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Materie prime; cambia la mentalità: ora diventano asset geopolitici

Materie prime; cambia la mentalità: ora diventano asset geopolitici

Rischi geopolitici, urgenza di ridurre la dipendenza dalle esportazioni russe e utilizzo come arma politica delle riserve denominate in dollari sono i tre principali fattori che stanno favorendo un cambio strutturale di mentalità sulle materie prime. In effetti, questi beni sono sempre più spesso considerati asset strategici, utili per ridurre la dipendenza dagli esportatori stranieri o esercitare una maggiore leva politica nei rapporti internazionali. Per i Paesi non occidentali, la creazione o l’ampliamento di riserve di materie prime potrebbe inoltre contribuire a ridurre l’esposizione al dollaro americano, contenendo così l’impatto negativo di potenziali future sanzioni statunitensi nei loro confronti.

Petrolio: un’estate calda

Nel nostro scenario di base i fondamentali del petrolio resteranno tesi durante l’estate, poiché il deficit di mercato sarà probabilmente alimentato da forte domanda, offerta limitata e bassi livelli delle scorte di petrolio e prodotti petroliferi, sia negli Stati Uniti che a livello mondiale. In tale contesto, i prezzi dovrebbero rimanere ben sostenuti, mentre backwardation e volatilità dovrebbero persistere per un periodo prolungato.

Mercati energetici: gas naturale come arma

Malgrado i persistenti rischi geopolitici e l’utilizzo dei flussi di gas come arma, i mercati fisici del gas in Europa sono ora meglio forniti, con scorte vicine alla media a 5 anni grazie a volumi record di importazioni di LNG e generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Metalli preziosi: colpiti dalla stretta della Fed

Restrittive condizioni monetarie e forte dollaro americano costituiscono due grandi ostacoli per il complesso dei metalli preziosi. Tuttavia, nei prossimi mesi la quotazione dell’oro potrebbe recuperare parte del terreno perso, poiché ci attendiamo un moderato aumento degli investimenti in ETF aventi oro fisico come sottostante, favoriti da alti prezzi dell’energia e rischi geopolitici che alimentano timori inflazionistici, una ripresa della domanda nel settore della gioielleria in Cina e India e maggiori acquisti di oro effettuati dalle banche centrali nel tentativo di diversificare le riserve ufficiali.

Metalli industriali: aspettando la Cina

Dopo una temporanea debolezza nei mesi estivi, dovuta al calo della domanda in Cina, al rafforzamento del dollaro americano e alla scarsa liquidità, i metalli industriali potrebbero recuperare il terreno perso se la domanda cinese tornasse a crescere e l’economia mondiale riuscisse a evitare una recessione. Infatti, i fondamentali tesi sarebbero coerenti con la ripresa del trend rialzista di lungo periodo dei prezzi dei metalli, data una domanda strutturalmente in crescita a fronte di una limitata offerta globale e inadeguati livelli di scorte.

Agricoli: il peggio non è passato

I prezzi delle merci agricole dovrebbero mantenersi elevati e volatili per molti trimestri, a causa di persistenti rischi di scarsità sui mercati fisici, incertezza sugli sviluppi del conflitto russo-ucraino e offerta anelastica, almeno a breve termine. Le crisi alimentare ed energetica e il conseguente peggioramento delle condizioni di vita in numerosi Paesi poveri potrebbero avere un impatto negativo sulla stabilità politica in molte regioni, causando manifestazioni di protesta e cambi di regime. Pertanto, i rischi geopolitici globali potrebbero intensificarsi nei prossimi trimestri.

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