 2.570 milioni a finanziamenti e crediti e per 72 milioni ad attività finanziarie disponibili per la vendita, senza la quale si sarebbe registrato un impatto negativo ante imposte sul risultato dell’attività di negoziazione del quarto trimestre 2011 pari a 40 milioni (un impatto negativo di 11 milioni nel 2011, positivo di 92 milioni nell’esercizio 2010 e di 72 milioni nell’esercizio 2009, negativo di 459 milioni nell’esercizio 2008); il Gruppo ha anche effettuato una riclassificazione di attività finanziarie disponibili per la vendita per 6.156 milioni a finanziamenti e crediti. Senza queste riclassificazioni si sarebbe registrato un impatto negativo ante imposte direttamente sul patrimonio netto al 31 dicembre 2011 pari a 2.248 milioni (con un impatto negativo di 339 milioni nel quarto trimestre 2011 e di 1.102 milioni nel 2011).
Il risultato dell’attività assicurativa ammonta a 205 milioni di euro, in aumento rispetto ai 50 milioni del terzo trimestre 2011 e ai 126 milioni del quarto trimestre 2010.
Gli oneri operativi ammontano a 2.366 milioni di euro, con un aumento - di natura stagionale - del 5,9% rispetto ai 2.235 milioni del terzo trimestre 2011, a seguito di una crescita dell’ 1,8% per le spese del personale, dell’ 11,8% per le spese amministrative e dell’ 11,3% per gli ammortamenti. Rispetto ai 2.498 milioni del quarto trimestre 2010, si registra un calo del 5,3%, conseguente a una diminuzione del 5,7% per le spese del personale e del 6,3% per le spese amministrative e di un aumento del 4,1% per gli ammortamenti.
Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 1.899 milioni di euro, in crescita del 21,3% rispetto ai 1.565 milioni del terzo trimestre 2011 e dell’ 11,8% rispetto ai 1.698 milioni del quarto trimestre 2010, con un cost/income ratio nel quarto trimestre 2011 pari al 55,5% rispetto al 58,8% del terzo trimestre 2011 e al 59,5% del quarto trimestre 2010.
Il complesso degli accantonamenti e delle rettifiche di valore nette (accantonamenti per rischi e oneri, rettifiche su crediti e rettifiche su altre attività) è pari a 2.509 milioni di euro, rispetto ai 1.348 milioni del terzo trimestre 2011 e ai 1.090 milioni del quarto trimestre 2010. Gli accantonamenti per rischi e oneri ammontano a 106 milioni, rispetto ai 18 milioni del terzo trimestre 2011 e ai 148 milioni del quarto trimestre 2010; le rettifiche nette su crediti sono pari a 2.043 milioni, di cui circa 700 milioni di natura non ricorrente (circa 300 milioni di rafforzamento della copertura a fronte di crediti in bonis, 280 milioni di rafforzamento della copertura a fronte di crediti ristrutturati e 130 milioni a fronte di mutui in valuta estera della controllata ungherese), rispetto ai 695 milioni del terzo trimestre 2011 e agli 895 milioni del quarto trimestre 2010; le rettifiche nette su altre attività sono pari a 360 milioni (comprendenti 321 milioni di svalutazione di titoli governativi greci), rispetto ai 635 milioni del terzo trimestre 2011 (comprendenti 593 milioni di svalutazione di titoli governativi greci) e ai 47 milioni del quarto trimestre 2010.
La voce utili/perdite su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti registra un saldo negativo di 139 milioni (comprendente 119 milioni di impairment sull’interessenza in Telco) rispetto a quello positivo di 7 milioni del terzo trimestre e di 262 milioni del quarto trimestre 2010 (di cui 255 milioni derivanti dall’adeguamento al fair value della valutazione del 50% di Intesa Vita).
Il risultato corrente al lordo delle imposte presenta un saldo negativo di 749 milioni di euro (positivo di 494 milioni se si escludessero le principali componenti non ricorrenti), rispetto al saldo positivo di 224 milioni del terzo trimestre e di 870 milioni del quarto trimestre 2010.
Il risultato netto consolidato ante impairment del goodwill è pari a 114 milioni di euro, in diminuzione del 78,4% rispetto ai 527 milioni del terzo trimestre e del 77,4% rispetto ai 505 milioni del quarto trimestre 2010, dopo la contabilizzazione di:
- imposte a credito per 976 milioni di euro, conseguenti a 1.030 milioni di beneficio fiscale derivante dall’iscrizione di imposte differite attive e dall’addebito dell’imposta sostitutiva connessi all’affrancamento di attività immateriali;
- oneri di integrazione e di incentivazione all’esodo (al netto delle imposte) per 53 milioni;
- oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione (al netto delle imposte) per 67 milioni;
- una perdita di pertinenza di terzi per 7 milioni.
Le rettifiche di valore dell’avviamento (al netto delle imposte) ammontano a 10.233 milioni di euro, rispetto al dato nullo del terzo trimestre 2011 e del quarto trimestre 2010.
Ne consegue un risultato netto consolidato post impairment del goodwill negativo per 10.119 milioni di euro, rispetto a quello positivo per 527 milioni nel terzo trimestre 2011 e per 505 milioni del quarto trimestre 2010.
Se si escludono le principali componenti non ricorrenti, il risultato netto normalizzato nel quarto trimestre 2011 è pari a 265 milioni di euro, in diminuzione del 38,5% rispetto ai 431 milioni del terzo trimestre 2011 e del 45,4% rispetto ai 485 milioni del quarto trimestre 2010.
I risultati di conto economico del 2011
Il conto economico consolidato del 2011 registra proventi operativi netti pari a 16.785 milioni di euro, in aumento dell’ 1,5% rispetto ai 16.529 milioni del 2010.
In quest’ambito, nel 2011 gli interessi netti ammontano a 9.780 milioni, in crescita dello 0,8% rispetto ai 9.700 milioni del 2010.
Le commissioni nette sono pari a 5.466 milioni di euro, in flessione del 3,3% rispetto ai 5.652 milioni del 2010; in dettaglio, si registra un aumento dell’ 1,1% delle commissioni da attività bancaria commerciale e una diminuzione del 7,6% delle commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,...), nel cui ambito la componente relativa a intermediazione e collocamento di titoli diminuisce del 13,5% anche per effetto della decisione di non collocare obbligazioni di terzi nel 2011, quella relativa ai prodotti assicurativi scende del 12,6% e quella relativa al risparmio gestito del 4,8%.
Il risultato dell’attività di negoziazione è pari a 920 milioni di euro (inclusivi di un impatto negativo di 73 milioni dalla svalutazione di derivati rientranti nel rischio Grecia), rispetto ai 460 milioni del 2010, con la componente relativa alla clientela che si attesta a 345 milioni rispetto ai 356 milioni del 2010, quella di capital markets e attività finanziarie AFS che sale a 474 milioni (comprendenti 426 milioni derivanti complessivamente dalle cessioni delle quote in Prada e Findomestic) da 170 milioni, quella dell’attività di proprietary trading e tesoreria che passa a un apporto positivo di 52 milioni da uno negativo di 162 milioni e quella dei prodotti strutturati di credito che diminuisce l’apporto positivo a 49 milioni da 96 milioni. Senza la riclassificazione IAS in anni passati di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione a finanziamenti e crediti e ad attività finanziarie disponibili per la vendita, si sarebbe registrato un impatto negativo ante imposte sul risultato dell’attività di negoziazione del 2011 pari a 11 milioni.
