Elezioni USA: verso la nomination democratica
Continuano le primarie in casa dei democratici. Dopo quelle in South Carolina (29 febbraio, 54 delegati) il calendario è fitto a marzo. Se nessun candidato otterrà la maggioranza dei delegati in queste elezioni, l’incertezza si estenderà a luglio. Lo sfidante democratico di Trump, infatti, sarà nominato alla convenzione nazionale di Milwuakee fra il 13 e il 16 luglio, con un voto in uno o due turni.
Al primo turno votano i 3979 delegati «pledged», selezionati con le primarie e i caucus, e saranno vincolati all’esito dei voti statali. Il candidato con almeno 1991 voti ottiene la nomination. Se nessun candidato ottiene la maggioranza semplice, si passa a un secondo turno, in cui votano i 3979 delegati «pledged» (che diventano «unpledged», cioè svincolati dall’esito delle primarie e dei caucus) oltre a 771 «superdelegati» designati dal partito. In questo caso, sarà necessaria la maggioranza dei 4750 delegati totali, cioè 2376 voti.
La nota del 26 febbraio scorso della Direzione Studi e Ricerche analizza alcuni punti comuni nell’agenda politica dei candidati democratici in materia di politica fiscale, commercio estero, regolamentazione e nomine.
Ad oggi i sondaggi tradizionali danno Trump perdente contro tutti i candidati democratici e prevedono una vittoria democratica nel voto popolare.
Tuttavia, le previsioni basate sui mercati politici (e.g., predictit) danno risultati diversi, con probabilità elevate di vittoria repubblicana e di Trump al voto di novembre, ma di vittoria democratica nel voto popolare.
Le elezioni primarie del 29 febbraio in South Carolina hanno registrato una vittoria di Biden, che ha raccolto il 48,4% del voto, seguito da Sanders con il 19,9%. A oggi, i delegati “pledged” allocati sono 58 per Sanders, 50 per Biden, 26 per Buttigieg, 8 per Warren e 7 per Klobuchar. Buttigieg e Steyer hanno annunciato il ritiro della propria candidatura.
Data ultimo aggiornamento 15 marzo 2024 alle ore 14:04:03