INTESA SANPAOLO: RISULTATI CONSOLIDATI AL 30 SETTEMBRE 2018
I RISULTATI DEI PRIMI NOVE MESI DEL 2018 RIFLETTONO LA REDDITIVITÀ SOSTENIBILE DEL GRUPPO, DERIVANTE DALLA SOLIDITÀ DELLA BASE PATRIMONIALE E DELLA POSIZIONE DI LIQUIDITÀ E DAL MODELLO DI BUSINESS RESILIENTE E BEN DIVERSIFICATO. IL MODELLO DI BUSINESS SI CARATTERIZZA PER UNA FOCALIZZAZIONE SU WEALTH MANAGEMENT & PROTECTION, UN’OPERATIVITÀ SU ATTIVITÀ FINANZIARIE CHE OFFRE UN NATURAL HEDGING A COPERTURA DAGLI IMPATTI DELLA VOLATILITÀ DEI MERCATI SUI RICAVI DA COMMISSIONI, UNA FLESSIBILITÀ STRATEGICA NELLA GESTIONE DEI COSTI OPERATIVI E UN’EFFICACE GESTIONE PROATTIVA DEL CREDITO.
I RISULTATI DEI NOVE MESI SONO PIENAMENTE IN LINEA CON GLI OBIETTIVI DEL PIANO DI IMPRESA 2018-2021 E DI UN UTILE NETTO 2018 SUPERIORE AI € 3,8 MLD DEL 2017 E CONFERMANO IL SUPPORTO DEL GRUPPO ALL’ITALIA ANCHE CON L’IMPEGNO A DIVENTARE UN PUNTO DI RIFERIMENTO IN TERMINI DI RESPONSABILITÀ SOCIALE E CULTURALE.
UTILE NETTO DEI NOVE MESI 2018 A € 3.012 MLN E A CIRCA € 3,4 MLD - PARI AL 90% DI € 3,8 MLD DI UTILE NETTO DEL 2017 - INCLUDENDO LA PLUSVALENZA NETTA DERIVANTE DALLA PARTNERSHIP CON INTRUM DA CONTABILIZZARE ENTRO L’ANNO.
ELEVATA PATRIMONIALIZZAZIONE, LARGAMENTE SUPERIORE AI REQUISITI NORMATIVI ANCHE NELLO SCENARIO AVVERSO DELLO STRESS TEST: COMMON EQUITY TIER 1 RATIO PRO-FORMA A REGIME AL 13,7% TENENDO CONTO DEI DIVIDENDI MATURATI NEI NOVE MESI.
RISULTATO DELLA GESTIONE OPERATIVA IN CRESCITA DEL 13,2% VS NOVE MESI 2017, CON PROVENTI OPERATIVI NETTI IN AUMENTO DEL 4,3% E COSTI OPERATIVI IN CALO DEL 3,2%.
MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DEL CREDITO: RIDUZIONE DEI CREDITI DETERIORATI LORDI SENZA ONERI STRAORDINARI PER GLI AZIONISTI, CON LO STOCK DIMINUITO DEL 26,3% VS FINE 2017 CONSIDERANDO LA CESSIONE DI SOFFERENZE A INTRUM, REALIZZANDO NEI NOVE MESI 2018 GIÀ IL 53% DELL’OBIETTIVO PREVISTO NEL PIANO DI IMPRESA PER IL 2018-2021; INCIDENZA DEI CREDITI DETERIORATI SUI CREDITI COMPLESSIVI AL 9,2% AL LORDO DELLE RETTIFICHE E 4,5% AL NETTO; RETTIFICHE DI VALORE NETTE SU CREDITI IN CALO DEL 18,5% VS NOVE MESI 2017 E COSTO DEL RISCHIO ANNUALIZZATO SCESO A 57 CENTESIMI DI PUNTO.
INTESA SANPAOLO È UN ACCELERATORE DELLA CRESCITA DELL’ECONOMIA REALE IN ITALIA: € 36,6 MLD DI NUOVO CREDITO A MEDIO-LUNGO TERMINE A FAMIGLIE E IMPRESE DEL PAESE NEI NOVE MESI 2018; CIRCA 13.000 AZIENDE RIPORTATE IN BONIS NEI NOVE MESI 2018 E CIRCA 86.000 DAL 2014, PRESERVANDO RISPETTIVAMENTE CIRCA 65.000 E 430.000 POSTI DI LAVORO.
INTESA SANPAOLO È ANCHE IL MOTORE DELL’ECONOMIA SOCIALE IN ITALIA, CON DIVIDENDI DISTRIBUITI TRADOTTISI IN EROGAZIONI DELLE FONDAZIONI AZIONISTE PARI A OLTRE LA METÀ DI QUELLE EFFETTUATE DA TUTTE LE FONDAZIONI BANCARIE ITALIANE.
RESPONSABILITÀ SOCIALE E CULTURALE DEL GRUPPO, CHE NEI NOVE MESI IN ITALIA HA PORTATO A: INIZIATIVE PER RIDURRE LA POVERTÀ INFANTILE; SUPPORTO AI BISOGNOSI FORNENDO CIRCA 8.500 PASTI AL GIORNO, CIRCA 3.000 POSTI LETTO AL MESE E CIRCA 3.000 MEDICINALI AL MESE; SUPPORTO A FAMIGLIE COLPITE DA DISASTRI NATURALI, CON CANCELLAZIONI/MORATORIE SU MUTUI PER OLTRE € 15 MLN, IN AGGIUNTA A FINANZIAMENTI AGEVOLATI PER CIRCA € 90 MLN EROGATI NEI 9 MESI 2018 E OLTRE € 140 MLN NEL 2015-2017; SUPPORTO A FAMIGLIE E IMPRESE COLPITE DAL CROLLO DEL PONTE A GENOVA CON PLAFOND DI € 4,5 MLN PER CANCELLAZIONE DI MUTUI E € 50 MLN PER RICOSTRUZIONE; DEFINIZIONE DEL FONDO IMPACT E LANCIO DEL PLAFOND CREDITIZIO CIRCULAR ECONOMY PER € 5 MLD; ATTIVAZIONE DI 7 INIZIATIVE DI START-UP CON LA PARTECIPAZIONE DI CIRCA 520 START-UP; NEI MUSEI DEL GRUPPO, 10 IMPORTANTI MOSTRE, CIRCA 330.000 VISITATORI, 140 OPERE D’ARTE DATE IN PRESTITO E OLTRE 100 STORICI DELL’ARTE STABILMENTE PRESSO LE “GALLERIE D’ITALIA”, CHE SI COLLOCANO TRA I PRINCIPALI MUSEI ITALIANI PER NUMERO DI VISITATORI.
