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Previsioni per l’universo delle materie prime per il 2022

Previsioni per l’universo delle materie prime per il 2022

Materie prime: pesano la variante Omicron e le politiche monetarie

L’impatto negativo della variante Omicron e la minaccia di politiche monetarie più restrittive rappresentano ora i principali ostacoli per i mercati delle materie prime e potrebbero innescare più ampie correzioni dei prezzi nel breve termine. Tuttavia, un temporaneo indebolimento dei corsi delle materie prime beneficerebbe l’economia mondiale, contribuendo ad accelerare i tassi di crescita, e semplificherebbe il compito delle principali banche centrali, che potrebbero continuare a sostenere la ripresa economica invece di combattere le pressioni inflazionistiche.

Petrolio: volatilità e più deboli fondamentali

A seguito del recente indebolimento dei fondamentali di domanda e offerta e dei timori di una più rapida stretta monetaria, gli economisti di Intesa Sanpaolo hanno rivisto al ribasso le stime sulle quotazioni del petrolio per il prossimo anno. Una temporanea correzione potrebbe spingere il Brent verso un livello medio di 65 dollari nel 1° trimestre 2022. Successivamente, potrebbero prevalere pressioni al rialzo guidate da previsioni più ottimistiche sulla domanda mondiale, grazie a un aumento stagionale dei consumi di combustibili e, si spera, un allentamento dei timori relativi alla diffusione dell’epidemia di coronavirus. Quindi, si attende un consolidamento del trend rialzista per il petrolio a partire dal 2° trimestre 2022. Si prevede una quotazione media per il Brent di 67,5 dollari nel 2022 e di 70 dollari nel 2023. La volatilità dovrebbe rimanere una importante caratteristica di mercato e contribuirà spesso ad amplificare i movimenti intraday.

Mercati energetici: la prima crisi dell’era verde

Anche se difficilmente le condizioni estreme che hanno caratterizzato i mercati mondiali di gas ed energia alle porte della stagione invernale 2021/22 si ripeteranno ogni anno, possiamo attenderci più frequenti periodi di stress di mercato e una maggiore volatilità dei prezzi dell’energia, dovuti alla necessaria e inevitabile transizione verso fonti energetiche più pulite e alla progressiva penetrazione delle energie rinnovabili.

Metalli preziosi: preferiamo il palladio all’oro

Da inizio anno, le quotazioni dei metalli preziosi hanno registrato una flessione. Manteniamo una view negativa su oro e argento, poiché l’adozione di politiche monetarie più restrittive dovrebbe ridurre la propensione a investire nei due metalli. Per contro, ci attendiamo un parziale recupero di platino e palladio, grazie alla probabile accelerazione della domanda dal settore automobilistico. Pertanto, nell’ambito di un’asset allocation strategica a medio termine, preferiamo il palladio all’oro.

Metalli industriali: difficoltà nel breve termine

L’improvvisa diffusione della variante Omicron e le voci di una più rapida stretta da parte della Federal Reserve hanno determinato un aumento del rischio di una più marcata correzione per gran parte dei metalli industriali e attualmente prevediamo una diminuzione delle quotazioni nel 1° trimestre 2022. Successivamente, i fondamentali di domanda e offerta dovrebbero tornare a guidare i prezzi e quindi i metalli non ferrosi dovrebbero recuperare terreno. Nel medio/lungo termine, continuiamo ad attenderci un trend rialzista per i metalli industriali.

Merci agricole: elasticità dell’offerta in azione

L’agricoltura è il settore delle materie prime con la maggiore elasticità dell’offerta ai prezzi. Di conseguenza, gli elevati prezzi registrati nel 2021 dovrebbero contribuire ad aumentare l’offerta nel 2022, laddove possibile, e potrebbero innescare diffusi cali delle quotazioni in anticipazione della prossima stagione del raccolto. Tuttavia, anomale condizioni meteorologiche restano la principale minaccia e potrebbero alimentare volatilità, a causa degli impatti più gravi e meno prevedibili di cambiamento climatico e riscaldamento globale sul settore.

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