Indagine sul Risparmio degli italiani: le famiglie e la sfida dell’inflazione
Intesa Sanpaolo e il Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi hanno presentato l’Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2023, intitolata “Le famiglie italiane e la sfida dell’inflazione inattesa”.
La ricerca approfondisce:
- l’impatto dell’inflazione subita e attesa sui comportamenti dei risparmiatori e i suoi effetti su redditi, consumi, liquidità, obiettivi, scelte concrete di investimento e di indebitamento
- l’adeguatezza dei comportamenti degli investitori dal punto di vista della protezione del reddito e del patrimonio, mettendo il rilevo l’importanza dell’educazione finanziaria.
Dall’Indagine è emerso come il ritorno dell’inflazione sia stato, tutto sommato, ben tollerato dalle famiglie italiane che, in gran parte, sono riuscite a mantenere i propri livelli di consumo e, se le più colpite hanno dovuto attingere ai risparmi o risparmiato di meno, quasi mai si sono indebitate.
Il 33,5% del campione indica la liquidità e le obbligazioni a tasso fisso tra le scelte più opportune in un contesto inflazionistico; il 35% circa ritiene invece meglio investire nel “mattone” e in altri beni rifugio. Confermata la tradizionale prudenza delle famiglie italiane, per cui la sicurezza storicamente rappresenta l’obiettivo primario degli investimenti, emerge dall’Indagine la difficoltà ad orientarsi in uno scenario da tempo non più familiare.
Gregorio De Felice, Chief Economist Intesa Sanpaolo
L’Indagine è basata su interviste condotte da Doxa a famiglie italiane titolari di un conto corrente.
Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2023 - Highlights
- Il 95% delle famiglie dichiara di essere finanziariamente indipendente, in aumento rispetto al 93% dell’Indagine 2022, a conferma che (malgrado le difficoltà dello scenario) l’autonomia reddituale resiste.
- La quota delle famiglie che riescono a risparmiare si porta sui valori massimi del pre-pandemia (54,7% vs. 53,5% nel 2022). Sale anche la percentuale media di reddito risparmiata (12,6%, dall’11,5% del 2022).
- Tra le motivazioni del risparmio, risaltano la casa (30%) e i figli (16%); solo il 5% degli intervistati dichiara di aver accantonato risorse per far fronte all’aumento dei prezzi. Per un terzo del campione, il risparmio è genericamente precauzionale, cioè senza un’intenzione precisa.
- Tra gli investimenti finanziari salgono le obbligazioni, che raggiungono il 28% dei portafogli di chi le detiene e assorbono in parte la flessione del risparmio gestito. La Borsa resta un «terreno da dissodare»: vi ha operato negli ultimi 12 mesi solo il 4,2% del campione. Nell’ambito degli investimenti alternativi, dominano l’oro (che interessa il 23% degli intervistati) e i fondi etici ESG (13%).
- Malgrado una crescente sensibilità ai rischi, l’86% degli intervistati dichiara di non aver sottoscritto un’assicurazione per coprire le spese mediche; il 68% non ha un’assicurazione vita.
- Solo il 38% del campione è in grado di dare una definizione corretta dell’inflazione: oltre un quarto la confonde con il livello dei prezzi; qualcuno con il deprezzamento della valuta; altri con lo scostamento dal target della Banca Centrale Europea.
- A conferma di questa difficoltà di orientamento, oltre un terzo circa degli intervistati indica la detenzione di liquidità e obbligazioni a tasso fisso tra i comportamenti più idonei da tenere nel caso di inflazione. Il 30% cita invece il «mattone»; poco più del 10% l’oro e i «beni rifugio».
- A fronte del ritorno dell’inflazione, le famiglie italiane hanno avuto il buon senso di non vendere tutto per panico e di continuare a risparmiare. Emerge tuttavia chiara dall’Indagine l’esigenza di maggiore competenza e alfabetizzazione finanziaria, sia per i giovani che per gli adulti, per poter affrontare con consapevolezza il nuovo contesto.
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Data ultimo aggiornamento 15 dicembre 2023 alle ore 19:04:00