Il risultato dell’attività assicurativa ammonta a 540 milioni di euro, rispetto ai 654 milioni del 2010, che avevano beneficiato di plusvalenze da cessione di titoli.
Gli oneri operativi ammontano a 9.137 milioni di euro, in flessione dell’ 1,8% rispetto ai 9.304 milioni del 2010, a seguito di una diminuzione del 2% delle spese del personale e del 3% delle spese amministrative e di un aumento del 6% degli ammortamenti.
Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 7.648 milioni di euro, in aumento del 5,9% rispetto ai 7.225 del 2010, con un cost/income ratio in miglioramento al 54,4% dal 56,3% del 2010.
Il complesso degli accantonamenti e delle rettifiche di valore nette (accantonamenti per rischi e oneri, rettifiche su crediti e rettifiche su altre attività) è pari a 5.530 milioni di euro rispetto ai 3.631 milioni del 2010. Gli accantonamenti per rischi e oneri diminuiscono a 218 milioni da 366 milioni del 2010; le rettifiche nette su crediti ammontano a 4.243 milioni, di cui circa 650 milioni di natura non ricorrente (circa 210 milioni di rafforzamento della copertura a fronte di crediti in bonis, circa 310 milioni di rafforzamento della copertura a fronte di crediti ristrutturati e circa 130 milioni a fronte di mutui in valuta estera della controllata ungherese), rispetto ai 3.170 milioni del 2010; le rettifiche nette su altre attività sono pari a 1.069 milioni (comprendenti 939 milioni di svalutazione di titoli governativi greci), rispetto ai 95 milioni del 2010.
La voce utili/perdite su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti registra un saldo negativo di 99 milioni di euro, comprendenti un apporto positivo di 123 milioni per la cessione di sportelli a Crédit Agricole e uno negativo di 251 milioni per l’impairment sulla partecipazione detenuta in Telco, rispetto ai 273 milioni del 2010, che includevano 255 milioni derivanti dall’adeguamento al fair value della valutazione del 50% di Intesa Vita.
Il risultato corrente al lordo delle imposte è pari a 2.019 milioni di euro, in calo del 47,8% rispetto ai 3.867 milioni del 2010, ma in flessione solo del 7,2% se si escludono le principali componenti non ricorrenti dal confronto.
Il risultato netto consolidato ante impairment del goodwill è pari a 2.043 milioni di euro, in diminuzione del 24,5% rispetto ai 2.705 milioni di euro del 2010 (che includeva 648 milioni di plusvalenza netta derivante dalla cessione dell’attività di securities services, inclusa nell’utile dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte, e 86 milioni di beneficio fiscale derivante da iscrizione di imposte differite attive e addebito dell’imposta sostitutiva connessi all’affrancamento dell’avviamento), dopo la contabilizzazione di:
- imposte a credito per 910 milioni di euro, conseguenti a 2.130 milioni di beneficio fiscale derivante dall’iscrizione di imposte differite attive e dall’addebito dell’imposta sostitutiva connessi all’affrancamento di attività immateriali;
- oneri di integrazione e di incentivazione all’esodo (al netto delle imposte) per 552 milioni, conseguenti all’inclusione degli oneri non ricorrenti per l’uscita di circa 5.000 persone ai sensi dell’Accordo Quadro del 29 luglio 2011, integralmente contabilizzati nel periodo e pari a 506 milioni;
- oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione (al netto delle imposte) per 321 milioni;
- una quota di pertinenza di terzi per 13 milioni.
Dopo rettifiche di valore dell’avviamento (al netto delle imposte) per 10.233 milioni di euro (dato nullo nel 2010), si ha un risultato netto consolidato post impairment del goodwill negativo per 8.190 milioni di euro, rispetto a quello positivo per 2.705 milioni del 2010.
Se si escludono le principali componenti non ricorrenti, il risultato netto normalizzato del 2011 è pari a 1.930 milioni di euro, in diminuzione del 17,1% rispetto ai 2.327 milioni del 2010.
Lo stato patrimoniale al 31 dicembre 2011
Per quanto riguarda lo stato patrimoniale consolidato, al 31 dicembre 2011 i crediti verso la clientela raggiungono i 377 miliardi di euro, in flessione dello 0,5% rispetto al 31 dicembre 2010 (in crescita dell’ 1,8% se si considerano i volumi medi anziché quelli di fine periodo), a seguito di una riduzione dei crediti alle grandissime imprese e di un aumento di quelli alle piccole, medie e grandi imprese. Il complesso dei crediti deteriorati (in sofferenza, incagliati, ristrutturati e scaduti/sconfinanti) ammonta - al netto delle rettifiche di valore - a 22.696 milioni di euro, in aumento del 6,9% rispetto ai 21.238 milioni del 31 dicembre 2010; in quest’ambito, i crediti in sofferenza registrano un aumento a 8.998 milioni di euro dai 7.394 milioni del 31 dicembre 2010, con un’incidenza sui crediti complessivi pari al 2,4% (2% al 31 dicembre 2010) e un grado di copertura del 64% (analogo a quello di fine 2010). Considerando, oltre alle rettifiche specifiche, anche il valore delle garanzie reali e personali relative alle sofferenze, il grado di copertura complessivo delle stesse è pari al 127%. Gli incagli salgono a 9.126 milioni di euro da 8.966 milioni di dicembre 2010 e i ristrutturati a 3.425 milioni rispetto a 3.338 milioni di fine 2010; i crediti scaduti/sconfinanti scendono a 1.147 milioni di euro rispetto a 1.540 milioni di fine 2010.
Le attività finanziarie della clientela risultano pari a 766 miliardi di euro (dopo le elisioni per le componenti che costituiscono sia raccolta diretta sia raccolta indiretta), in diminuzione del 7,6% rispetto al 31 dicembre 2010. Nell’ambito delle attività finanziarie della clientela, la raccolta diretta bancaria ammonta a 360 miliardi, con una diminuzione del 10,5% rispetto al 31 dicembre 2010 dovuta principalmente alla clientela istituzionale, e il complesso di raccolta diretta assicurativa e riserve tecniche è pari a 73 miliardi, in flessione del 2,9% rispetto al 31 dicembre 2010; la raccolta indiretta raggiunge i 406 miliardi, in diminuzione del 5% rispetto a fine 2010. L’ammontare di risparmio gestito è pari a 222 miliardi, in flessione del 5,1% rispetto al 31 dicembre 2010; la nuova produzione vita nel 2011 ammonta a 11,5 miliardi di euro (-20,8% rispetto al 2010). La raccolta amministrata raggiunge i 184 miliardi, in diminuzione del 4,8% rispetto al 31 dicembre 2010.
