Nuovo credito per €10 mld a supporto dello sviluppo dell’industria turistica
Intesa Sanpaolo rinnova il proprio impegno a favore dello sviluppo dell’industria turistica italiana mettendo a disposizione delle imprese del settore €10 miliardi di nuovo credito, di cui €3 miliardi destinati alle aziende del Mezzogiorno.
Le risorse messe a disposizione incentiveranno gli investimenti in chiave Transizione 5.0, competitività sostenibile ed efficientamento energetico, lungo tre assi:
- riqualificazione e aumento degli standard qualitativi delle strutture
- sostenibilità ambientale dell’offerta
- digitalizzazione del modello di servizio.
Le nuove misure dedicate al comparto intendono in particolare favorire le sinergie tra le filiere turistica ed enogastronomica, sempre più complementari: in Italia i turisti enogastronomici rappresentano infatti il 58% del totale, dato in crescita rispetto al 45% registrato nel 2019 (analisi di SRM - Centro Studi Collegato a Intesa Sanpaolo, su dati del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano relativi allo scorso anno).
“Come banca di riferimento dei principali settori del Paese, rinnoviamo il nostro sostegno all’industria turistica, la cui crescita è determinante per rafforzare strutturalmente l’economia italiana. Il percorso intrapreso in questi ultimi anni dalle imprese del comparto verso sostenibilità, digitalizzazione e innalzamento degli standard qualitativi delle strutture mostra risultati incoraggianti e deve proseguire con maggior intensità e diffusione, grazie al potenziale delle filiere del mondo enogastronomico”
Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo
L’intervento, che si aggiunge ai circa €9 miliardi di liquidità già erogati al comparto dal 2020, si inserisce tra le leve previste dal programma “Il tuo futuro è la nostra impresa”, che destina alle imprese €120 miliardi fino al 2026 per investimenti nei processi di trasformazione e rinnovamento legati alla transizione energetica e digitale, facilitandone anche l’accesso alle nuove misure del PNRR.
Il valore del Turismo per il Sud Italia
Le analisi di SRM – Centro Studi collegato a Intesa Sanpaolo evidenziano come l’attrattività turistica si trasformi in una ricchezza economica rilevante per l’economia del Paese: si stima che nel 2024 il settore turistico possa generare un valore aggiunto di circa €103,6 miliardi, con un contributo al Pil del 5,9% che arriva al 10,8% se si include anche l’impatto indiretto ed indotto.
Il 24% del Pil turistico nazionale è prodotto nel Sud Italia. Nello specifico, si rileva, per quest’area, un valore aggiunto turistico di €24,9 miliardi, il 6,4% del Pil, che sale all’11,6% se si considera l’impatto complessivo.
Significativa anche la sua valenza sociale: in termini di occupazione, il settore turistico italiano impiega oggi quasi 1.300.000 lavoratori. Al Sud si concentra il 26,4% dell’occupazione turistica nazionale (ben 340.585 addetti) ed il 31% delle imprese (60.936). Il turismo inoltre può contare su una forza lavoro sostanzialmente giovane (circa il 58,7% dei dipendenti ha meno di quarant’anni e il 36,2% meno di 30) e in prevalenza femminile (52,3%).
La filiera turistica sta affrontando nuove e importanti sfide. Crisi geopolitiche, effetti climatici estremi, aumento dei costi e forte attenzione alla sostenibilità. In un contesto quindi di un “Turismo che Cambia e si Innova” quest’anno il Rapporto SRM evidenzia quanto sia rilevante puntare su un sistema d’offerta improntato su: diversificazione, delocalizzazione, destagionalizzazione, digitalizzazione e dimensione d’impresa. Le 5D che possono preservare e rafforzare la competitività turistica dei territori.