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SOLIDO UTILE NETTO:
• € 833 MLN NEL 3° TRIM. 2018, VS € 927 MLN NEL 2° TRIM. 2018
• € 3.012 MLN NEI 9 MESI 2018 VS € 2.388 MLN NEI 9 MESI 2017 (*) -
CRESCE IL RISULTATO CORRENTE LORDO:
• +19% VS 9 MESI 2017 (*) -
AUMENTA IL RISULTATO DELLA GESTIONE OPERATIVA:
• +13,2% VS 9 MESI 2017 -
SALGONO I PROVENTI OPERATIVI NETTI:
• +4,3% VS 9 MESI 2017 -
SCENDONO I COSTI OPERATIVI:
• -3,2% VS 9 MESI 2017 -
MIGLIORAMENTO DEL TREND DELLA QUALITA' DEL CREDITO:
• CALO DEI CREDITI DETERIORATI, SENZA ONERI STRAORDINARI PER GLI AZIONISTI:
- RIDUZIONE DI CIRCA € 3 MLD NEI 9 MESI 2018 E DI CIRCA € 16 MLD DAL SETTEMBRE 2015 AL LORDO DELLE RETTIFICHE ESCLUDENDO LA CESSIONE A INTRUM, RISPETTIVAMENTE DI CIRCA € 14 MLD E CIRCA € 27 MLD INCLUDENDOLA
- CON LA CESSIONE A INTRUM: STOCK -26,3% AL LORDO DELLE RETTIFICHE VS FINE 2017 E -20,9% AL NETTO VS FINE 2017 RICALCOLATO POST IFRS 9, INCIDENZA DEI CREDITI DETERIORATI SUI CREDITI COMPLESSIVI AL 9,2% AL LORDO DELLE RETTIFICHE E AL 4,5% AL NETTO
• COSTO DEL RISCHIO NEI 9 MESI 2018 ANNUALIZZATO SCESO A 57 CENTESIMI DI PUNTO
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ELEVATA PATRIMONIALIZZAZIONE, LARGAMENTE SUPERIORE AI REQUISITI NORMATIVI:
• COMMON EQUITY TIER 1 RATIO AL 30 SETTEMBRE 2018, TENENDO CONTO DI € 2.560 MLN DI DIVIDENDI MATURATI NEI 9 MESI:
- 13,7% PRO-FORMA A REGIME (1) (2)
- 13,5% SECONDO I CRITERI TRANSITORI PER IL 2018 (2) (**)
• COMMON EQUITY TIER 1 RATIO NELLO STRESS TEST:
- 9,7% A REGIME NELLO SCENARIO AVVERSO AL 2020, 10,3% CONSIDERANDO L’AUMENTO DI CAPITALE A SERVIZIO DEL PIANO DI INCENTIVAZIONE E LA CONVERSIONE DELLE AZIONI DI RISPARMIO PERFEZIONATI NEL 3° TRIM. 2018 E 11,4% CALCOLATO SU BASE PRO-FORMA (***)
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(*) Escludendo dal secondo trimestre 2017 il contributo pubblico cash di 3,5 miliardi di euro, esente da imposte, a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali derivanti dall’acquisizione di certe attività e passività e certi rapporti giuridici di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca (“Insieme Aggregato”).
(1) Stimato applicando ai dati di bilancio del 30 settembre 2018 i parametri indicati a regime, considerando l’assorbimento totale delle imposte differite attive (DTA) relative all’affrancamento del goodwill e alle rettifiche su crediti nonché al contributo pubblico cash di 1.285 milioni di euro - esenti da imposte - a copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione connessi all’acquisizione dell’Insieme Aggregato di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, l’atteso assorbimento delle DTA relative alle perdite pregresse e l’attesa distribuzione di riserve da parte di compagnie di assicurazione.
(2) Dopo la deduzione dei dividendi maturati, posti pari all’85% dell’utile netto dei primi nove mesi, e delle cedole maturate sulle emissioni di Additional Tier 1.
(**) Pari al 12,4% escludendo la mitigazione dell’impatto della prima applicazione del principio contabile IFRS 9.
(***) Considerando anche l’assorbimento totale delle imposte differite attive (DTA) relative all’affrancamento del goodwill e alle rettifiche su crediti nonché al contributo pubblico cash di 1.285 milioni di euro - esenti da imposte - a copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione connessi all’acquisizione dell’Insieme Aggregato di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca e l’atteso assorbimento delle DTA relative alle perdite pregresse.
DATI DI SINTESI:
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PROVENTI |
3° TRIM. 2018 9 MESI 2018 |
-7,3% |
A € 4.269 MLN DA € 4.604 MLN DEL 2° TRIM. 2018 |
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COSTI OPERATIVI: |
3° TRIM. 2018 9 MESI 2018 |
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A € 2.306 MLN DA € 2.306 MLN DEL 2° TRIM. 2018 |
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RISULTATO |
3° TRIM. 2018 9 MESI 2018 |
-14,6% |
A € 1.963 MLN DA € 2.298 MLN DEL 2° TRIM. 2018 |
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RISULTATO |
3° TRIM. 2018 9 MESI 2018 |
€ 1.421 MLN |
DA € 1.576 MLN DEL 2° TRIM. 2018 |
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RISULTATO NETTO: |
3° TRIM. 2018 9 MESI 2018 |
€ 833 MLN |
DA € 927 MLN DEL 2° TRIM. 2018 |
COEFFICIENTI |
COMMON EQUITY TIER 1 RATIO POST DIVIDENDI MATURATI: 13,7% PRO-FORMA A REGIME (3) (4); 13,5% CON CRITERI TRANSITORI PER IL 2018 (4) (**) |
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(*) Escludendo dal secondo trimestre 2017 il contributo pubblico cash di 3,5 miliardi di euro, esente da imposte, a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali derivanti dall’acquisizione di certe attività e passività e certi rapporti giuridici di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca (“Insieme Aggregato”).
(3) Stimato applicando ai dati di bilancio del 30 settembre 2018 i parametri indicati a regime, considerando l’assorbimento totale delle imposte differite attive (DTA) relative all’affrancamento del goodwill e alle rettifiche su crediti nonché al contributo pubblico cash di 1.285 milioni di euro - esenti da imposte - a copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione connessi all’acquisizione dell’Insieme Aggregato di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, l’atteso assorbimento delle DTA relative alle perdite pregresse e l’attesa distribuzione di riserve da parte di compagnie di assicurazione.
(4) Dopo la deduzione dei dividendi maturati, posti pari all’85% dell’utile netto dei primi nove mesi, e delle cedole maturate sulle emissioni di Additional Tier 1.
(**) Pari al 12,4% escludendo la mitigazione dell’impatto della prima applicazione del principio contabile IFRS 9.
Torino, Milano, 6 novembre 2018 – Il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo in data odierna ha approvato il resoconto intermedio consolidato al 30 settembre 2018 (°) (5).
I risultati dei primi nove mesi riflettono la redditività sostenibile del Gruppo, che deriva dalla solidità della base patrimoniale e della posizione di liquidità e dal modello di business resiliente e ben diversificato che si caratterizza per:
- una focalizzazione su Wealth Management & Protection, riguardante attività finanziarie della clientela per circa 1.000 miliardi di euro, che pone al centro la relazione con il cliente e un’operatività su attività finanziarie che offre un natural hedging a copertura dagli impatti della volatilità dei mercati sui ricavi generati dalle commissioni;
- una flessibilità strategica nella gestione dei costi operativi;
- un’efficace gestione proattiva del credito senza oneri straordinari per gli azionisti.
I risultati dei nove mesi sono pienamente in linea con gli obiettivi del Piano di Impresa 2018-2021 e di un utile netto 2018 superiore ai 3,8 miliardi di euro del 2017 (6) e confermano il supporto del Gruppo all’Italia anche con l’impegno a diventare un punto di riferimento in termini di responsabilità sociale e culturale:
● utile netto pari a 833 milioni di euro nel terzo trimestre 2018, rispetto a 927 milioni del secondo trimestre 2018 e a 650 milioni del terzo trimestre 2017, e a 3.012 milioni nei primi nove mesi del 2018, rispetto ai 2.388 milioni dei primi nove mesi del 2017 (6). Sommando all’utile netto dei primi nove mesi del 2018 la plusvalenza netta di circa 400 milioni di euro derivante dalla partnership con Intrum da contabilizzare entro l’anno, i circa 3,4 miliardi risultanti corrispondono al 90% dei 3,8 miliardi di utile netto del 2017 (6);
● risultato corrente lordo in aumento del 19% rispetto ai primi nove mesi del 2017 (6);
● risultato della gestione operativa in crescita del 13,2% rispetto ai primi nove mesi del 2017;
● proventi operativi netti in aumento del 4,3% rispetto ai primi nove mesi del 2017, a fronte di un flusso netto di attività finanziarie della clientela nei primi nove mesi del 2018 verso un’allocazione contraddistinta dal contenimento dell’esposizione alla marcata volatilità dei mercati finanziari, con una raccolta netta di risparmio gestito pari a circa 9 miliardi di euro e un aumento della raccolta diretta pari a circa un miliardo, nel cui ambito la raccolta a vista delle famiglie è cresciuta di circa 11,5 miliardi;
● elevata efficienza, con un cost/income al 50,5%, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee;
● costi operativi in diminuzione del 3,2% rispetto ai primi nove mesi del 2017;
● rettifiche di valore nette su crediti in calo del 18,5% rispetto ai primi nove mesi del 2017;
● costo del rischio nei primi nove mesi del 2018 annualizzato sceso a 57 centesimi di punto, rispetto agli 81 dell’intero 2017;
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(°) Ai sensi dell’art. 65-bis e dell’art. 82-ter del Regolamento Emittenti in vigore dal 2 gennaio 2017, Intesa Sanpaolo ha optato per la pubblicazione su base volontaria di informazioni finanziarie periodiche aggiuntive, rispetto alla relazione finanziaria annuale e semestrale, riferite al 31 marzo e al 30 settembre di ciascun esercizio, che prevedono - per quanto riguarda i relativi elementi informativi - la redazione di resoconti intermedi sulla gestione approvati dal Consiglio di Amministrazione, in sostanziale continuità con il passato.
