IL NUOVO RAPPORTO 2021 ‘ITALIAN MARITIME ECONOMY’ DI SRM
PRESENTATO OGGI IN DIRETTA DA NAPOLI
Le analisi di SRM sugli impatti della pandemia e
la sfida della sostenibilità per essere competitivi nel Mediterraneo
- Il trasporto marittimo continua a rappresentare il principale “veicolo” dello sviluppo del commercio internazionale: il 90% delle merci viaggia via mare. I trasporti marittimi e la logistica valgono circa il 12% del PIL globale.
- Si stima per il 2021 un aumento del 4,2% dei volumi di traffico marittimo che raggiungeranno 12 miliardi di tonnellate, superiori ai livelli pre-Covid-19; per il 2022 le stime parlano di un ulteriore incremento del 3,1%.
- Per il 2025 la movimentazione container a livello mondiale crescerà a ritmi del 4,8% medio annuo e raggiungerà 1 miliardo di TEU (Europa +3,9%, Africa +4,9%, Far East +5,3%, Middle East +4% e Nord America +3,6%)
- Il Canale di Suez, nell’anno della pandemia ha mostrato una notevole resilienza superando il miliardo di tonnellate di merci, con un numero di transiti pari a quasi 19mila navi. E’ dunque rimasto uno snodo strategico per i traffici nel Mediterraneo continuando a rappresentare il 12% del traffico mondiale ed il 7-8% di quello petrolifero.
- Porti congestionati a causa dei contagi, super rialzi dei noli, mancanza di container vuoti e blank sailing (rotte cancellate) sono stati i grandi fenomeni che hanno impattato sugli equilibri del traffico marittimo, specie sulle rotte Far East-Mediterraneo e Far-East USA.
- I noli hanno raggiunto livelli record sulle principali rotte e non mostrano ancora segni di rallentamento; si stima saranno alti nel 2021 con un +22,6% e un riassestamento pari al -9,4% nel 2022.
- Proseguono il gigantismo navale e il dominio delle grandi alleanze sulle rotte strategiche; gli ordinativi delle navi oltre 15.000 teus sono previsti crescere del +17% al 2023.
- Vi è stato un sensibile aumento del trasporto ferroviario sulla via Cina-Europa e viceversa. Nel primo trimestre 2021, il numero di treni merci ha toccato il record di 3.345 convogli, in aumento del 79% sullo stesso periodo del 2020.
- La ridefinizione di alcune supply chain su scala regionale riporterà in Europa alcune filiere e ciò potrà favorire ulteriormente la crescita del trasporto marittimo a corto raggio per il quale il Mediterraneo ha già una posizione di leadership in ambito europeo.
- In Italia la componente internazionale del trasporto marittimo è sempre rilevante. Nel 2020 il valore degli scambi commerciali via mare dell’Italia è stato pari a oltre 206 mld€, registrando un -17% sul 2019. Nel primo trimestre 2021, l’import export via mare ha registrato un +3%.
- I porti del Mezzogiorno con 207 milioni di tonnellate di merci gestite nel 2020 incidono per il 47% del totale sul traffico italiano. Il Sud ha mostrato una maggiore resilienza durante la pandemia: il calo dei porti meridionali è stato del -3,4% contro il -10% circa dell’Italia.
- Le imprese del Mezzogiorno utilizzano, nei loro rapporti import-export la via marittima in modo più intenso del resto del Paese. Infatti, il 57% dell’interscambio del Sud avviene via mare (per un valore di 42 miliardi di euro) contro il 33% del dato Italia.
- Per la crescita del Sud sarà fondamentale la ripartenza delle ZES e l’utilizzo dei fondi del PNRR per le infrastrutture portuali pari a oltre 3,8 miliardi di euro. Tutto dovrà avvenire rispettando le chiavi dello sviluppo sostenibile, della resilienza e della digitalizzazione. Investimenti in GNL e idrogeno imperativi strategici per competere con una visione del futuro.
Napoli, 7 luglio 2021 - SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) presenta oggi, mercoledì 7 luglio, l’ottavo Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy” in diretta da Napoli presso il Grand Hotel Vesuvio (ore 11-13). L’evento si svolge back-to-back con l’Euro Mediterranean Investment Forum organizzato da FeBaf (Federazione delle Banche, Assicurazioni e Finanza).
Il Rapporto “Italian Maritime Economy” 2021 analizza i fenomeni emersi con la pandemia e gli accadimenti che stanno impattando sul nostro sistema logistico-marittimo, come il blocco del Canale di Suez, il rialzo dei noli marittimi e del prezzo del petrolio, la Port Congestion, le Blank Sailing. Il volume – che si avvale anche dei contributi internazionali delle Università di Amburgo, Anversa e dello Shanghai International Shipping Institute – guarda inoltre alla ripresa e al futuro post-pandemia, evidenziando le sfide che ci attendono in termini di competitività, sostenibilità e opportunità da cogliere. La valenza geostrategica del Mediterraneo, i fondi europei stanziati con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a favore della portualità e della logistica, i Green Port e le nuove frontiere energetiche (come idrogeno e GNL) sono solo alcuni dei punti affrontati nel convegno di oggi.
