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Finanza locale: le sfide dell’edilizia sociale e del PNRR

Finanza locale: le sfide dell’edilizia sociale e del PNRR

 

Politiche abitative, edilizia residenziale pubblica e social housing in Italia

Politiche abitative, edilizia residenziale pubblica e social housing inIl disagio abitativo in Italia è un problema avvertito da molte famiglie. Negli ultimi trent’anni, le politiche abitative hanno favorito soprattutto la proprietà delle abitazioni, mentre la realizzazione di abitazioni popolari per le fasce più povere è stata pressoché abbandonata, il risultato è che ad oggi la disponibilità di abitazioni in edilizia popolare è modesta e di gran lunga inferiore alla domanda. La spesa complessiva per le politiche abitative in Italia è molto bassa: 9 euro per abitante rispetto ai 112 spesi mediamente nell’UE27. Con la riforma del Titolo V della Costituzione, la competenza circa le politiche abitative è passata dallo Stato alle Regioni. I Comuni hanno compiti di programmazione degli interventi sul territorio, finanziamento di nuove costruzioni o assegnazione di lotti e sostegno agli affitti delle famiglie bisognose. I dati di Conto consuntivo evidenziano che i livelli di spesa più elevati per edilizia popolare si realizzano nei centri principali, con alto grado di urbanizzazione, dove il bisogno è maggiore, e nel Mezzogiorno. Molto spesso i Comuni che spendono di più in edilizia popolare tendono a spendere meno in sussidi agli affitti (e viceversa). Le unità immobiliari di Edilizia Residenziale Pubblica di proprietà dei Comuni sono complessivamente 263 mila, pari a una superficie di 16 milioni di metri quadri. Si tratta di un patrimonio vetusto (il 47% delle abitazioni ha più di 40 anni di età) e concentrato in Lombardia, Campania, Lazio e Toscana.

In questo quadro, il social housing funziona come strumento per allentare la pressione e aiutare le famiglie escluse dall’accesso agli alloggi popolari. Esso prevede il ricorso a capitale privato in partenariato con il capitale pubblico. I Comuni, tra il 2007 e il 2022, hanno bandito gare per la realizzazione di progetti di social housing, per €383 milioni.

Gli investimenti dei Comuni alla prova del PNRR

Gli investimenti pubblici hanno evidenziato sino alla seconda metà dello scorso decennio un andamento in flessione, dovuto a diversi fattori, primo tra tutti il processo di consolidamento fiscale, che aveva determinato una contrazione delle voci di spesa più facilmente comprimibili, come quella per investimento. Tra il 2009 e il minimo del 2017 gli investimenti pubblici del complesso degli Enti locali si sono ridotti del 40%. Solo a partire dal 2019 si è assistito ad un’inversione delle tendenze, con un recupero della spesa. Nel 2021, secondo i dati di contabilità, gli investimenti delle Amministrazioni locali erano cresciuti del 28% rispetto al minimo di quattro anni prima

Considerando le sole Amministrazioni comunali, i mancati investimenti cumulati tra il 2007 e il 2020 ammontano a oltre 74 miliardi di euro (in termini reali): un importo considerevole e che dà la misura della perdita sperimentata nel periodo.

Il recupero dell’ultimo triennio è tutto sommato generalizzato ma si osservano velocità diverse e ricomposizioni differenti, e in alcuni ambiti restano divari da colmare, dovuti tra l’altro alle differenze esistenti tra i territori, alla struttura demografica dei residenti, ma anche alle caratteristiche del personale del Comune.

La macchina amministrativa comunale è ora sottoposta a una sfida imponente, data dalla realizzazione del PNRR: l’incremento di spesa da gestire è di oltre 8 miliardi all’anno, pari ad un aumento dell’80%, per un sistema amministrativo messo duramente alla prova da anni di tagli al personale.

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