INTESA SANPAOLO: A FIRENZE IL ROAD SHOW DEDICATO ALL’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE PMI
PROGRAMMA SINERGICO DELLE DIVISIONI INTERNATIONAL SUBSIDIARY BANKS E BANCA DEI TERRITORI
· Nuove opportunità di crescita per le PMI italiane nei 12 Paesi serviti dalle banche commerciali del Gruppo in Centro e Sud-Est Europa e Nord Africa.
· Linee di finanziamento e soluzioni dedicate, team di accoglienza per le imprese italiane presso le banche estere del Gruppo.
· A sostenere le esportazioni concorre la forte presenza di distretti e filiere che la Banca supporta con agevolazioni e credito grazie a 97 contratti di filiera tra Toscana e Umbria, con 2.650 aziende fornitrici per un giro d’affari complessivo di oltre 11 miliardi di euro.
· Nel 2022 l’interscambio commerciale tra Toscana e Albania, Croazia, Serbia e Slovenia si è attestato a 1,2 miliardi di euro. Le esportazioni sono state pari a 592 milioni di euro, mentre le importazioni hanno sfiorato i 622 milioni.
· Per l’Umbria l’interscambio commerciale nel 2022 è stato di 240 milioni di euro, di cui circa 130 di import e 110 di export.
· Tra il 2021 e il 2022 le esportazioni toscane a prezzi correnti verso Albania, Croazia, Serbia e Slovenia hanno registrato una crescita del 23,8%, quelle umbre un progresso del 23,6%.
Firenze, 22 febbraio 2024 – Intesa Sanpaolo ha presentato alle imprese del territorio toscano e umbro le occasioni di sviluppo internazionale supportato dal Gruppo grazie alle sinergie tra la Divisione International Subsidiary Banks (ISBD) e la Divisione Banca dei Territori (BDT). L’obiettivo è di potenziare ulteriormente le opportunità di business cross-border delle mid-corporate che operano nei 12 Paesi serviti dalle banche commerciali del Gruppo in Centro e Sud-Est Europa e Nord Africa.
L'ambizione del programma è quella di rafforzare il posizionamento di Intesa Sanpaolo come banca di riferimento e partner a lungo termine per le imprese, valorizzando le sinergie infragruppo a favore delle PMI, già attuato con successo lo scorso anno nei mercati di Slovacchia (attraverso VUB Banka), Romania (Intesa Sanpaolo Bank) e Ungheria (CIB Bank). Con il 2024 il programma si estende ad Albania, Croazia, Serbia e Slovenia per proseguire, in seguito, ad altri mercati nei quali sono presenti complessivamente oltre 2.000 gruppi industriali italiani con proprie sussidiarie nei Paesi del perimetro della rete estera ISBD.
Durante l’incontro sono state illustrate alle imprese clienti della Direzione Regionale Toscana e Umbria, guidata da Tito Nocentini, le linee di finanziamento e l’offerta di prodotti e servizi dedicati all’internazionalizzazione andando a coinvolgere Intesa Sanpaolo Bank in Albania, Privredna Banka Zagreb in Croazia, Banca Intesa Beograd in Serbia, Intesa Sanpaolo Bank in Slovenia, insieme alle Direzioni Regionali della Banca dei Territori ed alla Direzione Agribusiness.
“Le imprese di questo territorio puntano con continuità allo sviluppo degli scambi commerciali con l’estero e grazie al nostro programma di internazionalizzazione possono ricevere un supporto specialistico forte della sinergia di strutture e competenze d’eccellenza – commenta Tito Nocentini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo -. La rete di relazioni internazionali di Intesa Sanpaolo assicura alle aziende un’opportunità di sviluppo del business attraverso strumenti ed un costante affiancamento sia in Italia che nei Paesi di interesse. A sostenere le esportazioni concorre la forte presenza di distretti e filiere, verso cui interveniamo con agevolazioni e credito grazie a ben 97 contratti di filiera in Toscana e Umbria, che coinvolgono 2.650 aziende fornitrici per un giro d’affari complessivo di oltre 11 miliardi di euro”.
Analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per la Toscana
Nel 2022 l’interscambio commerciale tra la Toscana e Albania, Croazia, Serbia e Slovenia ha superato 1,2 miliardi di euro. Le esportazioni sono state pari a 592 milioni, mentre le importazioni si sono attestate a 622 milioni di euro, per un saldo commerciale negativo di circa 30 milioni di euro.