(5) Nota metodologica sul perimetro di consolidamento a pagina 20.
(6) Escludendo dal secondo trimestre 2017 il contributo pubblico cash di 3,5 miliardi di euro, esente da imposte, a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali derivanti dall’acquisizione di certe attività e passività e certi rapporti giuridici di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca (“Insieme Aggregato”).
● miglioramento della qualità del credito, a seguito dell’efficacia della gestione proattiva del credito senza oneri straordinari per gli azionisti in un contesto economico in miglioramento:
- riduzione dei crediti deteriorati di circa 3 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2018 e di circa 16 miliardi dal settembre 2015, al lordo delle rettifiche di valore, escludendo la cessione dei crediti in sofferenza firmata con Intrum, rispettivamente di circa 14 miliardi e circa 27 miliardi includendola;
- lo stock di crediti deteriorati - che dallo scorso giugno non include più i crediti in sofferenza oggetto di cessione a Intrum, contabilizzati nella voce attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione - scende a settembre 2018 del 26,3% al lordo delle rettifiche di valore rispetto a dicembre 2017, realizzando nei primi nove mesi del 2018 già il 53% dell’obiettivo di riduzione previsto nel Piano di Impresa per il 2018-2021; lo stock diminuisce del 20,9% al netto delle rettifiche, rispetto al dato del 31 dicembre 2017 ricalcolato per tenere conto della prima applicazione del principio contabile IFRS 9 in vigore dal 1° gennaio 2018;
- l’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi a settembre 2018 è pari al 9,2% al lordo delle rettifiche di valore e al 4,5% al netto;
● elevati livelli di copertura dei crediti deteriorati:
- livello di copertura specifica dei crediti deteriorati al 53,6% a fine settembre 2018, con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 66,7%;
- robusto buffer di riserva sui crediti in bonis, pari a circa lo 0,6% a fine settembre 2018;
● patrimonializzazione molto solida, con coefficienti patrimoniali su livelli largamente superiori ai requisiti normativi. Al 30 settembre 2018, tenendo conto di 2.560 milioni di euro di dividendi maturati nei primi nove mesi, il Common Equity Tier 1 ratio pro-forma a regime è risultato pari al 13,7% (7) (8), livello top tra le maggiori banche europee, e il Common Equity Tier 1 ratio secondo i criteri transitori in vigore per il 2018 al 13,5% (8) (9), rispetto a un requisito SREP da rispettare nel 2018 - comprensivo di Capital Conservation Buffer, O-SII Buffer e Countercyclical Capital Buffer (10) - pari rispettivamente al 9,32% e all’ 8,125%. Nello scenario avverso dello stress test al 2020, il Common Equity Tier1 ratio - calcolato sulla base dei dati di bilancio al 31 dicembre 2017, tenendo conto dell’impatto della prima applicazione del principio contabile IFRS 9 - è risultato pari al 9,7%; sarebbe risultato 10,3% considerando l’aumento di capitale eseguito in data 11 luglio 2018 nel contesto del Piano di Incentivazione a Lungo Termine 2018-2021 LECOIP 2.0 e la conversione delle azioni di risparmio in azioni ordinarie perfezionata in data 7 agosto 2018, a parità di altre condizioni, e 11,4% calcolato su base pro-forma (***);
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(7) Stimato applicando ai dati di bilancio del 30 settembre 2018 i parametri indicati a regime, considerando l’assorbimento totale delle imposte differite attive (DTA) relative all’affrancamento del goodwill e alle rettifiche su crediti nonché al contributo pubblico cash di 1.285 milioni di euro - esenti da imposte - a copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione connessi all’acquisizione dell’Insieme Aggregato di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, l’atteso assorbimento delle DTA relative alle perdite pregresse e l’attesa distribuzione di riserve da parte di compagnie di assicurazione.
(8) Dopo la deduzione dei dividendi maturati, posti pari all’85% dell’utile netto dei primi nove mesi, e delle cedole maturate sulle emissioni di Additional Tier 1.
(9) Pari al 12,4% escludendo la mitigazione dell’impatto della prima applicazione del principio contabile IFRS 9.
(10) Countercyclical Capital Buffer calcolato considerando l’esposizione al 30 settembre 2018 nei vari Paesi in cui è presente il Gruppo e i rispettivi requisiti stabiliti dalle competenti autorità nazionali relativi al 2018-2019 se disponibili o al più recente aggiornamento del periodo di riferimento (requisito pari a zero per l’Italia per il 2018).
(***) Considerando anche l’assorbimento totale delle imposte differite attive (DTA) relative all’affrancamento del goodwill e alle rettifiche su crediti nonché al contributo pubblico cash di 1.285 milioni di euro - esenti da imposte - a copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione connessi all’acquisizione dell’Insieme Aggregato di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca e l’atteso assorbimento delle DTA relative alle perdite pregresse.
● elevata liquidità e forte capacità di funding: a fine settembre 2018, attività liquide per 173 miliardi di euro ed elevata liquidità prontamente disponibile per 82 miliardi; rispettati i requisiti di liquidità Liquidity Coverage Ratio e Net Stable Funding Ratio di Basilea 3. Le operazioni di finanziamento con BCE per ottimizzare il costo del funding e supportare gli investimenti delle aziende clienti sono state pari mediamente nel terzo trimestre del 2018 a 61 miliardi di euro (62,3 miliardi mediamente nel secondo trimestre 2018, 63,6 miliardi mediamente nel primo trimestre 2018, 60,8 miliardi mediamente nel 2017 includendo per l’intero anno le componenti provenienti dall’acquisizione dell’Insieme Aggregato di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca), costituite interamente dalle operazioni TLTRO con scadenza quadriennale;
● supporto all’economia reale: oltre 44 miliardi di euro di nuovo credito a medio-lungo termine nei primi nove mesi del 2018, con 36,6 miliardi in Italia, di cui circa 31 miliardi erogati a famiglie e piccole e medie imprese; circa 13.000 aziende italiane riportate in bonis da posizioni di credito deteriorato nei primi nove mesi del 2018 e circa 86.000 dal 2014, preservando rispettivamente circa 65.000 e 430.000 posti di lavoro;
● supporto all’economia sociale: Intesa Sanpaolo è il motore dell’economia sociale in Italia, con una distribuzione di dividendi che si è tradotta in erogazioni da parte delle fondazioni sue azioniste pari a oltre la metà di quelle effettuate da tutte le fondazioni bancarie italiane;
● responsabilità sociale e culturale, che a fronte del solido andamento economico patrimoniale si è tradotta in particolare nelle seguenti azioni del Gruppo in Italia nei primi nove mesi del 2018:
- iniziative per la riduzione della povertà infantile e molteplici partnership in fase di finalizzazione a supporto delle persone bisognose per fornire circa 8.500 pasti al giorno (oltre l’ 80% dell’impegno del Piano di Impresa 2018-2021), circa 3.000 posti letto al mese (circa il 50% dell’impegno del Piano) e circa 3.000 medicinali al mese (100% dell’impegno del Piano);
- supporto alle famiglie colpite da terremoti e disastri naturali, con cancellazioni o moratorie per i mutui sugli immobili danneggiati per oltre 15 milioni di euro, che si aggiungono ai finanziamenti agevolati per circa 90 milioni erogati nei 9 mesi e per oltre 140 milioni nel 2015-2017;
- supporto alle famiglie e alle imprese colpite dal crollo del ponte a Genova con un plafond di 4,5 milioni di euro per cancellazione di mutui e di 50 milioni per ricostruzione;
- definizione del Fondo Impact, per l’erogazione di circa 1,2 miliardi di euro di prestiti alle categorie che avrebbero altrimenti difficoltà ad accedere al credito nonostante il loro potenziale, il cui lancio è previsto nell’ultimo trimestre dell’anno;
- lanciato il Plafond creditizio Circular Economy per 5 miliardi di euro e apertura del primo laboratorio italiano per la Circular Economy dedicato alla clientela imprese;
- attivazione di 7 iniziative di start-up con la partecipazione di circa 520 start-up;
- 10 importanti mostre nei musei “Gallerie d’Italia” del Gruppo, con circa 330.000 visitatori, 140 opere d’arte in prestito a musei italiani e internazionali e oltre 100 storici dell’arte stabilmente presso le “Gallerie d’Italia”, che si collocano tra i principali musei italiani per numero di visitatori.
