COMUNICATO STAMPA
INTERSCAMBIO VENETO-GERMANIA: L'ESIGENZA DI ACCORCIARE LA FILIERA PRODUTTIVA
- Si è svolto nella sede di Confindustria Vicenza l’incontro dedicato all’interscambio con la Germania delle imprese venete organizzato da AHK in collaborazione con Confindustria Veneto e Intesa Sanpaolo
- I legami delle imprese manifatturiere del Veneto con la Germania sono particolarmente rilevanti: è il mercato di sbocco più importante per l’export (più di 9 miliardi di euro nel 2021 pari al 13,8% del totale esportato in aumento del +50% sul 2008)
- La Germania è il terzo paese per numero di partecipate estere venete: circa 300
- Altrettanto numerosa la presenza di partecipate tedesche nel Veneto (332 nel 2019), pari al 23% della regione, che si occupano sia di commercio all’ingrosso (31%), sia di produzione (21%)
Vicenza, 03 maggio 2022 – Si è svolto oggi nella sede di Confindustria Vicenza l’incontro organizzato da AHK - la Camera di Commercio Italo-Germanica - e la sua rappresentanza per il Veneto in collaborazione con Confindustria Veneto e Intesa Sanpaolo: Interscambio Veneto-Germania: l'esigenza di accorciare la filiera produttiva.
L’incontro si è aperto con i saluti di Enrico Carraro, presidente Confindustria Veneto e del vicepresidente di Confindustria Vicenza Giovanni Dolcetta; sono seguiti poi gli interventi di Paola Nardini, in rappresentanza di AHK Italien, che ha presentato un’analisi sull’interscambio Veneto-Germania, Giovanni Foresti, Direzione studi e ricerche Intesa Sanpaolo che ha illustrato le opportunità per le catene del valore in base ai nuovi equilibri geopolitici. Si è svolta poi una tavola rotonda a cui hanno partecipato Francesco Faccin, COO Clerprem srl, Christian Massardi, export manager Effedue srl, Francesco Lucchetti, global purchasing director Sirmax Spa e Alberto Sacco, CEO Isimet Srl.
Dall’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo curata da Giovanni Foresti, emerge che lo scenario macroeconomico della prima parte del 2022 è caratterizzato dall’incertezza: l'Europa è pesantemente condizionata dalle conseguenze del conflitto russo-ucraino, soprattutto per le implicazioni sul mercato delle materie prime e dell’energia, già esposti a forti rincari nell’ultima parte del 2021.
Nei prossimi anni i prezzi delle commodity sono destinati a rimanere su livelli storicamente elevati, a causa di un mix di fattori transitori e strutturali. Si sono manifestati fenomeni climatici estremi del 2021 e criticità nelle Global Value Chain originate dalla rapida ripresa post pandemica che ci si attende possano rientrare nel medio periodo. Ci sono tuttavia altri aspetti quali l’alta concentrazione dei mercati di approvvigionamento di alcune materie prime, la criticità della struttura oligopolistica dei trasporti marittimi, la dipendenza dell’Europa da paesi terzi per 30 delle materie prime critiche per la costruzione di batterie, celle fotovoltaiche, semiconduttori, leghe leggere, metalli e terre rare, la maggior richiesta dalla Cina di gas come carburante sostitutivo al carbone nella transizione ecologica, che rappresentano problematiche destinate a durare nel tempo e a sostenere i prezzi delle commodity.
A queste difficoltà si sommano i rischi per la crescita dell’impatto del conflitto russo-ucraino legati principalmente alle forniture di gas russo, di cui l’Italia dipende per il 41%, mentre risulta piuttosto contenuto l’interscambio sia italiano che veneto, con esportazioni verso i paesi in guerra che si attestano nell’ordine del 2% quelle italiane e del 2,4% quelle venete.
L’alta propensione all’export che contraddistingue le imprese venete le ha portate nell’ultimo decennio a mantenere un alto profilo di diversificazione dei mercati di sbocco, che in questo momento rappresenta una importante leva strategica da rafforzare per superare le criticità. Si è inoltre osservata in modo sempre più evidente una tendenza durante il periodo pandemico e di ripresa nel 2021 a rivedere le politiche di approvvigionamento a favore di fornitori locali non solo all’interno della regione e in Italia ma anche rafforzando i legami all’interno delle Global Value Chain europee. Si tratta di una doppia opportunità da una parte per le imprese tedesche che possono offrirsi come partner e fornitori alle imprese venete e dall’altra per le imprese venete che possono soddisfare ancora di più i prodotti e servizi che finora venivamo acquistati dalle imprese tedesche in paesi più lontani extra europei.
