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SRM: l’Italia ponte euro-mediterraneo per logistica ed energia

SRM: l’Italia ponte euro-mediterraneo per logistica ed energia

I nuovi scenari politici e geoeconomici che si stanno delineando a causa delle rinnovate tensioni fra est ed ovest e della guerra in Ucraina rendono ancora più concreta la possibilità che l’Italia si affermi come ponte euro-mediterraneo per la logistica e l’energia. È quanto emerge da uno studio presentato da Massimo Deandreis, direttore generale di SRM, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo, durante l’assemblea di Anita, l’Associazione nazionale imprese trasporti automobilistici.

L’accorciamento delle catene di fornitura globali, con il conseguente avvicinamento dei siti produttivi ai mercati di destinazione finale, il cosiddetto reshoring, così come la necessità di aumentare le scorte di magazzino, la carenza di materie prime, l’aumento del prezzo dell’energia e dell’inflazione, stanno contribuendo a cambiare l’economia globale. L’energia rappresenta uno degli strumenti di competizione fra blocchi geopolitici, una competizione dove l’Europa si mostra debole, a causa della scarsa capacità di produzione interna e dell’elevata dipendenza da fonti provenienti da altri continenti.

Il futuro energetico europeo dipenderà non da una sola fonte, ma da un mix, come l’elettricità da fonti rinnovabili, l’idrogeno, il gas e, per i Paesi che lo hanno scelto, il nucleare. L’Ue difficilmente potrà raggiungere gli obiettivi di de-carbonizzazione solo con l’aumento della capacità rinnovabile autoctona, sarà comunque necessario un import di capacità aggiuntiva. L’utilizzo dell’idrogeno verde, prodotto da elettrolisi, sarà la vera sfida del futuro, mentre il gas naturale sarà affiancato da crescenti volumi di biometano, di biogas e di gas prodotto con il sistema power to gas, cioè quella tecnologia che permette di immagazzinare elettricità in esubero prodotta da centrali solari, eoliche o idrauliche sotto forma di metano o idrogeno.

Il Mediterraneo sta tornando centrale per le esigenze energetiche del continente europeo, con l’Italia che rappresenta la frontiera di collegamento fra l’Europa e l’area sud mediterranea. Il nostro Paese è la porta d’ingresso dei nuovi flussi energetici provenienti dal nord Africa e dall’area caspica verso l’Europa, mentre le interconnessioni di rete con i Paesi Ue e la logistica sono la chiave per un futuro low carbon. In questo senso è fondamentale sfruttare i finanziamenti del programma Green Port del PNRR per ridurre l’impatto ambientale delle attività portuali attraverso il cold ironing (elettrificazione delle banchine), aumentare la fornitura di carburanti più ecologici come il GNL, sviluppare l’intermodalità nave-ferro e implementare le smart-grid, cioè le reti intelligenti di energia elettrica.   

I porti rappresentano il paradigma del cambiamento dell’economia globale ed è la logistica portuale a trovarsi al centro della transizione energetica europea. I porti, In quanto comunità energetica, facilitano infatti il processo di transizione energetica dello shipping e della logistica. Sono gateway energetici: le raffinerie sono punti di accesso alle infrastrutture di trasporto degli idrocarburi si trovano solitamente vicino ai porti. I porti sono anche punti di arrivo di pipeline di Oil & Gas e sono vicini alle industrie ad alta intensità energetica. Sono inoltre adatti ad ospitare la "Hydrogen Valley", cioè incubatori ed acceleratori nell’ambito dell’idrogeno e delle tecnologie per il suo sviluppo, senza contare che diversi mega porti europei (Rotterdam, Anversa, Amburgo e Valencia) sono paladini della sostenibilità e puntano sull'idrogeno. Ma c'è anche un'attività in Italia: Trieste, Livorno, Civitavecchia e Bari sono esempi positivi di dinamismo.

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