I risultati di conto economico del terzo trimestre 2018
Il conto economico consolidato del terzo trimestre 2018 registra interessi netti pari a 1.844 milioni di euro, in aumento dello 0,3% rispetto ai 1.839 milioni del secondo trimestre 2018 e dello 0,9% rispetto ai 1.828 milioni del terzo trimestre 2017; l’aumento risulterebbe pari rispettivamente allo 0,9% e al 2,7% se si escludesse l’effetto del venir meno dal secondo trimestre 2018 della contabilizzazione del rientro del time value sui crediti in sofferenza oggetto di cessione a Intrum.
Le commissioni nette sono pari a 1.924 milioni di euro, in diminuzione del 3,4% rispetto ai 1.991 milioni del secondo trimestre 2018. In dettaglio, si registra una diminuzione dello 0,3% delle commissioni da attività bancaria commerciale e del 7,1% delle commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,...), nel cui ambito la componente relativa a intermediazione e collocamento di titoli scende del 40,8% e quella relativa ai prodotti assicurativi del 3,7%, mentre quella relativa al risparmio gestito aumenta dello 0,2% (con commissioni di performance nulle nel terzo trimestre 2018 e pari a un milione nel secondo trimestre 2018). Le commissioni nette del terzo trimestre 2018 diminuiscono del 3% rispetto ai 1.984 milioni del terzo trimestre 2017. In dettaglio, si registra un aumento del 4,9% delle commissioni da attività bancaria commerciale e una diminuzione del 6,1% delle commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza, nel cui ambito l’apporto da intermediazione e collocamento di titoli scende del 30,5%, quello da prodotti assicurativi del 5,5% e quello da risparmio gestito dello 0,6% (con 11 milioni di euro di commissioni di performance registrate nel terzo trimestre 2017).
Il risultato dell’attività assicurativa ammonta a 271 milioni di euro, rispetto ai 281 milioni del secondo trimestre 2018 e ai 227 milioni del terzo trimestre 2017.
Il risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value è pari a 242 milioni di euro, rispetto a 472 milioni del secondo trimestre 2018, con la componente relativa alla clientela che diminuisce a 78 milioni da 121 milioni, quella di capital markets che scende a 60 milioni da 98 milioni, quella dell’attività di trading e tesoreria che cala a 105 milioni da 250 milioni e quella dei prodotti strutturati di credito che registra un saldo negativo di un milione rispetto a un saldo positivo di 3 milioni. Il risultato di 242 milioni del terzo trimestre 2018 si confronta con i 185 milioni del terzo trimestre 2017, trimestre in cui l’apporto della componente relativa alla clientela era stato di 120 milioni, quello della componente di capital markets di 24 milioni, quello dell’attività di trading e tesoreria di 36 milioni e quello dei prodotti strutturati di credito di 5 milioni.
I proventi operativi netti sono pari a 4.269 milioni di euro, in diminuzione del 7,3% rispetto ai 4.604 milioni del secondo trimestre 2018 e in aumento dello 0,6% rispetto ai 4.243 milioni del terzo trimestre 2017 (rispettivamente in diminuzione del 7% e in aumento dell’ 1,4% se si esclude il venir meno dal secondo trimestre 2018 del rientro del time value).
I costi operativi ammontano a 2.306 milioni di euro, invariati rispetto al secondo trimestre 2018, a seguito di una diminuzione del 2,1% per le spese del personale e di un aumento del 3,8% per le spese amministrative e del 3% per gli ammortamenti; i costi operativi del terzo trimestre 2018 scendono del 2,7% rispetto ai 2.371 milioni del corrispondente trimestre 2017, a seguito di una diminuzione del 3,2% per le spese del personale e del 2,6% per le spese amministrative e di ammortamenti invariati.
Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 1.963 milioni di euro, in diminuzione del 14,6% rispetto ai 2.298 milioni del secondo trimestre 2018 e in aumento del 4,9% rispetto ai 1.872 milioni del terzo trimestre 2017 (rispettivamente in diminuzione del 14% e in aumento del 6,6% se si esclude il venir meno dal secondo trimestre 2018 del rientro del time value). Il cost/income ratio nel terzo trimestre 2018 è pari al 54%, rispetto al 50,1% del secondo trimestre 2018 e al 55,9% del terzo trimestre 2017.
Le rettifiche di valore nette su crediti sono pari a 519 milioni, rispetto ai 694 milioni del secondo trimestre 2018 e ai 648 milioni del terzo trimestre 2017.
L’ammontare di altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività è pari a 25 milioni, rispetto ai 35 milioni del secondo trimestre 2018 e ai 31 milioni del terzo trimestre 2017.
Gli altri proventi netti sono pari a 2 milioni di euro, rispetto a 8 milioni nel secondo trimestre 2018 e a 72 milioni nel terzo trimestre 2017.
L’utile delle attività operative cessate è nullo, rispetto al risultato negativo per un milione di euro nel secondo trimestre 2018 e al saldo nullo nel terzo trimestre 2017.
Il risultato corrente lordo è pari a 1.421 milioni di euro, rispetto a 1.576 milioni di euro del secondo trimestre 2018 e a 1.265 milioni del terzo trimestre 2017.
Il risultato netto consolidato è pari a 833 milioni di euro, dopo la contabilizzazione di:
- imposte sul reddito per 433 milioni di euro;
- oneri di integrazione e incentivazione all’esodo (al netto delle imposte) per 31 milioni;
- oneri derivanti dall’allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) per 38 milioni;
- tributi e altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) per 81 milioni di euro, derivanti dai seguenti apporti ante imposte: oneri per 123 milioni relativi ai contributi al fondo di garanzia dei depositi italiano stimati per l’intero 2018 e per 4 milioni relativi ai contributi al fondo di garanzia dei depositi di unità operanti all’estero e riprese di valore per 7 milioni riguardanti Atlante. La voce ammontava a 83 milioni di euro nel secondo trimestre 2018, derivanti da oneri ante imposte per 111 milioni relativi ai contributi al fondo di risoluzione in aggiunta a quelli stimati nel primo trimestre per l’intero 2018 e per 8 milioni relativi ai contributi al fondo di garanzia dei depositi di unità operanti all’estero. Nel terzo trimestre 2017 questa voce ammontava a 192 milioni di euro, derivanti da oneri ante imposte per 123 milioni relativi ai contributi al fondo di garanzia dei depositi italiano stimati per l’intero 2017, per 3 milioni relativi ai contributi al fondo di garanzia dei depositi di unità operanti all’estero e per 159 milioni relativi alle rettifiche di valore riguardanti lo Schema Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi;
- un utile di pertinenza di terzi pari a 5 milioni.
Il risultato di 833 milioni di euro nel terzo trimestre 2018 si confronta con i 927 milioni nel secondo trimestre 2018 e i 650 milioni nel terzo trimestre 2017.
I risultati di conto economico dei primi nove mesi del 2018
Il conto economico consolidato dei primi nove mesi del 2018 registra proventi operativi netti pari a 13.685 milioni di euro, in aumento del 4,3% rispetto ai 13.120 milioni dei primi nove mesi del 2017.