I coefficienti patrimoniali al 31 dicembre 2011 risultano - applicando le regole di Basilea 2 foundation e i modelli interni ai mutui residenziali e al portafoglio corporate (con floor all’85%) e deducendo il valore nominale delle azioni di risparmio - pari al 10,1% per il Core Tier 1 ratio (7,9% al 31 dicembre 2010), all’ 11,5% per il Tier 1 ratio (9,4% a fine 2010) e al 14,3% per il coefficiente patrimoniale totale (13,2% a fine 2010). Tali coefficienti sono calcolati tenendo conto della proposta di distribuzione di circa 822 milioni di euro dalle riserve. Il Core Tier 1 ratio include un impatto negativo di 8 centesimi di punto derivante dall’introduzione di Basilea 2.5 e non include il beneficio di 6 centesimi di punto derivante dall’operazione di buy back di titoli Tier1 effettuata nel febbraio 2012.
Le informazioni attualmente disponibili portano a una stima degli effetti sui coefficienti patrimoniali del Gruppo derivanti da Basilea 3 a regime - applicando i parametri indicati per il 2019 ai dati di bilancio del 31dicembre 2011- nell’ordine di:
- 2,9 miliardi di euro di deduzioni totali dal common equity, nell’ipotesi di deduzione della partecipazione detenuta in Banca d’Italia e considerando l’assorbimento delle imposte differite attive (DTA) previsto prima dell’entrata a regime di Basilea 3,
- 11,2 miliardi di euro aggiuntivi di RWA relativi a DTA e investimenti bancari, finanziari e assicurativi non portati in deduzione perché rientranti nella franchigia,
- 2,4 miliardi di euro aggiuntivi di RWA riguardanti DTA incluse nei rischi con ponderazione al 100% (relative a rettifiche su crediti e affrancamento delle attività immateriali),
- 9,4 miliardi di euro aggiuntivi di RWA derivanti da rischi di mercato e rischi di controparte;
con un conseguente impatto complessivo stimato sul Core Tier 1 ratio nell’ordine di 150 centesimi di punto (l’impatto effettivo è soggetto all’implementazione della regolamentazione in materia). L’impatto si riduce a 16 centesimi di punto considerando il beneficio derivante dalle azioni di ottimizzazione di fonti e fabbisogni di capitale e l’assorbimento dello shock sul rischio sovrano.
* * *
Le scelte strategiche perseguite hanno permesso a Intesa Sanpaolo di confermarsi come uno dei gruppi bancari più solidi a livello internazionale, i cui punti di forza - oltre a quanto precedentemente detto in merito alla qualità dei crediti e al livello dei coefficienti patrimoniali - sono costituiti da:
● robusta liquidità:
- elevata disponibilità di attivi stanziabili presso le Banche Centrali, pari a un livello corrispondente a una liquidità di 37 miliardi di euro a fine dicembre 2011 e di 50 miliardi al 6 marzo 2012; le operazioni di finanziamento poste in essere con BCE per ottimizzare il costo del funding erano pari a 37,5 miliardi sia a fine dicembre 2011, di cui 12 miliardi di LTRO con scadenza a 3 anni, sia al 6 marzo 2012, di cui 36 miliardi di LTRO con scadenza a 3 anni,
- elevato ammontare di attività liquide (costituite da attivi stanziabili disponibili e attivi stanziabili dati a collaterale), pari a 97 miliardi di euro a fine dicembre 2011 e a 101 miliardi al 6 marzo 2012,
- fonti di raccolta stabili e ben diversificate, con raccolta diretta - bancaria - da clientela (inclusi i titoli emessi) costituita per quasi l’ 80% dalla componente retail,
- a fine gennaio 2012 collocato sui mercati internazionali eurobond a 18 mesi per 1,5 miliardi di euro, la prima emissione benchmark senior, non garantita, da parte di una banca dell’area euro periferica da 3 mesi, con una domanda - per il 70% estera - che ha superato del 150% l’offerta iniziale di un miliardo; il 20 febbraio 2012 collocato sui mercati internazionali eurobond a 5 anni per un miliardo di euro, la prima emissione benchmark senior, non garantita, da parte di una banca dell’area euro periferica con scadenza superiore alla LTRO a 3 anni della BCE, con una domanda - per il 70% estera - che ha superato del 120% l’offerta;
● leverage contenuto e adeguata patrimonializzazione:
- leverage molto più basso e un rapporto tra patrimonio netto tangibile e attivo tangibile tra i migliori nel confronto con i principali gruppi bancari europei,
- l’analisi condotta dall’EBA sull’adeguatezza patrimoniale delle banche europee, con riferimento ai dati di settembre 2011, ha confermato che Intesa Sanpaolo non ha alcun fabbisogno di ulteriore capitale, con un Core Tier 1 ratio che risulterebbe pari a circa il 9,2% considerando il buffer calcolato dall’EBA a fronte dell’esposizione ai rischi sovrani, valore superiore al 9% minimo richiesto;
● basso profilo di rischio:
- a fine dicembre 2011, il portafoglio titoli di proprietà del Gruppo includeva titoli governativi (emessi da amministrazioni centrali e locali) greci per 269 milioni di euro (compreso un titolo Hellenic Railways garantito dallo Stato), dopo una svalutazione complessiva pari a circa il 75% del valore nominale, irlandesi per 233 milioni e portoghesi per 40 milioni;
- in particolare, per quanto riguarda i titoli governativi greci:
▪ i titoli emessi da amministrazioni centrali e locali ammontavano a 219 milioni, dopo una svalutazione per 870 milioni e attribuzione alle gestioni separate assicurative di circa 107 milioni di oneri,
▪ il titolo Hellenic Railways ammontava a 50 milioni, dopo una svalutazione per 176 milioni.
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Il Gruppo ha un’esposizione lorda e netta al rischio verso prodotti strutturati di credito con sottostanti attività US Subprime per 31 milioni di euro al 31 dicembre 2011. Un’informativa completa e dettagliata in merito ai prodotti strutturati di credito detenuti dal Gruppo viene riportata - come di consueto - nella relazione approvata dal Consiglio di Gestione.
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Al 31 dicembre 2011, la struttura operativa del Gruppo Intesa Sanpaolo si articola in 7.246 sportelli bancari - di cui 5.581 in Italia e 1.665 all’estero - con 100.118 dipendenti, 1.719 persone in meno rispetto al 31 dicembre 2010.
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I risultati per area di Business
La Divisione Corporate e Investment Banking comprende:
- Large Corporate Italia, cui compete la relazione con i grandi gruppi italiani (imprese prevalentemente con fatturato superiore a 500 milioni di euro);
- Mid Corporate, cui compete la relazione con le imprese italiane con fatturato superiore a 150 milioni e prevalentemente fino a 500 milioni;
- Direzione Internazionale, cui compete la relazione con la clientela corporate estera ed è affidata la responsabilità delle filiali estere, degli uffici di rappresentanza e delle società estere corporate (Société Européenne de Banque e Intesa Sanpaolo Bank Ireland), nonché l’assistenza specialistica per il sostegno ai processi di internazionalizzazione delle aziende italiane e per il sostegno all’export;
- Global Banking & Transaction, cui compete la relazione con le istituzioni finanziarie italiane ed estere, la gestione dei servizi transazionali nell’ambito dei sistemi di pagamento, nonché la custodia e il regolamento di titoli prevalentemente italiani (local custody);
- Banca IMI, deputata all’attività di investment banking, ossia di realizzazione di prodotti di finanza strutturata e di consulenza nel campo del M&A per la clientela del Gruppo, e a quella di capital markets per i clienti del Gruppo e gli operatori istituzionali nelle attività di market making;
- Merchant Banking, che opera nel comparto del private equity anche tramite le società Private Equity International (PEI) e IMI Investimenti.