I legami delle imprese manifatturiere del Veneto con la Germania sono particolarmente rilevanti: non solo si tratta del mercato di sbocco più importante per l’export (più di 9 miliardi di euro nel 2021 pari al 13,8% del totale esportato in aumento del +50% sul 2008) ma con 300 partecipate estere è il terzo paese (il 5,7% della regione) per numero di aziende venete che svolgono per la metà attività di distribuzione commerciale all’ingrosso. Il Veneto è poi la terza regione italiana per numero di partecipate in Germania e Vicenza, con 80 aziende, è la prima della regione (settima in Italia). La presenza di partecipate tedesche nel Veneto è altrettanto numerosa (332 nel 2019), pari al 23% della regione, che si occupano sia di commercio all’ingrosso (31%), sia di produzione (21%). Ben 3 province venete si collocano tra le principali province italiane scelte dagli investitori tedeschi: Verona è al quarto posto con 126 partecipate tedesche, Padova al sesto posto con 95 partecipate e Vicenza al dodicesimo posto con 47 partecipate. Interessante sottolineare come proprio nella provincia di Vicenza vi sia una incidenza nettamente maggiore di imprese produttive (40%).
Il conflitto in Ucraina rende ancora più urgenti i temi dell’ambiente e della tecnologia che possono favorire il risparmio di materie prime, l’efficientamento dei processi e la diversificazione dei mercati di sbocco. Al contempo, se i problemi di approvvigionamento innestati dalla pandemia e poi amplificati dall’invasione russa porteranno a una regionalizzazione su base continentale delle catene globali del valore, si potranno aprire opportunità per i territori italiani che come il Veneto sono caratterizzati dalla presenza di filiere strutturate a livello locale.
“Il mercato tedesco è strategico per la nostra Regione che ha un legame, storico e attuale, particolarmente stretto con la Germania – dichiara Enrico Carraro, Presidente di Confindustria Veneto -. Credo inoltre che nei prossimi anni questo rapporto sarà sempre più forte in virtù, tra le altre cose, dell’impatto che la pandemia sta avendo sulla logistica internazionale che sta spingendo le principali manifatture mondiali verso un accorciamento delle filiere. E Germania e Italia sono i primi due paesi manifatturieri d’Europa per cui non dubito che collaboreremo sempre più nella creazione di su nuovi importanti processi. Da parte nostra, infatti, non ci vogliamo accontentare dei seppur straordinari numeri attuali, ma vogliamo diventare il principale partner economico della Germania”.
“In Germania esportiamo un’incredibile varietà di produzioni – spiega Giovanni Dolcetta, Vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega all’internazionalizzazione -, ma soprattutto lavorazioni e produzioni intermedie, dai prodotti siderurgici, alla meccanica, alle lavorazioni plastiche a quelle conciarie. Segno evidente che Vicenza, come gran parte del Veneto, sono perfettamente inserite nelle catene del valore della grande industria tedesca. Ora, con i cambiamenti globali in corso, si prevedono elevati tassi di ricollocazione delle attività industriali dall’Asia all’Europa. In questo senso, nonostante le tante difficoltà del momento, credo che per le aziende italiane inserite nelle filiere tedesche ci siano nuova opportunità di crescita”.
"Il dialogo con i territori e con le loro rappresentanze produttive è fondamentale per AHK Italien, e l’evento di oggi è centrale in questa prospettiva - afferma Jörg Buck, Consigliere Delegato della Camera di Commercio Italo-Germanica -. Con oltre 20 miliardi di interscambio annuale, il Veneto è la seconda Regione italiana più attiva nei rapporti economici con la Germania. Un trend in crescita, che nei prossimi anni potrebbe beneficiare del rientro di alcune catene del valore a seguito della pandemia, e su cui imprese e istituzioni dovranno farsi trovare preparate per vincere le sfide attuali, a iniziare dalla transizione energetica”.
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