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I metalli non ferrosi primi vincitori della transizione energetica

I metalli non ferrosi primi vincitori della transizione energetica

La transizione energetica sarà anche una transizione mineraria e i metalli non ferrosi ne saranno i primi vincitori.  Dal 2012 in poi, ogni anno gli uomini hanno estratto più minerali di quanti ne siano stati scavati dall’inizio della vita sulla terra al 1950, e la domanda continua ad aumentare.

Nei prossimi anni, il mondo avrà bisogno di volumi enormi di metalli per permettere l’adeguamento di economie ed infrastrutture e far fronte alle sfide di cambiamento climatico, crescita demografica ed urbanizzazione.

E' quanto emerge dal report “Materie prime e transizione energetica” a cura dell’economista Daniela Corsini del Research Department di Intesa Sanpaolo.  Al ritmo attuale degli investimenti nel settore, nei prossimi anni l’offerta complessiva di metalli non ferrosi sarà stabilmente inferiore alla domanda attesa, con un conseguente aumento dei prezzi.

Per quanto riguarda i metalli preziosi, saranno i secondi vincitori di questa transizione: la domanda ed i prezzi di oro e argento siano destinati a crescere nei prossimi anni grazie alla domanda di beni rifugio, al ruolo di riserva di valore e quasi-valuta svolto dall’oro, nonché grazie alla domanda per applicazioni industriali nel settore energetico.

L’impatto della transizione energetica sui carburanti fossili è invece molto controverso. Al momento, non ci sono segnali di inversione della crescita della domanda mondiale né di petrolio né di gas, e sia nel 2024 che nel 2025 i consumi di questi carburanti fossili sono stimati raggiungere nuovi record. Tuttavia, resta possibile che il tanto discusso picco di domanda mondiale per il petrolio possa essere raggiunto entro il 2035, mentre il picco di domanda mondiale per il gas possa essere raggiunto 10-15 anni dopo.

Il gas naturale, necessario per accompagnare la penetrazione delle rinnovabili, è il carburante fossile che beneficia delle più brillanti prospettive di crescita della domanda nei prossimi 20 anni. Infatti, non solo le sue emissioni di gas clima-alteranti nel processo di combustione sono inferiori rispetto a petrolio e carbone, ma soprattutto questo carburante è al momento insostituibile per garantire flessibilità ai sistemi energetici e bilanciare le reti.

Il gas naturale liquefatto (GNL) garantisce un ulteriore livello di opzionalità a Stati e utilities. Infatti, la possibilità di ricevere GNL acquistato sui mercati spot solo quando necessario è oggi considerata molto appetibile dai Paesi che non possono avere gasdotti che li leghino indissolubilmente ai centri di produzione, oppure che hanno forti fluttuazioni stagionali della domanda o che vogliano ridurre strutturalmente i propri consumi nel medio-lungo periodo. 

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