- Public Finance, che ha il compito di servire la clientela Stato, enti pubblici, enti locali, public utilities, general contractor e sanità pubblica e privata, sviluppando le attività di finanziamento e l’operatività bancaria corrente, la finanza di progetto, le cartolarizzazioni e la consulenza di carattere finanziario, con l'obiettivo di favorire la collaborazione tra pubblico e privato e di assistere le iniziative e i progetti di investimento nelle grandi infrastrutture, la sanità, la ricerca e la pubblica utilità in genere. L’attività è svolta tramite Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo.
Nel perimetro della Divisione rientrano inoltre l’attività di Leasint, Centro Leasing, Mediofactoring e quella di gestione del portafoglio proprietario del Gruppo.
La Divisione Corporate e Investment Banking, escludendo Public Finance, nel quarto trimestre 2011 registra:
- proventi operativi netti per 787 milioni di euro, in diminuzione del 4,9% rispetto agli 828 milioni del terzo trimestre 2011;
- oneri operativi per 236 milioni, in aumento del 17,1% rispetto ai 201 milioni del terzo trimestre 2011;
- un risultato della gestione operativa di 551 milioni, in diminuzione del 12% rispetto ai 626 milioni del terzo trimestre 2011;
- un cost/income ratio al 30%, rispetto al 24,3% del terzo trimestre 2011;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 585 milioni rispetto ai 121 milioni del terzo trimestre 2011;
- un saldo netto su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti negativo per 123 milioni, dovuto principalmente all’impairment sulla partecipazione in Telco, rispetto al saldo negativo di un milione del terzo trimestre 2011;
- un risultato corrente al lordo delle imposte negativo per 157 milioni, ma positivo per 244 milioni se si escludono l’impairment Telco e il rafforzamento della copertura dei crediti ristrutturati, rispetto a quello positivo per 504 milioni del terzo trimestre 2011;
- un risultato netto ante impairment del goodwill negativo per 164 milioni, rispetto a quello positivo per 300 milioni del terzo trimestre 2011;
- rettifiche di valore dell’avviamento (al netto delle imposte) per 2.290 milioni rispetto a un dato nullo del terzo trimestre 2011;
- un risultato netto post impairment del goodwill negativo per 2.454 milioni, rispetto ai 300 milioni del terzo trimestre 2011;
- un risultato netto normalizzato per le principali componenti non ricorrenti pari a 152 milioni rispetto ai 332 milioni del terzo trimestre 2011.
La Divisione Corporate e Investment Banking, escludendo Public Finance, nel 2011 registra:
- proventi operativi netti per 3.664 milioni di euro (inclusivi di 272 milioni di plusvalenza Prada), pari al 22% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (21% nel 2010), con una crescita del 4,7% rispetto ai 3.500 milioni del 2010;
- oneri operativi per 892 milioni, in aumento dell’ 1,1% rispetto agli 882 milioni del 2010;
- un risultato della gestione operativa di 2.772 milioni, in aumento del 5,9% rispetto ai 2.618 milioni del 2010;
- un cost/income ratio in miglioramento al 24,3% dal 25,2% del 2010;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 930 milioni rispetto ai 455 milioni del 2010, con un aumento dovuto principalmente ai 300 milioni di rafforzamento della copertura dei crediti ristrutturati;
- un saldo netto su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti negativo per 265 milioni (inclusivi di 251 milioni di impairment Telco) rispetto a quello positivo di 12 milioni del 2010;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 1.577 milioni, in calo del 27,5% rispetto ai 2.175 milioni del 2010;
- un risultato netto ante impairment del goodwill pari a 973 milioni rispetto ai 1.414 milioni del 2010;
- rettifiche di valore dell’avviamento (al netto delle imposte) per 2.290 milioni rispetto a un dato nullo del 2010;
- un risultato netto post impairment del goodwill negativo per 1.317 milioni rispetto a quello positivo per 1.414 milioni del 2010;
- un risultato netto normalizzato per le principali componenti non ricorrenti pari a 1.202 milioni rispetto ai 1.390 milioni del 2010.
Public Finance nel quarto trimestre 2011 registra:
- proventi operativi netti per 12 milioni di euro, che risentono di un impatto negativo di 73 milioni sul risultato dell’attività di negoziazione dovuto alla svalutazione di derivati rientranti nel rischio Grecia, rispetto ai 55 milioni del terzo trimestre 2011;
- oneri operativi per 18 milioni, in diminuzione del 9,7% rispetto ai 20 milioni del terzo trimestre 2011;
- un risultato della gestione operativa negativo per 6 milioni rispetto a quello positivo per 35 milioni del terzo trimestre 2011;
- un cost/income ratio al 150% rispetto al 36,4% del terzo trimestre 2011;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette di 290 milioni rispetto ai 459 milioni del terzo, che risente in entrambi i trimestri della svalutazione dei titoli governativi greci;
- un risultato corrente al lordo delle imposte negativo per 295 milioni rispetto a quello negativo per 424 milioni del terzo trimestre 2011;
- un risultato netto ante impairment del goodwill negativo per 215 milioni, rispetto a quello negativo per 315 milioni del terzo trimestre 2011;
- rettifiche di valore dell’avviamento (al netto delle imposte) per 28 milioni rispetto a un dato nullo del terzo trimestre 2011;
- un risultato netto post impairment del goodwill negativo per 243 milioni, rispetto a quello negativo per 315 milioni del terzo trimestre 2011;
- un risultato netto normalizzato per le principali componenti non ricorrenti pari a 13 milioni rispetto ai 21 milioni del terzo trimestre 2011.
Public Finance nel 2011 registra:
- proventi operativi netti per 264 milioni di euro, pari al 2% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (incidenza invariata rispetto al 2010), con un calo del 22,8% rispetto ai 342 milioni del 2010, dovuto principalmente all’impatto negativo di 73 milioni sul risultato dell’attività di negoziazione conseguente alla svalutazione di derivati rientranti nel rischio Grecia;
- oneri operativi per 76 milioni, in calo dell’ 8,4% rispetto agli 83 milioni del 2010;
- un risultato della gestione operativa di 188 milioni, in calo del 27,4% rispetto ai 259 milioni del 2010;
- un cost/income ratio al 28,8%, rispetto al 24,3% del 2010;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette di 778 milioni (quasi interamente dovuto alla svalutazione di titoli governativi greci), rispetto ai 44 milioni del 2010;
- un risultato corrente al lordo delle imposte negativo per 590 milioni, rispetto al saldo positivo di 215 milioni del 2010;
- un risultato netto ante impairment del goodwill negativo per 452 milioni rispetto a quello positivo per 138 milioni del 2010;
- rettifiche di valore dell’avviamento (al netto delle imposte) per 28 milioni rispetto a un dato nullo del 2010;
- un risultato netto post impairment del goodwill negativo per 480 milioni rispetto a quello positivo per 138 milioni del 2010;
- un risultato netto normalizzato per le principali componenti non ricorrenti pari a 120 milioni rispetto ai 141 milioni del 2010.