In quest’ambito, nei primi nove mesi del 2018 gli interessi netti ammontano a 5.538 milioni di euro, in flessione dell’ 1,1% rispetto ai 5.599 milioni dei primi nove mesi del 2017 (ma sostanzialmente in linea se si escludesse l’effetto del venir meno dal secondo trimestre 2018 della contabilizzazione del rientro del time value sui crediti in sofferenza oggetto di cessione a Intrum).
Le commissioni nette sono pari a 5.928 milioni di euro, in aumento dello 0,4% rispetto ai 5.904 milioni dei primi nove mesi del 2017. In dettaglio, aumentano del 4,4% le commissioni da attività bancaria commerciale e restano invariate le commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,...), nel cui ambito la componente relativa a intermediazione e collocamento di titoli diminuisce del 4,4% e quella relativa ai prodotti assicurativi dello 0,4%, mentre quella relativa al risparmio gestito aumenta dell’ 1,3% (con 6 milioni di euro di commissioni di performance, rispetto a 21 milioni registrati nei primi nove mesi del 2017).
Il risultato dell’attività assicurativa ammonta a 846 milioni di euro, rispetto ai 750 milioni dei primi nove mesi del 2017.
Il risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value è pari a 1.336 milioni di euro (comprendenti 264 milioni di effetto positivo derivante dalla valorizzazione al fair value e successiva cessione dell'investimento in NTV), rispetto a 745 milioni dei primi nove mesi del 2017, con la componente relativa alla clientela che diminuisce a 311 milioni da 392 milioni, quella di capital markets che aumenta a 442 milioni (comprendenti il predetto effetto positivo dovuto a NTV) da 63 milioni, quella dell’attività di trading e tesoreria che cresce a 578 milioni da 265 milioni e quella dei prodotti strutturati di credito che scende a 4 milioni da 25 milioni.
I costi operativi ammontano a 6.916 milioni di euro, in calo del 3,2% rispetto ai 7.142 milioni dei primi nove mesi del 2017, a seguito di una diminuzione del 2,6% per le spese del personale e del 5,3% per le spese amministrative e di un aumento dello 0,2% per gli ammortamenti.
Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 6.769 milioni di euro, in aumento del 13,2% rispetto ai 5.978 milioni dei primi nove mesi del 2017. Il cost/income ratio nei primi nove mesi del 2018 è pari al 50,5%, rispetto al 54,4% dei primi nove mesi del 2017.
Le rettifiche di valore nette su crediti sono pari a 1.696 milioni, rispetto ai 2.082 milioni dei primi nove mesi del 2017.
L’ammontare di altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività è pari a 111 milioni, rispetto ai 100 milioni dei primi nove mesi del 2017.
Gli altri proventi netti sono pari a 12 milioni di euro, rispetto a 3.885 milioni nei primi nove mesi del 2017, che includevano 3,5 miliardi di euro di contributo pubblico cash, a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali derivanti dall’acquisizione dell’Insieme Aggregato di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, e 299 milioni di effetto positivo derivante dalla cessione di una quota di NTV e dalla valorizzazione al fair value conseguente alla riclassificazione sia della restante partecipazione detenuta in NTV sia dell'investimento in Bank of Qingdao, non più rientranti tra le imprese sottoposte ad influenza notevole.
L’utile delle attività operative cessate registra un saldo nullo, analogamente ai primi nove mesi del 2017.
Il risultato corrente lordo è pari a 4.974 milioni di euro, rispetto a 7.681 milioni dei primi nove mesi del 2017, che registrerebbe un risultato di 4.181 milioni escludendo il predetto contributo pubblico.
Il risultato netto consolidato è pari a 3.012 milioni di euro, dopo la contabilizzazione di:
- imposte sul reddito per 1.485 milioni di euro;
- oneri di integrazione e incentivazione all’esodo (al netto delle imposte) per 66 milioni;
- oneri derivanti dall’allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) per 108 milioni;
- tributi e altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) per 281 milioni di euro, derivanti dai seguenti apporti ante imposte: oneri per 277 milioni relativi ai contributi al fondo di risoluzione, oneri per 123 milioni relativi ai contributi al fondo di garanzia dei depositi italiano stimati per l’intero 2018, oneri per 16 milioni relativi ai contributi al fondo di garanzia dei depositi di unità operanti all’estero e riprese di valore per 8 milioni riguardanti Atlante. La voce ammontava a 681 milioni di euro nei primi nove mesi del 2017, derivanti da oneri ante imposte pari a 206 milioni per il contributo al fondo di risoluzione, a 123 milioni per i contributi al fondo di garanzia dei depositi italiano, a 15 milioni per i contributi al fondo di garanzia dei depositi di unità operanti all’estero, a 449 milioni per le rettifiche di valore riguardanti Atlante, a 159 milioni per quelle riguardanti lo Schema Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e a 48 milioni per quelle conseguenti alla liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca;
- un utile di pertinenza di terzi pari a 22 milioni.
Il risultato di 3.012 milioni di euro nei primi nove mesi del 2018 si confronta con 5.888 milioni nei primi nove mesi del 2017, con 2.388 milioni escludendo il predetto contributo pubblico.
Lo stato patrimoniale al 30 settembre 2018
Per quanto riguarda lo stato patrimoniale consolidato, al 30 settembre 2018 i finanziamenti verso la clientela sono pari a 395 miliardi di euro, in flessione dell’ 1% rispetto al dato del 31 dicembre 2017 ricalcolato per tenere conto della prima applicazione del principio contabile IFRS 9 in vigore dal 1° gennaio 2018 (in flessione dello 0,5% rispetto al secondo trimestre 2018 e in crescita del 4,8% rispetto ai primi nove mesi del 2017 considerando i volumi medi (11) di periodo). Il complesso dei crediti deteriorati (in sofferenza, inadempienze probabili e scaduti/sconfinanti) - che dal 30 giugno 2018 non include più i crediti in sofferenza oggetto di cessione a Intrum, contabilizzati nella voce attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione - ammonta, al netto delle rettifiche di valore, a 17.824 milioni di euro, in diminuzione del 20,9% rispetto ai 22.528 milioni del 31 dicembre 2017 post IFRS 9. In quest’ambito, i crediti in sofferenza scendono a 7.375 milioni di euro da 10.562 milioni del 31 dicembre 2017 post IFRS 9, con un’incidenza sui crediti complessivi pari all’ 1,9% (2,6% al 31 dicembre 2017 post IFRS 9), e un grado di copertura al 66,7% (69,1% a fine 2017 post IFRS 9). Le inadempienze probabili diminuiscono a 9.968 milioni di euro da 11.592 milioni del dicembre 2017 post IFRS 9, e i crediti scaduti/sconfinanti ammontano a 481 milioni di euro rispetto a 374 milioni a fine 2017 post IFRS 9.
Le attività finanziarie della clientela risultano pari a 940 miliardi di euro, in flessione dello 0,7% rispetto al 31 dicembre 2017. Nell’ambito delle attività finanziarie della clientela, la raccolta diretta bancaria ammonta a 425 miliardi, in aumento dello 0,3% rispetto al 31 dicembre 2017. Il complesso di raccolta diretta assicurativa e riserve tecniche è pari a 152 miliardi, in linea con il 31 dicembre 2017. La raccolta indiretta ammonta a 514 miliardi, in diminuzione dell’ 1,3% rispetto al 31 dicembre 2017. L’ammontare di risparmio gestito è pari a 343 miliardi, in crescita dell’ 1% rispetto al 31 dicembre 2017; la nuova produzione vita nei primi nove mesi del 2018 ammonta a 14,9 miliardi di euro. La raccolta amministrata è pari a 171 miliardi, in diminuzione del 5,6% rispetto al 31 dicembre 2017.
I coefficienti patrimoniali al 30 settembre 2018 - calcolati applicando i criteri transitori in vigore per il 2018, tenendo conto di 2.560 milioni di euro di dividendi maturati nei primi nove mesi - risultano pari a:
- 13,5% per il Common Equity Tier 1 ratio (12) (13% a fine 2017 (13)),
- 15,2% per il Tier 1 ratio (12) (14,9% a fine 2017 (13)),
- 17,7% per il coefficiente patrimoniale totale (12) (17,7% a fine 2017 (13)).
