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De Felice al congresso ANDAF: prospettive dell’economia globale

De Felice al congresso ANDAF: prospettive dell’economia globale

Di seguito gli highlights dell’intervento di Gregorio De Felice, Chief Economist e responsabile della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, tenuto in occasione del 43° congresso nazionale ANDAF - Associazione Nazionale Direttori Amministrativi e Finanziari:

  • La ripresa post-pandemia è più rapida del previsto, sostenuta nell’ultima fase dal settore dei servizi. Il comparto manifatturiero risente di colli di bottiglia nelle catene del valore e aumenti dei costi. Le strozzature nei trasporti marittimi (aggravate dagli effetti della pandemia) hanno causato un allungamento dei tempi di consegna e ridotto le scorte. Ci sono diffuse pressioni al rialzo sui prezzi di materie prime e beni intermedi, che comunque hanno probabilmente già raggiunto il picco e sono destinate gradualmente a rientrare.
  • La diffusione delle vaccinazioni dovrebbe limitare l’impatto economico delle nuove ondate di contagio. Tuttavia, l’esclusione dei paesi emergenti dalle vaccinazioni impedisce una piena normalizzazione, imponendo la proroga di restrizioni sui viaggi internazionali e creando il rischio di nuovi ostacoli ai trasporti di merci.
  • La crescita globale del PIL è attesa al 6,0% nel 2021 e al 4,9% nel 2022. Il rimbalzo è ampio con il maggior contributo proveniente da Asia e Stati Uniti. In questi ultimi la domanda è forte e assorbe la capacità produttiva, creando problemi di reperimento di personale qualificato. La variante Delta si sta diffondendo negli Stati Uniti soprattutto tra i non vaccinati ma non blocca l’attività.
  • Il contributo di commodities e trasporti alla crescita dei prezzi si ridurrà nei prossimi mesi. L’ampio livello della disoccupazione rende poco probabile una spirale prezzi-salari in Europa. Per quanto riguarda l’inflazione, il peggio è alle spalle, ma restano rischi collegati all’eccesso di domanda e alle aspettative.
  • In area euro saranno i servizi a sostenere la ripresa a fronte di una stabilizzazione dell’attività manifatturiera. La crescita dovrebbe restare solida anche nei trimestri successivi. I servizi sono il comparto più favorito dalle riaperture e quindi continueranno a trainare la ripresa nei prossimi mesi. Nonostante una domanda positiva, l’attività industriale dovrebbe invece essere penalizzata dalle difficoltà nel reperire componentistica e materie prime.
  • Dal lato della domanda saranno i consumi a guidare la crescita e sono attesi solidi anche i fondamentali per gli investimenti fissi. I ritardi, le strozzature e la scarsità di materie prime lungo le filiere produttive potrebbero frenare dal lato dell’offerta ulteriori progressi.
  • In Italia la ripresa è accelerata nel secondo trimestre. Il PIL italiano è cresciuto molto più del previsto nel 2° trimestre (2,7% t/t), dopo una sostanziale stagnazione a inizio anno, con un rimbalzo trainato soprattutto dai consumi (+5% t/t) e in particolare dai consumi di servizi (+9,4% t/t, +14,9% a/a). Il principale contributo alla crescita è venuto dai servizi dal lato dell’offerta (+8,3% t/t commercio trasporto e alloggio) e dai consumi di servizi dal lato della domanda (+9,4% t/t). La crescita è ancora più ampia al netto delle scorte (+3,5% t/t).
  • Le indagini di fiducia segnalano che l’attività economica dovrebbe mantenere un ritmo solido nel trimestre in corso, ma in prospettiva ci aspettiamo un rallentamento. L'economia è attesa mantenere un buon ritmo nel 3° trimestre; la crescita 2021 potrebbe risultare nel range 5,5-6% (dopo il -8,9% nel 2020). Consumi e servizi guideranno la ripresa, ma i progressi dipendono dall’evoluzione pandemica.
  • Gli extra-risparmi sosterranno i consumi. Il balzo della propensione al risparmio potrebbe rientrare al diminuire dell’incertezza sulla situazione sanitaria ed economica. Se tutti i risparmi aggiuntivi accumulati nel 2020 fossero spesi, l’impatto sui consumi sarebbe pari a 62 mld di euro (3,5% del PIL).
  • Il ritmo di crescita annua del PIL sarà superiore al potenziale almeno fino al 2026 (grazie al rimbalzo post-COVID, e soprattutto alla spinta da Next Gen EU).
  • Il PNRR italiano vale complessivamente 235 miliardi di euro. La richiesta italiana per la RRF vale il 37,2% del totale delle richieste degli Stati membri: la componente sussidi (68,9 mld dal RRF) è pari al 21% delle richieste presentate, i prestiti sono pari al 73,9% di quanto domandato dagli Stati Membri. Il Piano si concentra su transizione “green” e digitale. L’impatto del PNRR dovrebbe essere massimo nel 2022 con l’effetto principale sugli investimenti (non solo pubblici ma anche privati). Le riforme possono aumentare il PIL potenziale.
  • Le politiche fiscali rimarranno espansive e le politiche monetarie accomodanti nei paesi avanzati. I dati spingeranno la Fed a ridurre gli acquisti di titoli da inizio 2022: discussione a settembre, annuncio a novembre, inizio a dicembre. I tempi per la svolta sui tassi sono invece ancora lunghi: il rialzo potrebbe iniziare nel 2023.
  • La BCE concluderà il PEPP il 31 marzo 2022, ma continuerà gli acquisti APP forse fino al 2023 incluso. Il mercato sconta rialzi dei tassi soltanto dal 2024. La condizione necessaria sono proiezioni di inflazione stabilmente al 2%.

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