La Divisione Banca dei Territori include:
- clientela Privati, costituita da famiglie (clienti privati con attività finanziarie fino a 100.000 euro), personal (clienti privati con attività finanziarie da 100.000 euro a un milione di euro), small business (piccole imprese con fatturato inferiore a 2,5 milioni e con accordato inferiore a un milione di euro);
- clientela Imprese, costituta da aziende con volume d’affari compreso tra 2,5 e 150 milioni;
- clientela Private, costituita da clienti privati con attività finanziarie per oltre un milione di euro.
Nella Divisione sono inoltre incluse Intesa Sanpaolo Private Banking, la società del Gruppo dedicata alla clientela Private, Banca Prossima, che opera - attraverso le filiali del Gruppo con presidi locali e specialisti dedicati - al servizio degli enti nonprofit, e società prodotto quali Mediocredito Italiano, specializzata nel credito industriale, Intesa Sanpaolo Vita e Intesa Sanpaolo Previdenza, operanti nel comparto assicurativo e previdenziale, la società fiduciaria SIREFID, Moneta e Neos Finance, specializzate nel credito al consumo, e Setefi, specializzata nella gestione dei pagamenti elettronici.
La Divisione Banca dei Territori nel quarto trimestre 2011 registra:
- proventi operativi netti per 2.526 milioni di euro, con un aumento dell’ 8,3% rispetto ai 2.332 milioni del terzo trimestre 2011;
- oneri operativi per 1.440 milioni, in crescita dello 0,8% rispetto ai 1.429 milioni del terzo trimestre 2011;
- un risultato della gestione operativa di 1.086 milioni, in crescita del 20,2% rispetto ai 903 milioni del terzo trimestre 2011;
- un cost/income ratio in miglioramento al 57% dal 61,3% del terzo trimestre 2011;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 907 milioni rispetto a 539 milioni del terzo trimestre 2011;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 179 milioni rispetto ai 365 milioni del terzo trimestre;
- un risultato netto ante impairment del goodwill negativo per 55 milioni rispetto a quello negativo per 276 milioni del terzo trimestre 2011, che includeva oneri di integrazione e di incentivazione all’esodo (al netto delle imposte) per 381 milioni;
- rettifiche di valore dell’avviamento (al netto delle imposte) per 6.390 milioni rispetto a un dato nullo del terzo trimestre2011;
- un risultato netto post impairment del goodwill negativo per 6.445 milioni rispetto a quello negativo per 276 milioni del terzo trimestre 2011;
- un risultato netto normalizzato per le principali componenti non ricorrenti pari a 94 milioni rispetto ai 181 milioni del terzo trimestre 2011.
La Divisione Banca dei Territori nel 2011 registra:
- proventi operativi netti per 9.654 milioni di euro, pari al 58% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (60% nel 2010), in flessione del 2,8% rispetto ai 9.929 milioni del 2010, ma in crescita del 5% se si escludono l’apporto dell’attività di copertura dal rischio di tasso e il risultato dell’attività assicurativa;
- oneri operativi per 5.733 milioni, in diminuzione del 2,9% rispetto ai 5.903 milioni del 2010;
- un risultato della gestione operativa di 3.921 milioni, in flessione del 2,6% rispetto ai 4.026 milioni del 2010, ma in aumento del 30,1% se si escludono l’apporto dell’attività di copertura dal rischio di tasso e il risultato dell’attività assicurativa;
- un cost/income ratio al 59,4% rispetto al 59,5% del 2010;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 2.513 milioni, rispetto ai 2.255 milioni del 2010;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 1.408 milioni, in diminuzione del 20,5% rispetto ai 1.770 milioni del 2010;
- oneri di integrazione e di incentivazione all’esodo (al netto delle imposte) per 456 milioni rispetto ai 51 milioni del 2010;
- un risultato netto ante impairment del goodwill negativo per 22 milioni rispetto a quello positivo per 734 milioni del 2010;
- rettifiche di valore dell’avviamento (al netto delle imposte) per 6.390 milioni rispetto a un dato nullo del 2010;
- un risultato netto post impairment del goodwill negativo per 6.412 milioni rispetto a quello positivo per 734 milioni del 2010;
- un risultato netto normalizzato per le principali componenti non ricorrenti pari a 704 milioni rispetto ai 1.015 milioni del 2010.
Eurizon Capital è la società, che si avvale di una collaborazione sempre più efficace con la Divisione Banca dei Territori, dedicata a fornire prodotti di risparmio gestito di tipo collettivo e individuale alle reti bancarie interne al Gruppo, nonché a sviluppare la presenza nel segmento dell’ “architettura aperta” attraverso specifici accordi di distribuzione con altre reti e investitori istituzionali. Ad Eurizon Capital fanno capo le controllate Eurizon Capital (Lussemburgo), specializzata nella gestione di fondi comuni lussemburghesi a basso tracking error, e Epsilon Associati, specializzata nella gestione di prodotti strutturati e di fondi comuni tramite metodologie quantitative e controllata al 51% da Eurizon Capital e per il restante 49% da Banca IMI, e il 49% della società cinese di asset management Penghua Fund Management.
Eurizon Capital nel quarto trimestre 2011 registra:
- proventi operativi netti per 66 milioni di euro, in crescita del 4,5% rispetto ai 63 milioni del terzo trimestre 2011;
- oneri operativi per 27 milioni, in calo del 7,8% rispetto ai 29 milioni del terzo trimestre 2011;
- un risultato della gestione operativa per 40 milioni, in aumento del 14,9% rispetto ai 34 milioni del terzo trimestre 2011;
- un cost/income ratio in miglioramento al 40,9% dal 46% del terzo trimestre 2011;
- un risultato corrente al lordo delle imposte pari a 37 milioni, in crescita del 7,9% rispetto a 34 milioni del terzo trimestre 2011;
- un risultato netto ante impairment del goodwill di 21 milioni, rispetto ai 17 milioni del terzo trimestre 2011;
- rettifiche di valore dell’avviamento (al netto delle imposte) per 373 milioni rispetto a un dato nullo del terzo trimestre 2011;
- un risultato netto post impairment del goodwill negativo per 352 milioni, rispetto a quello positivo per 17 milioni del terzo trimestre 2011;
- un risultato netto normalizzato per le principali componenti non ricorrenti pari a 31 milioni rispetto ai 27 milioni del terzo trimestre 2011.
Eurizon Capital nel 2011 registra:
- proventi operativi netti per 266 milioni di euro, pari al 2% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (incidenza invariata rispetto al 2010), in diminuzione del 7,6% rispetto ai 288 milioni del 2010;
- oneri operativi per 120 milioni, in calo del 9,1% rispetto ai 132 milioni del 2010;
- un risultato della gestione operativa per 146 milioni, in diminuzione del 6,4% rispetto ai 156 milioni del 2010;
- un cost/income ratio in miglioramento al 45,1%, dal 45,8% del 2010;
- un risultato corrente al lordo delle imposte pari a 144 milioni, in diminuzione del 5,3% rispetto ai 152 milioni del 2010;
- un risultato netto ante impairment del goodwill pari a 76 milioni rispetto ai 77 milioni del 2010;
- rettifiche di valore dell’avviamento (al netto delle imposte) per 373 milioni rispetto a un dato nullo del 2010;
- un risultato netto post impairment del goodwill negativo per 297 milioni rispetto a quello positivo per 77 milioni del 2010;
- un risultato netto normalizzato per le principali componenti non ricorrenti pari a 114 milioni, in linea con i 115 milioni del 2010.