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(11) Escluso il finanziamento alle Banche in Liquidazione Coatta Amministrativa (ex Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca).
(12) Dopo la deduzione dei dividendi maturati, posti pari all’85% dell’utile netto dei primi nove mesi, e delle cedole maturate sulle emissioni di Additional Tier 1. Escludendo la mitigazione dell’impatto della prima applicazione del principio contabile IFRS 9, i coefficienti patrimoniali risultano pari all’ 12,4% per il Common Equity Tier 1 ratio, al 14,2% per il Tier 1 ratio e al 17% per il coefficiente patrimoniale totale.
(13) Tenendo conto dell’impatto della prima applicazione del principio contabile IFRS 9 e secondo i criteri in vigore per il 2018. Escludendo la mitigazione dell’impatto della prima applicazione del principio contabile IFRS 9, i coefficienti patrimoniali risultano pari all’ 11,9% per il Common Equity Tier 1 ratio, al 13,8% per il Tier 1 ratio e al 17% per il coefficiente patrimoniale totale.
La stima del Common Equity Tier 1 ratio pro-forma del Gruppo a regime è pari al 13,7% (13% al 31 dicembre 2017 post IFRS 9), applicando ai dati di bilancio del 30 settembre 2018 i parametri indicati a regime e considerando l’assorbimento totale delle imposte differite attive (DTA) relative all’affrancamento del goodwill e alle rettifiche su crediti nonché al contributo pubblico cash di 1.285 milioni di euro - esenti da imposte - a copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione connessi all’acquisizione dell’Insieme Aggregato di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, l’atteso assorbimento delle DTA relative alle perdite pregresse e l’attesa distribuzione di riserve da parte di compagnie di assicurazione.
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Le scelte strategiche perseguite hanno permesso a Intesa Sanpaolo di confermarsi come uno dei gruppi bancari più solidi a livello internazionale, i cui punti di forza - oltre a quanto precedentemente detto in merito alla qualità dei crediti e al livello dei coefficienti patrimoniali - sono costituiti da una robusta liquidità e da un leverage contenuto.
Con riferimento alla liquidità, Intesa Sanpaolo si caratterizza per:
- un’elevata liquidità prontamente disponibile (inclusi gli attivi stanziabili presso le Banche Centrali ricevuti a collaterale ed esclusi quelli dati a collaterale), pari a 82 miliardi di euro a fine settembre 2018,
- un elevato ammontare di attività liquide (comprendenti la liquidità prontamente disponibile - esclusi gli attivi stanziabili ricevuti a collaterale - e gli attivi stanziabili dati a collaterale), pari a 173 miliardi di euro a fine settembre 2018,
- operazioni di finanziamento con BCE per ottimizzare il costo del funding e supportare gli investimenti delle aziende clienti sono state pari mediamente nel terzo trimestre del 2018 a 61 miliardi di euro (62,3 miliardi mediamente nel secondo trimestre 2018, 63,6 miliardi di euro mediamente nel primo trimestre 2018, 60,8 miliardi mediamente nel 2017 includendo per l’intero anno le componenti provenienti dall’acquisizione dell’Insieme Aggregato di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca), costituite interamente dalle operazioni TLTRO con scadenza quadriennale;
- fonti di raccolta stabili e ben diversificate, con raccolta diretta - bancaria - da clientela (inclusi i titoli emessi) costituita per il 74% dalla componente retail,
- raccolta a medio lungo termine per circa 10 miliardi nei primi nove mesi del 2018, di cui oltre 6 miliardi relativi alla componente wholesale,
- nell’ambito della componente wholesale della raccolta a medio lungo termine nei primi nove mesi del 2018, operazioni benchmark di obbligazioni bancarie garantite per un miliardo di euro e senior per 2,5 miliardi di dollari, 46,6 miliardi di yen e 2,25 miliardi di euro (per circa l’ 89% collocate presso investitori esteri).
Il leverage ratio al 30 settembre 2018 è pari a 6,2% applicando i criteri transitori in vigore per il 2018 e a 5,6% applicando i criteri a regime, valori tra i migliori nel confronto con i principali gruppi bancari europei.
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Al 30 settembre 2018, la struttura operativa del Gruppo Intesa Sanpaolo si articola in 5.470 sportelli bancari - 4.363 in Italia e 1.107 all’estero - e 93.354 persone.
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I risultati per area di Business
La Divisione Banca dei Territori include:
- clientela Retail (clienti privati con attività finanziarie fino a 100.000 euro e attività/aziende con bassa complessità di esigenze);
- clientela Personal (clienti privati con attività finanziarie da 100.000 euro a un milione di euro);
- clientela Imprese, costituta da aziende con fatturato di gruppo non superiore a 350 milioni.
Nella Divisione sono inoltre incluse le controllate Banca 5, banca di prossimità - collegata al canale delle tabaccherie - con focalizzazione sull’ instant banking per fasce di clientela poco bancarizzate, Banca Prossima, che opera - attraverso le filiali del Gruppo con presidi locali e specialisti dedicati - al servizio degli enti nonprofit, e Mediocredito Italiano, che è il Polo della Finanza di Impresa.
La Divisione Banca dei Territori nel terzo trimestre 2018 registra:
- proventi operativi netti per 2.283 milioni, -2,9% rispetto a 2.351 milioni del secondo trimestre 2018;
- costi operativi per 1.320 milioni, -0,8% rispetto a 1.331 milioni del secondo trimestre 2018;
- un risultato della gestione operativa di 963 milioni, -5,7% rispetto a 1.020 milioni del secondo trimestre 2018;
- un cost/income ratio al 57,8% rispetto al 56,6% del secondo trimestre 2018;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 328 milioni, rispetto a 457 milioni del secondo trimestre 2018;
- un risultato lordo pari a 635 milioni, +12,7% rispetto a 563 milioni del secondo trimestre 2018;
- un risultato netto pari a 394 milioni, +11,2% rispetto a 354 milioni del secondo trimestre 2018.
La Divisione Banca dei Territori nei primi nove mesi del 2018 registra:
- proventi operativi netti per 7.035 milioni, +0,8% rispetto a 6.979 milioni dei primi nove mesi 2017, pari a circa il 51% dei proventi operativi netti consolidati del Gruppo (53% nei primi nove mesi 2017);
- costi operativi per 3.997 milioni, -5,2% rispetto a 4.216 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un risultato della gestione operativa di 3.038 milioni, +10% rispetto a 2.763 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un cost/income ratio al 56,8% rispetto al 60,4% dei primi nove mesi 2017;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 1.170 milioni, rispetto a 882 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un risultato corrente lordo pari a 1.868 milioni, -0,7% rispetto a 1.881 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un risultato netto pari a 1.171 milioni, +4% rispetto a 1.126 milioni dei primi nove mesi 2017.
La Divisione Corporate e Investment Banking comprende:
- Global Corporate, cui compete la relazione con i clienti che hanno un fatturato superiore a 350 milioni di euro e raggruppati, secondo il modello settoriale, nei seguenti 9 comparti di attività: Automotive & Industrials; Basic Materials & Healthcare; Food & Beverage and Distribution; Retail & Luxury; Infrastructure & Real Estate Partners; Public Finance; Energy; Telecom, Media & Technology; Business Solutions;
- International Department, che cura lo sviluppo internazionale della Divisione e cui è affidata la responsabilità delle filiali estere, degli uffici di rappresentanza e delle società estere corporate (Intesa Sanpaolo Bank Luxembourg, Intesa Sanpaolo Bank Ireland, Intesa Sanpaolo Brasil e Banca Intesa nella Federazione Russa);
- Financial Institutions, cui compete la relazione con le istituzioni finanziarie;
- Global Transaction Banking, cui compete la gestione dei servizi transazionali;
- Banca IMI, deputata all’attività di investment banking (M&A e advisory), finanza strutturata, capital markets e primary market (equity e debt capital market).
Nel perimetro della Divisione rientra inoltre l’attività di gestione del portafoglio proprietario del Gruppo.