Di seguito una fotografia del turismo nel Mezzogiorno: 86,1 milioni di notti trascorse (19% dell’Italia), 3,5 giorni di permanenza media, 76,8% di stagionalità (presenze nei mesi estivi), 38,9% di presenze straniere (ancora in piena fase di recupero post covid). Un’offerta negli alberghi - in termini di posti letto - pari al 28,8% dell’Italia (sale al 37,9% nei 4 e 5 stelle) e del 23,1% in strutture extra-alberghiere. Un valore aggiunto pari a 24,9 miliardi di euro (24% del Paese). Nel 2024 si prevede nel Mezzogiorno il pieno recupero delle presenze turistiche. Rispetto al 2019 il dato è stimato in crescita del 2,8% per un totale di quasi 89 milioni di notti trascorse. Proseguirà, con forte intensità, la ripresa della domanda internazionale che si stima in crescita del 4,5% rispetto al 2023 superando pienamente il periodo pre-covid (105,4% rispetto al valore 2019).
Il turismo meridionale nel contesto europeo: ben posizionato ma con ampi margini di miglioramento. Dall’analisi su 98 regioni dell’area UE4 (Italia, Spagna, Francia e Germania) tre regioni del Sud (Sardegna, Campania e Puglia) sono tra le prime 30, e la Sicilia è trentunesima, per livello di competitività turistica e ben 6 comunque sono sopra la media europea. Ci sono spazi per crescere sia in termini quantitativi che qualitativi. Emerge la necessità di migliorare ed ampliare la connessione internazionale e l’accessibilità del territorio.
Nel Sud l’obiettivo deve essere un turismo che offra destinazioni sempre più diversificate e di qualità al fine di favorire la destagionalizzazione, la delocalizzazione e l’impatto economico sul territorio. Borghi, aree interne, zone di prossimità dei grandi attrattori turistici possono essere destinazioni di qualità (per la loro storia, per le loro tradizioni e il buon cibo) utili anche per ridurre gli effetti negativi ed i disagi derivanti dai fenomeni di congestionamento. L’offerta turistica legata alla cultura, all’enogastronomia, all’ambiente ed al turismo business può essere una combinazione vincente anche al Sud: il moltiplicatore delle presenze di un’offerta così “integrata” è infatti superiore a quello monotematico ad es. di tipo balneare (156€ rispetto a 128,2€ di valore aggiunto per ogni notte trascorsa).
In questo contesto sempre più dinamico e sfidante, aumenta la consapevolezza delle imprese che investire è l’unica via per competere. Dalla survey di SRM, emerge che circa il 77% delle imprese turistiche del Sud nell’ultimo triennio ha effettuato investimenti (in Italia il 76%). Grande attenzione in particolare alla qualità dei servizi e della recettività (il 56% delle imprese intervistate ha rinnovato gli arredi e ampliato i servizi ricettivi).
Si guarda inoltre al futuro. Le imprese stanno comprendendo la sfida della digitalizzazione e della sostenibilità (ESG): 4 imprese su 10 nel Sud (25% in Italia) hanno investito su tali obiettivi che ad oggi nel solo Mezzogiorno si stimano essere pari a 300 milioni di euro. Le imprese indicano un’ulteriore crescita di tali investimenti nel prossimo triennio di circa il 2%. Infine, semplificazione burocratica (37%), politiche per il decoro urbano (28%), diversificazione dell’offerta (27%) ed una gestione più efficiente dei servizi pubblici (24%) sono le principali priorità che le imprese del Sud pongono alla governance pubblica per favorire la competitività del territorio.
Il sostegno di Intesa Sanpaolo al settore turistico durante e dopo la pandemia
Intesa Sanpaolo ha intensificato il supporto alle imprese turistiche durante e dopo la pandemia, per favorirne la ripresa a seguito delle chiusure forzate. Tra le principali misure messe in campo:
- garantita liquidità attraverso un’iniziativa straordinaria di moratorie estese fino a 36 mesi, accogliendo oltre 70.000 richieste di sospensione di pagamenti per un debito residuo di oltre €8,4 miliardi, di cui circa il 26% nel Mezzogiorno
- soluzioni di finanziamento S-Loan che prevedono un meccanismo di incentivi economici alle imprese che investono e realizzano obiettivi ESG
- adesione al fondo tematico per il turismo tramite Equiter, con risorse amministrate dalla BEI per conto del MEF e indirizzate alle imprese
- soluzioni di noleggio operativo per avviare programmi di ammodernamento delle strutture, consentendo quindi di preservare l’equilibrio finanziario delle PMI.
Data ultimo aggiornamento 11 luglio 2024 alle ore 10:53:35