La Divisione Banche Estere presidia l’attività del Gruppo sui mercati esteri nei quali è presente tramite banche commerciali controllate e partecipate, fornisce indirizzo, coordinamento e supporto alle controllate estere che svolgono prevalentemente attività bancaria retail; è responsabile della definizione delle linee strategiche di sviluppo del Gruppo relativamente alla presenza diretta sui mercati esteri, con esplorazione sistematica e analisi di nuove opportunità di crescita sui mercati già presidiati e su nuovi mercati, del coordinamento dell’operatività delle banche estere e della gestione delle relazioni delle banche estere con le strutture centralizzate della Capogruppo e con le filiali o altri uffici esteri della Divisione Corporate e Investment Banking. La Divisione è strutturata in tre Direzioni, a presidio dei diversi ambiti geografici in cui opera: i) la Direzione Area Banche SEE, cui fanno capo le partecipazioni nelle banche operanti in Europa Sud Orientale, Privredna Banka Zagreb in Croazia, Banca Intesa Beograd in Serbia, Intesa Sanpaolo Banka Bosna i Hercegovina in Bosnia-Erzegovina, Intesa Sanpaolo Bank Albania, Intesa Sanpaolo Bank Romania e Banca CR Firenze Romania; ii) la Direzione Area Banche CEE, cui fanno capo le partecipazioni nelle banche operanti in Europa Centro Orientale, Banka Koper in Slovenia, VUB Banka in Slovacchia, CIB Bank in Ungheria; iii) la Direzione Aree Banche CIS e South Mediterranean, cui fanno capo le controllate Banca Intesa nella Federazione Russa, Pravex-Bank in Ucraina e Bank of Alexandria in Egitto.
La Divisione Banche Estere nel quarto trimestre 2011 registra:
- proventi operativi netti per 599 milioni di euro, in aumento dello 0,6% rispetto ai 596 milioni del terzo trimestre 2011;
- oneri operativi per 311 milioni, in crescita del 9,5% rispetto ai 284 milioni del terzo trimestre 2011;
- un risultato della gestione operativa di 289 milioni, in diminuzione del 7,5% rispetto ai 312 milioni del terzo trimestre 2011;
- un cost/income ratio al 51,9% rispetto al 47,7% del terzo trimestre 2011;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 265 milioni rispetto ai 136 milioni del terzo trimestre 2011, ma si registrerebbe un calo dell’ 1,5% se si escludessero i 131 milioni di perdita su mutui in valuta estera della controllata ungherese;
- un saldo su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti negativo per un milione, rispetto a quello positivo per un milione del terzo trimestre 2011;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 23 milioni, rispetto ai 178 milioni del terzo trimestre 2011;
- un risultato netto ante impairment del goodwill di 45 milioni, rispetto ai 130 milioni del terzo trimestre 2011;
- rettifiche di valore dell’avviamento (al netto delle imposte) per 1.152 rispetto a un dato nullo del terzo trimestre 2011;
- un risultato netto post impairment del goodwill negativo per 1.107 milioni, rispetto a quello positivo per 130 milioni del terzo trimestre 2011;
- un risultato netto normalizzato per le principali componenti non ricorrenti pari a 122 milioni rispetto ai 141 milioni del terzo trimestre 2011.
La Divisione Banche Estere nel 2011 registra:
- proventi operativi netti per 2.383 milioni di euro, pari al 14% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (incidenza invariata rispetto al 2010), con una crescita del 3,5% rispetto ai 2.302 milioni del 2010;
- oneri operativi per 1.171 milioni, in linea con i 1.169 milioni del 2010;
- un risultato della gestione operativa di 1.212 milioni, in aumento del 7% rispetto ai 1.133 milioni del 2010 (dell’ 8,9% escludendo l’effetto cambio);
- un cost/income ratio in miglioramento al 49,1% dal 50,8% del 2010;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 723 milioni rispetto ai 606 milioni del 2010, ma si registrerebbe un calo del 2,3% se si escludessero i 131 milioni di perdita su mutui in valuta estera della controllata ungherese;
- un saldo positivo su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti per 4 milioni rispetto ai 5 milioni del 2010;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 493 milioni, in diminuzione del 7,3% rispetto ai 532 milioni del 2010;
- un risultato netto ante impairment del goodwill pari a 389 milioni rispetto ai 378 milioni del 2010;
- rettifiche di valore dell’avviamento (al netto delle imposte) per 1.152 milioni rispetto a un dato nullo del 2010;
- un risultato netto post impairment del goodwill negativo per 763 milioni rispetto a quello positivo per 378 milioni del 2010;
- un risultato netto normalizzato per le principali componenti non ricorrenti pari a 501 milioni rispetto ai 421 milioni del 2010.
Banca Fideuram, che svolge attività di asset gathering tramite la propria rete di private bankers al servizio della clientela con un potenziale di risparmio medio/alto e la cui operatività include Fideuram Vita, nel quarto trimestre 2011 registra:
- proventi operativi netti per 182 milioni di euro, in aumento dell’ 1,1% rispetto ai 180 milioni del terzo trimestre 2011;
- oneri operativi per 82 milioni, in diminuzione del 5,8% rispetto agli 87 milioni del terzo trimestre 2011;
- un risultato della gestione operativa di 100 milioni, in crescita del 7,6% rispetto ai 93 milioni del terzo trimestre 2011;
- un cost/income ratio in miglioramento al 45,1% dal 48,3% del terzo trimestre 2011;
- accantonamenti e rettifiche nette per 42 milioni rispetto ai 106 milioni del terzo trimestre 2011, che risentono in entrambi i trimestri della svalutazione dei titoli governativi greci;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 59 milioni, rispetto al saldo negativo di 12 milioni del terzo trimestre 2011;
- un risultato netto ante impairment del goodwill di 20 milioni, rispetto ai 36 milioni del terzo trimestre 2011;
- rettifiche di valore dell’avviamento nulle, come nel terzo trimestre 2011;
- un risultato netto post impairment del goodwill di 20 milioni, rispetto ai 36 milioni del terzo trimestre 2011;
- un risultato netto normalizzato per le principali componenti non ricorrenti pari a 63 milioni, analogo a quello del terzo trimestre 2011.
Banca Fideuram nel 2011 registra:
- proventi operativi netti per 771 milioni di euro, pari al 5% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (incidenza invariata rispetto al 2010), in aumento dell’ 1,8% rispetto ai 757 milioni del 2010;
- oneri operativi per 347 milioni, in diminuzione del 4,1% rispetto ai 362 milioni del 2010;
- un risultato della gestione operativa di 424 milioni, in crescita del 7,3% rispetto ai 395 milioni del 2010;
- un cost/income ratio in miglioramento al 45% dal 47,8% del 2010;
- accantonamenti e rettifiche nette per 177 milioni (inclusivi di 134 milioni di svalutazione dei titoli governativi greci), rispetto agli 83 milioni del 2010;
- un saldo positivo su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti per 7 milioni rispetto al saldo nullo del 2010;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 254 milioni, in diminuzione del 18,6% rispetto ai 312 milioni del 2010, ma in aumento del 24,4%, se si esclude la svalutazione dei titoli governativi greci;
- un risultato netto ante impairment del goodwill pari a 89 milioni rispetto ai 133 milioni del 2010;
- rettifiche di valore dell’avviamento nulle, come nel 2010;
- un risultato netto post impairment del goodwill pari a 89 milioni rispetto ai 133 milioni del 2010;
- un risultato netto normalizzato per le principali componenti non ricorrenti pari a 282 milioni rispetto ai 240 milioni del 2010.