La Divisione Corporate e Investment Banking nel terzo trimestre 2018 registra:
- proventi operativi netti per 830 milioni, -12,1% rispetto a 945 milioni del secondo trimestre 2018;
- costi operativi per 249 milioni, -2,9% rispetto a 256 milioni del secondo trimestre 2018;
- un risultato della gestione operativa di 582 milioni, -15,6% rispetto a 689 milioni del secondo trimestre 2018;
- un cost/income ratio al 30% rispetto al 27,1% del secondo trimestre 2018;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 31 milioni, rispetto a riprese di valore nette pari a 14 milioni del secondo trimestre 2018;
- un risultato corrente lordo pari a 553 milioni, -21,3% rispetto a 703 milioni del secondo trimestre 2018;
- un risultato netto pari a 378 milioni, -18,8% rispetto a 466 milioni del secondo trimestre 2018.
La Divisione Corporate e Investment Banking nei primi nove mesi del 2018 registra:
- proventi operativi netti per 2.936 milioni, +19,3% rispetto a 2.462 milioni dei primi nove mesi 2017, pari a circa il 21% dei proventi operativi netti consolidati del Gruppo (19% nei primi nove mesi 2017);
- costi operativi per 759 milioni, +2% rispetto a 744 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un risultato della gestione operativa di 2.177 milioni, +26,7% rispetto a 1.718 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un cost/income ratio al 25,9% rispetto al 30,2% dei primi nove mesi 2017;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 49 milioni, rispetto a 157 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un risultato corrente lordo pari a 2.130 milioni, +29,1% rispetto a 1.650 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un risultato netto pari a 1.514 milioni, +29,1% rispetto a 1.173 milioni dei primi nove mesi 2017.
La Divisione International Subsidiary Banks presidia l’attività del Gruppo sui mercati esteri nei quali è presente tramite banche controllate e partecipate che svolgono attività di commercial banking, fornisce indirizzo, coordinamento e supporto alle controllate, è responsabile della definizione delle linee strategiche di sviluppo del Gruppo relativamente alla presenza diretta sui mercati esteri, con esplorazione sistematica e analisi di nuove opportunità di crescita sui mercati già presidiati e su nuovi mercati, del coordinamento dell’operatività delle banche estere e della gestione delle relazioni delle banche estere con le strutture centralizzate della Capogruppo e con le filiali o altri uffici esteri della Divisione Corporate e Investment Banking. La Divisione presidia le seguenti aree geografiche: i) South-Eastern Europe, con Privredna Banka Zagreb in Croazia, Banca Intesa Beograd in Serbia, Intesa Sanpaolo Banka Bosna i Hercegovina in Bosnia-Erzegovina, Intesa Sanpaolo Bank Albania e Intesa Sanpaolo Bank Romania; ii) Central-Eastern Europe, con Intesa Sanpaolo Bank in Slovenia, VUB Banka in Slovacchia e CIB Bank in Ungheria; iii) CIS e South Mediterranean, con Pravex Bank in Ucraina, Eximbank in Moldavia e Bank of Alexandria in Egitto.
La Divisione International Subsidiary Banks nel terzo trimestre 2018 registra:
- proventi operativi netti per 483 milioni, -2,2% rispetto a 494 milioni del secondo trimestre 2018;
- costi operativi per 245 milioni, +1,6% rispetto a 241 milioni del secondo trimestre 2018;
- un risultato della gestione operativa di 238 milioni, -5,9% rispetto a 253 milioni del secondo trimestre 2018;
- un cost/income ratio al 50,7% rispetto al 48,8% del secondo trimestre 2018;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 39 milioni, rispetto a 25 milioni del secondo trimestre 2018;
- un risultato corrente lordo pari a 203 milioni, -11,3% rispetto a 229 milioni del secondo trimestre 2018;
- un risultato netto pari a 159 milioni, -13% rispetto a 183 milioni del secondo trimestre 2018.
La Divisione International Subsidiary Banks nei primi nove mesi del 2018 registra:
- proventi operativi netti per 1.450 milioni, +1,5% rispetto a 1.428 milioni dei primi nove mesi 2017, pari a circa l’ 11% dei proventi operativi netti consolidati del Gruppo (11% anche nei primi nove mesi 2017);
- costi operativi per 722 milioni, +4,3% rispetto a 692 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un risultato della gestione operativa di 728 milioni, -1,1% rispetto a 736 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un cost/income ratio al 49,8% rispetto al 48,5% dei primi nove mesi 2017;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 61 milioni, rispetto a 98 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un risultato corrente lordo pari a 672 milioni, -20,6% rispetto a 846 milioni dei primi nove mesi 2017 (+2,4% escludendo l’effetto della riclassificazione di Bank of Qingdao);
- un risultato netto pari a 525 milioni, -25% rispetto a 700 milioni dei primi nove mesi 2017(+1,9% escludendo l’effetto della riclassificazione di Bank of Qingdao).
La Divisione Private Banking serve il segmento di clientela di fascia alta (Private e High Net Worth Individuals) tramite Fideuram e le sue controllate Fideuram Investimenti, Intesa Sanpaolo Private Banking, SIREF Fiduciaria, Intesa Sanpaolo Private Bank (Suisse), Banque Morval e Fideuram Asset Management Ireland.
La Divisione Private Banking nel terzo trimestre 2018 registra:
- proventi operativi netti per 461 milioni, -1,1% rispetto a 466 milioni del secondo trimestre 2018;
- costi operativi per 148 milioni, +8,3% rispetto a 137 milioni del secondo trimestre 2018;
- un risultato della gestione operativa di 313 milioni, -5% rispetto a 329 milioni del secondo trimestre 2018;
- un cost/income ratio al 32,2% rispetto al 29,4% del secondo trimestre 2018;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 2 milioni, rispetto a 10 milioni del secondo trimestre 2018;
- un risultato corrente lordo pari a 313 milioni, -2% rispetto a 320 milioni del secondo trimestre 2018;
- un risultato netto pari a 209 milioni, -4,6% rispetto a 219 milioni del secondo trimestre 2018.
La Divisione Private Banking nei primi nove mesi del 2018 registra:
- proventi operativi netti per 1.413 milioni, -1,7% rispetto a 1.438 milioni dei primi nove mesi 2017, pari a circa il 10% dei proventi operativi netti consolidati del Gruppo (11% nei primi nove mesi 2017);
- costi operativi per 428 milioni, +0,2% rispetto a 427 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un risultato della gestione operativa di 985 milioni, -2,6% rispetto a 1.011 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un cost/income ratio al 30,3% rispetto al 29,7% dei primi nove mesi 2017;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 14 milioni, rispetto a 18 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un risultato corrente lordo pari a 982 milioni, -1,9% rispetto a 1.001 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un risultato netto pari a 670 milioni, -2% rispetto a 684 milioni dei primi nove mesi 2017.
La Divisione Asset Management fornisce soluzioni di asset management rivolte alla clientela del Gruppo, alle reti commerciali esterne al Gruppo e alla clientela istituzionale tramite Eurizon Capital. Ad Eurizon Capital fanno capo le controllate Eurizon Capital SA (Lussemburgo), specializzata nella gestione di fondi comuni lussemburghesi a basso tracking error, VUB Asset Management (Slovacchia), cui fanno capo l’ungherese CIB IFM e la croata PBZ Invest (polo dell’asset management nell’Est Europa), e Epsilon Associati SGR - specializzata nella gestione attiva di portafoglio e, in particolare, nelle gestioni quantitative e multi strategia con obiettivi di investimento di tipo “total return” - e controllata al 51% da Eurizon Capital e per il restante 49% da Banca IMI, e il 49% della società cinese di asset management Penghua Fund Management. Eurizon Capital detiene inoltre il 20% della società cinese di wealth management Yi Tsai, partecipata al 25% da Fideuram e al 55% dalla Capogruppo Intesa Sanpaolo.
La Divisione Asset Management nel terzo trimestre 2018 registra:
- proventi operativi netti per 175 milioni, -2,2% rispetto a 179 milioni del secondo trimestre 2018;
- costi operativi per 36 milioni, -5,4% rispetto a 39 milioni del secondo trimestre 2018;
- un risultato della gestione operativa di 138 milioni, -1,3% rispetto a 140 milioni del secondo trimestre 2018;
- un cost/income ratio al 20,9% rispetto al 21,6% del secondo trimestre 2018;
- un risultato corrente lordo pari a 138 milioni, -1,2% rispetto a 140 milioni del secondo trimestre 2018;
- un risultato netto pari a 110 milioni, -1,1% rispetto a 111 milioni del secondo trimestre 2018.