Ad aprire l’evento i saluti introduttivi di Paolo Scudieri, Presidente di SRM, Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo e Paolo Garonna, Segretario Generale di FeBaf.
Dopo la presentazione del Rapporto – a cura di Massimo Deandreis, Direttore Generale SRM, e Alessandro Panaro, Responsabile Maritime & Energy SRM – l’intervento in collegamento video di Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Segue la tavola rotonda con: Zeno D’Agostino, Vicepresidente ESPO (European Sea Ports Organization), Gaetano Miccichè, Chairman Division IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo, Silvia Moretto, Presidente di Fedespedi e Ferdinando Nelli Feroci, Presidente IAI - Istituto Affari Internazionali.
Conclude i lavori e introduce l’Euro Mediterranean Investment Forum Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo, in un intervento video.
È possibile seguire la diretta del convegno via Zoom: http://bit.ly/maritime-7721
Dichiarazioni:
Gian Maria Gros-Pietro, Presidente Intesa Sanpaolo, “La combinazione fra il rapporto annuale sull’economia marittima e l’Euro Mediterranean Investment Forum sottolinea come la finanza sia indispensabile per rafforzare i legami fra le due sponde del Mediterraneo, sostenendo gli investimenti produttivi e gli scambi commerciali, per i quali il sistema logistico portuale è essenziale. La filiera marittimo‐portuale crea direttamente 46,7 miliardi di valore aggiunto e oltre 885 mila occupati, ed è un pilastro essenziale per il resto del tessuto produttivo italiano, industria, servizi e turismo. La movimentazione di merci e passeggeri alimenta e stimola le attività produttive, l’innovazione, la ricerca e la formazione. Oggi, a maggior ragione, essendo questi temi una parte rilevante delle priorità indicate nel PNRR, il nostro impegno continua con forte determinazione in questa direzione”.
Paolo Scudieri, Presidente SRM, “La presentazione del Rapporto è ormai un appuntamento consolidato e radicato nella nostra Napoli, un momento di riflessione sui temi dello Shipping, dei Porti e della Logistica, che insieme rappresentano il 12% del PIL mondiale ed il 9% circa di quello italiano. SRM ha dunque portato avanti un altro anno di intense attività evidenziando, attraverso i propri studi, il “peso” economico che ha tutta la filiera dell’economia del mare, un asset per la competitività per il Paese. Abbiamo fatto crescere l’Osservatorio convinti che il trasporto via mare sia una risorsa fondamentale per il sistema manifatturiero del nostro Paese che ha un’esigenza permanente di internazionalizzare le imprese e di inviare le proprie merci nei mercati esteri in modo rapido, efficiente ed economico”.
Massimo Deandreis, Direttore Generale SRM, “La ricerca mostra gli impatti della pandemia sul settore marittimo con particolare riferimento al Mediterraneo ed evidenzia come si sono modificati gli scenari: aumento dei noli, porti congestionati, oscillazioni del prezzo delle materie prime e forte spinta verso la sostenibilità. Fattori che hanno reso le analisi e lo studio delle dinamiche del mare molto complesse. Emerge come sia in corso un processo di regionalizzazione della globalizzazione e del commercio mondiale in cui il Mediterraneo si trova ad essere il punto di congiunzione tra 4 aree (Asia, Africa, UE e Nafta) sempre più in competizione tra loro. Questo si traduce anche in una spinta all’accorciamento delle catene del valore europee. Tutto questo, se si investe in portualità e logistica, può essere una straordinaria opportunità di crescita per l’Italia e per il Mezzogiorno in particolare. Nel PNRR si trova questa visione e ci sono le risorse. La vera sfida è attuarlo in fretta e bene”.
Nel pomeriggio, al termine della presentazione del Rapporto ”Italian Maritime Economy”, si svolge l’Euromed Investment Forum, organizzato dal FeBaf, dedicato quest’anno alle strategie di ripresa e resilienza nell’area euromediterranea.
Innocenzo Cipolletta, Presidente FeBaf, “Da una maggiore integrazione economica e finanziaria dell’area mediterranea potranno avvantaggiarsi il nostro Paese e in particolare le regioni meridionali. Soprattutto da questa maggiore integrazione ne deriverà un contributo essenziale al miglioramento dei rapporti tra Nord e Sud del Mediterraneo necessari per un clima più disteso. Europa e Italia potranno essere protagoniste dei processi di sviluppo e integrazione che saranno tanto più necessari dopo la pandemia. L’Italia è un partner storico e naturale dell’area del Mediterraneo ed è fortemente interessata allo sviluppo economico e sociale del versante sud del Mediterraneo. Il Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa (PNRR) è una significativa opportunità per la riduzione del divario col Nord del Paese e quindi per una nuova centralità dell’economia meridionale rispetto all’intera regione euromediterranea. L’attuazione del PNRR sarà un esame di maturità europea della nostra amministrazione e della sua capacità di attuarlo a livello locale in modo efficace e corretto”.
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Data ultimo aggiornamento 7 luglio 2021 alle ore 11:46