Le prospettive per l’esercizio in corso
Il Piano di Impresa 2011-2013/2015, approvato il 5 aprile 2011, ha indicato come obiettivo prioritario del Gruppo Intesa Sanpaolo una redditività sostenibile nel medio periodo - sviluppando l’attività fondata sulla relazione di lungo periodo con la clientela, calibrando controllo dei costi e investimenti, presidiando la qualità del credito e rafforzando la liquidità e la patrimonializzazione - che resta tutt’oggi confermato, al pari del complesso delle sottostanti azioni strategiche.
Peraltro, alla luce della negativa evoluzione dei mercati e delle attese di decrescita dell’economia italiana, gli obiettivi quantitativi del Gruppo indicati nel Piano richiedono una revisione - pur rimanendo confermata la capacità reddituale e di generazione di valore nel medio-lungo periodo ed essendo già state avviate iniziative gestionali volte a compensare il peggioramento dello scenario macroeconomico - che potrà essere effettuata non appena i mercati finanziari si saranno stabilizzati. Resta comunque fermo l’obiettivo, indicato a Piano, del 10% di Core Tier 1 ratio e - a partire dal 2012 - di Common Equity ratio Basilea III pro-forma (ossia secondo quanto richiesto dalla normativa Basilea III a regime e considerando l’assorbimento delle imposte differite previsto prima dell’entrata a regime di Basilea III, le azioni di ottimizzazione di fonti e fabbisogni di capitale e l’assorbimento dello shock sul rischio sovrano), nonché quello di un coefficiente EBA superiore al 9%, a fronte dell’impegno a distribuire nell’orizzonte temporale del Piano un dividendo per azione in contanti non inferiore a quello corrisposto a valere sull’esercizio 2011.
In una logica di estrema prudenza, indotta dall’attuale difficile contesto dei mercati e in assenza di una pianificazione analitica dei flussi di utili attesi, ai fini dell’impairment test si è proceduto alla determinazione del valore d’uso prendendo in considerazione per gli esercizi 2012 e 2013 le proiezioni di utile netto di “consensus” degli analisti finanziari aggiornate a febbraio 2012, ragionevolmente rettificate in diminuzione applicando lo scostamento percentuale tra i dati di consuntivo e le proiezioni di “consensus” per l’esercizio 2011. Poiché la finalità dell’impairment test è una valutazione di medio-lungo termine, ai fini del terminal value è stato considerato un utile netto sostenibile in un contesto di mercato non “distressed”, coincidente con una remunerazione del capitale tangibile in linea con il costo del capitale di Gruppo, stimato in linea con la proiezione del risultato netto al 2015 indicata nel Piano di Impresa. I valori così determinati sono stati interpolati, con tassi di crescita decrescenti, prudenzialmente su un arco temporale complessivo di 10 anni, per giungere ad una piena misurazione delle capacità reddituali del Gruppo e della capacità di creazione di valore nel tempo.
Nel 2012 il Gruppo Intesa Sanpaolo continuerà a perseguire l’obiettivo prioritario della redditività sostenibile indicato nel Piano, dando particolare enfasi alle strategie di più efficiente allocazione della liquidità attraverso impieghi a maggior creazione di valore, al potenziamento della gestione di tutti i rischi e all’incremento dell’efficienza e della produttività. Le azioni di repricing iniziate nel 2011 e previste anche nel 2012 genereranno effetti positivi sui ricavi. L’azione di contenimento dei costi sarà tale da contrastare gli effetti indotti dagli automatismi contrattuali e dall’inflazione. Il costante monitoraggio della qualità del credito permetterà di tenerne sotto controllo il costo, che rimarrà comunque elevato per effetto della peggiorata situazione economica. In ragione di tali dinamiche è prevista una sostanziale stabilità della redditività operativa al netto delle componenti non ricorrenti del 2011.
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Ai fini di comparabilità dei risultati, i dati di conto economico sono stati riesposti a seguito principalmente di cinque operazioni:
1. l’acquisizione del controllo di Banca Monte Parma, perfezionata nel luglio 2011: per i primi due trimestri 2011 e per i quattro trimestri 2010 le relative componenti sono state consolidate linea per linea, attribuendo il relativo apporto in termini di utile netto agli utili di pertinenza di terzi;
2. l’acquisizione del controllo di Banca Sara, perfezionata nel giugno 2011, che ha portato all’ingresso della società nel perimetro di consolidamento integrale per quanto riguarda il conto economico nel terzo trimestre 2011: per i primi due trimestri 2011 e per i quattro trimestri 2010 le relative componenti sono state consolidate linea per linea, attribuendo il relativo apporto in termini di utile netto agli utili di pertinenza di terzi;
3. la cessione di Cassa di Risparmio della Spezia e di 96 sportelli al gruppo Crédit Agricole, perfezionata nel gennaio, marzo e giugno 2011: per i quattro trimestri 2010 le relative componenti sono state deconsolidate linea per linea, attribuendo il relativo apporto in termini di utile netto agli utili di pertinenza di terzi;
4. l’acquisizione di 50 sportelli ceduti da Banca Monte dei Paschi di Siena, entrati nel perimetro di consolidamento integrale per quanto riguarda il conto economico nel terzo trimestre 2010: per i primi due trimestri 2010 le relative componenti sono state consolidate linea per linea, attribuendo il relativo apporto in termini di utile netto agli utili di pertinenza di terzi;
5. l’acquisizione del restante 50% del capitale di Intesa Vita non detenuto dal Gruppo Intesa Sanpaolo, ceduto dal Gruppo Generali, perfezionata nel settembre 2010, che ha portato all’ingresso di Intesa Vita nel perimetro di consolidamento integrale per quanto riguarda il conto economico nel quarto trimestre 2010: per i primi tre trimestri 2010 le relative componenti sono state consolidate linea per linea, attribuendo il relativo apporto in termini di utile netto agli utili di pertinenza di terzi.
Inoltre, sempre ai fini di comparabilità dei risultati, i dati di stato patrimoniale:
1. dei primi due trimestri 2011 e dei quattro trimestri 2010 sono stati riesposti consolidando linea per linea le componenti riguardanti Banca Monte Parma;
2. del primo trimestre 2011 e dei quattro trimestri 2010 sono stati riesposti consolidando linea per linea le componenti riguardanti Banca Sara;
3. dei quattro trimestri 2010 sono stati riesposti deconsolidando linea per linea le componenti relative a Cassa di Risparmio della Spezia e a 96 sportelli oggetto di cessione nel gennaio, marzo e giugno 2011 al gruppo Crédit Agricole e attribuendo il relativo apporto in termini di sbilancio tra le pertinenti attività e passività alla posizione interbancaria;
4. del primo trimestre 2010 sono stati riesposti consolidando linea per linea le componenti riguardanti l’acquisizione dei 50 sportelli ceduti da Banca Monte dei Paschi di Siena perfezionata nel giugno 2010;
5. dei primi due trimestri 2010 sono stati riesposti consolidando linea per linea le componenti riguardanti Intesa Vita.
