Materie prime: record per l’oro, volatili gli energetici, rialzi dei coloniali
Oro
Il 20 agosto, l’oro ha toccato un nuovo record storico a quota 2.531,75 dollari/oncia e, secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, nei prossimi sei mesi potrebbe registrare nuovi record grazie a tre fattori positivi:
- Rischi geopolitici, ed in particolar modo il rischio di un’escalation in Medio Oriente con un possibile coinvolgimento diretto dell’Iran nel conflitto israelo-palestinese;
- Uno scenario macroeconomico favorevole ai beni rifugio, caratterizzato da un’economia in rallentamento (e conseguente volatilità sui mercati azionari, alimentata da periodiche preoccupazioni per possibili rischi recessivi) e dal prossimo avvio di un ciclo di politica monetaria espansiva, dato l’imminente taglio dei tassi di interesse da parte della Fed. In tale scenario, ai mercati finanziari piace l’oro.
- Acquisti di oro da parte delle banche centrali per diversificare le proprie riserve. Questa dinamica è sinora continuata anche nel 2024: secondo i dati ufficiali del World Gold Council ((WGC), nel 1° semestre le banche centrali hanno comprato ben 483 tonnellate di oro, il massimo mai registrato in questo periodo dell’anno.
Petrolio e mercati energetici
Nei mesi estivi, petrolio Brent e gas naturale TTF si sono mantenuti all’interno dei trading range prevalenti negli ultimi mesi, pur con dinamiche diverse: il Brent ha registrato ampie oscillazioni di prezzo, ma recentemente sono prevalse le pressioni al ribasso; il TTF ha prevalentemente registrato pressioni al rialzo.
Il prezzo medio del Brent dovrebbe scivolare gradualmente verso il basso da una media di circa 82 dollari nel 2024 verso una media di circa 78 dollari nel 2025. I rischi al ribasso sono i più significativi, principalmente motivati da un indebolimento dei fondamentali: la domanda mondiale sta rallentando, complice la debolezza del mercato cinese, mentre l’offerta è prevista in rialzo non solo nei paesi non-OPEC, ma soprattutto nei paesi OPEC. Il probabile calo delle quotazioni sarà comunque limitato dai persistenti rischi geopolitici in Medio Oriente ed in Russia.
Il gas naturale TTF, benchmark europeo, dovrebbe restare nell’attuale range di €20-45 per MWh, ma il prezzo medio dovrebbe calare da circa €32 nel 2024 verso €28 nel 2025, per l’atteso incremento dell’offerta mondiale di gas naturale liquefatto (LNG) a partire dal 2025, quando vari impianti di liquefazione ed esportazione entreranno in attività.
Agricoli e coloniali
Nel comparto agricolo, i coloniali hanno registrato le migliori performance da inizio anno: +130% per il cacao, +70% per il caffè Robusta, +30% per il caffè Arabica. Il rialzo è giustificato da una grave scarsità sul mercato fisico.
Al contrario, i mesi estivi hanno portato sollievo sui mercati dei cereali, con prezzi di frumento e mais in calo ai minimi da inizio anno, complice un temporaneo allentamento delle preoccupazioni relative all’offerta mondiale. Tuttavia, nei prossimi mesi è atteso un recupero delle quotazioni guidato da rinnovate preoccupazioni per i rischi metereologici e geopolitici, soprattutto per la produzione ucraina e russa.
Scarica l’Analisi di Daniela Corsini
Data ultimo aggiornamento 13 settembre 2024 alle ore 15:58:05