La Divisione Asset Management nei primi nove mesi del 2018 registra:
- proventi operativi netti per 545 milioni, -1,8% rispetto a 555 milioni dei primi nove mesi 2017, pari a circa il 4% dei proventi operativi netti consolidati del Gruppo (4% anche nei primi nove mesi 2017);
- costi operativi per 113 milioni, +5,6% rispetto a 107 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un risultato della gestione operativa di 432 milioni, -3,6% rispetto a 448 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un cost/income ratio al 20,7% rispetto al 19,3% dei primi nove mesi 2017;
- un risultato corrente lordo pari a 432 milioni, -3,6% rispetto a 448 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un risultato netto pari a 342 milioni, -2,8% rispetto a 352 milioni dei primi nove mesi 2017.
La Divisione Insurance sviluppa l’offerta dei prodotti assicurativi rivolti alla clientela del Gruppo e include Intesa Sanpaolo Vita (che controlla anche Intesa Sanpaolo Assicura) e Fideuram Vita.
La Divisione Insurance nel terzo trimestre 2018 registra:
- proventi operativi netti per 266 milioni, -9,9% rispetto a 295 milioni del secondo trimestre 2018;
- costi operativi per 46 milioni, +7,1% rispetto a 43 milioni del secondo trimestre 2018;
- un risultato della gestione operativa di 219 milioni, -12,8% rispetto a 252 milioni del secondo trimestre 2018;
- un cost/income ratio al 17,4% rispetto al 14,7% del secondo trimestre 2018;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a un milione, rispetto a 2 milioni del secondo trimestre 2018;
- un risultato corrente lordo pari a 219 milioni, -12,4% rispetto a 250 milioni del secondo trimestre 2018;
- un risultato netto pari a 152 milioni, -19,5% rispetto a 189 milioni del secondo trimestre 2018.
La Divisione Insurance nei primi nove mesi del 2018 registra:
- proventi operativi netti per 885 milioni, +3,3% rispetto a 857 milioni dei primi nove mesi 2017, pari a circa il 6% dei proventi operativi netti consolidati del Gruppo (7% nei primi nove mesi 2017);
- costi operativi per 131 milioni, +3,1% rispetto a 127 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un risultato della gestione operativa di 754 milioni, +3,3% rispetto a 730 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un cost/income ratio al 14,8% in linea con i primi nove mesi 2017;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 3 milioni, rispetto a un milione dei primi nove mesi 2017;
- un risultato corrente lordo pari a 751 milioni, +3% rispetto a 729 milioni dei primi nove mesi 2017;
- un risultato netto pari a 540 milioni, +5,5% rispetto a 512 milioni dei primi nove mesi 2017.
Le prospettive per l’esercizio in corso
Per il Gruppo Intesa Sanpaolo, nel 2018 è atteso un aumento del risultato netto rispetto al 2017, escludendo dal risultato del 2017 il contributo pubblico cash di 3,5 miliardi di euro a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali derivanti dall’acquisizione dell’Insieme Aggregato di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. All’andamento atteso del risultato netto è previsto concorrano un aumento dei ricavi, un continuo cost management e un calo del costo del rischio. La politica di dividendi per l’esercizio 2018 prevede la distribuzione di un ammontare di dividendi cash corrispondente a un payout ratio pari all’85% del risultato netto.
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Ai fini di comparabilità dei risultati, i dati di conto economico e di stato patrimoniale dei primi tre trimestri del 2017 sono stati riesposti a seguito dell’acquisizione di certe attività e passività e certi rapporti giuridici di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca (“Insieme Aggregato”), consolidando le relative componenti linea per linea (sulla base di dati gestionali) e attribuendo il corrispondente risultato netto all’utile/perdita di pertinenza di terzi (la riesposizione non include la controllata Eximbank - Moldavia, entrata nel perimetro di consolidamento del Gruppo Intesa Sanpaolo alla fine del primo trimestre 2018). I dati di conto economico e di stato patrimoniale relativi alle aree di Business dei quattro trimestri 2017 sono stati riesposti attribuendo le pertinenti componenti dell’Insieme Aggregato.
Inoltre, i dati di conto economico e di stato patrimoniale dei quattro trimestri 2017 e del primo trimestre 2018 sono stati riesposti a seguito dell’acquisizione del gruppo Morval Vonwiller, consolidando le relative componenti linea per linea e attribuendo il corrispondente risultato netto all’utile di pertinenza di terzi.
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Allo scopo di consentire una più completa informativa sui risultati conseguiti al 30 settembre 2018, si allegano i prospetti relativi al conto economico e allo stato patrimoniale consolidati riclassificati inclusi nel resoconto approvato dal Consiglio di Amministrazione. Si precisa che la società di revisione sta completando le attività finalizzate al rilascio dell’attestazione prevista dall’art. 26 (2) del Regolamento dell’Unione Europea n. 575/2013 e dalla Decisione della Banca Centrale Europea n. 2015/656.
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Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Fabrizio Dabbene, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l’informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.
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La presente comunicazione e le informazioni ivi contenute non hanno finalità di né costituiscono in alcun modo consulenza in materia di investimenti. Le dichiarazioni ivi contenute non sono state oggetto di verifica indipendente. Non viene fatta alcuna dichiarazione o garanzia, espressa o implicita, in riferimento a, e nessun affidamento dovrebbe essere fatto relativamente all’imparzialità, accuratezza, completezza, correttezza e affidabilità delle informazioni ivi contenute. La Società e i suoi rappresentanti declinano ogni responsabilità (sia per negligenza o altro), derivanti in qualsiasi modo da tali informazioni e/o per eventuali perdite derivanti dall’utilizzo o meno di questa comunicazione. Accedendo a questi materiali, il lettore accetta di essere vincolato dalle limitazioni di cui sopra.
Questo comunicato stampa contiene previsioni e stime che riflettono le attuali opinioni del management Intesa Sanpaolo in merito ad eventi futuri. Previsioni e stime sono in genere identificate da espressioni come “è possibile,” “si dovrebbe,” “si prevede,” “ci si attende,” “si stima,” “si ritiene,” “si intende,” “si progetta,” “obiettivo” oppure dall’uso negativo di queste espressioni o da altre varianti di tali espressioni oppure dall’uso di terminologia comparabile. Queste previsioni e stime comprendono, ma non si limitano a, tutte le informazioni diverse dai dati di fatto, incluse, senza limitazione, quelle relative alla posizione finanziaria futura di Intesa Sanpaolo e ai risultati operativi, la strategia, i piani, gli obiettivi e gli sviluppi futuri nei mercati in cui Intesa Sanpaolo opera o intende operare.
A seguito di tali incertezze e rischi, si avvisano i lettori che non devono fare eccessivo affidamento su tali informazioni di carattere previsionale come previsione di risultati effettivi. La capacità del Gruppo Intesa Sanpaolo di raggiungere i risultati previsti dipende da molti fattori al di fuori del controllo del management. I risultati effettivi possono differire significativamente (ed essere più negativi di) da quelli previsti o impliciti nei dati previsionali. Tali previsioni e stime comportano rischi ed incertezze che potrebbero avere un impatto significativo sui risultati attesi e si fondano su assunti di base.
Le previsioni e le stime ivi formulate si basano su informazioni a disposizione di Intesa Sanpaolo alla data odierna. Intesa Sanpaolo non si assume alcun obbligo di aggiornare pubblicamente e di rivedere previsioni e stime a seguito della disponibilità di nuove informazioni, di eventi futuri o di altro, fatta salva l’osservanza delle leggi applicabili. Tutte le previsioni e le stime successive, scritte ed orali, attribuibili a Intesa Sanpaolo o a persone che agiscono per conto della stessa sono espressamente qualificate, nella loro interezza, da queste dichiarazioni cautelative.
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Data ultimo aggiornamento 6 novembre 2018 alle ore 13:06