Infine, i dati di conto economico e di stato patrimoniale relativi alle aree di Business sono stati riesposti:
1. per i quattro trimestri 2010 a seguito della riallocazione di Intesa Sanpaolo Suisse Private Bank dalla Divisione Corporate e Investment Banking alla Divisione Banca dei Territori;
2. per i primi due trimestri 2010 a seguito dell’attribuzione a Banca Fideuram del ramo d’azienda Fideuram Vita scorporato da EurizonVita e quindi dalla Divisione Banca dei Territori;
3. per i primi tre trimestri 2010 a seguito della riallocazione di Neos Finance dal Centro di Governo alla Divisione Banca dei Territori.
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L’utile netto normalizzato è stato calcolato escludendo le principali componenti non ricorrenti costituite da:
nel primo trimestre 2011: 1) 11 milioni di imposta straordinaria riguardante la controllata ungherese, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 2) 6 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 4 milioni e 3) 86 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;
nel secondo trimestre 2011: 1) 272 milioni di plusvalenza derivante dalla cessione del 4% di Prada inclusi nel risultato dell’attività di negoziazione e relative imposte, che portano a una plusvalenza netta di 253 milioni, 2) 154 milioni di plusvalenza derivante dalla cessione del restante 25% di Findomestic inclusi nel risultato dell’attività di negoziazione, relative imposte e quota di pertinenza di terzi, che portano a una plusvalenza netta di pertinenza del Gruppo di 128 milioni, 3) 25 milioni di oneri derivanti dalla svalutazione dei titoli governativi greci con scadenza entro il 2020, inclusi nelle rettifiche nette di valore su altre attività, e relativi risparmi di imposta, che portano a oneri netti di 17 milioni, 4) 146 milioni di plusvalenza derivante dalla cessione di sportelli a Crédit Agricole inclusi nell’utile delle attività detenute fino a scadenza e su altri investimenti, relative imposte e quota di pertinenza di terzi, che portano a una plusvalenza netta di pertinenza del Gruppo di 145 milioni, 5) 132 milioni di oneri derivanti dall’impairment della partecipazione in Telco inclusi nell’utile delle attività detenute fino a scadenza e su altri investimenti, 6) 11 milioni di imposta straordinaria riguardante la controllata ungherese, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 7) 18 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 12 milioni e 8) 85 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;
nel terzo trimestre 2011: 1) 597 milioni di oneri derivanti dalla svalutazione dei titoli governativi greci, inclusi nelle rettifiche nette di valore su altre attività, e relativi risparmi di imposta, che portano a oneri netti di 427 milioni, 2) 1.100 milioni di beneficio fiscale derivante dall’iscrizione di imposte differite attive e dall’addebito dell’imposta sostitutiva connessi all’affrancamento di attività immateriali, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 3) 11 milioni di imposta straordinaria riguardante la controllata ungherese, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 4) 666 milioni di oneri di integrazione e di incentivazione all’esodo e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 483 milioni e 5) 83 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;
nel quarto trimestre 2011: 1) 390 milioni di oneri derivanti dall’impairment relativo al rischio Grecia, inclusi per 66 milioni nel risultato dell’attività di negoziazione, 3 milioni nel risultato dell’attività assicurativa e 321 milioni nelle rettifiche nette su altre attività, e relative imposte, che portano a oneri netti di 276 milioni, 2) 298 milioni di oneri derivanti dal rafforzamento della riserva a fronte dei crediti in bonis, inclusi nelle rettifiche nette su crediti, e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 216 milioni, 3) 282 milioni di oneri derivanti dal rafforzamento della copertura dei crediti ristrutturati, inclusi nelle rettifiche nette su crediti, e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 204 milioni, 4) 131 milioni di perdite su mutui in valuta riguardanti la controllata ungherese, inclusi nelle rettifiche nette su crediti, e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 76 milioni, 5) 23 milioni di rettifiche della plusvalenza derivante dalla cessione di sportelli a Crédit Agricole inclusi nell’utile su attività finanziarie detenute sino a scadenza scadenza e su altri investimenti, 6) 119 milioni di oneri derivanti dall’impairment della partecipazione in Telco inclusi nell’utile su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti, 7) 1.030 milioni di beneficio fiscale derivante dall’iscrizione di imposte differite attive e dall’addebito dell’imposta sostitutiva connessi all’affrancamento di attività immateriali, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 8) 147 milioni di oneri derivanti dalla definizione di controversie con l’Agenzia delle Entrate (abuso di diritto) inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 9) 76 milioni di oneri di integrazione e di incentivazione all’esodo e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 53 milioni, 10) 67 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione e 11) 10.233 milioni di rettifiche di valore dell’avviamento;
nel primo trimestre 2010: 1) 86 milioni di beneficio fiscale derivante dall’iscrizione di imposte differite attive e dall’addebito dell’imposta sostitutiva connessi all’affrancamento dell’avviamento da parte di alcune controllate, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 2) 23 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 16 milioni e 3) 92 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;
nel secondo trimestre 2010: 1) 19 milioni di competenza del primo semestre 2010 di imposta straordinaria riguardante la controllata ungherese, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 2) 664 milioni di plusvalenze derivanti dalla cessione dell’attività di securities services e relative imposte, che portano a una plusvalenza netta di 648 milioni inclusa nell’utile dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte, 3) 41 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 27 milioni e 4) 100 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;
nel terzo trimestre 2010: 1) 9 milioni di imposta straordinaria riguardante la controllata ungherese, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 2) 13 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 11 milioni e 3) 102 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;
nel quarto trimestre 2010: 1) 100 milioni di stanziamento prudenziale per possibili definizioni di controversie, inclusi negli accantonamenti netti ai fondi rischi e oneri, 2) 255 milioni di apporto positivo derivante dall’adeguamento al fair value della valutazione del 50% di Intesa Vita già detenuto, conseguente all’acquisizione del controllo totalitario, inclusi negli utili su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti, 3) 15 milioni di imposta straordinaria riguardante la controllata ungherese, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 4) 27 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 18 milioni e 5) 102 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione.
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Allo scopo di consentire una più completa informativa sui risultati conseguiti nel 2011, si allegano i prospetti relativi al conto economico e allo stato patrimoniale riclassificati inclusi nella Relazione approvata dal Consiglio di Gestione. Si precisa che tali schemi non sono oggetto di verifica da parte della società di revisione. Si segnala che verranno messi a disposizione degli azionisti e del mercato, entro il 6 aprile 2012, i bilanci d’esercizio e consolidato al 31 dicembre 2011 di Intesa Sanpaolo che verranno sottoposti all’approvazione del Consiglio di Sorveglianza previsto per il 5 aprile 2012 e all’esame della società di revisione incaricata della revisione contabile del bilancio.
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Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Ernesto Riva, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l’informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.
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Data ultimo aggiornamento 15 marzo 2012 alle ore 15:39