La Toscana si colloca al sesto posto in Italia per import da Albania, Croazia, Serbia e Slovenia (preceduta da Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte), con una quota sul totale nazionale del 4,2%. Più di un terzo pari a 210 milioni provengono dalla Croazia, circa 164 dalla Slovenia, poco meno di 160 dalla Serbia e i restanti 90 milioni dall’Albania. Le importazioni riguardano prevalentemente il settore della filiera della pelle (24,0% sul totale, proveniente per più dei ¾ dalla Serbia), seguito da agro-alimentare e bevande (12,0%), metallurgia (9,9%,) e tessile (8,3% composto quasi completamenti da beni provenienti dalla Slovenia).
La Toscana scende invece all’ottavo posto in Italia per l’export verso questi mercati, con una quota sul totale nazionale del 3,6%. L’export toscano verso questi tre Paesi è così distribuito: 185 milioni verso Slovenia, 184 verso Croazia, 146 verso Serbia e 77 verso Albania. I principali settori di esportazione della Toscana verso questi paesi sono: prodotti in carta (15,1% del totale, per più della metà verso Croazia), filiera della pelle (11,1%, poco meno del 75% in Serbia), tessile (9,1%, con un peso del 31% per la Croazia e poi equidistribuito tra le altre nazioni).
Tra il 2021 e il 2022 le esportazioni toscane a prezzi correnti verso Albania, Croazia, Serbia e Slovenia hanno registrato una crescita del 23,8%; complessivamente le vendite sono aumentate di circa 114 milioni con un aumento maggiore verso Croazia (+40 milioni; +27,9%), ma anche gli altri paesi hanno registrato incrementi significativi con crescite del 23,8% per Slovenia, 24,3% per Serbia e 14,5% per Albania. A livello settoriale la crescita è stata guidata soprattutto dai prodotti in carta (+57,1%), dalla meccanica (+50,8%) e dalla metallurgia (+54,0%). Nei primi nove mesi del 2023 l’incremento si rafforza (+42,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; a fronte di una sostanziale stabilità per l’Italia -1,3%). Ha contribuito soprattutto l’andamento positivo verso la Croazia (+70,9% tendenziale), ma si sono registrate crescite rilevanti anche verso la Slovenia (+45,9%) e l’Albania (+33,2%), a fronte di un aumento più contenuto verso la Serbia (+5,0%). Tra i settori la crescita risulta concentrata nei prodotti petroliferi raffinati (+154 milioni di euro, di cui +89 milioni verso Croazia e +63 milioni verso Slovenia); è opportuno evidenziare come anche al netto di questo comparto le esportazioni toscane sarebbero cresciute del 7,8% grazie comunque ai buoni risultati nel tessile (+12,3%) e nella meccanica (+19,6%).
Analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per l’Umbria
Per l’Umbria l’interscambio commerciale nel 2022 è stato di 240 milioni di euro, di cui circa 130 di import e 110 di export, per un disavanzo complessivo di circa 20 milioni. Oltre 54 milioni di importazioni provengono dalla Croazia, 34 dalla Slovenia, 31 dall’Albania e 10 dalla Serbia; il principale settore per import sono i prodotti dell’agricoltura (22,3% sul totale, più del 70% da Croazia) che salirebbe a più del 30% se si considera tutta la filiera agro-alimentare, seguiti da metallurgia (12,4%, di cui più dei due terzi da Albania).
Per l’Umbria, i flussi di export si articolano in 35 milioni verso la Croazia, seguiti da 32 milioni verso Slovenia, 22 milioni verso Albania e 20 verso Serbia. Il principale settore per export è l’agro-alimentare e bevande, con il 28,5% sul totale (in prevalenza verso Croazia 28% e a seguire verso Serbia e Albania ciascuna con circa un quarto); seguono metallurgia (14,2% principalmente verso Slovenia) e chimica (13,1%, circa tre quarti verso Slovenia).
Nel 2022 le esportazioni umbre verso le quattro destinazioni hanno registrato una crescita del 23,6%, concentrata soprattutto nelle vendite verso Serbia (+83,4%) e Croazia (+33,0%) grazie soprattutto dell’andamento dell’agro-alimentare e bevande (+48,7%), alla metallurgia e all’abbigliamento che hanno più che raddoppiato il valore delle esportazioni (113,4% la metallurgia; +169,1% per l’abbigliamento). Nei primi nove mesi del 2023, il trend si è invertito con un regresso del 20,1% causato dai cali di metallurgia (-56,4%), chimica (-46,9%), solo in parte compensati dalle crescite rilevanti nel tessile (167,8%).
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Data ultimo aggiornamento 22 febbraio 2024 alle ore 15:06