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Italia: PIL in espansione nel 3° trimestre ma il rallentamento è già in corso

Italia: PIL in espansione nel 3° trimestre ma il rallentamento è già in corso

In Italia nel 3° trimestre il PIL è cresciuto, più del previsto, di 0,5% t/t, in rallentamento rispetto all’1,1% t/t registrato in primavera ma in espansione per il settimo trimestre consecutivo. In termini tendenziali il PIL è in rialzo del 2,6% da un precedente 4,7%. L’economia italiana si trova ora l’1,8% al di sopra dei livelli pre-Covid, meglio degli altri principali paesi dell’area euro (il progresso è pari all’1,1% in Francia e allo 0,2% in Germania mentre la Spagna si trova su livelli inferiori del 2% rispetto a quelli toccati a fine 2019).

Il comunicato stampa rilasciato dall’Istat indica che la crescita congiunturale è stata guidata dalla domanda interna al lordo delle scorte mentre le esportazioni nette hanno fornito un apporto negativo. Dal lato dell’offerta invece il valore aggiunto è cresciuto nei servizi mentre è calato nell’industria e nel settore primario.

Lo spaccato di contabilità nazionale non sarà disponibile fino alla fine di novembre ma alla luce dei dati mensili disponibili riteniamo che nel 3° trimestre l’attività manifatturiera sia risultata sostanzialmente stagnante mentre la produzione dovrebbe essere calata nelle costruzioni. La stagione turistica dovrebbe aver invece sostenuto i servizi, che pensiamo abbiano comunque rallentato la propria corsa in quanto la spinta delle riaperture post-pandemiche sta progressivamente perdendo vigore. Infine, la siccità che ha caratterizzato l’estate dovrebbe aver penalizzato l’output agricolo.

I dati odierni sono risultati complessivamente migliori delle attese ma non modificano le nostre attese di contrazione del PIL nei prossimi trimestri. Le indagini di fiducia suggeriscono che l’attività economica, sia nei servizi che nell’industria, era già in contrazione a fine estate e riteniamo che questa tendenza non sia destinata ad invertirsi nel breve termine. Probabilmente lo shock energetico non ha ancora completamente dispiegato i propri effetti recessivi sull’industria mentre il rallentamento globale peserà inevitabilmente sulle esportazioni. Inoltre, la forte crescita dei prezzi al consumo e alla produzione sta già frenando la domanda e riteniamo che continuerà ad erodere i redditi disponibili dei consumatori e i margini delle imprese anche nei prossimi mesi.

Prevediamo una contrazione del PIL su base congiunturale sia nel 4° trimestre del 2022 che nel 1° trimestre del 2023. Lo stimolo fiscale potrebbe comunque offrire qualche sostegno e nel caso in cui non si dovesse materializzare uno scenario di razionamento forzato dell’energia l’economia potrebbe tornare a crescere già a partire dalla prossima primavera.

Alla luce del dato più forte delle attese relativo al 3° trimestre è possibile che l’espansione in media annua possa risultare leggermente migliore del previsto nel 2022 (ipotizzando una contrazione di circa mezzo punto percentuale nel 4° trimestre il dato sull’anno in corso si aggirerebbe intorno al 3,7%). I rischi sul 2023 restano invece rivolti verso il basso quando la crescita dovrebbe decelerare in misura marcata.

Commento a cura di Andrea Volpi, economista della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

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